Cultura senza ostacoli: il progetto “Museo per Tutti”

C’è un’iniziativa tutta italiana che rende i Beni del FAI accessibili alle persone con disabilità intellettive e ai loro caregiver, grazie a strumenti inclusivi, percorsi personalizzati e guide in linguaggio semplificato. Il progetto, sostenuto da Viatris, si basa su dati concreti e sull’esperienza diretta di chi vive le difficoltà quotidiane, sottolineando come la cultura sia un diritto di tutti



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Il patrimonio culturale italiano è un tesoro che appartiene a tutti, ma spesso l’accesso a musei, ville storiche, giardini e monumenti rappresenta una sfida per chi vive con disabilità intellettive. Per abbattere queste barriere e garantire esperienze culturali inclusive, il FAI – Fondo per l'Ambiente Italiano ETS ha intrapreso un percorso di apertura e innovazione, in linea con l'articolo 30 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Tra le iniziative più significative spicca il "Museo per Tutti", progetto ideato e realizzato dall’associazione L'abilità Onlus insieme al FAI, con il supporto di Viatris, azienda farmaceutica che da oltre quattro anni affianca l'iniziativa ampliando il proprio impegno dall'accesso alle cure a quello alla cultura.

310666Avviato nel 2016, il progetto ha coinvolto fino a oggi sedici Beni della Fondazione, diffusi su tutto il territorio nazionale. L’idea alla base è semplice ma rivoluzionaria: ogni luogo culturale può essere fruibile da chiunque, se progettato con strumenti e percorsi adatti. Le guide in linguaggio semplificato, integrate da simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), mappe illustrative e fotografie, permettono alle persone con disabilità intellettive di familiarizzare con la storia e le caratteristiche dei luoghi. Questo approccio non solo riduce lo stress e le difficoltà cognitive, ma trasforma la visita in un’esperienza emozionante, capace di stimolare la curiosità, la scoperta e la partecipazione attiva di bambini, ragazzi e adulti.

Non si tratta di semplice adattamento, ma di una vera e propria cultura dell’inclusione, in cui i visitatori diventano protagonisti della propria esperienza. Dai Beni di Milano e Varese fino a quelli della Sicilia e della Sardegna, le esperienze di visita sono costruite per valorizzare le competenze di ciascuno, con la possibilità di partecipare da soli o in piccoli gruppi, con il supporto del personale formato o dei caregiver.

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L'indagine IQVIA: capire per intervenire

Per comprendere meglio le reali esigenze delle persone con disabilità intellettive e dei loro caregiver, tra marzo e aprile 2025 è stata condotta un'indagine da IQVIA, in collaborazione con L'abilità Onlus. Lo studio ha coinvolto circa 1.200 persone, tra popolazione generale, operatori e caregiver, unendo due modalità di ascolto: da un lato questionari compilati online, dall’altro incontri di gruppo che hanno permesso di raccogliere racconti, esperienze e difficoltà vissute nel quotidiano. L’obiettivo era chiarire come il patrimonio culturale italiano venga percepito e vissuto, quanto sia realmente accessibile e quali ostacoli continuino a rendere complessa la visita.

I dati raccolti hanno evidenziato un divario netto tra la percezione della popolazione generale e quella di chi si confronta ogni giorno con la disabilità intellettiva. Mentre per caregiver e operatori la fruizione culturale rappresenta un elemento essenziale del benessere (oltre il 70% la considera indispensabile per la crescita personale delle persone con disabilità), nella popolazione generale questa consapevolezza è molto più bassa: solo il 31% attribuisce alle attività culturali un ruolo centrale nella vita quotidiana.
Lo stesso scarto emerge quando si parla di difficoltà di accesso: appena il 23% del pubblico generico percepisce ostacoli nella visita a musei e luoghi d’arte, percentuale che sale al 71% tra i caregiver e addirittura al 74% tra gli operatori, che sperimentano ogni giorno barriere organizzative, materiali non adeguati e personale non preparato.

La ricerca ha inoltre portato alla luce un problema diffuso di scarsa conoscenza: il 54% degli intervistati non ha familiarità con il concetto di disabilità intellettiva e la metà non ha mai avuto contatti diretti con persone che ne sono interessate. Un dato che evidenzia quanto sia urgente investire in percorsi di sensibilizzazione, formazione e comunicazione accessibile, per trasformare musei e luoghi culturali in spazi realmente accoglienti, aperti e inclusivi per tutti.

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Esperienze di visita: ostacoli e opportunità

Le difficoltà che emergono quando una persona con disabilità intellettiva visita un museo o un luogo d’arte non sono astratte: sono esperienze vissute ogni giorno da caregiver e operatori. Molti raccontano di visite che, invece di trasformarsi in momenti di scoperta, diventano prove di resistenza. Ci si muove spesso in solitudine, senza strumenti pensati per facilitare la comprensione, senza spiegazioni accessibili, senza un supporto capace di guidare e rassicurare.

Questa mancanza di sostegni adeguati lascia traccia anche sul piano emotivo: il 32% dei caregiver e il 19% degli operatori riferiscono sensazioni negative legate alla visita, frutto di un senso di esclusione e dell’impressione di non essere accolti appieno. Non sorprende, quindi, che la frequenza delle uscite culturali sia molto bassa. Più della metà di chi assiste o lavora con persone con disabilità intellettive dichiara di partecipare raramente – o mai – a mostre e musei.

