Shopping: 6 regole per evitare le spese inutili

Esci a fare shopping per comprare una borsa e, invece, torni a casa con un maglione che non ti serve. Ti succede? La psicologa spiega cosa si nasconde dietro a tante spese inutili



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La voglia di nuovo, una festa, il cambio di casa, il black friday... c’è sempre una buona ragione per fare shopping, che siano abiti, scarpe, make up, arredamento, attrezzi per lo sport, gadget elettronici o cibo e bevande. «Comprare, si sa, va oltre la necessità materiale: è un piacere che comincia quando ancora stiamo solo immaginando di fare nostra la meravigliosa pochette intravista in una vetrina...», dice Tiziana Gazzotti, psicologa clinica: «Fare shopping è bello, perché è un premio che ci diamo, un modo facile per pensare a noi e volerci bene, e questo è positivo. Dopo una giornata di lavoro, entrare in una profumeria e comprare il fondotinta che cancella il grigiore dell’ufficio è un “tiramisù” e una rivalsa contro il capo che ci ha stressato».

Fin qui, siamo in un campo conosciuto, quello dell’acquisto inutile dal punto di vista funzionale ma indispensabile per il nostro benessere psichico. La domanda da girare agli esperti è un’altra: perché, usciamo per comprare l’agognata pochette e, invece, torniamo a casa con una camicia? E che dire di quando il portafoglio si svuota per un servizio da fonduta che resterà per sempre nella scatola perché poi, con gli amici, è più pratico ordinare le pizze?


Cerchi una gratificazione

«Comportamenti che sono conseguenza e anche causa delle spese inutili», riprende l’esperta. «Una volta in giro nei negozi, è facilissimo perdere di vista il nostro oggetto del desiderio perché di fatto non vogliamo niente di preciso. Gli armadi sono così pieni di auto-premi che non sappiamo neanche cosa contengono. L’importante è soddisfare, attraverso l’acquisto, il bisogno di tollerare un’emozione negativa o un senso di vuoto dentro di sé. Infatti il desiderio di comprare aumenta dopo un periodo, un evento frustrante o ansiogeno. Uno stato di malessere che porta a difendersi dall’angoscia con la ricerca di una gratificazione “fast”». non hai tempo per riflettere

Ognuno ha le proprie ragioni per consumare senza freni: scarsa autostima, morale basso, una lite col partner o i figli, il capo, la pioggia. Il modo più easy per non ascoltare il nostro disagio è entrare in un negozio e gratificarci, almeno per qualche ora, con la sensazione di possedere qualcosa di nuovo che ci piace.

Diciamo anche che spendere di impulso è diventato facile: quando le carte di credito non esistevano, se vedevamo in una vetrina una bella gonna ma non avevamo con noi abbastanza contante, dovevamo rimandare l’acquisto. E, magari, nel frattempo potevamo chiederci se davvero ci servisse. Oggi, tra promesse di grandi offerte, pagamenti dilazionati, shopping online non c’è spazio per la riflessione: figuriamoci su Internet, dove si può spendere compulsivamente senza nemmeno alzarsi dalla sedia... La spinta a comprare in modo irrazionale, poi, viene spesso dall’esterno: pubblicità dove tutti sono belli e contenti, ma anche amici e parenti che ci parlano dei loro viaggi esotici, colleghi che sfoggiano abiti e scarpe alla moda...


Sei “vittima” delle offerte

Succede a tutti di fare acquisti dissennati. Siamo vittime del neuromarketing: secondo gli specialisti, il 75% degli acquisti è emotivo. Il neuromarketing studia come “bypassare” la corteccia neuronale del cervello che ci fa riflettere prima di reagire, attivando invece il cervello rettiliano, la parte istintiva, e il cervello limbico, quella emotiva. Con ogni mezzo: offerte allettanti, luci, profumi e musica. «Per esempio, nei grandi centri commerciale i brand low-cost spesso sono tutti vicini, e l’andirivieni tra centinaia di capi cheap rende difficile resistere alla tentazione dell’affarone, impedendoci di uscire senza acquisiti», chiarisce la dottoressa Gazzotti.

Ecco, allora, le cifre degli sprechi: in media il 30% degli abiti che compriamo non verrà mai indossato: significa sperperare circa 150 mila euro nell’arco della vita. Lo stesso vale per il cibo: ogni famiglia arriva a buttare ogni anno 1.500 euro di alimenti nella spazzatura.


Impara a riconoscere i tuoi veri desideri

La soluzione nella frenesia del momento sta nell’imparare a riflettere prima di comprare, ponendosi le domande giuste sulle aspirazioni più profonde, sui desideri veri. Può aiutare compilare una tabella delle entrate e uscite: uno strumento di conoscenza personale. Analizzarla in modo attento rivela che spesso allochiamo male il nostro budget: troppo su settori secondari, poco su quelli che potrebbero dare una svolta alla nostra vita.

Torniamo all’esempio del servizio da fonduta che non useremo mai: «Spesso ciò che desideriamo non è tanto una cucina accessoriata, quanto preparare un buon pasto e condividerlo. Ciò a cui aspiriamo non è un’automobile nuova, quanto la voglia di evadere, che può essere soddisfatta con una passeggiata. Ciò che sentiamo non è sempre il bisogno di un vestito alla moda, quanto la voglia di un cambiamento che possiamo soddisfare con un corso di teatro». Invece di darci allo shopping, riconnettiamoci con noi stessi. Necessario per avere un bilancio tarato sulle nostre reali esigenze.


Le 6 regole per evitare le spese inutili

Come correre ai ripari prima che lo shopping si trasformi in un problema? Ecco i suggerimenti della psicologa e psicoterapeuta Tiziana Gazzotti

  • Se hai programmato un pomeriggio di shopping, cerca di andarci con una amica: la compagnia di un’altra persona può alleviare tensioni e malumori ed evitare spese non necessarie.
  • Esci con pochi contanti e, almeno per un po’, lascia a casa la carta di credito che invece facilita l’acquisto
  • Datti un limite di budget a mente lucida (per esempio, all’inizio del mese)
  • Distraiti: coltiva le relazioni sociali, leggi, fai sport e stai all’aria aperta.
  • Attenzione a Internet: se la situazione sfugge di mano, cancella app o link di siti “pericolosi”.
  • Se pensi solo a fare shopping, parla con uno specialista: raccontare a un esperto cosa ti succede ti aiuta a mettere in luce un’eventuale sofferenza, a elaborarla e a non farla più uscire allo scoperto attraverso l’immediatezza di acquisti frenetici.


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