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DUAVIVE28CPR 0,45MG+20MG RM

MSD ITALIA Srl

Principio attivo:

€32,20
prezzo indicativo
ATC: G03CC07 Descrizione tipo ricetta:
RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
Presenza Glutine:
Classe 1: C Forma farmaceutica:
COMPRESSE RM
Presenza Lattosio:

DUAVIVE è indicato per: Il trattamento dei sintomi da deficit di estrogeni nelle donne postmenopausali, non isterectomizzate (dopo almeno 12 mesi dall’ultimo ciclo mestruale) per le quali la terapia contenente progestinici non sia appropriata. L’esperienza nel trattamento di donne di età superiore ai 65 anni è limitata.

Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:

I risultati di uno studio clinico d’interazione tra farmaci condotto con DUAVIVE e degli studi d’interazione con EC o bazedoxifene in monoterapia sono riassunti di seguito. Estrogeni coniugati Studi in vitro e in vivo hanno dimostrato che gli estrogeni vengono parzialmente metabolizzati dagli enzimi del citocromo P450, incluso il CYP3A4. Tuttavia, in uno studio clinico d’interazione tra farmaci, la somministrazione ripetuta di 200 mg di itraconazolo, un forte inibitore del CYP3A4, ha avuto effetti minimi sulla farmacocinetica degli EC (in base ai livelli di estrone ed equilina) e del bazedoxifene se somministrato con un’unica dose di EC 0,45 mg/bazedoxifene 20 mg. Il metabolismo degli estrogeni può essere incrementato dall’uso di sostanze che inducono notoriamente l’azione degli enzimi farmaco-metabolizzanti quali gli anticonvulsivanti (ad esempio fenobarbital, fenitoina, carbamazepina) e gli antinfettivi (ad esempio rifampicina, rifabutina, nevirapina, efavirenz). Ritonavir e nelfinavir, sebbene noti come forti inibitori, mostrano al contrario proprietà di induzione se impiegati in concomitanza con ormoni steroidei. Le preparazioni erboristiche contenenti iperico (Hypericum perforatum) possono indurre il metabolismo degli estrogeni. Clinicamente, un aumento del metabolismo degli estrogeni può portare a una riduzione del loro effetto e a cambiamenti del profilo del sanguinamento dell’utero. Bazedoxifene Il bazedoxifene viene metabolizzato da enzimi uridin difosfato glucuronosiltransferasici (UGT) nel tratto intestinale e nel fegato (vedere paragrafo 5.2). Il metabolismo del bazedoxifene può essere incrementato dall’uso concomitante di sostanze note per indurre gli UGT, quali rifampicina, fenobarbital, carbamazepina e fenitoina, e questo può portare a una minore concentrazione sistemica del bazedoxifene. Una riduzione dell’esposizione al bazedoxifene può essere associata a un aumento del rischio di iperplasia dell’endometrio. Se compaiono metrorragie da interruzione o perdite dopo qualche tempo dall’inizio della terapia, o se si protraggono dopo che il trattamento è stato interrotto, si dovrà accertarne la causa, con esami che potranno comprendere una biopsia dell’endometrio per escludere la presenza di tumore maligno (vedere paragrafo 4.4). Il bazedoxifene non è soggetto o è soggetto solo minimamente al metabolismo mediato dal citocromo P450 (CYP). Il bazedoxifene non induce né inibisce l’attività dei principali isoenzimi del CYP ed è improbabile che interagisca con medicinali somministrati in concomitanza per effetto del metabolismo mediato dal CYP. Non sono state rilevate interazioni farmacocinetiche significative tra il bazedoxifene e i seguenti medicinali: ibuprofene, atorvastatina e azitromicina o un antiacido contenente idrossidi di alluminio e magnesio. Sulla base delle caratteristiche di legame del bazedoxifene con le proteine plasmatiche in vitro, le interazioni con warfarin, digossina o diazepam sono improbabili.

Scheda tecnica (RCP) Composizione:

Ogni compressa a rilascio modificato contiene 0,45 mg di estrogeni coniugati e bazedoxifene acetato equivalente a 20 mg di bazedoxifene. Eccipienti con effetti noti: Ogni compressa a rilascio modificato contiene 96,9 mg di saccarosio (comprende 0,7 mg di saccarosio sotto forma di saccarosio monopalmitato), 59,8 mg di lattosio (monoidrato) e 0,2 mg di maltitolo liquido. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

- Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. - Cancro della mammella accertato, sospetto o pregresso. - Tumori maligni estrogeno-dipendenti accertati, pregressi o sospetti (ad es. cancro dell’endometrio). - Sanguinamento genitale non diagnosticato. - Iperplasia dell’endometrio non trattata. - Tromboembolia venosa in atto o pregressa (ad es. trombosi venosa profonda, embolia polmonare e trombosi della vena retinica). - Disturbi trombofilici accertati (ad es. deficit di proteina C, di proteina S o di antitrombina, vedere paragrafo 4.4). - Malattia tromboembolica arteriosa in atto o pregressa (ad es. infarto miocardico, ictus). - Epatopatia acuta o anamnesi di epatopatia nel caso in cui le prove di funzionalità epatica non siano tornate alla normalità. - DUAVIVE è indicato esclusivamente nelle donne postmenopausali e non deve essere assunto da donne in età fertile (vedere paragrafi 4.6 e 5.3). - Porfiria.

Posologia

Posologia Per l’inizio e il proseguimento del trattamento dei sintomi postmenopausali deve essere impiegata la dose minima efficace per la più breve durata possibile (vedere paragrafo 4.4).La dose raccomandata di DUAVIVE è di 0,45 mg di estrogeni coniugati (EC) e 20 mg di bazedoxifene da assumere sotto forma di una singola compressa orale, una volta al giorno. Se una compressa viene dimenticata, dovrà essere assunta appena la paziente se ne ricorda. La terapia dovrà quindi essere continuata come prima. Se si è dimenticata più di una compressa, si dovrà assumere solo la più recente; la paziente non dovrà assumere il doppio della dose normale per compensare le compresse dimenticate. Popolazioni speciali AnzianiDUAVIVE non è stato studiato in donne di età superiore ai 75 anni. In base ai dati disponibili non è necessario nessun adattamento del dosaggio in funzione dell’età (vedere paragrafo 5.2). L’esperienza nel trattamento di donne di età superiore ai 65 anni è limitata. Danno renale La farmacocinetica degli EC/bazedoxifene non è stata valutata in pazienti che presentano danno renale. L’impiego in questa popolazione non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Compromissione epatica La sicurezza e l’efficacia degli EC/bazedoxifene non sono state valutate in pazienti che presentano compromissione epatica. L’impiego in questa popolazione è controindicato (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2). Popolazione pediatrica L’impiego di DUAVIVE nella popolazione pediatrica non è rilevante. Modo di somministrazione Uso orale. DUAVIVE può essere assunto a qualsiasi ora del giorno, a prescindere dai pasti (vedere paragrafo 5.2). Le compresse devono essere ingerite intere.

