PLEGRIDYSC PEN 63MCG+PEN94MCG
Principio attivo: INTERFERONE BETA 1A PEGILATO
prezzo indicativo
ATC: L03AB13 | Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI |
Presenza Glutine:
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Classe 1: A | Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE |
Presenza Lattosio:
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Plegridy è indicato nei pazienti adulti per il trattamento della sclerosi multipla recidivante-remittente (vedere paragrafo 5.1).
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Non sono stati effettuati studi d’interazione. Gli studi clinici indicano che i pazienti con sclerosi multipla possono ricevere Plegridy e corticosteroidi durante le recidive. È stato riportato che gli interferoni riducono l’attività degli enzimi epatici dipendenti dal citocromo P450 nell’uomo e negli animali. Deve esser usata cautela quando Plegridy viene somministrato in associazione con medicinali che hanno uno stretto indice terapeutico e la cui clearance è largamente dipendente dal sistema del citocromo P450 epatico, ad esempio alcune classi di antiepilettici e di antidepressivi.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Plegridy 63 microgrammi soluzione iniettabile in siringa preriempita Ciascuna siringa preriempita contiene 63 microgrammi di peginterferone beta-1a* in 0,5 mL di soluzione iniettabile. Plegridy 94 microgrammi soluzione iniettabile in siringa preriempita Ciascuna siringa preriempita contiene 94 microgrammi di peginterferone beta-1a* in 0,5 mL di soluzione iniettabile. Plegridy 125 microgrammi soluzione iniettabile in siringa preriempita Ciascuna siringa preriempita contiene 125 microgrammi di peginterferone beta-1a* in 0,5 mL di soluzione iniettabile. Plegridy 63 microgrammi soluzione iniettabile in penna preriempita Ciascuna penna preriempita contiene 63 microgrammi di peginterferone beta-1a* in 0,5 mL di soluzione iniettabile. Plegridy 94 microgrammi soluzione iniettabile in penna preriempita Ciascuna penna preriempita contiene 94 microgrammi di peginterferone beta-1a* in 0,5 mL di soluzione iniettabile. Plegridy 125 microgrammi soluzione iniettabile in penna preriempita Ciascuna penna preriempita contiene 125 microgrammi di peginterferone beta-1a* in 0,5 mL di soluzione iniettabile. La dose indica la quantità della porzione di interferone beta-1a del peginterferone beta-1a senza considerare la porzione di PEG attaccata. *Il principio attivo, il peginterferone beta-1a, è un coniugato covalente dell’interferone beta-1a, prodotto nelle cellule ovariche di criceto cinese, con metossi poli(etileneglicole) a 20.000 Dalton (20 kDa), utilizzando un linker di O-2-metilpropionaldeide. La potenza di questo medicinale non deve essere confrontata con quella di un’altra proteina pegilata o non-pegilata della stessa classe terapeutica. Per ulteriori informazioni vedere paragrafo 5.1. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità all’interferone beta naturale o ricombinante o al peginterferone o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. - Pazienti con depressione grave e/o ideazione suicidaria (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Posologia
Il trattamento deve essere iniziato sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento della sclerosi multipla. L’efficacia di Plegridy è stata dimostrata rispetto al placebo. Non sono disponibili dati di confronto diretto di Plegridy verso interferone beta non-pegilato o dati sull’efficacia di Plegridy dopo il passaggio da un interferone beta non pegilato. Questo deve essere preso in considerazione in caso di cambiamento del trattamento dei pazienti tra interferone pegilato e non pegilato (vedere paragrafo 5.1). Posologia La dose raccomandata di Plegridy è di 125 microgrammi iniettati per via sottocutanea ogni 2 settimane (14 giorni). Inizio del trattamento Si raccomanda in genere che i pazienti inizino il trattamento con 63 microgrammi alla 1a dose (giorno 0), aumentando a 94 microgrammi alla 2a dose (giorno 14), raggiungendo la dose piena di 125 microgrammi alla 3a dose (giorno 28) e continuando con la dose piena (125 microgrammi) ogni 2 settimane (14 giorni) successivamente (vedere Tabella 1). È disponibile una confezione di inizio trattamento contenente le prime 2 dosi (63 microgrammi e 94 microgrammi). Tabella 1: Schema di titolazione all’inizio del trattamento
