ATC: N05CD08 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: C | Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE |
Presenza Lattosio:
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Talentum è un farmaco ipno–inducente a breve durata d’azione indicato in: Adulti • SEDAZIONE CONSCIA prima e durante procedure diagnostiche o terapeutiche con o senza anestesia locale; • ANESTESIA • Premedicazione prima dell’induzione dell’anestesia • Induzione dell’anestesia • Come componente sedativo nell’anestesia combinata. • SEDAZIONE IN TERAPIA INTENSIVA Bambini • Sedazione conscia prima e durante procedure diagnostiche o terapeutiche con o senza anestesia locale; • Anestesia – Premedicazione prima dell’induzione dell’anestesia • Sedazione in terapia intensiva
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Farmacocinetica Il midazolam è metabolizzato dal CYP3A4. Gli inibitori e gli induttori del CYP3A possono rispettivamente aumentare e ridurre le concentrazioni plasmatiche e, di conseguenza, gli effetti del midazolam, rendendo quindi necessari opportuni aggiustamenti posologici. Le interazioni farmacocinetiche con gli inibitori o gli induttori del CYP3A4 sono più pronunciate per la somministrazione orale del midazolam rispetto a quella e.v., in particolare perché il CYP3A4 è presente anche nel tratto gastrointestinale superiore. Ciò accade perché nella somministrazione orale si modificano sia la clearance sistemica che la disponibilità, mentre nella somministrazione parenterale è effettivamente alterata solo la clearance sistemica. In seguito all’inibizione del CYP3A4, il risultato sull’effetto clinico massimo dopo una singola dose di midazolam e.v. sarà minore, ma può prolungarsi la durata dell’effetto. Tuttavia, dopo somministrazione prolungata di midazolam in condizioni di inibizione del CYP3A4, risulteranno maggiori sia l’entità che la durata dell’effetto. Non sono disponibili studi sulla modulazione della farmacocinetica del midazolam da parte del CYP3A4 dopo somministrazione per via rettale e intramuscolare. Si suppone che tali interazioni siano meno pronunciate per la via rettale rispetto a quella orale, dal momento che si evita il tratto gastrointestinale, mentre, dopo la somministrazione intramuscolare, gli effetti della modulazione del CYP3A4 non dovrebbero essere sostanzialmente diversi da quelli osservati con il midazolam per via e.v. Durante l’uso del midazolam si consiglia quindi un attento monitoraggio degli effetti clinici e dei segni vitali, tenendo conto del fatto che questi potrebbero essere più accentuati e durare più a lungo dopo somministrazione concomitante di un inibitore del CYP3A4, anche se assunto una sola volta. Va sottolineato come la somministrazione di alte dosi o infusioni a lungo termine di midazolam a pazienti riceventi forti inibitori del CYP3A4, ad esempio in terapia intensiva, possa provocare effetti ipnotici di lunga durata, ritardato risveglio e depressione respiratoria, ciò richiede aggiustamenti della dose. Per quanto riguarda l’induzione, bisogna considerare che il processo induttivo richiede diversi giorni per raggiungere l’effetto massimo e altrettanti per svanire. All’opposto di quanto avviene in un trattamento di diversi giorni con un induttore, si presuppone che un trattamento a breve termine determini un’interazione con il midazolam meno apparente. Tuttavia per gli induttori forti non si può escludere un’induzione rilevante anche dopo un trattamento a breve termine. Non risulta che il midazolam modifichi la farmacocinetica di altri farmaci. Farmaci che inibiscono il CYP3A4 Antifungini azolici • Il ketoconazolo ha aumentato di 5 volte le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa, con un allungamento dell’emivita terminale pari a circa 3 volte. La somministrazione del midazolam per via parenterale in concomitanza con il ketaconazolo, forte inibitore del CYP3A4, deve essere effettuata in un’unita di terapia intensiva (UTI) o in un ambiente simile, che garantisca un attento monitoraggio clinico e una gestione medica