ATC: B01AD11 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: H | Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETT POLV SOLV |
Presenza Lattosio:
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Metalyse è indicato negli adulti per il trattamento trombolitico dell’infarto miocardico sospetto con persistente elevazione del ST o recente blocco di branca sinistra entro 6 ore dall’insorgenza dei sintomi dell’infarto miocardico acuto (IMA).
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Non sono stati effettuati studi formali d’interazione con tenecteplase e altri medicinali comunemente somministrati a pazienti con IMA. Comunque, l’analisi dei dati di più di 12.000 pazienti trattati durante la fase I, II e III non ha rivelato alcuna interazione clinicamente rilevante con medicinali comunemente utilizzati nei pazienti con IMA e utilizzati contemporaneamente a tenecteplase. Il rischio di emorragie prima, durante o dopo la terapia di tenecteplase, può aumentare con l’uso di medicinali che influenzano la coagulazione o che alterano la funzione delle piastrine (per esempio ticlopidina, clopidogrel, LMWH). L’uso concomitante degli antagonisti del GPIIb/IIIa aumenta il rischio di sanguinamento.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Ogni flaconcino contiene 10.000 unità (50 mg) di tenecteplase. Ogni siringa preriempita contiene 10 ml di solvente. La soluzione ricostituita contiene 1.000 unità (5 mg) di tenecteplase per ml. Il titolo di tenecteplase è espresso in unità (U) utilizzando un riferimento standard che è specifico per tenecteplase e non è paragonabile alle unità utilizzate per altri agenti trombolitici. Tenecteplase è un attivatore del plasminogeno fibrino–specifico prodotto in una linea di cellule ovariche di criceto cinese mediante la tecnologia del DNA ricombinante. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
Metalyse non deve essere somministrato a pazienti con storia di reazione anafilattica (cioè pericolosa per la vita) ad uno qualsiasi dei costituenti (ossia tenecteplase o uno degli eccipienti) o alla gentamicina (una traccia residua dal processo produttivo). Se tuttavia il trattamento con tenecteplase è ritenuto necessario, devono essere immediatamente disponibili in caso di necessità idonee strutture per la rianimazione. Inoltre, Metalyse è controindicato nei seguenti casi, perché la terapia trombolitica è associata ad un più elevato rischio di emorragia: – Significativi disordini emorragici sia in corso che negli ultimi 6 mesi – Pazienti che ricevono un trattamento anticoagulante orale efficace, ad es. warfarin sodico (INR > 1,3) (vedere paragrafo 4.4, sottoparagrafo "Sanguinamento") – Qualsiasi storia di danno al sistema nervoso centrale (cioè neoplasma, aneurisma, intervento chirurgico intracranico o intraspinale) – Diatesi emorragica nota – Ipertensione grave non controllata – Interventi chirurgici maggiori, biopsia di un organo parenchimale, o trauma significativo negli ultimi 2 mesi (questo comprende qualsiasi trauma associato al presente IMA) – Trauma recente alla testa o al cranio – Rianimazione cardiopolmonare prolungata (> 2 minuti) entro le ultime 2 settimane – Pericardite acuta e/o endocardite batterica subacuta – Pancreatite acuta – Disfunzione epatica severa, compresa insufficienza epatica, cirrosi, ipertensione portale (varici esofagee) ed epatite attiva – Ulcera peptica attiva – Aneurisma arterioso e malformazione venosa/arteriosa nota – Neoplasia con aumentato rischio emorragico – Qualsiasi storia nota di ictus emorragico o di ictus di origine sconosciuta – Storia nota di ictus ischemico o di attacco ischemico transitorio nei 6 mesi precedenti – Demenza
Posologia
Posologia Metalyse deve essere prescritto da medici esperti nell’utilizzo del trattamento trombolitico e che dispongano delle attrezzature necessarie per monitorare tale uso. Il trattamento con Metalyse dovrebbe essere iniziato il più precocemente possibile dall’insorgenza dei sintomi. Metalyse deve essere somministrato sulla base del peso corporeo, con una dose massima di 10.000 unità (50 mg di tenecteplase). Il volume necessario per somministrare la dose corretta può essere calcolato dal seguente schema:
Classe di peso corporeo (kg) | Tenecteplase (U) | Tenecteplase (mg) | Corrispondente volume della soluzione ricostituita (ml) |
< 60 | 6.000 | 30 | 6 |
≥ 60 fino a < 70 | 7.000 | 35 | 7 |
≥ 70 fino a < 80 | 8.000 | 40 | 8 |
≥ 80 fino a < 90 | 9.000 | 45 | 9 |
≥ 90 | 10.000 | 50 | 10 |
Per i dettagli vedere paragrafo 6.6: Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione |
Avvertenze e precauzioni