Avvertenze e precauzioni

Nel trattamento dei sintomi postmenopausali, la terapia con DUAVIVE deve essere iniziata esclusivamente per sintomi che influenzano negativamente la qualità della vita. In tutti i casi, dovrà essere effettuata un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici almeno una volta all’anno e il trattamento dovrà essere proseguito solo nel caso in cui i benefici superino i rischi. Le donne che assumono DUAVIVE non devono assumere progestinici, altri estrogeni o modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni (SERM, selective oestrogen receptor modulator). DUAVIVE non è stato studiato nel trattamento della menopausa precoce. Esame medico/follow up Prima di iniziare o riprendere il trattamento con DUAVIVE, si deve raccogliere un’anamnesi personale e familiare completa. L’esame obiettivo (comprendente pelvi e mammelle) deve essere guidato dall’anamnesi e dalle controindicazioni e avvertenze per l’impiego. Durante il trattamento, si raccomanda di effettuare controlli periodici di natura e frequenza modulate sulle necessità della singola paziente. Le donne devono essere informate circa le modificazioni delle mammelle da segnalare al medico o all’infermiere (vedere di seguito ’Cancro della mammella’). Dovranno essere effettuati esami diagnostici, compresi opportuni esami di imaging quali la mammografia, in conformità alle procedure di screening attualmente accettate, modificate in funzione delle necessità cliniche della singola paziente. Condizioni che necessitano di monitoraggio Se è presente una qualsiasi delle seguenti condizioni, se si è verificata in precedenza e/o si è aggravata durante la gravidanza o trattamenti ormonali precedenti, la paziente dovrà essere monitorata attentamente. Si deve tenere presente che queste condizioni potrebbero ripresentarsi o aggravarsi durante il trattamento con DUAVIVE, in particolare: - Leiomioma (fibromi dell’utero) o endometriosi - Fattori di rischio per disturbi tromboembolici (vedere di seguito) - Fattori di rischio per tumori estrogeno-dipendenti, ad esempio ereditarietà di 1° grado per il cancro della mammella - Ipertensione - Patologie epatiche (ad esempio adenoma del fegato) - Diabete mellito con o senza coinvolgimento vascolare - Colelitiasi - Emicrania o (grave) cefalea - Lupus eritematoso sistemico - Anamnesi di iperplasia dell’endometrio (vedere di seguito) - Epilessia - Asma - Otosclerosi Motivi per un’immediata sospensione della terapia La terapia deve essere interrotta nel caso in cui venga scoperta una controindicazione (ad esempio tromboembolia venosa, ictus e gravidanza) e nelle seguenti situazioni: - Ittero o deterioramento della funzionalità epatica - Aumento significativo della pressione arteriosa - Nuova insorgenza di cefalea tipo emicrania Iperplasia e carcinoma dell’endometrio Nelle donne con utero intatto, il rischio di iperplasia e di carcinoma dell’endometrio aumenta in seguito alla somministrazione di soli estrogeni per periodi prolungati. L’aumento del rischio di cancro dell’endometrio segnalato tra le utilizzatrici di soli estrogeni è da 2 a 12 volte superiore rispetto alle non utilizzatrici, a seconda della durata del trattamento e della dose degli estrogeni. Dopo l’interruzione del trattamento il rischio può restare elevato per almeno 10 anni. Le donne che assumono DUAVIVE non devono assumere altri estrogeni perché questo potrebbe aumentare il rischio di iperplasia dell’endometrio e di carcinoma dell’endometrio. L’aggiunta di bazedoxifene in DUAVIVE riduce il rischio di iperplasia dell’endometrio, che può essere un precursore del carcinoma dell’endometrio. Durante il trattamento si potrebbero verificare metrorragie da interruzione o perdite. Se le metrorragie da interruzione o le perdite si presentano dopo qualche tempo dall’inizio della terapia o continuano dopo che la terapia è stata interrotta, se ne dovrà accertare la causa, con esami che potrebbero comprendere una biopsia dell’endometrio per escludere la presenza di tumore maligno endometriale. Cancro della mammella L’evidenza generale suggerisce un possibile aumento del rischio di cancro della mammella nelle donne che assumono una terapia a base di soli estrogeni; l’aumento del rischio dipende dalla durata della terapia. Lo studio Women’s Health Initiative (WHI) non ha riscontrato nessun aumento del rischio di cancro della mammella in donne isterectomizzate che assumono