adeguata in caso di depressione respiratoria e/o di sedazione prolungata. Si devono prendere in considerazione la somministrazione di dosi frazionate e gli aggiustamenti posologici, soprattutto se si somministrano più dosi di midazolam per via e.v.. La stessa raccomandazione si può applicare anche agli altri antifungini azolici (vedere oltre), con i quali è riportato un incremento degli effetti sedativi del midazolam e.v., anche se di minore entità. • Il voriconazolo ha aumentato di 3 volte l’esposizione al midazolam per via endovenosa allungandone l’emivita di eliminazione di circa 3 volte. • Sia il fluconazolo che l’itraconazolo hanno aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa di 2–3 volte, in relazione ad un aumento dell’emivita terminale rispettivamente di 2.4 volte per l’itraconazolo e 1.5 volte per il fluconazolo. • Il posaconazolo ha aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa di circa 2 volte. Va tenuto presente che, somministrando il midazolam per via orale, l’esposizione risulterà notevolmente più elevata di quanto appena citato, specialmente con ketoconazolo, itraconazolo e voriconazolo. Non è indicata la somministrazione orale delle fiale di midazolam. Macrolidi • L’eritromicina ha determinato un incremento delle concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa di circa 1.6 – 2 volte, associato a un aumento dell’emivita terminale del midazolam di 1.5 – 1.8 volte. • La claritromicina ha aumentato fino a 2.5 volte le concentrazioni plasmatiche di midazolam, associato a un aumento dell’emivita terminale di 1.5 – 2 volte. Ulteriori informazioni dalla somministrazione orale del midazolam. • Roxitromicina: mentre non sono disponibili informazioni sulla roxitromicina in associazione al midazolam somministrato per via endovenosa, l’effetto moderato che questa ha sull’emivita terminale della compressa orale di midazolam, che aumenta del 30%, indica che gli effetti della roxitromicina sul midazolam per via endovenosa dovrebbero essere di minore entità. Inibitori della proteasi dell’HIV • Saquinavir e altri inibitori della proteasi dell’HIV: la somministrazione concomitante con inibitori della proteasi potrebbe causare un forte incremento della concentrazione di midazolam. In seguito alla somministrazione concomitante con lopinavir associato a una dose di rinforzo di ritonavir, le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa sono aumentate di 5.4 volte, con un incremento simile dell’emivita terminale. Se si somministra il midazolam insieme agli inibitori della proteasi dell’HIV, l’impostazione del trattamento deve seguire la descrizione fornita nella sezione precedente per gli antifungini azolici, relativamente al ketoconazolo. Ulteriori informazioni dalla somministrazione orale del midazolam • Sulla base dei dati ottenuti con altri inibitori del CYP3A4 si prevede che le concentrazioni plasmatiche di midazolam raggiungano livelli notevolmente più elevati dopo somministrazione orale. Di conseguenza, gli inibitori della proteasi non devono essere somministrati in concomitanza con midazolam orale. Calcioantagonisti • Diltiazem: una singola somministrazione di diltiazem ha aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa del 25% circa e ha allungato l’emivita terminale del 43%. Ulteriori informazioni dalla somministrazione orale del midazolam. • Il verapamil e il diltiazem hanno aumentato le concentrazioni plasmatiche del midazolam orale rispettivamente di 3 e 4 volte. L’emivita terminale del midazolam è cresciuta rispettivamente del 41% e del 49%. Altri farmaci/erbe medicinali • L’atorvastatina ha dimostrato di aumentare di 1.4 volte le concentrazioni plasmatiche di midazolam e.v. rispetto al gruppo di controllo. Ulteriori informazioni dalla somministrazione orale del midazolam. • Il nefazodone ha aumentato le concentrazioni plasmatiche del midazolam orale di 4.6 volte, con un allungamento dell’emivita terminale di 1.6 volte. • L’aprepitant ha aumentato in modo dose dipendente le concentrazioni plasmatiche del midazolam orale, nella misura