Dose | Tempo* | Quantità (microgrammi) | Etichetta della siringa |
1a dose | Giorno 0 | 63 | Arancione |
2a dose | Giorno 14 | 94 | Blu |
3a dose | Giorno 28 | 125 (dose piena) | Grigia |
Avvertenze e precauzioni
Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati. Danno epatico Livelli elevati di transaminasi epatiche nel siero, epatite, epatite autoimmune e casi rari di insufficienza epatica severa sono stati riferiti con medicinali a base di interferone beta. Aumenti degli enzimi epatici sono stati osservati con l’uso di Plegridy. I pazienti devono essere monitorati per i segni di danno epatico (vedere paragrafo 4.8). Depressione Plegridy deve essere somministrato con cautela nei pazienti con disturbi depressivi pregressi (vedere paragrafo 4.3). La depressione si verifica con maggiore frequenza nella popolazione affetta da sclerosi multipla e in associazione con l’uso di interferone. I pazienti devono essere avvertiti di riferire immediatamente qualsiasi sintomo di depressione e/o ideazione suicidaria al proprio medico. I pazienti che presentano segni di depressione devono essere strettamente monitorati durante la terapia e trattati in modo appropriato. Deve essere presa in considerazione l’interruzione della terapia con Plegridy (vedere paragrafo 4.8). Reazioni di ipersensibilità Gravi reazioni di ipersensibilità, tra cui casi di anafilassi, sono state riferite come una complicanza rara del trattamento con l’interferone beta, compreso Plegridy. I pazienti devono essere avvertiti di interrompere Plegridy e di chiedere assistenza medica immediata nel caso in cui si manifestino segni o sintomi di anafilassi o ipersensibilità severa. Il trattamento con Plegridy non deve essere ripreso (vedere paragrafo 4.8). Reazioni nel sito d’iniezione Reazioni nel sito d’iniezione, compresa la necrosi nel sito d’iniezione, sono state riferite con l’uso sottocutaneo di interferone beta. Per ridurre al minimo il rischio di reazioni al sito d’iniezione i pazienti devono essere istruiti all’uso di una tecnica di iniezione asettica. La procedura per l’autosomministrazione da parte del paziente deve essere riverificata periodicamente, specialmente se si sono verificate reazioni nel sito d’iniezione. Se il paziente manifesta una rottura della pelle, che può essere accompagnata da gonfiore o fuoruscita di liquido dal sito d’iniezione, il paziente deve essere avvisato di consultare il proprio medico. Negli studi clinici, un paziente trattato con Plegridy ha presentato una necrosi nel sito d’iniezione. La decisione di interrompere la terapia dopo un singolo episodio di necrosi dipende dall’entità della necrosi stessa (vedere paragrafo 4.8). Riduzione delle conte ematiche periferiche La riduzione delle conte ematiche periferiche in tutte le linee cellulari, comprendente pancitopenia rara e trombocitopenia severa, è stata riferita nei pazienti che hanno ricevuto interferone beta. Casi di citopenia, compresi rari casi di neutropenia severa e trombocitopenia, sono stati osservati nei pazienti trattati con Plegridy. I pazienti devono essere monitorati per i sintomi o i segni della riduzione delle conte ematiche periferiche (vedere paragrafo 4.8). Disturbi renali e urinari Sindrome nefrosica (effetti di classe) Durante il trattamento con prodotti a base di interferone beta sono stati segnalati casi di sindrome nefrosica con diverse nefropatie sottostanti, tra cui la glomerulosclerosi focale e segmentaria collassante (collapsing focal segmental glomerulosclerosis, FSGS), la malattia a lesioni minime (minimal change disease, MCD), la glomerulonefrite membrano-proliferativa (membranoproliferative glomerulonephritis, MPGN) e la glomerulopatia membranosa (membranous glomerulopathy, MGN). Gli