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CARVEDILOLO HEX30CPR 25MG

SANDOZ SpA

Principio attivo: CARVEDILOLO

€6,06
prezzo indicativo
ATC: C07AG02 Descrizione tipo ricetta:
RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
Presenza Glutine:
Classe 1: A Forma farmaceutica:
COMPRESSE DIVISIBILI
Presenza Lattosio:

Ipertensione, angina pectoris, insufficienza cardiaca.

Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:

Antiaritmici: In isolati casi sono stati osservati disturbi della conduzione, raramente con compromissioni emodinamiche, a seguito della somministrazione orale del carvedilolo e diltiazem in associazione, di verapamil e/o amiodarone. Pertanto, come per gli altri farmaci beta–bloccanti, deve essere considerato un attento monitoraggio della pressione arteriosa e dell’ECG, nei casi di somministrazione contemporanea di carvedilolo con calcioantagonisti quali verapamil o diltiazem, in quanto esiste il rischio che si possano verificare disturbi di conduzione atrio–ventricolare o insufficienza cardiaca (effetto sinergico). Uno stretto monitoraggio deve essere effettuato anche nel caso di somministrazione di carvedilolo in associazione ad antiaritmici di classe I o ad amiodarone (per via orale). In pazienti in corso di trattamento con amiodarone, sono stati segnalati, subito dopo l’inizio della terapia con un beta–bloccante, casi di bradicardia, arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare. Esiste il rischio che si verifichi insufficienza cardiaca in caso di terapia concomitante per via endovenosa, con antiaritmici di classe I (Ia o Ic), arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare subito dopo l’inizio della terapia con un beta–bloccante nei pazienti in trattamento con amiodarone.La somministrazione contemporanea di carvedilolo con reserpina, guanetidina, metildopa, guanfacina e inibitori della monoamino–ossidasi (ad eccezione dei MAO–B–inibitori), può provocare un’ulteriore diminuzione della frequenza cardiaca; si consiglia quindi di monitorare i parametri vitali. Diidropiridine: la somministrazione concomitante di diidropiridine e di carvedilolo deve avvenire sotto stretto controllo medico in quanto possono verificarsi insufficienza cardiaca e ipotensione di grado severo. Nitrati: potenziano gli effetti ipotensivi. Glicosidi cardiaci. A seguito della somministrazione in associazione di carvedilolo e digossina in pazienti ipertesi, le concentrazioni minime di digossina allo stato stazionario ("steady state") sono risultate aumentate di circa il 16%, quelle di digitossina di circa il 13%. Si raccomanda un attento controllo della concentrazione plasmatica di digossina, ogni qual volta venga iniziato, modificato o interrotto il trattamento con il carvedilolo. Altri farmaci antiipertensivi: il carvedilolo può potenziare gli effetti di altri farmaci anti–ipertensivi somministrati in concomitanza (ad esempio antagonisti dei recettori 1) e di farmaci i cui effetti indesiderati includono un effetto antiipertensivo (come barbiturici, fenotiazine, antidepressivi triciclici, agenti vasodilatatori e alcool). Ciclosporina: i livelli plasmatici di ciclosporina risultano aumentati quando viene somministrato in concomitanza con il carvedilolo. Si raccomanda di monitorare molto attentamente le concentrazioni di ciclosporina. Antidiabetici, inclusa l’insulina: l’effetto antidiabetico dell’insulina e degli ipoglicemizzanti orali può risultare potenziato. I sintomi di ipoglicemia possono essere mascherati. Per i pazienti diabetici è pertanto necessario un regolare controllo della glicemia. Clonidina. Nel caso si renda necessario interrompere il trattamento di carvedilolo e clonidina, utilizzati in associazione, il carvedilolo deve essere sospeso per primo, diversi giorni prima di iniziare a diminuire gradualmente il dosaggio di clonidina. Anestetici per via inalatoria. Particolare attenzione deve essere prestata durante l’anestesia a causa della sinergia tra gli effetti inotropo negativo ed ipotensivo del carvedilolo e degli anestetici. Anti–infiammatori non steroidei (FANS), estrogeni e corticosteroidi: a causa della ritenzione idrica e di sodio, l’effetto antiipertensivo del carvedilolo risulta diminuito.Farmaci induttori o inibitori degli enzimi della Citocromo P450. Un attento monitoraggio va effettuato sia nei pazienti in trattamento con induttori degli enzimi della Citocromo P450 (ad esempio, rifampicina e barbiturici), poiché i livelli plasmatici del carvedilolo possono venire ridotti, sia nei pazienti in trattamento con inibitori degli enzimi della Citocromo P450 (ad esempio, cimetidina, ketoconazolo, fluoxetina, aloperidolo, verapamil, eritromicina), poiché i livelli plasmatici del carvedilolo possono venire aumentati. Simpatomimetici con effetti alfa–mimetici e beta–mimetici: rischio di ipertensione e di eccessiva bradicardia. Ergotamina: aumenta la vasocostrizione Agenti bloccanti neuromuscolari: aumentano il blocco neuromuscolare