di 3.3 volte dopo la somministrazione di 80 mg/die, in associazione ad un allungamento dell’emivita terminale di circa 2 volte. Farmaci che inducono il CYP3A4 • La rifampicina, dopo 7 giorni alla dose di 600 mg/die, ha ridotto del 60% circa le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa. L’emivita terminale si è ridotta del 50–60% circa. Ulteriori informazioni dalla somministrazione orale del midazolam. • La rifampicina, in soggetti sani, ha ridotto le concentrazioni plasmatiche del midazolam orale del 96%, neutralizzandone quasi del tutto gli effetti psicomotori. • Carbamazepina e fenitoina: somministrazioni ripetute di carbamazepina o di fenitoina hanno determinato una riduzione delle concentrazioni plasmatiche del midazolam orale fino al 90% e un accorciamento dell’emivita terminale del 60%. • Efavirenz: l’aumento di 5 volte del rapporto tra il metabolita α–idrossimidazolam, generato dal CYP3A4, e il midazolam conferma l’effetto di induzione sul CYP3A4. Erbe medicinali e cibo • L’erba di San Giovanni ha ridotto del 20–40% circa le concentrazioni plasmatiche di midazolam, con un accorciamento dell’emivita terminale del 15–17% circa. L’effetto di induzione sul CYP3A4 potrebbe variare in base al tipo specifico di estratto di erba di San Giovanni. Farmacodinamica Interazioni tra farmaci (DDI, Drug–Drug Interactions) È probabile che la somministrazione concomitante di midazolam con altri farmaci sedativi/ipnotici e agenti che deprimono il SNC, compreso l’alcool, determini un potenziamento della sedazione e della depressione respiratoria. Tra gli esempi sono compresi derivati degli oppiacei (usati come analgesici, antitussivi o per trattamenti sostitutivi), antipsicotici, altre benzodiazepine usate come ansiolitici o ipnotici, barbiturici, propofol, ketamina, etomidato; antidepressivi sedativi, antiistaminici H1 non recenti ed antiipertensivi agenti a livello centrale. L’alcool può aumentare significativamente l’effetto sedativo del midazolam. Il consumo di alcool dovrebbe essere assolutamente evitato in caso di somministrazione di midazolam (vedere paragrafo 4.4). Il midazolam riduce la concentrazione alveolare minima (MAC) degli anestetici inalatori.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Talentum 5mg/1ml soluzione iniettabile 1 ml di soluzione contiene: principio attivo: midazolam cloridrato pari a midazolam 5mg Talentum 15mg/3ml soluzione iniettabile 3 ml di soluzione contengono: principio attivo: midazolam cloridrato pari a midazolam 15mg Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Controindicazioni
Uso di questo medicinale in pazienti con conosciuta ipersensibilità alle benzodiazepine o agli eccipienti del prodotto. Uso di questo medicinale per sedazione conscia in pazienti con grave insufficienza respiratoria o depressione respiratoria acuta.
Posologia
Dosaggio standard Il Midazolam è un potente agente sedativo che richiede un aggiustamento del dosaggio e una somministrazione lenta. L’aggiustamento del dosaggio è fortemente raccomandato per ottenere con sicurezza il livello di sedazione desiderato in base alla necessità clinica, lo stato fisico, l’età e concomitante somministrazione di farmaci. In adulti sopra i 60 anni, debilitati o in pazienti con malattie croniche e pazienti pediatrici, la dose deve essere determinata con cautela e devono essere considerati i fattori di rischio per ciascun paziente. I dosaggi standard sono riportati nella tabella seguente. Ulteriori informazioni sono riportate successivamente alla tabella.
Indicazioni | Adulti < 60 anni | Adulti ≥ 60 anni / debilitati o con malattie croniche | Bambini |
Sedazione conscia | i.v. Dose iniziale: 2–2,5 mg Dosi aggiuntive: 1 mg Dose totale: 3,5–7,5 mg | i.v. Dose iniziale: 0,5 – 1 mg Dosi aggiuntive: 0,5 – 1 mg Dose totale: < 3,5 mg | i.v. in pazienti di età compresa fra 6 mesi e 5 anni |
Dose iniziale: 0,05 – 0,1 mg/kg | |||
Dose totale: < 6 mg | |||
i.v. in pazienti di età compresa fra 6 e 12 anni | |||
Dose iniziale: 0,025–0,05 mg/kg | |||
Dose totale: < 10 mg | |||
rettale > 6 mesi | |||
