Vitamina E

Vitamina liposolubile indispensabile alla buona stabilizzazione delle membrane cellulari, al mantenimento dell’attività di alcuni enzimi, all’aggregazione piastrinica e alla protezione dei globuli rossi contro le sostanze ossidanti (per esempio i radicali liberi). Sembra inoltre che la vitamina E rallenti l’invecchiamento delle cellule; in base a numerosi e recenti studi si ritiene anche che svolga un […]



Vitamina liposolubile indispensabile alla buona stabilizzazione delle membrane cellulari, al mantenimento dell’attività di alcuni enzimi, all’aggregazione piastrinica e alla protezione dei globuli rossi contro le sostanze ossidanti (per esempio i radicali liberi). Sembra inoltre che la vitamina E rallenti l’invecchiamento delle cellule; in base a numerosi e recenti studi si ritiene anche che svolga un ruolo protettivo contro la malattia coronarica (proprietà antiossidante).L’espressione vitamina E (o tocoferolo)è usata per designare un gruppo di quattro sostanze dette tocoferoli: l’a-tocoferolo (il più attivo), il b-tocoferolo, il g-tocoferolo (la cui attività vitaminica è più ridotta), e il d-tocoferolo (praticamente inattivo).


Fabbisogno e fonti

L’apporto nutrizionale consigliato è di 6-12 mg per adolescenti e adulti.

Le fonti alimentari più importanti di vitamina E sono vegetali (oli e margarine vegetali ricche di acidi grassi polinsaturi, frutta secca oleosa come le arachidi, germe di cereali, verdure a foglia verde) e in secondo luogo animali (fegato, tuorlo d’uovo, burro). Questa vitamina è relativamente stabile al calore, alla luce e agli ambienti acidi, ma molto sensibile all’ossidazione e all’ambiente alcalino.


Carenza

Nei Paesi industrializzati, la carenza di vitamina E è rara e si riscontra in contesti particolari: bambini nati prematuri, soggetti che soffrono di malassorbimento digestivo cronico (malattia di Crohn, resezione dell’ileo, la terza parte dell’intestino tenue) o di una malattia genetica (abetalipoproteinemia, alterazione del metabolismo dei lipidi, fibrosi cistica).

Questa carenza causa alterazioni ematologiche (anemia), neurologiche (malattie del sistema nervoso centrale), neuromuscolari (miopatie) e oftalmiche (alterazioni della retina); il trattamento consiste nella somministrazione farmacologica di vitamina E. Il rischio di ipervitaminosi è molto scarso, poiché questa vitamina diventa tossica solo se assunta in dosi molto elevate (100 volte maggiori dell’apporto quotidiano raccomandato). È tuttavia sconsigliabile somministrarne forti dosi a soggetti in trattamento con anticoagulanti contenenti antivitamina K (rischio di sovradosaggio di questa sostanza).