eventi sono stati segnalati in tempi diversi nel corso del trattamento e possono manifestarsi dopo diversi anni di trattamento con interferone beta. Si raccomanda il monitoraggio periodico dei segni o sintomi precoci, quali ad esempio edema, proteinuria e compromissione della funzione renale, in particolare nei pazienti a maggior rischio di malattia renale. La sindrome nefrosica deve essere trattata tempestivamente e deve essere presa in considerazione l’interruzione della terapia con Plegridy. Compromissione renale severa È necessario usare cautela quando si somministra Plegridy a pazienti con compromissione renale severa. Microangiopatia trombotica (TMA) (effetti di classe) Sono stati segnalati casi di TMA, che si manifesta come porpora trombotica trombocitopenica (TTP) o sindrome emolitico uremica (HUS), compresi casi fatali con prodotti a base di interferone beta. Gli eventi sono stati segnalati in tempi diversi nel corso del trattamento e possono manifestarsi da diverse settimane a diversi anni dopo l’inizio del trattamento con interferone beta. Le caratteristiche cliniche iniziali comprendono trombocitopenia, ipertensione di nuova insorgenza, febbre, sintomi a carico del sistema nervoso centrale (ad esempio confusione, paresi) e funzione renale compromessa. I risultati di laboratorio che suggeriscono la presenza di TMA comprendono la riduzione delle conte piastriniche, l’aumento della lattato-deidrogenasi (LDH) nel siero dovuta a emolisi e la presenza di schistociti (frammentazione degli eritrociti) su uno striscio ematico. Di conseguenza, se si osservano le caratteristiche cliniche della TMA si raccomanda l’effettuazione di ulteriori esami dei livelli delle piastrine nel sangue, della LDH nel siero, degli strisci ematici e della funzione renale. Nel caso di diagnosi di TMA è necessario un trattamento tempestivo (considerando lo scambio plasmatico) ed è raccomandata l’interruzione immediata di Plegridy. Anomalie di laboratorio Anomalie di laboratorio sono associate all’uso degli interferoni. Oltre a quegli esami di laboratorio normalmente richiesti per il monitoraggio dei pazienti con sclerosi multipla, si raccomanda di eseguire l’emocromo completo con conta differenziale delle cellule del sangue, le conte piastriniche e le analisi chimiche del sangue, comprendenti i test di funzionalità epatica (ad esempio aspartato aminotransferasi (AST), alanina aminotransaminasi (ALT)), prima dell’inizio della terapia e a intervalli regolari dopo l’introduzione della terapia con Plegridy e poi periodicamente in assenza di sintomi clinici. Per i pazienti con mielosoppressione può essere necessario il monitoraggio più intensivo dell’esame emocromocitometrico completo, con le conte differenziali e piastriniche.L’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo sono stati osservati con l’uso di medicinali a base di interferone beta. Si raccomanda l’effettuazione di esami regolari della funzionalità tiroidea nei pazienti con anamnesi di disfunzione tiroidea o come clinicamente indicato. Crisi epilettiche Plegridy deve essere somministrato con cautela nei pazienti con anamnesi di crisi epilettiche, in quelli trattati con medicinali anti-epilettici, specialmente se la loro epilessia non è adeguatamente controllata con gli anti-epilettici (vedere paragrafo 4.8). Patologie cardiache Il peggioramento delle patologie cardiache è stato riferito nei pazienti trattati con interferone beta. L’incidenza degli eventi cardiovascolari è risultata simile tra i gruppi trattati con Plegridy (125 microgrammi ogni 2 settimane) e con placebo (7% in ciascun gruppo). Non sono stati segnalati eventi cardiovascolari gravi nei pazienti trattati con Plegridy nello studio ADVANCE. Ciò nonostante, i pazienti con significative patologie cardiache preesistenti, ad esempio insufficienza cardiaca congestizia, arteriopatia coronarica o aritmia, devono essere monitorati per il peggioramento delle loro condizioni cardiache, in particolare durante l’inizio del trattamento. Immunogenicità I pazienti possono sviluppare