0,3 – 0,5 mg/Kg | |||
i.m. 1–15 anni | |||
0,005 – 0,15 mg/kg | |||
Premedicazione in Anestesia | i.m. 0,07 – 0,1 mg/kg | i.m. 0,025 – 0,05 mg/kg | rettale > 6 mesi |
0,3 – 0,5 mg/kg | |||
i.m. 1 – 15 anni | |||
0,08 – 0,2 mg/kg | |||
Induzione dell’anestesia | i.v. 0,15–0,2 mg/kg (0,3–0,35 senza premedicazione) | i.v. 0,1 – 0,2 mg/kg (0,15–0,3 senza premedicazione) | |
Componente sedativo in anestesia combinata | i.v. Dosi intermittenti di 0,03–0,1 mg/kg o infusione continua di 0,03–0,1 mg/kg/h | i.v. Dosi inferiori a quelle consigliate per adulti < 60 anni | |
Sedazione in terapia intensiva | i.v. Dose di carico: 0,03–0,3 mg/Kg con incrementi di 1– 2,5 mg Dose di mantenimento: 0,03–0,2 mg/kg/h | i.v. in neonati < 32 settimane di età gestazionale | |
0,03 mg/kg/h | |||
i.v. in neonati > 32 settimane e bambini fino a 6 mesi | |||
0,06 mg/kg/h | |||
i.v. in pazienti di età > 6 mesi | |||
Dose di carico: 0,05 – 0,2 mg/Kg | |||
Dose di mantenimento: 0,06 – 0,12 mg/kg/h |
Avvertenze e precauzioni
Il midazolam deve essere somministrato solo da medici esperti, in un ambiente totalmente attrezzato per il monitoraggio e il sostegno alla funzione respiratoria e cardiovascolare e da persone che abbiano ricevuto uno specifico addestramento al riconoscimento e alla gestione degli eventi avversi attesi, compresa la rianimazione respiratoria e cardiaca. Sono stati riportati gravi eventi avversi cardiorespiratori. Questi includono depressione respiratoria, apnea, arresto respiratorio e/o arresto cardiaco. Tali effetti pericolosi per la vita sono più frequenti quando l’iniezione viene fatta troppo rapidamente o quando vengono somministrati alti dosaggi (vedere paragrafo 4.8). &EGRAVE; necessario procedere con particolare cautela nell’indicazione della sedazione conscia in pazienti con compromissione della funzione respiratoria. Pazienti pediatrici di età inferiore a 6 mesi sono particolarmente suscettibili alle ostruzioni delle vie aeree e all’ipoventilazione, pertanto sono essenziali piccoli incrementi del dosaggio per ottenere l’effetto clinico ed il controllo accurato della frequenza respiratoria e della saturazione d’ossigeno. Quando il midazolam viene somministrato per la premedicazione, è obbligatorio un adeguato controllo del paziente dopo la somministrazione poiché la sensibilità individuale varia e possono verificarsi sintomi da sovradosaggio. Particolare attenzione deve essere prestata quando midazolam viene somministrato a pazienti ad alto rischio: • adulti con età superiore ai 60 anni • pazienti cronicamente ammalati o debilitati quali: • pazienti con insufficienza respiratoria cronica • pazienti con insufficienza renale cronica, diminuita funzionalità epatica o con diminuita funzionalità cardiaca • pazienti pediatrici specialmente in quelli con instabilità cardiovascolare. Questi pazienti ad alto rischio richiedono dosaggi più bassi (vedere paragrafo 4.2) e devono essere continuamente controllati per riscontrare segni precoci di alterazione delle funzioni vitali. Come per ogni altra sostanza dotata di proprietà depressiva sul SNC e/o miorilassante, particolare attenzione è necessaria quando il midazolam viene somministrato a pazienti affetti da miastenia grave. Tolleranza Una certa perdita di efficacia è stata riportata quando il midazolam è stato utilizzato nella sedazione a lungo termine in terapia intensiva. Dipendenza Quando il midazolam è utilizzato nella sedazione a lungo termine in terapia intensiva, si deve ricordare che si può sviluppare dipendenza fisica al midazolam. Il rischio di dipendenza aumenta con la dose e la durata del trattamento, ed è anche più elevato nei pazienti con una storia clinica di abuso di alcool e/o sostanze psicoattive (vedere paragrafo 4.8). Sintomi d’astinenza Durante il trattamento prolungato con midazolam in terapia intensiva, si può sviluppare dipendenza fisica, pertanto una brusca interruzione del trattamento sarà accompagnata da sintomi d’astinenza. Possono verificarsi i seguenti sintomi: mal di testa, dolore