ATC: J01DD52 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: H | Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUS POLV CONC |
Presenza Lattosio:
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Zavicefta è indicato per il trattamento delle seguenti infezioni negli adulti (vedere paragrafi 4.4 e 5.1): • infezione intra-addominale complicata (cIAI) • infezione complicata del tratto urinario (cUTI), inclusa pielonefrite • polmonite acquisita in ospedale (HAP), inclusa polmonite associata a ventilazione meccanica (VAP) Zavicefta è inoltre indicato per il trattamento di infezioni causate da microrganismi Gram-negativi aerobi in pazienti adulti nei quali vi siano opzioni terapeutiche limitate (vedere paragrafi 4.2, 4.4 e 5.1). Si devono considerare le linee-guida ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
In vitro, avibactam è un substrato dei trasportatori OAT1 e OAT3 che potrebbero contribuire all’assorbimento attivo di avibactam dal compartimento ematico e, pertanto, influenzare la sua escrezione. Probenecid (un potente inibitore di OAT) inibisce questo assorbimento del 56-70% in vitro e, pertanto, ha il potenziale di alterare l’eliminazione di avibactam. Poiché non è stato condotto uno studio di interazione clinica su avibactam e probenecid, la co-somministrazione di avibactam e probenecid non è raccomandata. Avibactam non ha evidenziato un’inibizione significativa degli enzimi del citocromo P450 in vitro. Avibactam e ceftazidima non hanno mostrato alcuna induzione del citocromo P450 in vitro a concentrazioni clinicamente rilevanti. Avibactam e ceftazidima non inibiscono i principali trasportatori renali o epatici nel range di esposizione clinicamente rilevante, pertanto il potenziale di interazione attraverso questi meccanismi è considerato essere basso. Dati clinici hanno dimostrato l’assenza di interazione tra ceftazidima e avibactam, nonché tra ceftazidima/avibactame metronidazolo. Altri tipi di interazione Il trattamento concomitante con alte dosi di cefalosporine e medicinali nefrotossici, come aminoglicosidi o potenti diuretici (ad es. furosemide) può avere un effetto negativo sulla funzionalità renale (vedere paragrafo 4.4). Cloramfenicoloè un antagonista in vitro di ceftazidima e di altre cefalosporine. La rilevanza clinica di questa scoperta non è nota, ma a causa della possibilità di antagonismo in vivo si deve evitare questa combinazione di medicinali.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Ogni flaconcino contiene ceftazidima pentaidrato equivalente a 2 g di ceftazidima e avibactam sodico equivalente a 0,5 g di avibactam. Dopo la ricostituzione, 1 mL di soluzione contiene 167,3 mg di ceftazidima e 41,8 mg di avibactam (vedere paragrafo 6.6). Eccipiente con effetti noti: ogni flaconcino contiene 6,44 mmol di sodio approssimativamente 148 mg). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Ipersensibilità a qualsiasi agente antibatterico cefalosporinico. Ipersensibilità severa (ad es. reazione anafilattica, reazione cutanea severa) a qualsiasi altro tipo di agente antibatterico β-lattamico (ad es. penicilline, monobattami o carbapenemi).
Posologia
Zavicefta deve essere usato per il trattamento delle infezioni causate da microrganismi Gram-negativi aerobi nei pazienti adulti con limitate opzioni terapeutiche solo dopo aver consultato un medico con un’adeguata esperienza nel trattamento delle malattie infettive (vedere paragrafo 4.4). Posologia La Tabella 1 indica la dose raccomandata per via endovenosa per i pazienti con stima della clearance della creatinina (CrCl) ≥ 51 mL/min (vedere paragrafi 4.4 e 5.1). Tabella 1 - Dose per via endovenosa raccomandata per i pazienti con stima della CrCL ≥ 51 mL/min1
Tipo di infezione | Dose di ceftazidima/avibactam | Frequenza | Tempo di infusione | Durata del trattamento |
IAI complicata 2, 3 | 2 g/0,5 g | Ogni 8 ore | 2 ore | 5-14 giorni |
UTI complicata, inclusa pielonefrite ³ | 2 g/0,5 g | Ogni 8 ore | 2 ore | 5-10 giorni4 |
Polmonite acquisita in ospedale, inclusa VAP³ | 2 g/0,5 g | Ogni 8 ore | 2 ore | 7-14 giorni |
