ATC: V09IX02 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: C | Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE |
Presenza Lattosio:
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Medicinale solo per uso diagnostico. Calcolo di una dose terapeutica di iobenguano (131I) a partire da una precedente dose–tracciante. La sensibilità per la visualizzazione diagnostica, e di conseguenza per l’efficacia terapeutica, è diversa in rapporto alle entità patologiche elencate. I feocromocitomi e i neuroblastomi risultano sensibili approssimativamente nel 90% dei pazienti, i carcinoidi nel 70% e i carcinomi midollari della ghiandola tiroide (CMT) solo nel 35%.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
È stato accertato o si presume che i seguenti farmaci possano prolungare o ridurre l’uptake di iobenguano da parte dei tumori della cresta neurale. E’segnalato che la nifedipina (un calcio–antagonista) prolunga la ritenzione di iobenguano. È stata osservata una diminuzione dell’uptake durante regimi terapeutici che hanno comportato la somministrazione di: – Farmaci antiipertensivi quali reserpina, labetalolo, calcio–antagonisti (diltiazem, nifedipina, verapamil) – Agenti simpaticomimetici diretti ed indiretti (ad esempio presenti in decongestionanti nasali quali fenilefrina, efedrina o fenilpropanolamina) – Stimolanti del sistema nervoso centrale come cocaina – Antipsicotici come fenotiazine – Antidepressivi triciclici quali amitriptilina e derivati, imipramina e derivati, doxepina, amoxepina e loxapina. Si ritiene che i seguenti farmaci inibiscano l’uptake di iobenguano, sebbene ciò non sia stato ancora dimostrato: – Antiipertensivi che agiscono attraverso un blocco dei neuroni adrenergici (betanidina, debrisoquina, bretilio e guanetidina); – Farmaci bloccanti i recettori alfa – Antidepressivi quali maprotilina e trazolone – Sedativi antistaminici e analgesici oppioidi La somministrazione di questi farmaci deve essere interrotta prima del trattamento (di solito per cinque emivite biologiche).
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
1 ml di soluzione iniettabile contiene: Principio attivo: Iobenguano (131I): 9,25 MBq alla data e ora di calibrazione. La radioattività specifica è non meno di 20 GBq di iodio–131 per grammo di iobenguano base. Riassunto delle caratteristiche fisiche dell’isotopo radioattivo nella sostanza attiva: Iodio–131: emivita fisica 8,02 giorni. Le più importanti emissioni di radiazioni sono elencate sotto:
Livello energetico | Abbondanza (%) |
β–247 keV | 1,8 |
β–334 keV | 7,2 |
β–606 keV | 89,7 |
β–806 keV | 0,7 |
γ 365 keV | 81,7 |
γ 637 keV | 7,2 |
γ 284 keV | 6,1 |
Controindicazioni
– Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. – Gravidanza – Allattamento – Questo medicinale contiene alcool benzilico: 10 mg/ml. Pertanto è controindicato nei neonati prematuri o nei neonati.
Posologia
Posologia Lo iobenguano (131I) è somministrato secondo lo schema di dosaggio di seguito riportato. Occorre tenere presente che la tecnica di acquisizione, per esempio l’uso di gamma camera ad alta sensibilità può influenzare la posologia. Adulti L’attività minima da somministrare è 20 MBq e la dose massima da non superare è 40 MBq. Pazienti anziani Non è richiesto un particolare schema di dosaggio per i pazienti anziani. Popolazione pediatrica L’uso di questo medicinale è controindicato nei neonati prematuri e nei neonati (vedere paragrafo 4.3). Non sono disponibili studi clinici adeguati e controllati in bambini e adolescenti, pertanto l’utilizzo in tali fasce di età deve essere riservato a casi in cui sia assolutamente indispensabile. L’utilizzo in bambini e adolescenti deve essere attentamente giustificato sulla base delle necessità cliniche e valutando il rapporto rischio/beneficio in questo gruppo di pazienti. L’attività da somministrare ai bambini può essere calcolata dall’intervallo di attività raccomandato per gli adulti ed adattato in accordo con il peso corporeo o con la superficie corporea. Pertanto, il Paediatric Task Group dell’European Association Nuclear Medicine (EANM, 1990) ha fornito una raccomandazione secondo cui l’attività da somministrare ad un bambino può essere calcolata in base al peso corporeo, in accordo con la seguente tabella:
3 kg = 0,1 | 22 kg = 0,50 | 42 kg = 0,78 |
4 kg = 0,14 | 24 kg = 0,53 | 44 kg = 0,80 |
6 kg = 0,19 | 26 kg = 0,56 | 46 kg = 0,82 |
8 kg = 0,23 | 28 kg = 0,58 | 48 kg = 0,85 |
10 kg = 0,27 | 30 kg = 0,62 | 50 kg = 0,88 |
12 kg = 0,32 | 32 kg = 0,65 | 52–54 kg = 0,90 |
14 kg = 0,36 | 34 kg = 0,68 | 56–58 kg = 0,92 |