muscolare, ansietà, tensione, irrequietezza, confusione, irritabilità, insonnia di rimbalzo, cambiamenti d’umore, allucinazioni e convulsioni. Poiché il rischio di sintomi d’astinenza è maggiore dopo l’interruzione brusca del trattamento, si raccomanda di diminuire il dosaggio gradualmente. Amnesia Il midazolam causa amnesia anterograda (frequentemente questo è un effetto particolarmente desiderabile in situazioni quali: prima e durante gli interventi chirurgici e diagnostici), la cui durata è strettamente correlata alla dose somministrata. Una prolungata amnesia può presentare problemi nei pazienti ambulatoriali per i quali sono previste le dimissioni dopo l’intervento. Dopo la somministrazione di midazolam per via parenterale, i pazienti devono essere dimessi dall’ospedale o dall’ambulatorio solo se accompagnati. Reazioni paradosso Reazioni paradosso sono state riportate dopo somministrazione di midazolam quali agitazione, movimenti involontari (comprendenti convulsioni tonico/cloniche e tremori muscolari), iperattività, ostilità, reazioni colleriche, aggressività, eccitamento parossistico e aggressioni. Queste reazioni possono verificarsi con alti dosaggi e/o quando l’iniezione è effettuata rapidamente. La più alta incidenza di tali reazioni è stata segnalata nei bambini e negli anziani. Alterazione dell’eliminazione del midazolam L’eliminazione del midazolam può essere alterata in pazienti che ricevono farmaci inibenti o inducenti il CYP3A4 per cui può essere necessario correggere la dose di conseguenza (vedere paragrafo 4.5). L’eliminazione del midazolam può essere anche ritardata in pazienti con disfunzione epatica, bassa gittata cardiaca e nei neonati (vedere paragrafo 5.2). Bambini prematuri e neonati Estrema cautela è richiesta nella sedazione di bambini prematuri ed ex prematuri non sottoposti a intubazione, a causa di un aumentato rischio di apnea. E’ richiesto un attento monitoraggio della frequenza respiratoria e della saturazione d’ossigeno. L’iniezione rapida deve essere evitata nella popolazione neonatale. I neonati hanno funzionalità organica ridotta e/o immatura e sono anche suscettibili ai profondi e/o prolungati effetti respiratori del midazolam. Eventi avversi emodinamici sono stati segnalati in pazienti pediatrici con instabilità cardiovascolare; la somministrazione rapida endovenosa in questa popolazione deve essere evitata. Pazienti pediatrici di età inferiore a 6 mesi In questa popolazione il midazolam è indicato per la sedazione solo in unità di terapia intensiva. I pazienti pediatrici di età inferiore a 6 mesi sono particolarmente esposti all’ostruzione delle vie aeree e all’ ipoventilazione, per cui è essenziale effettuare incrementi della dose di lieve entità per ottenere l’effetto clinico e procedere a un attento monitoraggio della frequenza respiratoria e della saturazione dell’ossigeno (vedere anche il paragrafo "Bambini prematuri", sopra). Uso concomitante di alcool/agenti che deprimono il SNC Si deve evitare l’uso di midazolam in concomitanza con alcool e/o agenti che deprimono il SNC. Tale uso concomitante può aumentare gli effetti clinici del midazolam, compresa, potenzialmente, l’induzione di una sedazione grave o di una depressione respiratoria clinicamente rilevante (vedere paragrafo 4.5). Anamnesi di abuso di alcool o farmaci Midazolam come altre benzodiazepine deve essere evitato in pazienti con anamnesi di abuso di alcool o farmaci. Storia clinica di abuso di alcool o di sostanze psicoattive Nei pazienti con una storia clinica di abuso di alcool o sostanze psicoattive si deve evitare l’uso del midazolam, come di altre benzodiazepine. Criteri per la dimissione Dopo l’assunzione del midazolam la dimissione dei pazienti dall’ospedale o dall’ambulatorio deve avvenire solo su indicazione del medico che ha in cura il paziente e solo se quest’ultimo ha qualcuno che lo accompagna. Si raccomanda che il paziente sia accompagnato da qualcuno per fare ritorno a casa dopo la dimissione. Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per fiala, cioè è praticamente "senza sodio".