Scheda tecnica (RCP) Composizione:

Una compressa contiene: 3,125 mg, 6,25 mg, 12,5 mg, 25 mg o 50 mg di carvedilolo. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità a carvedilolo o a uno qualsiasi degli eccipienti. Insufficienza cardiaca instabile/scompensata. Anamnesi di broncospasmo o asma. Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) con ostruzione bronchiale (vedere "Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego"). Alterazioni della funzionalità epatica clinicamente rilevanti Blocco atrio–ventricolare di 2° e di 3° grado. Bradicardia di grado severo (<50 bpm). Sindrome del seno malato (compresi blocchi seno–atriali). Shock cardiogeno. Ipotensione di grado severo (pressione sistolica inferiore a 85 mmHg). Acidosi metabolica. Trattamento concomitante con verapamil o diltiazem per via endovenosa (si veda il paragrafo 4.5. "Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione").

Posologia

Carvedilolo Hexal è disponibile in 5 dosaggi: 3,125 mg, 6,25 mg, 12,5 mg, 25 mg e 50 mg. Ipertensione Si consiglia l’assunzione di una singola dose giornaliera. Per il trattamento dell’ipertensione, il carvedilolo può essere usato da solo o in associazione con altri antiipertensivi, specialmente con i diuretici tiazidici. Adulti: il dosaggio consigliato per l’inizio della terapia è di 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio raccomandato è di 25 mg una volta al giorno. Se necessario, il dosaggio può essere gradualmente aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima consigliata è di 50 mg al giorno, da assumersi in un’unica somministrazione o suddivisa in due dosi da 25 mg ciascuna. Anziani: la dose raccomandata per l’inizio della terapia è di 12,5 mg una volta al giorno; tale dosaggio può, anche, essere sufficiente per il proseguo del trattamento. Tuttavia, se la risposta dovesse essere inadeguata, il dosaggio potrà essere aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima consigliata è di 50 mg al giorno, da assumersi in un’unica somministrazione o suddivisa in due dosi da 25 mg ciascuna. Angina pectoris Il carvedilolo è indicato per il trattamento dell’angina stabile cronica, dell’ischemia miocardica silente, dell’angina instabile e della disfunzione ventricolare sinistra associata a cardiopatia ischemica. Adulti: il dosaggio raccomandato per l’inizio della terapia è di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato è di 25 mg due volte al giorno. Se necessario, la dose può essere aumentata gradualmente ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima giornaliera consigliata è di 100 mg da assumersi in due dosi da 50 mg ciascuna due volte al giorno. Anziani: il dosaggio raccomandato per l’inizio della terapia è di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato è di 25 mg due volte al giorno, che è la dose massima giornaliera consigliata. Insufficienza cardiaca Il carvedilolo può essere somministrato con la terapia farmacologica convenzionale, che include diuretici, ACE–inibitori, digitale e/o vasodilatatori, ma anche nel trattamento di pazienti che non tollerano gli ACE– inibitori o che non assumono altri medicinali per l’insufficienza cardiaca. Il dosaggio deve essere personalizzato. Il trattamento deve sempre iniziare con l’assunzione di una dose bassa (3,125 mg due volte al giorno). Il dosaggio adeguato viene determinato aumentando gradualmente la dose e monitorando attentamente le condizioni del paziente. Il dosaggio di diuretici, ACE–inibitori, digitale e/o vasodilatatori deve essere definito prima di iniziare il trattamento con carvedilolo. La dose iniziale è di 3,125 mg due volte al giorno per due settimane. Se tale dosaggio è ben tollerato, la posologia può essere, successivamente, aumentata, ad intervalli non inferiori alle due settimane, e portata, prima a 6,25 mg due volte al giorno, successivamente a 12,5 mg due volte al giorno ed infine a 25 mg due volte al giorno. Si raccomanda di aumentare la dose fino ad arrivare a quella più alta tollerata dal paziente. La dose massima raccomandata è di 25 mg due volte al giorno in pazienti con peso corporeo inferiore a 85 kg e di 50 mg due volte al giorno in pazienti con peso corporeo superiore a 85 kg. All’inizio del trattamento è possibile riscontrare un peggioramento temporaneo dei sintomi dell’insufficienza cardiaca che, generalmente, non richiede la sospensione del trattamento. Una visita medica deve essere eseguita prima di ciascun incremento della dose per individuare possibili sintomi di aggravamento dell’insufficienza cardiaca o di vasodilatazione eccessiva (ipotensione, ritenzione di liquidi). L’aggravamento dell’insufficienza cardiaca o la ritenzione di liquidi, sono trattati aumentando la dose del diuretico. La dose di carvedilolo non deve essere aumentata fino a quando le condizioni del paziente non si sono stabilizzate. Occasionalmente, può essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o sospendere temporaneamente il trattamento farmacologico. Spesso, anche in questi casi, la fase di determinazione della dose di carvedilolo può essere proseguita con successo. Nell’eventualità in cui il trattamento con il carvedilolo venga interrotto per più di due settimane, la terapia dovrà essere nuovamente iniziata con l’assunzione di 3,125 mg due volte al giorno e, successivamente, la posologia dovrà essere aumentata tenendo conto delle precedenti raccomandazioni. Insufficienza renale Il dosaggio deve essere determinato, individualmente, per ciascun paziente, sebbene, in accordo con quelli che sono i parametri farmacocinetici, non vi è alcuna evidenza in merito alla necessità di procedere ad un aggiustamento della dose in presenza di insufficienza renale. Disfunzione epatica moderata Può rendersi necessario un aggiustamento della dose. Bambini e adolescenti (di età inferiore ai 18 anni) Ci sono dati insufficienti sull’efficacia e la sicurezza di carvedilolo. Anziani I pazienti anziani devono essere monitorati molto attentamente in quanto possono essere più sensibili agli effetti del carvedilolo. Come per gli altri beta–bloccanti e soprattutto nei pazienti affetti da patologia coronarica, la sospensione della terapia deve avvenire in maniera graduale (si veda il paragrafo 4.4. "Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego") Modo di somministrazione Non è necessario assumere le compresse in concomitanza dei pasti. Tuttavia, nei pazienti affetti da scompenso cardiaco, è opportuno che il carvedilolo sia somministrato in concomitanza dei pasti per rallentare l’assorbimento e ridurre l’incidenza di ipotensione ortostatica.

