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Speck Alto Adige IGP, bontà altoatesina in crescita

Nel 2022 ha registrato un aumento della produzione. Cresce soprattutto la quota IGP. All’estero è la Germania la principale acquirente, ma sale l’interesse negli Stati Uniti

Credit: IDM Alto Adige Stefano Cavada



Bontà tutta italiana, dal sapore intenso ma dolce, lo Speck Alto Adige IGP continua a crescere: nel 2022 ha registrato un lieve ma significativo aumento della produzione, soprattutto nel confronto con gli anni post pandemia. Aumenta, in particolare, la quota IGP, che ha registrato l’incremento più alto di sempre, di 3 punti percentuali.

«Il 2022 è stato un anno straordinario per lo Speck Alto Adige IGP. Non solo perché il consorzio che lo tutela ha festeggiato 30 anni, ma anche perché sono stati raggiunti, in termini di business e comunicazione, risultati davvero importanti, che ci permettono di pensare a un futuro ancora più roseo», il commento del presidente del Consorzio Tutela Speck Alto Adige Paul Recla, rappresentante di 28 produttori. «Naturalmente, al primo posto ci sono sempre qualità e rispetto per la tradizione, due aspetti che ci danno la certezza di offrire un prodotto buono e sano, oltre che unico nel suo genere». 

È l'Italia indiscutibilmente la prima consumatrice di speck, con un dato di vendita del 68,8% e una preponderanza in Alto Adige e nel Settentrione ma con aumenti costanti di domanda nelle regioni centrali e meridionali. Il simbolo altoatesino inizia però a farsi apprezzare anche Oltreoeano. Nel 31,2% di export, vince la Germania (24,7%), principale acquirente, e poi ecco Stati Uniti (2,7%), Francia (1,7%), Austria (0,6%), Svizzera (0,7%). Crescono le attività di export anche in mercati finora debolmente esplorati, come la Polonia, la Svezia e il Canada.

21 febbraio 2023

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