Interazioni
Farmacocinetica Il midazolam è metabolizzato dal CYP3A4. Gli inibitori e gli induttori del CYP3A possono rispettivamente aumentare e ridurre le concentrazioni plasmatiche e, di conseguenza, gli effetti del midazolam, rendendo quindi necessari opportuni aggiustamenti posologici. Le interazioni farmacocinetiche con gli inibitori o gli induttori del CYP3A4 sono più pronunciate per la somministrazione orale del midazolam rispetto a quella e.v., in particolare perché il CYP3A4 è presente anche nel tratto gastrointestinale superiore. Ciò accade perché nella somministrazione orale si modificano sia la clearance sistemica che la disponibilità, mentre nella somministrazione parenterale è effettivamente alterata solo la clearance sistemica. In seguito all’inibizione del CYP3A4, il risultato sull’effetto clinico massimo dopo una singola dose di midazolam e.v. sarà minore, ma può prolungarsi la durata dell’effetto. Tuttavia, dopo somministrazione prolungata di midazolam in condizioni di inibizione del CYP3A4, risulteranno maggiori sia l’entità che la durata dell’effetto. Non sono disponibili studi sulla modulazione della farmacocinetica del midazolam da parte del CYP3A4 dopo somministrazione per via rettale e intramuscolare. Si suppone che tali interazioni siano meno pronunciate per la via rettale rispetto a quella orale, dal momento che si evita il tratto gastrointestinale, mentre, dopo la somministrazione intramuscolare, gli effetti della modulazione del CYP3A4 non dovrebbero essere sostanzialmente diversi da quelli osservati con il midazolam per via e.v. Durante l’uso del midazolam si consiglia quindi un attento monitoraggio degli effetti clinici e dei segni vitali, tenendo conto del fatto che questi potrebbero essere più accentuati e durare più a lungo dopo somministrazione concomitante di un inibitore del CYP3A4, anche se assunto una sola volta. Va sottolineato come la somministrazione di alte dosi o infusioni a lungo termine di midazolam a pazienti riceventi forti inibitori del CYP3A4, ad esempio in terapia intensiva, possa provocare effetti ipnotici di lunga durata, ritardato risveglio e depressione respiratoria, ciò richiede aggiustamenti della dose. Per quanto riguarda l’induzione, bisogna considerare che il processo induttivo richiede diversi giorni per raggiungere l’effetto massimo e altrettanti per svanire. All’opposto di quanto avviene in un trattamento di diversi giorni con un induttore, si presuppone che un trattamento a breve termine determini un’interazione con il midazolam meno apparente. Tuttavia per gli induttori forti non si può escludere un’induzione rilevante anche dopo un trattamento a breve termine. Non risulta che il midazolam modifichi la farmacocinetica di altri farmaci. Farmaci che inibiscono il CYP3A4 Antifungini azolici • Il ketoconazolo ha aumentato di 5 volte le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa, con un allungamento dell’emivita terminale pari a circa 3 volte. La somministrazione del midazolam per via parenterale in concomitanza con il ketaconazolo, forte inibitore del CYP3A4, deve essere effettuata in un’unita di terapia intensiva (UTI) o in un ambiente simile, che garantisca un attento monitoraggio clinico e una gestione medica adeguata in caso di depressione respiratoria e/o di sedazione prolungata. Si devono prendere in considerazione la somministrazione di dosi frazionate e gli aggiustamenti posologici, soprattutto se si somministrano più dosi di midazolam per via e.v.. La stessa raccomandazione si può applicare anche agli altri antifungini azolici (vedere oltre), con i quali è riportato un incremento degli effetti sedativi del midazolam e.v., anche se di minore entità. • Il voriconazolo ha aumentato di 3 volte l’esposizione al midazolam per via endovenosa allungandone l’emivita di eliminazione di circa 3 volte. • Sia il fluconazolo che l’itraconazolo hanno aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa di 2–3 volte, in relazione ad un aumento dell’emivita terminale rispettivamente di 2.4 volte per l’itraconazolo e 1.5 volte per il fluconazolo. • Il posaconazolo ha aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa di circa 2 volte. Va tenuto presente che, somministrando il midazolam per via orale, l’esposizione risulterà notevolmente più elevata di quanto appena citato, specialmente con ketoconazolo, itraconazolo e voriconazolo. Non è indicata la somministrazione orale delle fiale di midazolam. Macrolidi • L’eritromicina ha determinato un incremento delle concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa di circa 1.6 – 2 volte, associato a un aumento dell’emivita terminale del midazolam di 1.5 – 1.8 volte. • La claritromicina ha aumentato fino a 2.5 volte le concentrazioni plasmatiche di