anticorpi verso Plegridy. I dati ottenuti da pazienti trattati fino a 2 anni con Plegridy suggeriscono che meno dell’1% (5/715) ha sviluppato anticorpi persistenti-neutralizzanti alla porzione di interferone beta-1a del peginterferone beta-1a. Gli anticorpi neutralizzanti potenzialmente possono ridurre l’efficacia clinica. Tuttavia, lo sviluppo di anticorpi contro la frazione di interferone del peginterferone beta-1a non ha avuto alcun impatto percepibile sulla sicurezza o sull’efficacia clinica, nonostante l’analisi fosse limitata dalla bassa incidenza di immunogenicità. Il tre percento dei pazienti (18/681) ha sviluppato anticorpi persistenti alla frazione di PEG del peginterferone beta-1a. Nello studio clinico condotto, lo sviluppo di anticorpi contro la frazione di PEG del peginterferone beta-1a non ha avuto alcun impatto percepibile sulla sicurezza o sull’efficacia clinica (compresi il tasso annualizzato di recidive, le lesioni RMN e la progressione della disabilità). Compromissione epatica È necessario usare cautela e considerare il monitoraggio stretto quando Plegridy è somministrato a pazienti con compromissione epatica severa. I pazienti devono essere monitorati per i segni di danno epatico ed è necessario usare cautela quando gli interferoni sono utilizzati contemporaneamente ad altri medicinali associati a danno epatico (vedere paragrafi 4.8 e 5.2). Contenuto di sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.
Interazioni
Non sono stati effettuati studi d’interazione. Gli studi clinici indicano che i pazienti con sclerosi multipla possono ricevere Plegridy e corticosteroidi durante le recidive. È stato riportato che gli interferoni riducono l’attività degli enzimi epatici dipendenti dal citocromo P450 nell’uomo e negli animali. Deve esser usata cautela quando Plegridy viene somministrato in associazione con medicinali che hanno uno stretto indice terapeutico e la cui clearance è largamente dipendente dal sistema del citocromo P450 epatico, ad esempio alcune classi di antiepilettici e di antidepressivi.
Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse al medicinale (ADR) più comuni (con un’incidenza superiore rispetto al placebo) per Plegridy 125 microgrammi somministrato per via sottocutanea ogni 2 settimane sono state eritema in sede di iniezione, malattia simil-influenzale, piressia, cefalea, mialgia, brividi, dolore in sede di iniezione, astenia, prurito in sede di iniezione e artralgia. La reazione avversa con conseguente interruzione della terapia riferita più comunemente nei pazienti trattati con Plegridy 125 microgrammi somministrato per via sottocutanea ogni 2 settimane è stata la malattia simil-influenzale (< 1%). Tabella delle reazioni avverse Negli studi clinici, 1.468 pazienti in totale hanno ricevuto Plegridy per un massimo di 278 settimane, con un’esposizione complessiva equivalente di 4.217 anni-persona. 1.285 pazienti hanno ricevuto almeno 1 anno, 1.124 pazienti hanno ricevuto almeno 2 anni, 947 pazienti hanno ricevuto almeno 3 anni e 658 pazienti hanno ricevuto almeno 4 anni di trattamento con Plegridy. L’esperienza nella fase non controllata randomizzata (2° anno) dello studio ADVANCE e nello studio di estensione ATTAIN (trattamento ricevuto per un periodo fino a 4 anni) è risultata coerente con l’esperienza nella fase controllata con placebo di 1 anno dello studio ADVANCE. La Tabella riassume le reazioni avverse al medicinale (ADR) (incidenza superiore al placebo e con una possibilità ragionevole di causalità) di 512 pazienti trattati con Plegridy 125 microgrammi somministrato per via sottocutanea ogni 2 settimane e 500 pazienti che hanno ricevuto il placebo per un massimo di 48 settimane, nonché i dati post-marketing. Le ADR sono presentate secondo la terminologia MedDRA raccomandata nella classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA. L’incidenza delle reazioni avverse riportate di seguito è espressa secondo la seguente convenzione: - Molto comune (≥1/10) - Comune (≥1/100, <1/10) - Non comune (≥1/1. 000, <1/100) - Raro (≥1/10.000, <1/1.000) - Molto raro (<1/10.000) - Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Reazione avversa | Categoria di frequenza |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Trombocitopenia | Non comune |
