Ipotensione ortostatica

Sindrome clinica caratterizzata da senso di vertigine e annebbiamento della vista, seguiti talvolta da sincope e accompagnati da un brusco calo della pressione arteriosa, che scende sotto i 20 mmHg con il passaggio dalla posizione distesa a quella eretta. Il disturbo viene attribuito a un difetto di regolazione della pressione arteriosa, organico o funzionale. L’ipotensione […]



Sindrome clinica caratterizzata da senso di vertigine e annebbiamento della vista, seguiti talvolta da sincope e accompagnati da un brusco calo della pressione arteriosa, che scende sotto i 20 mmHg con il passaggio dalla posizione distesa a quella eretta.

Il disturbo viene attribuito a un difetto di regolazione della pressione arteriosa, organico o funzionale.

L’ipotensione ortostatica è spesso secondaria a un trattamento con antidepressivi o antipertensivi, ma si riscontra anche nei diabetici con lesioni del sistema nervoso autonomo tali da influire negativamente sui riflessi preposti al controllo della pressione sanguigna. Infine, può trattarsi di un’affezione autonoma di origine sconosciuta, la malattia di Shy-Drager, che di solito insorge dopo i 50 anni e colpisce più frequentemente gli uomini.

Se l’ipotensione è scatenata dall’assunzione di farmaci, spesso per correggerla è sufficiente modificare il loro dosaggio. Se invece la causa è una malattia, per esempio il diabete mellito, il trattamento dipenderà da quest’ultima. Nelle forme severe si può impiegare la midodrina, che tuttavia non è esente da effetti secondari (ipertensione). In caso di ipotensione ortostatica al risveglio, si consiglia di rimanere seduti per 5-10 secondi prima di alzarsi in piedi.