Avvertenze e precauzioni

Avvertenze da considerare soprattutto in pazienti con insufficienza cardiaca. Il Carvedilolo può essere somministrato come terapia aggiuntiva a diuretici, ACE–inibitori, digitale e/o vasodilatatori. Il dosaggio di diuretici, ACE–inibitori, digitale e/o vasodilatatori, deve essere definito per almeno 4 settimane prima di iniziare la terapia con carvedilolo. I pazienti affetti da scompenso cardiaco devono essere preliminarmente portati ad una situazione di stabilità delle loro condizioni cliniche. I pazienti con grave insufficienza cardiaca, con deplezione dei sali e del volume, i pazienti anziani ed i pazienti con ipotensione, devono essere tenuti sotto osservazione per almeno 2 ore dopo la somministrazione della prima dose e dopo ogni aumento del dosaggio in quanto si potrebbe verificare ipotensione. L’ipotensione indotta da un’eccessiva vasodilatazione può essere inizialmente trattata con una riduzione del dosaggio dei diuretici. Se i sintomi persistono la dose di ACE–inibitore può essere ridotta o temporaneamente sospesa. Se necessario, si potrà successivamente effettuare una riduzione del dosaggio del carvedilolo. La dose di carvedilolo non deve essere aumentata fino a quando i sintomi di peggioramento dell’insufficienza cardiaca o di vasodilatazione non sono sotto controllo. Un peggioramento reversibile della funzionalità renale è stato osservato durante la terapia con carvedilolo in pazienti con scompenso cardiaco e con bassa pressione arteriosa (pressione sistolica 100 mmHg), nei pazienti con cardiopatia ischemica, aterosclerosi generalizzata e/o insufficienza renale pre–esistente. In pazienti affetti da insufficienza cardiaca che presentino tali fattori di rischio, la funzionalità renale deve essere tenuta sotto controllo durante le fasi di aumento del dosaggio di carvedilolo. Nel caso in cui si verifichi un peggioramento significativo della funzionalità renale, la dose del carvedilolo deve essere ridotta o il trattamento deve essere sospeso. In caso di somministrazione contemporanea di carvedilolo e digitale, si deve ridurre il dosaggio o sospendere il trattamento, in quanto entrambe le sostanze allungano il tempo di conduzione atrio– ventricolare (si veda il paragrafo 4.5. "Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione") Altre avvertenze riguardanti il carvedilolo ed i beta–bloccanti in generale In presenza di broncopneumopatia cronica ostruttiva che non sono in trattamento con terapia specifica per via orale o inalatoria non devono usare il carvedilolo a meno che i benefici attesi non superino i potenziali rischi. Se il carvedilolo è somministrato a questi pazienti, essi devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante le fasi iniziali e quelle di aggiustamento del dosaggio del carvedilolo. Se i pazienti manifestano sintomi di broncospasmo durante il trattamento, la dose di carvedilolo deve essere ridotta. Nei pazienti con una tendenza al broncospasmo può verificarsi distress respiratorio, a causa di un possibile aumento della resistenza nelle vie aeree. I pazienti devono essere attentamente monitorati durante l’inizio del trattamento e all’atto di ogni titolazione verso l’alto di carvedilolo e, se si osservano evidenze di broncospasmo durante il