midazolam, associato a un aumento dell’emivita terminale di 1.5 – 2 volte. Ulteriori informazioni dalla somministrazione orale del midazolam. • Roxitromicina: mentre non sono disponibili informazioni sulla roxitromicina in associazione al midazolam somministrato per via endovenosa, l’effetto moderato che questa ha sull’emivita terminale della compressa orale di midazolam, che aumenta del 30%, indica che gli effetti della roxitromicina sul midazolam per via endovenosa dovrebbero essere di minore entità. Inibitori della proteasi dell’HIV • Saquinavir e altri inibitori della proteasi dell’HIV: la somministrazione concomitante con inibitori della proteasi potrebbe causare un forte incremento della concentrazione di midazolam. In seguito alla somministrazione concomitante con lopinavir associato a una dose di rinforzo di ritonavir, le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa sono aumentate di 5.4 volte, con un incremento simile dell’emivita terminale. Se si somministra il midazolam insieme agli inibitori della proteasi dell’HIV, l’impostazione del trattamento deve seguire la descrizione fornita nella sezione precedente per gli antifungini azolici, relativamente al ketoconazolo. Ulteriori informazioni dalla somministrazione orale del midazolam • Sulla base dei dati ottenuti con altri inibitori del CYP3A4 si prevede che le concentrazioni plasmatiche di midazolam raggiungano livelli notevolmente più elevati dopo somministrazione orale. Di conseguenza, gli inibitori della proteasi non devono essere somministrati in concomitanza con midazolam orale. Calcioantagonisti • Diltiazem: una singola somministrazione di diltiazem ha aumentato le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa del 25% circa e ha allungato l’emivita terminale del 43%. Ulteriori informazioni dalla somministrazione orale del midazolam. • Il verapamil e il diltiazem hanno aumentato le concentrazioni plasmatiche del midazolam orale rispettivamente di 3 e 4 volte. L’emivita terminale del midazolam è cresciuta rispettivamente del 41% e del 49%. Altri farmaci/erbe medicinali • L’atorvastatina ha dimostrato di aumentare di 1.4 volte le concentrazioni plasmatiche di midazolam e.v. rispetto al gruppo di controllo. Ulteriori informazioni dalla somministrazione orale del midazolam. • Il nefazodone ha aumentato le concentrazioni plasmatiche del midazolam orale di 4.6 volte, con un allungamento dell’emivita terminale di 1.6 volte. • L’aprepitant ha aumentato in modo dose dipendente le concentrazioni plasmatiche del midazolam orale, nella misura di 3.3 volte dopo la somministrazione di 80 mg/die, in associazione ad un allungamento dell’emivita terminale di circa 2 volte. Farmaci che inducono il CYP3A4 • La rifampicina, dopo 7 giorni alla dose di 600 mg/die, ha ridotto del 60% circa le concentrazioni plasmatiche di midazolam per via endovenosa. L’emivita terminale si è ridotta del 50–60% circa. Ulteriori informazioni dalla somministrazione orale del midazolam. • La rifampicina, in soggetti sani, ha ridotto le concentrazioni plasmatiche del midazolam orale del 96%, neutralizzandone quasi del tutto gli effetti psicomotori. • Carbamazepina e fenitoina: somministrazioni ripetute di carbamazepina o di fenitoina hanno determinato una riduzione delle concentrazioni plasmatiche del midazolam orale fino al 90% e un accorciamento dell’emivita terminale del 60%. • Efavirenz: l’aumento di 5 volte del rapporto tra il metabolita α–idrossimidazolam, generato dal CYP3A4, e il midazolam conferma l’effetto di induzione sul CYP3A4. Erbe medicinali e cibo • L’erba di San Giovanni ha ridotto del 20–40% circa le concentrazioni plasmatiche di midazolam, con un accorciamento dell’emivita terminale del 15–17% circa. L’effetto di induzione sul CYP3A4 potrebbe variare in base al tipo specifico di estratto di erba di San Giovanni. Farmacodinamica Interazioni tra farmaci (DDI, Drug–Drug Interactions) È probabile che la somministrazione concomitante di midazolam con altri farmaci sedativi/ipnotici e agenti che deprimono il SNC, compreso l’alcool, determini un potenziamento della sedazione e della depressione respiratoria. Tra gli esempi sono compresi derivati degli oppiacei (usati come analgesici, antitussivi o per trattamenti sostitutivi), antipsicotici, altre benzodiazepine usate come ansiolitici o ipnotici, barbiturici, propofol, ketamina, etomidato; antidepressivi sedativi, antiistaminici H1 non recenti ed antiipertensivi agenti a livello centrale. L’alcool può aumentare significativamente l’effetto sedativo del midazolam. Il consumo di alcool dovrebbe essere assolutamente evitato in caso di somministrazione di midazolam (vedere paragrafo 4.4). Il midazolam riduce la concentrazione alveolare minima (MAC) degli anestetici inalatori.