Intervento coronarico Se è programmato un Intervento Coronarico Percutaneo (PCI) primario in accordo alle correnti linee guida di trattamento, tenecteplase non deve essere somministrato (vedere paragrafo 5.1 studio ASSENT–4). I pazienti che non possono essere sottoposti a PCI primario entro un’ora come raccomandato dalle linee guida e che ricevono tenecteplase come trattamento primario di ricanalizzazione coronarica devono essere trasferiti immediatamente ad una struttura idonea all’intervento coronarico per l’angiografia e per l’intervento coronarico aggiuntivo tempestivo entro 6–24 ore o prima se indicato dal punto di vista clinico (vedere paragrafo 5.1 studio STREAM). Sanguinamento La complicanza più comunemente riscontrata durante la terapia con tenecteplase è il sanguinamento. L’uso concomitante di terapia anticoagulante con eparina può contribuire al sanguinamento. Poiché la fibrina subisce una lisi durante la terapia con tenecteplase, può verificarsi sanguinamento nel sito di una recente iniezione. Pertanto la terapia trombolitica richiede un’attenzione particolare per tutti i possibili siti in cui può verificarsi un sanguinamento (inclusi i siti di inserzione del catetere, i siti di iniezione intrarteriosa e venosa, i siti di incannulazione e i siti di puntura da ago). Durante il trattamento con tenecteplase occorre evitare l’uso di cateteri rigidi come pure di iniezioni intramuscolari e la manipolazione non essenziale del paziente. Sono state osservate più frequentemente emorragie nel luogo di iniezione e occasionalmente sanguinamento genitourinario e gengivale. Nel caso si verifichi grave sanguinamento, in particolare emorragia cerebrale, la somministrazione concomitante di eparina deve essere interrotta immediatamente. Si deve considerare la somministrazione di protamina se è stata somministrata eparina entro 4 ore prima dell’insorgenzadella sintomatologia emorragica. Per i pochi pazienti che non hanno risposto a queste misure prudenziali, può essere indicato un utilizzo corretto di prodotti di trasfusione. La trasfusione di crioprecipitato, plasma fresco congelato e piastrine va monitorata con valutazioni cliniche e di laboratorio dopo ogni somministrazione. Con l’infusione di crioprecipitato è auspicabile un livello di fibrinogeno pari a 1 g/l. Come ultima alternativa si possono somministrare agenti antifibrinolitici. Nelle condizioni seguenti, il rischio della terapia con tenecteplase può aumentare e deve essere valutato rispetto i benefici attesi: – Pressione sistolica > 160 mm Hg – Malattia cerebrovascolare – Sanguinamento gastrointestinale o genitourinario recente (entro gli ultimi 10 giorni) – Alta probabilità di trombo del cuore sinistro, come per esempio in caso di stenosi mitrale con fibrillazione atriale – Qualsiasi iniezione intramuscolare recente nota (entro gli ultimi 2 giorni) – Età avanzata, cioè superiore a 75 anni – Basso peso corporeo < 60 kg – Pazienti che assumono un anticoagulante orale: L’uso di Metalyse può essere preso in considerazione qualora la dose o il tempo intercorso dall’ultima assunzione del trattamento anticoagulante ne rendano improbabile l’efficacia residua e qualora appropriato/i test dell’attività anticoagulante per il/i prodotto/i interessato/i non mostrino un’attività clinicamente rilevante sul sistema della coagulazione (ad es. INR ≤ 1,3 per gli antagonisti della vitamina K o altro/i test rilevante/i per altri anticoagulanti orali entro il rispettivo limite superiore di normalità). Aritmie La trombolisi coronarica può indurre aritmie associate alla riperfusione. Si raccomanda di tenere immediatamente disponibile una terapia antiaritmica per bradicardia e/o tachiaritmie ventricolari (pace–maker, defibrillatore) quando viene somministrato tenecteplase. Antagonisti del GPIIb/IIIa L’uso concomitante degli antagonisti del GPIIb/IIIa aumenta il rischio di sanguinamento. Ipersensibilità/Ri–somministrazione Non è stata osservata la formazione di anticorpi contro tenecteplase dopo il trattamento. Tuttavia non c’è esperienza sistematica circa la ri–somministrazione di tenecteplase. È necessaria cautela nella somministrazione di tenecteplase a persone con ipersensibilità nota (diversa dalla reazione anafilattica) al principio attivo, ad uno qualsiasi degli eccipienti o alla gentamicina (una traccia residua dal processo produttivo). Nel caso si verifichi una reazione anafilattoide, l’iniezione deve essere interrotta immediatamente e deve essere iniziata una terapia appropriata. In ogni caso tenecteplase non deve essere risomministrato prima di aver valutato i livelli dei fattori emostatici quali fibrinogeno, plasminogeno e alfa2–antiplasmina. Popolazione pediatrica L’uso di Metalyse nei bambini (età inferiore a 18 anni) non è raccomandato per la mancanza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia.