16 kg = 0,40 | 36 kg = 0,71 | 60–62 kg = 0,96 |
18 kg = 0,44 | 38 kg = 0,73 | 64–66 kg = 0,98 |
20 kg = 0,46 | 40 kg = 0,76 | 68 kg = 0,99 |
Avvertenze e precauzioni
Potenziale di ipersensibilità o reazioni anafilattiche Se si verificano reazioni di ipersensibilità o anafilattiche, la somministrazione del medicinale deve essere sospesa immediatamente e, se necessario, deve essere istituito un trattamento endovenoso. Per assicurare un immediato intervento di emergenza, devono essere prontamente disponibili i medicinali e le apparecchiature necessari, ad esempio tubo endotracheale e respiratore. Giustificazione del rapporto rischio/beneficio individuale Per ciascun paziente, l’esposizione a radiazioni ionizzanti deve essere giustificata sulla base del possibile beneficio. L’attività somministrata deve essere in ogni caso la più bassa ragionevolmente raggiungibile per ottenere le informazioni diagnostiche richieste. Danno renale In questi pazienti è richiesta una attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio poiché è possibile un aumento dell’esposizione alle radiazioni. Popolazione pediatrica Per informazioni sull’uso nei pazienti pediatrici, vedere paragrafo 4.2. In base ad una dosimetria più favorevole, si deve considerare che lo iobenguano (123I) è il radiofarmaco di scelta per uso diagnostico nei bambini (European Association Nuclear Medicine, EANM). Preparazione del paziente I pazienti devono essere ben idratati prima di iniziare l’esame e invitati a vuotare la vescica il più spesso possibile durante le prime ore successive all’esecuzione della procedura diagnostica al fine di ridurre la radiazione. Medicinali che possono interferire con l’uptake e la ritenzione dello iobenguano (131I) devono essere interrotti prima del trattamento (vedere paragrafo 4.5). Quando viene programmata una somministrazione a scopo diagnostico per un feocromocitoma, si deve tenere in considerazione l’interferenza della terapia per il controllo dell’ipertensione con l’uptake di iobenguano (131I) (vedere paragrafo 4.5). La terapia incompatibile deve essere interrotta almeno 2 settimane prima della somministrazione programmata a scopo diagnostico. Se necessario, il propranololo può invece essere utilizzato. Il blocco della tiroide viene iniziato 24–48 ore prima della somministrazione dello iobenguano (131I) e continuato per almeno 5 giorni. Il blocco mediante potassio perclorato è ottenuto attraverso la somministrazione di circa 400 mg/die. Il blocco mediante potassio ioduro, potassio iodato o soluzione di Lugol deve essere effettuato con una dose equivalente a 100 mg di iodio/die. In caso di inibizione tiroidea mediante perclorato di potassio occorre tenere conto dei rischi connessi a tale pratica quali l’anemia aplastica. È possibile si renda necessario modificare adeguatamente le dosi per i pazienti che sono stati sottoposti prima del trattamento a somministrazione di farmaci citostatici (ad esempio composti a base di cisplatino) con conseguente riduzione della funzione renale. L’assunzione di iobenguano nei granuli cromaffini, anche se raramente, può causare una rapida secrezione di noradrenalina che può indurre una crisi ipertensiva transitoria. È necessario un costante monitoraggio del paziente durante la somministrazione. Per alcuni pazienti potrebbe essere indicato il monitoraggio dell’ECG e della pressione sanguigna durante la somministrazione. Prima della somministrazione, assicurarsi che siano prontamente disponibili trattamenti cardiaci antipertensivi di emergenza. (131I) iobenguano deve essere somministrato lentamente.é consigliabile ma non obbligatorio eseguire una scintigrafia corporea completa per circa 1 settimana dalla somministrazione al fine di valutare la biodistribuzione della sostanza e determinare quantitativamente l’uptake da parte dei focolai tumorali. I pazienti devono essere ben idratati almeno per le prime 24 ore successive alla somministrazione. La soppressione del midollo osseo può verificarsi a seguito della somministrazione di una dose terapeutica nei pazienti in cui la valutazione diagnostica ha evidenziato un diffuso assorbimento dello iobenguano (131I) nel midollo osseo. Avvertenze specifiche Questo medicinale contiene: – Alcool benzilico: 10 mg/ml. L’alcool benzilico può causare reazioni tossiche e reazioni anafilattiche in lattanti e in bambini fino a 3 anni di età. – Sodio: 0,154 mmol (3,54 mg) di sodio per ml. Dosi che contengono meno di 1 mmole (23 mg) di sodio sono da considerarsi essenzialmente prive di sodio. Le precauzioni riguardanti il pericolo per l’ambiente sono riportate nel paragrafo 6.6.