una terapia a base di soli estrogeni. Gli studi osservazionali hanno segnalato principalmente un leggero aumento del rischio di diagnosi di cancro della mammella, che è significativamente inferiore rispetto a quello riscontrato nelle donne che assumono associazioni di estrogeno-progestinico (vedere paragrafo 4.8). L’aumento del rischio diventa evidente entro qualche anno di impiego, ma ritorna a livelli basali entro alcuni anni (al massimo cinque) dall’interruzione del trattamento. L’effetto di DUAVIVE sul rischio di cancro della mammella non è noto. Cancro dell’ovaio Il cancro dell’ovaio è molto più raro del cancro della mammella. L’evidenza epidemiologica derivata da una vasta meta-analisi indica un leggero aumento del rischio nelle donne che assumono una terapia ormonale sostitutiva a base di soli estrogeni, che si manifesta entro 5 anni di utilizzo e si riduce con il tempo dopo l’interruzione. Alcuni altri studi, incluso lo studio WHI, suggeriscono che l’uso di una terapia ormonale sostitutiva combinata può essere associato a un rischio simile o leggermente inferiore (vedere paragrafo 4.8). L’effetto di DUAVIVE sul rischio di cancro dell’ovaio non è noto. Tromboembolia venosa (TEV) Nel corso di studi clinici durati fino a 2 anni, condotti in donne postmenopausali con EC/bazedoxifene, sono stati segnalati casi di TEV (vedere paragrafo 4.8). Se si dovesse verificare o sospettare un evento di TEV, DUAVIVE dovrà essere interrotto immediatamente. I SERM (compreso il bazedoxifene) e gli estrogeni determinano individualmente un aumento del rischio di TEV (vedere paragrafo 4.8). La terapia ormonale è associata a un aumento di 1,3-3 volte del rischio di sviluppo di TEV. La comparsa di un tale evento è più probabile nel primo anno di terapia ormonale sostitutiva che successivamente (vedere paragrafo 4.8). Le pazienti affette da condizioni trombofiliche sono soggette a un rischio maggiore di TEV e la terapia ormonale può aumentare tale rischio. L’impiego di DUAVIVE è controindicato in queste pazienti (vedere paragrafo 4.3). I fattori di rischio generalmente riconosciuti per la TEV comprendono impiego di estrogeni, età avanzata, intervento chirurgico maggiore, immobilizzazione prolungata, obesità (IMC > 30 kg/m²), periodo della gravidanza/postparto, lupus eritematoso sistemico (LES) e cancro. Non esiste unanimità relativamente al possibile ruolo delle vene varicose nella TEV. Come per tutti i pazienti postoperatori, devono essere prese in considerazione misure profilattiche per prevenire l’insorgenza di TEV in seguito a un intervento chirurgico. Se si prevede un’immobilizzazione prolungata a seguito di chirurgia elettiva, si raccomanda di sospendere temporaneamente l’impiego di DUAVIVE da 4 a 6 settimane prima. Il trattamento non dovrà ricominciare fino a quando la paziente non avrà riacquistato una completa mobilità. Inoltre, alle donne che assumono DUAVIVE deve essere consigliato di fare periodicamente del movimento durante i viaggi che comportino un’immobilizzazione prolungata. Alle donne che non presentano anamnesi personale di TEV, ma che hanno un parente di primo grado con anamnesi di trombosi in giovane età, può essere proposto uno screening dopo un attento counselling sulle limitazioni dello stesso (solo una parte dei difetti trombofilici viene identificata dallo screening). Se si identifica un difetto trombofilico correlato alla trombosi in membri della famiglia o se il difetto è "grave" (ad esempio deficit di antitrombina, di proteina S, di proteina C o una combinazione di difetti) la terapia ormonale è controindicata. Per le donne che seguono già una terapia anticoagulante cronica è necessaria un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici della terapia ormonale. Se dopo l’inizio della terapia si dovesse verificare o sospettare un evento di TEV, DUAVIVE dovrà essere interrotto immediatamente. Le donne devono essere avvisate di contattare immediatamente il medico se avvertono un potenziale sintomo tromboembolico (ad es. tumefazione dolorosa di una gamba, improvviso dolore al torace, dispnea). Malattia coronarica Studi controllati randomizzati non hanno mostrato evidenza di protezione dall’infarto miocardico nelle donne affette o meno da malattia coronarica, trattate con terapia a base di soli estrogeni. Dati randomizzati controllati non hanno indicato un aumento del rischio di malattia coronarica nelle donne