Infezioni causate da microrganismi Gram-negativi aerobi in pazienti con opzioni terapeutiche limitate2, 3 | 2 g/0,5 g | Ogni 8 ore | 2 ore | Stabilita in base alla gravità dell’infezione, al(agli) agente(i) patogeno(i) e al miglioramento delle condizioni del paziente accertato tramite esami clinici e batteriologici5 |
1 La CrCL è stata stimata utilizzando la formula di Cockcroft-Gault. | ||||
² Da usare in associazione con metronidazolo quando è nota o sospetta la presenza di microrganismi patogeni anaerobi che stiano contribuendo al processo infettivo. | ||||
³ Da usare in combinazione con un agente antibatterico attivo contro i patogeni Gram-positivi quando è noto o si sospetta che questi stiano contribuendo al processo infettivo. | ||||
4 La durata totale riportata può includere la somministrazione di Zavicefta per via endovenosa seguita da un’adeguata terapia orale. | ||||
5 Vi è un’esperienza molto limitata dell’uso di Zavicefta per più di 14 giorni. |
Stima della CrCL (mL/min)² | Regime posologico² | Frequenza | Tempo di infusione |
31-50 | 1 g/0,25 g | Ogni 8 ore | 2 ore |
16-30 | 0,75 g/0,1875 g | Ogni 12 ore | 2 ore |
6-15 | 0,75 g/0,1875 g | Ogni 24 ore | 2 ore |
ESRD compresi pazienti in emodialisi³ | 0,75 g/0,1875 g | Ogni 48 ore | 2 ore |
1 La CrCL è stata stimata calcolata la formula di Cockcroft-Gault. | |||
² Le raccomandazioni sulla dose sono basate su modelli farmacocinetici. | |||
³ Ceftazidima e avibactam vengono rimossi con l’emodialisi (vedere paragrafi 4.9 e 5.2). La somministrazione di Zavicefta nei giorni di emodialisi deve avvenire dopo il completamento dell’emodialisi. |
Avvertenze e precauzioni
Reazioni di ipersensibilità Possono insorgere reazioni di ipersensibilità gravi e occasionalmente fatali (vedere paragrafi 4.3 e 4.8). In caso di comparsa di reazioni di ipersensibilità, il trattamento con Zavicefta deve essere interrotto immediatamente e si devono attuare misure adeguate di emergenza. Prima di iniziare il trattamento, si deve appurare se il paziente ha anamnesi positiva per reazioni di ipersensibilità a ceftazidima, ad altre cefalosporine o a qualsiasi altro tipo di agente antibatterico β-lattamico. Si deve prestare attenzione se la combinazione ceftazidima/avibactam è somministrata a pazienti con anamnesi positiva per ipersensibilità non severa a penicilline, monobattami o carbapenemi. Diarrea associata a Clostridium difficile Sono stati riportati casi di severità da lieve a pericolosa per la vita di diarrea associata a Clostridium difficile durante il trattamento con ceftazidima/avibactam. Questa diagnosi deve essere considerata nei pazienti che manifestano la comparsa di diarrea durante o dopo la somministrazione di Zavicefta (vedere paragrafo 4.8). Deve essere considerata l’interruzione della terapia con Zavicefta e la somministrazione di un trattamento specifico per Clostridium difficile. Non si devono somministrare medicinali che inibiscono la peristalsi. Compromissione renale Ceftazidima e avibactam vengono eliminati attraverso i reni, pertanto, la dose deve essere ridotta in base all’entità della compromissione renale (vedere paragrafo 4.2). Sono state riportate occasionalmente complicanze neurologiche, inclusi tremore, mioclono, stato epilettico non convulsivo, convulsioni, encefalopatia e coma, in associazione all’impiego di ceftazidima quando la dose non è stata ridotta nei pazienti con compromissione renale. Nei pazienti con compromissione renale, si consiglia di monitorare attentamente la stima della clearance della creatinina. In alcuni pazienti, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento dell’infezione, la clearance della creatinina stimata in base al livello di creatinina sierica può cambiareapidamente. Nefrotossicità Il trattamento concomitante con alte dosi di cefalosporine e medicinali nefrotossici, come aminoglicosidi o potenti diuretici (ad es. furosemide) può avere un effetto negativo sulla funzionalità renale. Sieroconversione al test diretto dell’antiglobulina (DAGT o test di Coombs) e potenziale rischio di anemia emolitica L’uso di ceftazidima/avibactam può causare la positività al test diretto dell’antiglobulina (DAGT o test di Coombs), che può interferire con i test di compatibilità del sangue