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Radioterapia interna

Metodo terapeutico consistente nel somministrare un farmaco contenente un elemento radioattivo, che andrà a fissarsi su un tessuto o in un organo per irradiarlo selettivamente.


IndicazioniTrattamento con iodio 131 Lo iodio radioattivo (iodio 131) viene utilizzato dalla metà del secolo scorso nel trattamento delle malattie della tiroide.

Morbo di Basedow Si tratta di un gozzo diffuso, con aumento della secrezione di ormoni tiroidei, associato a esoftalmo di grado variabile. Talvolta esige un trattamento radicale. Anziché procedere all’ablazione chirurgica di una parte della tiroide, si può far ricorso alla somministrazione, orale o endovenosa, di una dose di iodio radioattivo; la quantità dipende dalla grandezza della tiroide e dalla sua capacità di fissare lo iodio. Questo trattamento, molto semplice ed efficace, in genere non richiede il ricovero in ospedale ed è applicabile a soggetti di tutte le età, escluse le donne in gravidanza (controindicazione assoluta). Tuttavia, può determinare in tempi rapidi l’insorgenza di un ipotiroidismo, che impone l’assunzione di ormoni tiroidei sotto controllo medico.

Noduli tiroidei Gli adenomi tossici e il gozzo eteronodulare hanno la proprietà di fissare lo iodio radioattivo più del resto della tiroide e quindi possono essere trattati con questa sostanza. I rischi di ipotiroidismo sono remoti.

Neoplasie differenziate della tiroide


Possono trarre beneficio dal trattamento con una forte dose di iodio 131 complementare all’intervento chirurgico, anche in caso di metastasi polmonari oppure ossee. È necessario qualche giorno di ricovero in una camera singola schermata, per evitare

Altri trattamenti Utilizzano diversi isotopi radioattivi. Oltre un determinato livello di radioattività è necessario il ricovero in ospedale, per motivi di radioprotezione.

Il fosforo 32 trova impiego nelle sindromi mieloproliferative (produzione eccessiva di cellule ematiche da parte del midollo osseo), essenzialmente nella poliglobulia primitiva (malattia di Vaquez). Lo stronzio 89 e i fosfonati marcati con renio 186 o samario 153 sono utilizzati per attenuare il dolore delle metastasi ossee in caso di cancro della prostata, quando l’ormonoterapia non è più efficace. L’ittrio 90, il renio 186 o l’erbio 169 vengono iniettati, sotto forma di colloidi, nelle articolazioni, per evitarne la distruzione da parte di processi infiammatori severi. La metaiodobenzilguanidina marcata con iodio 131 trova impiego nel trattamento palliativo di alcune forme di feocromocitoma (tumore della ghiandola surrenale) maligno, con metastasi viscerali od ossee, oltre che dei neuroblastomi inoperabili o resistenti alla chemioterapia. Infine, le metastasi di certi tumori endocrini multipli si prestano al trattamento con pentetreotide marcata con indio 111.


Prospettive

La radioterapia interna con anticorpi monoclonali marcati è stata oggetto di studi clinici nel trattamento del cancro dell’ovaio e dell’apparato digerente. Tuttavia, il suo utilizzo resta assai limitato. In compenso, il risultato del trattamento dei linfomi con anticorpi marcati, diretti contro i CD20 (proteine di membrana di alcuni linfociti), è incoraggiante. Altre vie di somministrazione e altri radioelementi sono in fase di studio.

Radioterapia dell’intero corpo Trattamento con raggi o altre radiazioni ionizzanti la cui sorgente è posizionata a una distanza abbastanza grande dal corpo, in modo da irradiare la totalità della sua superficie.

Radioterapia di contatto Radioterapia con raggi X a basso voltaggio e brevi distanze sorgente-cute, cosicché il tubo a raggi X risulta in contatto con la pelle del paziente. Questa tecnica viene particolarmente impiegata in dermatologia e nel trattamento di piccoli tumori che non sono molto spessi e che sono facilmente accessibili, come quelli di cute, bocca, retto o vagina; viene detto anche terapia di contatto e terapia con radiazioni a contatto.

Radioterapia intracavitaria Terapia radiante con l’introduzione di una sostanza o sorgente radioattiva in una cavità naturale del corpo; detta anche irradiazione intracavitaria e applicazione di brachiterapia intracavitaria.

Radioterapia schermata Somministrazione terapeutica di raggi X in cui l’area del trattamento viene coperta da uno schermo radioassorbente con dei pori di grandezza uniforme.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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