Interazioni
È stato accertato o si presume che i seguenti farmaci possano prolungare o ridurre l’uptake di iobenguano da parte dei tumori della cresta neurale. E’segnalato che la nifedipina (un calcio–antagonista) prolunga la ritenzione di iobenguano. È stata osservata una diminuzione dell’uptake durante regimi terapeutici che hanno comportato la somministrazione di: – Farmaci antiipertensivi quali reserpina, labetalolo, calcio–antagonisti (diltiazem, nifedipina, verapamil) – Agenti simpaticomimetici diretti ed indiretti (ad esempio presenti in decongestionanti nasali quali fenilefrina, efedrina o fenilpropanolamina) – Stimolanti del sistema nervoso centrale come cocaina – Antipsicotici come fenotiazine – Antidepressivi triciclici quali amitriptilina e derivati, imipramina e derivati, doxepina, amoxepina e loxapina. Si ritiene che i seguenti farmaci inibiscano l’uptake di iobenguano, sebbene ciò non sia stato ancora dimostrato: – Antiipertensivi che agiscono attraverso un blocco dei neuroni adrenergici (betanidina, debrisoquina, bretilio e guanetidina); – Farmaci bloccanti i recettori alfa – Antidepressivi quali maprotilina e trazolone – Sedativi antistaminici e analgesici oppioidi La somministrazione di questi farmaci deve essere interrotta prima del trattamento (di solito per cinque emivite biologiche).
Effetti indesiderati
La tabella seguente riporta gli effetti indesiderati in accordo con la classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA. Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Termine preferito | Frequenza |
Disturbi del sistema immunitario | Reazioni di ipersensibilità, inclusa reazione anafilattoide, ipotensione, rossore, orticaria, nausea e brividi. | Raro |
Patologie vascolari | Ipertensione inclusi episodi acuti di crisi ipertensiva (osservati con l’uso terapeutico di (131I) iobenguano) | Comune |
Gravidanza e allattamento
Donne potenzialmente fertili Quando è necessario somministrare medicinali radioattivi a donne potenzialmente fertili, si devono assumere sempre informazioni su una possibile gravidanza. Ove non sia provato il contrario, qualsiasi donna che abbia saltato un ciclo mestruale deve essere considerata in stato di gravidanza. In caso di dubbi riguardo ad una possibile gravidanza (se la donna ha saltato un ciclo mestruale, se il ciclo mestruale è molto irregolare, ecc.), devono essere proposte alla paziente tecniche alternative che non utilizzino radiazioni ionizzanti. Gravidanza Il medicinale è controindicato nelle donne in stato di gravidanza (vedere paragrafo 4.3). Allattamento Il medicinale è controindicato durante l’allattamento al seno (vedere paragrafo 4.3) Fertilità Non sono stati condotti studi sulla tossicità riproduttiva negli animali (vedere paragrafo 5.3).
Conservazione
Il medicinale deve essere conservato al riparo dalla luce e a temperatura non superiore a 25° C. Non congelare. Conservare nel contenitore originale in piombo. Ogni eventuale residuo deve essere eliminato. I radiofarmaci devono essere conservati in conformità con le normative nazionali relative ai prodotti radioattivi.