isterectomizzate che utilizzano una terapia a base di soli estrogeni. Ictus ischemico La terapia a base di soli estrogeni è associata a un aumento fino a 1,5 volte del rischio di ictus ischemico. Il rischio relativo non cambia con l’età o il tempo trascorso dalla menopausa. Tuttavia, poiché il rischio di ictus al basale è fortemente dipendente dall’età, il rischio complessivo per le donne che assumono una terapia ormonale aumenterà con l’età (vedere paragrafo 4.8). L’effetto di DUAVIVE sul rischio di ictus non è noto. Se si dovesse verificare o sospettare un ictus, DUAVIVE dovrà essere interrotto immediatamente (vedere paragrafo 4.3). Altre condizioni - Gli estrogeni possono causare ritenzione di liquidi e quindi le pazienti affette da disfunzione cardiaca o renale devono essere monitorate attentamente durante il trattamento con DUAVIVE. - Le pazienti affette da insufficienza renale terminale devono essere strettamente controllate perché ci si aspetta che il livello dei componenti estrogenici circolanti di DUAVIVE sarà maggiore. L’impiego in questa popolazione non è raccomandato (vedere paragrafi 4.2 e 5.2). - Le donne con ipertrigliceridemia pre-esistente dovranno essere seguite attentamente durante il trattamento con estrogeni perché sono stati segnalati rari casi di forti aumenti dei trigliceridi plasmatici, che hanno portato a sviluppo di pancreatite con la terapia estrogenica in presenza di questa condizione. L’associazione EC/bazedoxifene non è stata studiata in donne con livelli basali di trigliceridi >300 mg/dl (>3,4 mmol/l). Nel corso di studi clinici durati fino a 2 anni, l’uso di EC/bazedoxifene è stato associato a un aumento della concentrazione di trigliceridi sierici di circa il 16% al mese 12 e del 20% al mese 24 rispetto al basale. Di conseguenza, occorre prendere in considerazione l’effettuazione del monitoraggio annuale dei livelli di trigliceridi sierici. - L’uso di EC/bazedoxifene non è stato studiato in pazienti con funzionalità epatica ridotta (vedere paragrafi 4.2 e 5.2) o anamnesi di ittero colestatico. Gli estrogeni potrebbero essere scarsamente metabolizzati nelle donne con funzionalità epatica ridotta. Nelle donne con anamnesi di ittero colestatico associato a uso pregresso di estrogeni o a gravidanza si dovrà prestare cautela e, in caso di recidiva, DUAVIVE dovrà essere interrotto. - Nel corso di studi clinici con EC/bazedoxifene sono stati segnalati casi di colecistite (<1%). È stato segnalato un aumento da 2 a 4 volte del rischio di colecistopatia con necessità di intervento chirurgico in donne postmenopausali che assumevano estrogeni (vedere paragrafo 4.8). - Gli estrogeni determinano un aumento della globulina di legame tiroidea (TBG, thyroid binding globulin), che causa un incremento dell’ormone tiroideo totale circolante, misurato in termini di iodio legato alle proteine (PBI, protein-bound iodine), livelli di T4 (mediante colonna o dosaggio radioimmunologico) o livelli di T3 (mediante dosaggio radioimmunologico). La captazione di T3 su resina è ridotta e riflette l’elevata globulina di legame tiroidea. Le concentrazioni di T4 e di T3 liberi sono inalterate. Possono risultare elevati i livelli sierici di altre proteine di legame, quali la globulina legante i corticosteroidi (CBG, corticoid binding globulin) e la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG, sex-hormone-binding globulin), che determinano un aumento rispettivamente dei corticosteroidi e degli ormoni sessuali circolanti. Le concentrazioni degli ormoni liberi o biologicamente attivi sono invariate. Altre proteine plasmatiche possono risultare aumentate (angiotensinogeno/substrato della renina, alfa-1 antitripsina, ceruloplasmina). L’impiego di una terapia a base di estrogeni non migliora le funzioni cognitive. Esistono alcune evidenze di un aumento del rischio di probabile demenza nelle donne che iniziano l’impiego di una terapia continuata a base di soli estrogeni a un’età superiore ai 65 anni. L’effetto di DUAVIVE sul rischio di demenza non è noto. DUAVIVE contiene lattosio, saccarosio, glucosio (in polidestrosio e maltitolo liquido) e sorbitolo (in polidestrosio). Le pazienti che soffrono di rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, di deficit di Lapp lattasi, di intolleranza al fruttosio, di malassorbimento di glucosio-galattosio o di deficit della sucrasi-isomaltasi non devono assumere questo medicinale.