Microangiopatia trombotica, comprendente porpora trombotica trombocitopenica/sindrome emolitico uremica* | Raro | |
Disturbi del sistema immunitario | Angioedema | Non comune |
Ipersensibilità | ||
Anafilassi¹ | Non nota | |
Disturbi psichiatrici | Depressione | Comune |
Patologie del sistema nervoso | Cefalea | Molto comune |
Crisi convulsiva | Non comune | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Ipertensione arteriosa polmonare+ | Non nota |
Patologie gastrointestinali | Nausea | Comune |
Vomito | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Alopecia£ | Comune |
Prurito | ||
Orticaria | Non comune | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Mialgia | Molto comune |
Artralgia | ||
Patologie renali e urinarie | Sindrome nefrosica, glomerulosclerosi | Raro |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Malattia simil-influenzale | Molto comune |
Piressia | ||
Brividi | ||
Eritema in sede di iniezione | ||
Dolore in sede di iniezione | ||
Prurito in sede di iniezione | ||
Astenia | ||
Ipertermia | Comune | |
Infiammazione in sede di iniezione | ||
Dolore | ||
Ematoma nel sito dell’iniezione | ||
Tumefazione in sede di iniezione | ||
Edema nel sito d’iniezione | ||
Eruzione cutanea in sede di iniezione | ||
Calore in sede di iniezione | ||
Alterazione del colore in sede di iniezione | ||
Necrosi in sede di iniezione | Raro | |
Esami diagnostici | Alanina aminotransferasi aumentata | Comune |
Aspartato aminotransferasi aumentata | ||
Gamma-glutamiltransferasi aumentata | ||
Conta dei leucociti diminuita | ||
Emoglobina diminuita | ||
Temperatura corporea aumentata | ||
Conta delle piastrine diminuita | Non comune |
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Un ampio numero di dati (oltre 1.000 esiti di gravidanza) dai registri e dall’esperienza post-marketing non indica alcun aumento del rischio di anomalie congenite maggiori dopo esposizione all'interferone beta pre-concepimento o durante il primo trimestre di gravidanza. Tuttavia, la durata dell'esposizione durante il primo trimestre è incerta, poiché i dati sono stati raccolti quando l'uso di interferone beta era controindicato durante la gravidanza e il trattamento probabilmente è stato interrotto quando la gravidanza è stata individuata e/o confermata. L'esperienza sull'esposizione durante il secondo e il terzo trimestre è molto limitata. Sulla base dei dati sugli animali (vedere paragrafo 5.3) esiste un rischio potenzialmente aumentato di aborto spontaneo. Il rischio di aborti spontanei in donne in gravidanza esposte all'interferone beta non può essere adeguatamente valutato sulla base dei dati attualmente disponibili, ma i dati non suggeriscono finora un aumento del rischio. Se clinicamente necessario, l’uso di Plegridy durante la gravidanza può essere preso in considerazione. Allattamento Non è noto se il peginterferone beta-1a sia escreto nel latte materno. Limitate informazioni disponibili relative al passaggio dell’interferone beta-1a nel latte materno, unitamente alle caratteristiche chimicofisiologiche dell'interferone beta, suggeriscono che i livelli di interferone beta-1a escreti nel latte materno sono trascurabili. Non sono previsti effetti dannosi sul neonato/bambino allattato al seno. Plegridy può essere usato durante l’allattamento. Fertilità Non sono disponibili informazioni sugli effetti del peginterferone beta-1a sulla fertilità umana. Negli animali sono stati osservati effetti anovulatori a dosi molto alte (vedere paragrafo 5.3). Non sono disponibili informazioni sugli effetti del peginterferone beta-1a sulla fertilità maschile negli animali.
Conservazione
Conservare in frigorifero (2°C - 8°C). Non congelare. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce. Vedere paragrafo 6.3 per altre informazioni sulla conservazione a temperatura ambiente.