Interazioni
Non sono stati effettuati studi formali d’interazione con tenecteplase e altri medicinali comunemente somministrati a pazienti con IMA. Comunque, l’analisi dei dati di più di 12.000 pazienti trattati durante la fase I, II e III non ha rivelato alcuna interazione clinicamente rilevante con medicinali comunemente utilizzati nei pazienti con IMA e utilizzati contemporaneamente a tenecteplase. Il rischio di emorragie prima, durante o dopo la terapia di tenecteplase, può aumentare con l’uso di medicinali che influenzano la coagulazione o che alterano la funzione delle piastrine (per esempio ticlopidina, clopidogrel, LMWH). L’uso concomitante degli antagonisti del GPIIb/IIIa aumenta il rischio di sanguinamento.
Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza L’emorragia è un effetto indesiderato molto comune associato all’uso di tenecteplase. L’emorragia nel luogo di iniezione è principalmente di grado superficiale. Comunemente si osservano ecchimosi ma solitamente non richiedono nessun trattamento specifico. Nei pazienti con ictus (incluso sanguinamento intracranico) ed altri episodi di sanguinamento grave sono state riportate morte ed invalidità permanente. Tabella delle reazioni avverse Le reazioni avverse di seguito elencate sono riportate in accordo alla frequenza ed alla classificazione per sistemi e organi. I raggruppamenti per frequenza sono definiti in accordo alla seguente convenzione: Molto comune (≥1/10), Comune (≥1/100, <1/10), Non comune (≥1/1000, <1/100), Raro (≥1/10000, <1/1000), Molto raro (<1/10000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). La tabella 1 riporta la frequenza delle reazioni avverse.
Classificazione per sistemi e organi | Reazione avversa |
Disturbi del sistema immunitario | |
Raro | Reazione anafilattoide (compreso rash cutaneo, orticaria, broncospasmo, edema laringeo) |
Patologie del sistema nervoso | |
Non comune | Emorragia intracranica (quale emorragia cerebrale, ematoma cerebrale, ictus emorragico, trasformazione emorragica dell’ictus, ematoma intracranico, emorragia subaracnoidea) compresi sintomi associati quali sonnolenza, afasia, emiparesi, convulsioni |
Patologie dell’occhio | |
Non comune | Emorragia oculare |
Patologie cardiache | |
Non comune | Aritmie da riperfusione (quali asistole, aritmia idioventricolare accelerata, aritmia, extrasistole, fibrillazione atriale, blocco atrioventricolare dal grado I fino al completo, bradicardia, tachicardia, aritmia ventricolare, fibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare) si verificano in stretta relazione temporale al trattamento con tenecteplase. Le aritmie da riperfusione possono portare ad arresto cardiaco, possono mettere a rischio la vita e richiedere l’uso di terapie antiaritmiche convenzionali. |
Raro | Emorragia pericardica |
Patologie vascolari | |
Molto comune | Emorragia |
Raro | Embolia (embolizzazione trombotica) |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | |
Comune | Epistassi |
Raro | Emorragia polmonare |
Patologie gastrointestinali | |
Comune | Emorragia gastrointestinale (quale emorragia gastrica, ulcera gastrica emorragica, emorragia rettale, ematemesi, melena, emorragia del cavo orale) |
Non comune | Emorragia retroperitoneale (quale ematoma retroperitoneale) |
Non nota | Nausea, vomito |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |
Comune | Ecchimosi |
Patologie renali e urinarie | |
Comune | Emorragia urogenitale (quale ematuria, emorragia del tratto urinario) |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |
Comune | Emorragia al sito di iniezione, emorragia da puntura |
Esami diagnostici | |
Raro | Diminuzione della pressione arteriosa |
Non nota | Aumento della temperatura corporea |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | |
Non nota | Embolia lipidica che può portare alle corrispondenti conseguenze negli organi coinvolti |
Gravidanza e allattamento
Gravidanza I dati relativi all’uso di Metalyse in donne in gravidanza sono in numero limitato. I dati non clinici ottenuti con tenecteplase hanno mostrato sanguinamento con mortalità secondaria delle madri dovuto all’attività farmacologica nota della sostanza attiva e in alcuni casi si sono verificati aborto e riassorbimento del feto (gli effetti sono stati osservati solo con la somministrazione ripetuta della dose). Tenecteplase non è considerato teratogeno (vedere paragrafo 5.3). Il beneficio del trattamento deve essere valutato rispetto ai rischi potenziali in caso di infarto miocardico durante la gravidanza. Allattamento Non è noto se tenecteplase è escreto nel latte materno. L’allattamento deve essere sospeso entro le prime 24 ore successive alla terapia trombolitica. Fertilità Non sono disponibili dati clinici né studi non clinici sulla fertilità per tenecteplase (Metalyse).
Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 30° C. Tenere il contenitore nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce. Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito, vedere il paragrafo 6.3.