Interazioni

I risultati di uno studio clinico d’interazione tra farmaci condotto con DUAVIVE e degli studi d’interazione con EC o bazedoxifene in monoterapia sono riassunti di seguito. Estrogeni coniugati Studi in vitro e in vivo hanno dimostrato che gli estrogeni vengono parzialmente metabolizzati dagli enzimi del citocromo P450, incluso il CYP3A4. Tuttavia, in uno studio clinico d’interazione tra farmaci, la somministrazione ripetuta di 200 mg di itraconazolo, un forte inibitore del CYP3A4, ha avuto effetti minimi sulla farmacocinetica degli EC (in base ai livelli di estrone ed equilina) e del bazedoxifene se somministrato con un’unica dose di EC 0,45 mg/bazedoxifene 20 mg. Il metabolismo degli estrogeni può essere incrementato dall’uso di sostanze che inducono notoriamente l’azione degli enzimi farmaco-metabolizzanti quali gli anticonvulsivanti (ad esempio fenobarbital, fenitoina, carbamazepina) e gli antinfettivi (ad esempio rifampicina, rifabutina, nevirapina, efavirenz). Ritonavir e nelfinavir, sebbene noti come forti inibitori, mostrano al contrario proprietà di induzione se impiegati in concomitanza con ormoni steroidei. Le preparazioni erboristiche contenenti iperico (Hypericum perforatum) possono indurre il metabolismo degli estrogeni. Clinicamente, un aumento del metabolismo degli estrogeni può portare a una riduzione del loro effetto e a cambiamenti del profilo del sanguinamento dell’utero. Bazedoxifene Il bazedoxifene viene metabolizzato da enzimi uridin difosfato glucuronosiltransferasici (UGT) nel tratto intestinale e nel fegato (vedere paragrafo 5.2). Il metabolismo del bazedoxifene può essere incrementato dall’uso concomitante di sostanze note per indurre gli UGT, quali rifampicina, fenobarbital, carbamazepina e fenitoina, e questo può portare a una minore concentrazione sistemica del bazedoxifene. Una riduzione dell’esposizione al bazedoxifene può essere associata a un aumento del rischio di iperplasia dell’endometrio. Se compaiono metrorragie da interruzione o perdite dopo qualche tempo dall’inizio della terapia, o se si protraggono dopo che il trattamento è stato interrotto, si dovrà accertarne la causa, con esami che potranno comprendere una biopsia dell’endometrio per escludere la presenza di tumore maligno (vedere paragrafo 4.4). Il bazedoxifene non è soggetto o è soggetto solo minimamente al metabolismo mediato dal citocromo P450 (CYP). Il bazedoxifene non induce né inibisce l’attività dei principali isoenzimi del CYP ed è improbabile che interagisca con medicinali somministrati in concomitanza per effetto del metabolismo mediato dal CYP. Non sono state rilevate interazioni farmacocinetiche significative tra il bazedoxifene e i seguenti medicinali: ibuprofene, atorvastatina e azitromicina o un antiacido contenente idrossidi di alluminio e magnesio. Sulla base delle caratteristiche di legame del bazedoxifene con le proteine plasmatiche in vitro, le interazioni con warfarin, digossina o diazepam sono improbabili.

