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Incidenti stradali: al via il pronto soccorso psicologico

Il servizio partirà in via sperimentale in quattro città italiane per offrire sostegno alle vittime e ai loro familiari. Ecco cosa prevede

credits: iStock



di Sabina Cuccaro


É appena nato un servizio, totalmente innovativo in Italia, dedicato alle vittime di incidenti stradali e ai loro familiari. Il progetto prevede, nella fase pilota di un anno, l’apertura di un Pronto soccorso psicologico a Firenze, Roma, Milano e Campobasso.

Attivarlo è semplice: chiamando il numero verde 800893510 – attivo 24 ore – la vittima (o i suoi parenti) ricevono l’assistenza gratuita di uno psicologo formato per affrontare il problema.

L’iniziativa è stata ideata e sostenuta da: Fondazione Ania (Ania è l’Associazione nazionale delle impreseassicurative), Facoltà di medicina e psicologia della Sapienza Università di Roma e Associazione Lorenzo Guarnieri.


LA DEPRESSIONE È IN AGGUATO


«Le conseguenze psicologiche di un incidente non si verificano solo nell’immediato », dice Anna Maria Giannini, responsabile e coordinatore scientifico del progetto, professore di psicologia giuridica e forense della Sapienza Università di Roma.

«Possono comparire a distanza di settimane, anche con episodi depressivi: la vittima può perdere interesse per le cose e, addirittura, abbandonare il lavoro. Come non è raro il manifestarsi di fobie legate all’incidente: non si vuole più salire su quella tipologia di auto, nemmeno se alla guida c’è un altro».

Ma anche i familiari risentono dello stress-post trauma: «Possono sviluppare un’ansia causata dal vedere l’angoscia del loro parente», prosegue l’esperta. «Spesso, compaiono i sensi di colpa: succede quando un ragazzo ha un incidente con il motorino comprato dagli stessi genitori. Oppure, se il familiare era presente nel veicolo incidentato, si può cominciare a pensare “perché non è accaduto a me?». 


IL FORTE BISOGNO DI ESSERE ASCOLTATI


Perciò, ben venga l’aiuto di uno psicologo capace di accogliere i tormenti e gli incubi di chi ha rischiato la vita. «Se capita, la prima cosa da fare è non tenerseli dentro ma parlarne con le persone dalle quali ci si sente più compresi», consiglia l’esperta.

«Può essere utile anche confrontarsi con altre vittime di incidenti e leggere qualcosa sul tema per non sentirsi “diversi”. Infine, sarebbe opportuno tornare subito a guidare, più tempo passa, più è difficile riprendere confidenza col veicolo. Ma non bisogna mai forzarsi, meglio rispettare i propri tempi».


IL FUTURO DEL PROGETTO 


«Ci occupiamo di sicurezza stradale dal 2004 e il contatto con le vittime (e i loro congiunti) ci ha portato a credere che le compagnie assicurative possano fare di più del risarcire il danno economico», spiega Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania.

«Il nostro obiettivo è di estendere il progetto a livello nazionale. Se il servizio si dimostrerà efficace, utilizzato ed economicamente sostenibile per le assicurazioni, l’idea è di includerlo nella copertura delle Rca auto». 


I NUMERI DEGLI SCONTRI IN STRADA


Secondo i dati più recenti, in Italia ogni giorno si verificano 478 incidenti, con 9 morti e 676 feriti. A differenza di quello che si possa pensare sono le strade urbane le più pericolose: il 75% degli sinistri avviene all’interno delle città.

Il picco massimo degli incidenti si registra tra le 18.00 e le 19.00, quando c’è un aumento del traffico, ma è la domenica il giorno con maggior numero di decessi, in particolare nelle ore notturne.

La fascia di età più colpita è quella compresa tra 21 e 30 anni. Negli ultimi periodi, si registra un aumento esponenziale degli incidenti di motocicli (+9,8%). (Fonte: Fondazione Ania, anno 2015)


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Articolo pubblicato sul n.13 di Starbene in edicola dal 14/03/2017

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