e/o può provocare l’insorgenza di anemia emolitica immunitaria indotta da farmaci (vedere paragrafo 4.8). Benché la sieroconversione al DAGT in pazienti trattati con Zavicefta fosse frequente negli studi clinici (l’intervallo stimato di sieroconversione attraverso gli studi di Fase 3 è stato tra il 3,2% e il 20,8% nei pazienti con un test di Coombs negativo al basale e almeno un test di follow-up), non sono emerse evidenze di emolisi nei soggetti che hanno sviluppato un DAGT positivo durante il trattamento. Tuttavia, non si può escludere la possibilità di insorgenza di un’anemia emolitica durante il trattamento con Zavicefta. I pazienti che manifestano anemia durante o dopo il trattamento con Zavicefta devono essere sottoposti a indagini per valutare questa possibilità. Limitazioni dei dati clinici Studi clinici di efficacia e sicurezza di Zavicefta sono stati condotti soltanto in cIAI, cUTI e HAP (inclusa VAP). Infezioni intra-addominali complicate In due studi in pazienti con cIAI, la diagnosi più comune (circa il 42%) era la perforazione appendicolare o ascesso peri-appendicolare. Circa l’87% dei pazienti aveva un punteggio APACHE II ≤ 10 e il 4,0% presentava batteriemia al basale. La morte è avvenuta nel 2,1% (18/857) dei pazienti che hanno ricevuto Zavicefta e metronidazolo e nell’1,4% (12/863) dei pazienti che hanno ricevuto meropenem. In un sottogruppo con CrCL al basale tra 30 e 50 mL/min la morte si è verificata nel 16,7% (9/54) dei pazienti che hanno ricevuto Zavicefta e metronidazolo e nel 6,8% (4/59) dei pazienti che hanno ricevuto meropenem. I pazienti con CrCL tra 30 e 50 mL/min hanno ricevuto una dose più bassa di Zavicefta rispetto a quella attualmente raccomandata per i pazienti in questo sottogruppo. Infezioni del tratto urinario complicate In due studi in pazienti con cUTI, 381/1091 (34,9%) dei pazienti arruolati presentavano una diagnosi di cUTI senza pielonefrite, mentre 710 (65,1%) dei pazienti arruolati presentavano pielonefrite acuta (popolazione mMITT). Un totale di 81 pazienti con cUTI (7,4%) avevano batteriemia al basale. Polmonite acquisita in ospedale, inclusa polmonite associata a ventilazione meccanica In un singolo studio in pazienti affetti da polmonite nosocomiale 280/808 (34,7%) avevano la VAP e 40/808 (5,0%) presentavano batteriemia al basale. Pazienti con limitate opzioni di trattamento L’uso di ceftazidima/avibactam per il trattamento dei pazienti con infezioni causate da microrganismi Gram-negativi aerobi, che hanno limitate opzioni terapeutiche, è basato sull’esperienza acquisita con la sola ceftazidima e sulle analisi del rapporto farmacocinetica-farmacodinamica per ceftazidima/avibactam (vedere paragrafo 5.1). Spettro di attività di ceftazidima/avibactam Ceftazidima ha poca o nessuna attività contro la maggior parte dei microrganismi Gram-positivi e anaerobi (vedere paragrafi 4.2 e 5.1). Agenti antibatterici supplementari devono essere utilizzatiquando è noto o si sospetta che questi possano contribuire al processo infettivo. Lo spettro di inibizione di avibactam include molti enzimi che inattivano la ceftazidima, fra cui β-lattamasi di classe A e β-lattamasi di classe C secondo il sistema di classificazione di Ambler. Avibactam non inibisce gli enzimi di classe B (metallo-β-lattamasi) e non è in grado di inibire molti enzimi di classe D (vedere paragrafo 5.1). Microrganismi non sensibili L’uso prolungato può comportare una eccessiva crescita di microrganismi non sensibili (ad es. enterococchi, funghi), che può richiedere l’interruzione del trattamento o altre misure appropriate. Interferenza con i test di laboratorio Ceftazidima può interferire con i metodi basati sulla riduzione del rame (Benedict, Fehling, Clinitest) per il rilevamento della glicosuria portando a risultati falsi positivi. La ceftazidima non interferisce con i test a base di enzimi per la glicosuria. Regime dietetico a contenuto controllato di sodio Ogni flaconcino contiene, in totale, 6,44 mmol di sodio (approssimativamente 148 mg). Questo deve essere tenuto in considerazione quando si somministra Zavicefta a pazienti che seguono un regime dietetico a contenuto controllato di sodio.