Effetti indesiderati

Riepilogo del profilo di sicurezza La sicurezza degli EC/bazedoxifene è stata valutata in 4.868 pazienti postmenopausali che hanno preso parte a 5 studi di fase 3. Tra queste, 1.585 donne sono state trattate con EC 0,45 mg/bazedoxifene 20 mg e 1.241 con placebo. È stata valutata l’esposizione a lungo termine a EC/bazedoxifene per un massimo di 2 anni; 3.322 donne sono state esposte a EC/bazedoxifene per almeno 1 anno e 1.999 sono state esposte per 2 anni. L’evento avverso segnalato più comunemente è stato il dolore addominale, che si è presentato in oltre il 10% delle pazienti degli studi clinici. Raramente (meno di 1 caso ogni 1.000 pazienti) possono verificarsi eventi tromboembolici venosi seri. Elenco in formato tabulare delle reazioni avverse La tabella che segue riporta le reazioni avverse osservate con EC/bazedoxifene (n = 3.168) durante studi clinici controllati con placebo. Le reazioni avverse sono state classificate come molto comuni (≥ 1/10); comuni (≥ 1/100, < 1/10), non comuni (≥ 1/1.000, < 1/100) o rare (≥ 1/10.000, <1/1.000).

Classificazione per sistemi e organi Frequenza della comparsa delle reazioni avverse
Molto comune Comune Non comune Rara
Infezioni ed infestazioni   Candidiasi vulvovaginale    
Patologie vascolari       Eventi tromboembolici venosi (comprese embolia polmonare, trombosi della vena retinica, trombosi venosa profonda e tromboflebite).
Patologie gastrointestinali Dolore addominale Costipazione; diarrea; nausea    
Patologie epatobiliari     Colecistite  
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo   Spasmi muscolari    
Esami diagnostici   Trigliceridi ematici aumentati    
Descrizione di determinate reazioni avverse Rischio di cancro della mammella Il rischio di cancro della mammella associato all’impiego di soli estrogeni è segnalato in diversi studi. Qualsiasi aumento di rischio per coloro che utilizzano una terapia a base di soli estrogeni è notevolmente inferiore rispetto a quello che si osserva in coloro che impiegano associazioni di estrogeno-progestinico. Il livello del rischio dipende dalla durata di utilizzo (vedere paragrafo 4.4). Sono presentati i risultati del maggiore studio randomizzato controllato con placebo (studio WHI) e del maggiore studio epidemiologico (Million Women Study, MWS). Braccio con trattamento con soli estrogeni (ET) dello studio WHI negli Stati Uniti - rischio aggiuntivo di cancro della mammella dopo 5 anni di utilizzo
Intervallo di età (anni) Incidenza su 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di 5 anni Rapporto di rischio e IC al 95% Casi aggiuntivi su 1.000 donne nel braccio ET in un periodo di 5 anni (IC al 95%)
Solo estrogeni coniugati equini
50-79 21 0,8 (0,7-1,0) -4 (-6-0)*
*Studio WHI in donne isterectomizzate, che non hanno mostrato un aumento del rischio di cancro della mammella Studio MWS (braccio di trattamento con solo estradiolo) - rischio aggiuntivo stimato di cancro della mammella dopo 5 anni di utilizzo
Intervallo di età (anni) Casi aggiuntivi su 1.000 donne mai trattate con terapia ormonale sostitutiva in un periodo di 5 anni* Rapporto di rischio# Casi aggiuntivi su 1.000 donne nel braccio ET in un periodo di 5 anni (IC al 95%)
Solo estradiolo
50-65 9-12 1,2 1-2 (0-3)
* Dato preso dai tassi basali di incidenza nei paesi sviluppati # Rapporto di rischio globale. Il rapporto di rischio non è costante, ma aumenta in funzione della durata di utilizzo. Rischio di cancro dell’endometrio Donne postmenopausali non isterectomizzate Il rischio di cancro dell’endometrio è di circa 5 casi su 1.000 donne non isterectomizzate che non utilizzano una terapia ormonale sostitutiva. Nelle donne non isterectomizzate, l’impiego di terapia ormonale sostitutiva a base di soli estrogeni non è raccomandata perché determina un aumento del rischio di cancro dell’endometrio (vedere paragrafo 4.4). A seconda della durata della terapia con solo estrogeno e della dose impiegata, l’aumento del rischio di cancro dell’endometrio negli studi epidemiologici variava tra i 5 e i 55 casi supplementari diagnosticati ogni 1.000 donne di età compresa tra 50 e 65 anni. DUAVIVE contiene bazedoxifene, che riduce il rischio di iperplasia dell’endometrio, che si può presentare con l’impiego di soli estrogeni (vedere paragrafo 4.4). L’iperplasia dell’endometrio potrebbe essere un precursore del cancro dell’endometrio. Cancro dell’ovaio L’impiego di terapia ormonale sostitutiva a base di soli estrogeni è stato associato a un leggero aumento del rischio di diagnosi di cancro dell’ovaio (vedere paragrafo 4.4). Una meta-analisi di 52 studi epidemiologici ha riscontrato un aumento del rischio di cancro dell’ovaio nelle donne in trattamento con una terapia ormonale sostitutiva rispetto alle donne che non ne avevano mai fatto uso (RR 1,43, IC al 95% 1,31-1,56). Nelle donne di età compresa tra 50 e 54 anni, l’assunzione di un trattamento ormonale sostitutivo di 5 anni determina circa 1 diagnosi aggiuntiva su 2.000 donne trattate. Nelle donne di età compresa tra 50 e 54 anni che non seguono una terapia ormonale sostitutiva, circa 2 donne su 2.000 riceveranno una diagnosi di cancro dell’ovaio nell’arco di 5 anni. Rischio di tromboembolia venosa Nello studio sul trattamento dell’osteoporosi con bazedoxifene (età media = 66,5 anni), il tasso di TEV su 1.000 anni-donna durante il periodo dello studio della durata di 3 anni è stato di 2,86 nel gruppo del bazedoxifene (20 mg) e di 1,76 nel gruppo del placebo; durante il periodo dello studio della durata di 5 anni è stato di 2,34 nel gruppo del bazedoxifene (20 mg) e 1,56 nel gruppo del placebo. Dopo 7 anni il tasso di TEV su 1.000 anni-donna è stato di 2,06 nel gruppo del bazedoxifene (20 mg) e di 1,36 nel gruppo del placebo. È noto che gli estrogeni determinano un aumento del rischio di TEV (vedere paragrafo 4.4). La comparsa di tale reazione è più probabile nel primo anno di trattamento. Di seguito sono riassunti i dati provenienti dai maggiori studi randomizzati: Studi WHI, braccio di trattamento con soli estrogeni - rischio aggiuntivo di TEV su 5 anni di utilizzo
Intervallo di età (anni) Incidenza su 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di 5 anni Rapporto di rischio e IC al 95% Casi aggiuntivi su 1.000 donne nel braccio ET
Solo estrogeni orali*