310673Le ragioni vanno oltre i fattori più comuni per il pubblico generale, come il costo del biglietto o la mancanza di tempo. Per caregiver e operatori l'ostacolo principale è la complessità dell'organizzazione: spazi poco preparati, materiali non pensati per chi ha bisogni comunicativi specifici, percorsi che non tengono conto dei diversi livelli cognitivi. Tutti elementi che trasformano una visita in un percorso ad ostacoli, ma che rappresentano al tempo stesso un’enorme opportunità di miglioramento.

Proprio per rispondere a queste difficoltà, il progetto "Museo per Tutti" ha messo in campo una serie di strumenti pensati appositamente per le persone con disabilità intellettive e per chi le accompagna. Le guide in linguaggio facilitato, ad esempio, offrono spiegazioni chiare, essenziali e visivamente intuitive, che aiutano a orientarsi tra opere e ambienti senza sentirsi sopraffatti. I percorsi dedicati ai piccoli gruppi favoriscono un ritmo di visita più disteso, permettono un rapporto più diretto con gli operatori e riducono situazioni potenzialmente stressanti.

Accanto a questi strumenti, sono state sviluppate anche attività interattive che invitano a toccare, osservare, sperimentare: modalità che stimolano la partecipazione attiva e rendono il museo uno spazio da vivere, non solo da attraversare. L’obiettivo è semplice e ambizioso allo stesso tempo: trasformare ogni visita in un’esperienza serena, appagante, priva di frustrazioni, in cui ciascuno possa sentirsi accolto e valorizzato nelle proprie capacità. Un modo concreto per restituire autonomia, fiducia e piacere nella scoperta del patrimonio culturale.

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Il contributo di Viatris: salute e cultura, un binomio possibile

Il sostegno di Viatris, arrivato al quarto anno consecutivo, rappresenta un elemento strategico per il progetto. L’azienda ha saputo ampliare il concetto di accesso, passando dalle cure mediche alla fruizione culturale, con l’idea che benessere e inclusione siano valori complementari. Come ha dichiarato Fabio Torriglia, Country Manager di Viatris Italia, «questa indagine conferma l’importanza dell’accesso alla cultura per tutti, senza alcuna distinzione: siamo felici di supportare Museo per tutti che si pone proprio questo obiettivo. In Viatris, l’accesso è fondamentale per la nostra mission di consentire alle persone nel mondo di vivere una vita più sana in ogni sua fase. Ma il nostro impegno per l’accesso va oltre: diamo il nostro contributo alla creazione di comunità sane e inclusive, dove tutti hanno accesso alle stesse opportunità».

Questo sostegno non si limita a un supporto economico, ma consente di sviluppare materiali innovativi, laboratori inclusivi e percorsi calibrati sui diversi linguaggi artistici, favorendo una cultura della partecipazione attiva e del diritto alla bellezza per tutti.

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Un patrimonio che cresce con la comunità

Oggi sedici Beni del FAI in tutta Italia ospitano percorsi inclusivi del progetto "Museo per Tutti" ed entro il 2026 il numero salirà a diciotto. Ogni sito è un laboratorio di sperimentazione per la fruizione culturale accessibile, dove bambini, ragazzi e adulti possono esplorare la storia, l’arte e la natura in sicurezza, accompagnati da guide esperte o visitando autonomamente grazie alle risorse fornite.

310672Questa progettualità si integra in un più ampio programma di accessibilità della Fondazione, che include percorsi tattili e multisensoriali per persone con disabilità visive, videoguide e narrazioni nella Lingua dei Segni Italiana (LIS) per visitatori sordi, supporti motori per chi ha ridotta mobilità. Un programma di formazione continua per il personale e la creazione di una rete di Referenti per l’Accessibilità garantiscono la qualità e l’efficacia degli interventi.

La visione del FAI va oltre l’abbattimento delle barriere fisiche: l’obiettivo è rendere ogni Bene un luogo accogliente, stimolante e inclusivo, dove la conoscenza del patrimonio diventa un diritto condiviso e un’esperienza di crescita collettiva. È un impegno quotidiano, che unisce sensibilità culturale, competenze professionali e attenzione alle esigenze delle persone, perché la bellezza e la storia possano davvero appartenere a tutti.


Nelle foto, dall'alto: Villa e Collezione Panza, Varese (Foto arenaimmagini.it/FAI); Villa Necchi Campiglio, Milano (Foto arenaimmagini.it/Fai); Abbazia di Santa Maria Cerrate, Lecce (Foto Filippo Poli/FAI); Saline Conti Vecchi, Assemini (Foto Andrea Mariniello/FAI); Palazzo Moroni, Bergamo (Foto Lorenzo Cicconi Massi/FAI); Bosco di San Francesco, Assisi (Foto Paolo Barcucci/FAI); Villa dei Vescovi, Torreglia (Foto Fabio Santagiuliana/FAI); Casa Noha, Matera (Foto arenaimmagini.it/FAI).

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