Interazioni
In vitro, avibactam è un substrato dei trasportatori OAT1 e OAT3 che potrebbero contribuire all’assorbimento attivo di avibactam dal compartimento ematico e, pertanto, influenzare la sua escrezione. Probenecid (un potente inibitore di OAT) inibisce questo assorbimento del 56-70% in vitro e, pertanto, ha il potenziale di alterare l’eliminazione di avibactam. Poiché non è stato condotto uno studio di interazione clinica su avibactam e probenecid, la co-somministrazione di avibactam e probenecid non è raccomandata. Avibactam non ha evidenziato un’inibizione significativa degli enzimi del citocromo P450 in vitro. Avibactam e ceftazidima non hanno mostrato alcuna induzione del citocromo P450 in vitro a concentrazioni clinicamente rilevanti. Avibactam e ceftazidima non inibiscono i principali trasportatori renali o epatici nel range di esposizione clinicamente rilevante, pertanto il potenziale di interazione attraverso questi meccanismi è considerato essere basso. Dati clinici hanno dimostrato l’assenza di interazione tra ceftazidima e avibactam, nonché tra ceftazidima/avibactame metronidazolo. Altri tipi di interazione Il trattamento concomitante con alte dosi di cefalosporine e medicinali nefrotossici, come aminoglicosidi o potenti diuretici (ad es. furosemide) può avere un effetto negativo sulla funzionalità renale (vedere paragrafo 4.4). Cloramfenicoloè un antagonista in vitro di ceftazidima e di altre cefalosporine. La rilevanza clinica di questa scoperta non è nota, ma a causa della possibilità di antagonismo in vivo si deve evitare questa combinazione di medicinali.
Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza In sette studi clinici di Fase 2 e Fase 3, 2024 pazienti adulti sono stati trattati con Zavicefta. Le reazioni avverse più comuni verificatesi nel ≥5% dei soggetti trattati con Zavicefta sono state positività al test diretto di Coombs, nausea e diarrea. Nausea e diarrea erano solitamente di entità lieve o moderata. Tabella delle reazioni avverse Le seguenti reazioni avverse sono state riportate con ceftazidima in monoterapia e/o osservate durante la Fase 2 e la Fase 3 sull’impiego di Zavicefta. Le reazioni avverse sono classificate in base alla frequenza e alla classe per sistemi e organi. Le categorie relative alla frequenza sono ricavate da reazioni avverse e/o anomalie di laboratorio potenzialmente significative dal punto di vista clinico, e sono definite secondo le seguenti convenzioni: Molto comune (≥1/10) Comune (≥1/100, <1/10) Non comune (≥1/1.000, <1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1000) Molto raro (<1/10.000) Non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Tabella 3- Frequenza delle reazioni avverse in base alla classificazione per sistemi e organi. Tabella 3- Frequenza delle reazioni avverse in base alla classificazione per sistemi e organi.
Classificazione per sistemi e organi | Molto comune | Comune | Non comune | Molto raro | Non nota |
Infezioni e infestazioni | Candidosi (fra cui candidosi vulvovaginale e candidosi del cavo orale) | Colite da Clostridium difficile, colite pseudomembranosa | |||
Patologie del sistema emolinfopoietico | Positività al test diretto di Coombs | Eosinofilia, trombocitosi, trombocitopenia | Neutropenia, leucopenia, linfocitosi | Agranulocitosi, anemia emolitica | |
Disturbi del sistema immunitario | Reazione anafilattica | ||||
Patologie del sistema nervoso | Cefalea, capogiro | Parestesia | |||
Patologie gastrointestinali | Diarrea, dolore addominale, nausea, vomito | Disgeusia | |||
Patologie epatobiliari | Aumento dei livelli di alanina aminotransferasi, aumento dei livelli di aspartato aminotransferasi, aumento dei livelli ematici di fosfatasi alcalina, aumento dei livelli di gamma-glutamiltransferasi, aumento dei livelli ematici di lattato deidrogenasi | Ittero | |||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Rash maculo-papulare, orticaria, prurito | Necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, angioedema, reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) | |||
Patologie renali e urinarie | Aumento dei livelli ematici di creatinina, aumento dei livelli ematici di urea, lesione renale acuta | Nefrite tubulo-interstiziale | |||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Trombosi nella sede di infusione, flebite nella sede di infusione, piressia |
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Gli studi sugli animali con ceftazidima non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sulla gravidanza, sullo sviluppo embrionale/fetale, sul parto o sullo sviluppo post-natale. Gli studi sugli animali conavibactam hanno mostrato una tossicità riproduttiva, senza evidenze di effetti teratogeni (vedere paragrafo 5.3). La combinazione ceftazidima/avibactam deve essere usata durante la gravidanza soltanto se il potenziale beneficio è superiore al possibile rischio. Allattamento Ceftazidimaè escreta nel latte materno in piccole quantità. Non è noto se avibactam sia escreto nel latte materno. Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso. Deve essere presa la decisione se interrompere l’allattamento con latte materno o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con ceftazidima/avibactam, tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Fertilità Gli effetti di ceftazidima/avibactam sulla fertilità negli essere umani non sono stati studiati. Non sono disponibili dati provenienti da studi condotti su animali con ceftazidima. Studi condotti su animali con avibactam non indicano effetti dannosi sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3).
Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce. Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione e diluizione, vedere paragrafo 6.3.