50-59 7 1,2 (0,6-2,4) 1 (-3-10)
*studio su donne isterectomizzate Rischio di ictus ischemico La terapia a base di soli estrogeni è associata a un rischio relativo di ictus ischemico fino a 1,5 volte superiore. Tale rischio relativo non è dipendente dall’età o dalla durata di utilizzo, ma poiché il rischio al basale dipende fortemente dall’età, il rischio globale di ictus nelle donne che assumono una terapia a base di estrogeni aumenterà con l’età (vedere paragrafo 4.4). Il rischio aggiuntivo di ictus ischemico su un periodo di cinque anni di utilizzo è stato valutato nel corso del più grande studio randomizzato su donne isterectomizzate (WHI) di età compresa tra 50 e 59 anni. Studi WHI combinati - rischio aggiuntivo di ictus ischemico* in 5 anni di utilizzo
Intervallo di età (anni) Incidenza su 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di 5 anni Rapporto di rischio e IC al 95% Casi aggiuntivi su 1.000 utilizzatrici di terapia ormonale sostitutiva in un periodo di 5 anni
50-59 8 1,3 (1,1-1,6) 3 (1-5)
*non è stata effettuata alcuna differenziazione tra ictus ischemico ed emorragico. Reazioni avverse segnalate durante il trattamento con EC e/o bazedoxifene in monoterapia Le reazioni avverse sono state classificate come molto comuni (≥ 1/10), comuni (≥ 1/100, < 1/10), non comuni (≥ 1/1.000, < 1/100), rare (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto rare (< 1/10.000), non note (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Reazioni avverse osservate durante il trattamento con EC in monoterapia.
Classificazione per sistemi e organi Frequenza della comparsa delle reazioni avverse
Comune Non comune Rara Molto rara
Infezioni ed infestazioni   Vaginite    
Tumori benigni, maligni e non specificati (compresi cisti e polipi)     Potenziamento della crescita di meningioma benigno; mastopatia fibrocistica Ingrandimento di emangioma epatico
Disturbi del sistema immunitario   Ipersensibilità Angioedema; reazioni anafilattiche/ana filattoidi; orticaria  
Disturbi del metabolismo e della nutrizione     Intolleranza al glucosio Esacerbazione della porfiria; ipocalcemia (in pazienti con malattia che può predisporre a grave ipocalcemia)
Disturbi psichiatrici   Demenza; depressione; umore alterato; variazioni della libido Irritabilità  
Patologie del sistema nervoso   Emicrania; cefalea; capogiro; nervosismo Esacerbazione dell’epilessia Esacerbazione della corea
Patologie dell’occhio.   Intolleranza a lenti a contatto    
Patologie cardiache     Infarto miocardico  
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche     Esacerbazione dell’asma  
Patologie gastrointestinali   Nausea Pancreatite; colite ischemica; vomito  
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopecia Irsutismo; eruzione cutanea; prurito; cloasma   Eritema multiforme; eritema nodoso
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Artralgia; crampi alla gamba      
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Dolore, dolorabilità, ingrandimento e secrezioni mammarie; leucorrea Variazioni dell’ectropion e delle secrezioni della cervice Dolore pelvico  
Esami diagnostici Variazioni ponderali (aumento o diminuzione)     Aumenti della pressione arteriosa
Reazioni avverse osservate durante il trattamento con bazedoxifene in monoterapia
Classificazione per sistemi e organi Frequenza della comparsa delle reazioni avverse
Molto comune Comune Non comune Non nota
Disturbi del sistema immunitario   Ipersensibilità    
Patologie del sistema nervoso   Sonnolenza    
Patologie dell’occhio.     Trombosi della vena retinica Disturbi della vista/Eventi oculari*
Patologie cardiache       Palpitazioni
Patologie vascolari Vampata di calore   Trombosi venosa profonda, tromboflebite superficiale  
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche     Embolia polmonare  
Patologie gastrointestinali   Bocca secca    
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Orticaria, eruzione cutanea, prurito    
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Spasmi muscolari (compresi crampi alla gamba)      
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Edema periferico      
Esami diagnostici   Trigliceridi ematici aumentati, alanina amminotransferas i aumentata, aspartato amminotransferas i aumentata    
*In pazienti trattate con bazedoxifene in monoterapia vi sono state segnalazioni post-marketing di eventi oculari diversi dalla trombosi della vena retinica. Tali segnalazioni comprendono acuità visiva ridotta, visione offuscata, fotopsia, difetto del campo visivo, compromissione della visione, occhio secco, edema delle palpebre, blefarospasmo, dolore oculare e tumefazione degli occhi. La natura profonda di questi eventi non è certa. Se compaiono sintomi oculari, le pazienti devono essere consigliate di rivolgersi a un medico. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza DUAVIVE è indicato esclusivamente per l’uso in donne postmenopausali ed è controindicato nelle donne in età fertile (vedere paragrafo 4.3). Non esistono dati relativi all’uso di DUAVIVE in donne in gravidanza. Se ha inizio una gravidanza durante il trattamento con DUAVIVE, questo deve essere immediatamente interrotto. I risultati della maggior parte degli studi epidemiologici effettuati fino a oggi sull’esposizione accidentale del feto agli estrogeni non indicano alcun effetto teratogeno o fetotossico. Studi condotti nei conigli hanno mostrato una tossicità riproduttiva per il bazedoxifene in monoterapia (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l’uomo non è noto.Allattamento DUAVIVE è controindicato durante l’allattamento al seno (vedere paragrafo 4.3). Non è noto se il bazedoxifene sia escreto nel latte umano. Nel latte di madri che assumevano EC sono state rilevate quantità misurabili di estrogeni. La somministrazione di estrogeni a madri che allattano al seno ha mostrato di ridurre la quantità e la qualità del latte. Fertilità Non è stato effettuato nessuno studio sugli animali per valutare gli effetti sulla riproduzione dell’associazione EC/bazedoxifene. Studi condotti con il bazedoxifene nei ratti hanno mostrato effetti avversi sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l’uomo non è noto.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 25 °C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.