Effetti indesiderati
Quando il midazolam è somministrato per iniezione, sono stati riportati i seguenti effetti indesiderati (con frequenza non nota, in quanto non può essere definita sulla base dei dati disponibili): Le categorie di frequenza sono le seguenti: Molto comune ≥ 1/10; Comune da ≥ 1/100 a < 1/10; Non comune da ≥ 1/1000 a < 1/100; Raro da ≥ 1/10000 a < 1/1000; Molto raro < 1/10000; Non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Disordini del sistema immunitario | |
Frequenza non nota | Ipersensibilità, angioedema, shock anafilattico |
Disordini psichiatrici | |
Frequenza non nota | Stato confusionale, umore euforico, allucinazioni Agitazione*, ostilità*, rabbia*, aggressività*, eccitazione* Dipendenza fisica da farmaco e sindrome da astinenza Abuso |
Disordini del sistema nervoso | |
Frequenza non nota | Movimenti involontari (inclusi movimenti tonico/clonici e tremori muscolari)*, iperattività* Sedazione (prolungata e postoperatoria), riduzione della vigilanza, sonnolenza, mal di testa, capogiri, atassia, amnesia anterograda**, la cui durata è strettamente correlata alla dose somministrata. Sono state segnalate convulsioni nei neonati prematuri e nei neonati Convulsioni da farmaco–astinenza |
Disordini cardiaci | |
Frequenza non nota | Arresto cardiaco, bradicardia |
Disordini vascolari | |
Frequenza non nota | Ipotensione, vasodilatazione, tromboflebite, trombosi |
Disordini respiratori | |
Frequenza non nota | Depressione respiratoria, apnea, arresto respiratorio, dispnea, laringospasmo, singhiozzo |
Disordini gastrointestinali | |
Frequenza non nota | Nausea, vomito, costipazione, secchezza della bocca |
Disordini della pelle e del tessuto sottocutaneo | |
Frequenza non nota | Rash, orticaria, prurito |
Disturbi sistemici e condizioni relative alla sede di somministrazione | |
Frequenza non nota | Fatica, eritema sul sito di iniezione, dolore sul sito di iniezione |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | |
Frequenza non nota | Cadute, fratture*** |
Circostanze sociali | |
Frequenza non nota | Aggressioni |
Gravidanza e allattamento
I dati disponibili su midazolam sono insufficienti per valutare la sua sicurezza d’impiego in gravidanza. Studi condotti sull’animale non hanno mostrato effetti teratogeni, mentre è stata osservata, come per altre benzodiazepine, fetotossicità. Non sono disponibili dati su gravidanze esposte a midazolam durante i primi due trimestri di gravidanza. La somministrazione di midazolam ad alte dosi, nell’ultimo trimestre di gravidanza, durante il travaglio o per l’induzione dell’anestesia per parto cesareo, ha provocato effetti avversi per la madre e per il feto (rischio di aspirazione per la madre, irregolarità nella frequenza cardiaca fetale, debole suzione, ipotonia, ipotermia e depressione respiratoria per il neonato). Inoltre, neonati da madri che hanno assunto cronicamente benzodiazepine durante l’ultima fase della gravidanza, possono sviluppare dipendenza fisica ed essere soggetti a manifestare sintomi di astinenza durante la fase postnatale. Conseguentemente midazolam non deve essere usato durante la gravidanza a meno che non sia chiaramente necessario. È preferibile evitarne l’uso nel parto cesareo. Deve essere tenuto in considerazione il rischio per il neonato in caso di somministrazione di midazolam per interventi chirurgici in prossimità del termine della gravidanza. Midazolam viene escreto in piccole quantità nel latte materno. Le madri che allattano devono essere avvisate di interrompere l’allattamento durante le 24 ore successive alla somministrazione di midazolam.
Conservazione
Conservare nella confezione originale per tenerlo al riparo dalla luce. Le fiale di Talentum non devono essere congelate, altrimenti si rompono.