Mangiare carne fa male?

Dopo che da più parti si sente dire che mangiare carne rossa fa male e addirittura dopo che l’Organizzazione mondiale della sanità l’ha classificata come “probabilmente cancerogena”, in Italia il consumo di carne è ai minimi storici. Secondo i dati di Coldiretti quasi una persona su dieci l’ha ormai eliminata del tutto dalla propria dieta. Eppure si è sempre sentito dire che noi italiani siamo grandi consumatori di carne rossa. È davvero così? Lo abbiamo chiesto al dottor Luca Avoledo, naturopata e nutrizionista. Anche per questo motivo l'ultimo Bloomberg Global Health Index, l’indice che analizza lo stato di salute di 163 paesi, ha rivelato come l’Italia sia quella con la miglior salute del pianeta, grazie soprattutto alla dieta e allo stile di vita. Stando così le cose, viene da pensare che davvero mangiare carne sia pericoloso, visto che noi, mangiandone poca, stiamo bene: abbiamo chiesto spiegazioni al dottor Luciano Oscar Atzori, biologo, esperto in Sicurezza degli Alimenti e Tutela della Salute dello studio ABR di Roma, che ci ha confermato che da questo punto di vista noi italiani non siamo a livelli di pericolo. Le cose cambiano nel caso in cui qualcuno eccedesse nel mangiare carne rossa:  secondo l’Organizzazione mondiale della sanità consumare 100 g al giorno di carni rosse aumenta del 17% la probabilità di incorrere in alcuni tipi di tumore e il rischio sale al 18% con 50 g di  carni conservate, come quella in scatola. Colpa, nel primo caso, dei molti grassi saturi e della concentrazione elevata di ferro e, nel secondo, dei conservanti e dei residui tossici che si sviluppano durante i processi di lavorazione. Insomma, la carne non è pericolosa in quanto tale, ma in particolari condizioni: infatti, fermo restando che, come per molti altri alimenti, un consumo smodato è senz'altro dannoso, il rischio è strettamente legato alla qualità del prodotto. In questo senso si è espressa anche l'Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, che ha espressamente spiegato che “nessuna patologia è causata soltanto dal consumo di carne e non vi è una relazione di causa-effetto diretta tra proteine animali e sviluppo di una data malattia”: i dati estrapolati dal contesto generano un allarme ingiustificato, anche per quanto riguarda l’aumento del colesterolo di cui spesso è accusata anche la carne. Diventa quindi importante sapere sempre da dove proviene la carne che mettiamo in tavola, come sono stati allevati e alimentati gli animali prima di essere macellati. Fra i sistemi di controllo attivati negli ultimi decenni nell'Unione europea, quelli legati alla tracciabilità delle carni sono fra i più efficaci: sull'etichetta finale del prodotto possiamo infatti verificare il paese di origine dell'animale, quello di allevamento e quello di macellazione. Le carni che arrivano dai paesi dell’Unione europea sono tutte di qualità ma, come ha dimostrato un'indagine di Coldiretti, se scegliamo esemplari nati o anche solo allevati in Italia ci assicuriamo un prodotto con un contenuto in grassi di gran lunga inferiore alla media dei Paesi europei, e supersicuro: merito della nostra filiera, una delle migliori al mondo per qualità, controlli e attenzione all'alimentazione degli animali. A questo punto qualcuno potrebbe pensare di eliminare il consumo di carne dalla nostra dieta per essere tranquilli, diventando vegetariani o vegani. Il dottor Avoledo ha scritto un libro in merito, che già nel titolo “No vegan” lascia intendere quanto non sia facile e neppure utile optare per un regime alimentare simile: a lui abbiamo chiesto se potremmo vivere senza mangiare carne e per quale ragione c’è chi sostiene che vegani e vegetariani hanno una salute migliore e vivono più a lungo di chi mangia carne. Concludendo: sì: consumare quantità eccessive di carne rossa ci mette a rischio e fa male all’ambiente. Ma consumarne il giusto, stando attenti soprattutto alla qualità di quello che mangiamo e a come lo cuciniamo, non solo non ci espone a rischi, ma ci fa anche bene per le proprietà importanti che la carne contiene e che nessun altro alimento può dare al nostro organismo.