trattamento, la dose di carvedilolo deve essere ridotta. Il carvedilolo può mascherare sintomi e segnali di un’ipoglicemia acuta. In pazienti con diabete mellito e insufficienza cardiaca, l’uso del carvedilolo può accompagnarsi ad un peggioramento del controllo della glicemia. Pertanto, è necessario procedere ad un attento monitoraggio dei pazienti diabetici, in corso di trattamento con carvedilolo, tramite regolare misurazione dei livelli glicemici nel sangue e tramite aggiustamento della terapia con ipoglicemizzanti, se ritenuto necessario (si veda il paragrafo 4.5. "Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione"). ll carvedilolo può mascherare o attenuare i sintomi della tireotossicosi. Il carvedilolo può indurre bradicardia. Il dosaggio del carvedilolo deve essere ridotto qualora la frequenza cardiaca scenda al di sotto dei 55 battiti per minuto e in presenza di sintomi associati alla bradicardia. Qualora il carvedilolo sia somministrato in associazione a calcio–antagonisti quali verapamil o diltiazem, o ad altri farmaci antiaritmici, in particolare amiodarone, è necessario provvedere ad un attento monitoraggio dell’ECG e della pressione arteriosa del paziente (si veda il paragrafo 4.5. "Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione"). Durante il trattamento con carvedilolo la cimetidina deve essere somministrata con cautela in quanto potrebbe potenziare gli effetti del carvedilolo (si veda il paragrafo 4.5. "Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione"). Nei pazienti con feocromocitoma deve essere avviato un trattamento iniziale con alfa–bloccanti prima di usare qualsiasi beta–bloccante. Sebbene carvedilolo eserciti un effetto alfa– e beta–bloccante, in questa malattia non vi è sufficiente esperienza e in questi pazienti si raccomanda pertanto particolare cautela. Gli agenti con attività beta–bloccante non–selettiva possono provocare dolore toracico nei pazienti con angina variante (angina di Prinzmetal). Non esiste alcuna esperienza clinica con carvedilolo in questi pazienti, sebbene l’attività alfa–bloccante di carvedilolo possa prevenire tali sintomi. Si deve tuttavia usare cautela nel somministrare carvedilolo a pazienti con sospetta angina variante (angina di Prinzmetal). I portatori di lenti a contatto devono tener presente l’eventualità di una ridotta lacrimazione. Il carvedilolo deve essere somministrato con cautela nei pazienti con anamnesi di gravi reazioni di ipersensibilità e nei pazienti in corso di trattamento con desensibilizzanti in quanto i beta–bloccanti possono aumentare sia la sensibilità agli allergeni sia la gravità di una reazione anafilattica. Prestare cautela nel prescrivere i beta–bloccanti a pazienti con psoriasi a causa del possibile aggravamento delle reazioni cutanee. Poiché il carvedilolo è un beta–bloccante vasodilatatore, l’aggravamento della vasculopatia periferica è meno probabile che con i beta–bloccanti tradizionali. Tuttavia, esistono ancora poche esperienze cliniche in questo gruppo di pazienti. Lo stesso vale per i pazienti con sindrome di Raynaud dove si può avere esacerbazione dei sintomi. I pazienti noti per essere metabolizzatori lenti della debrisochina, devono essere strettamente monitorati all’inizio della terapia (si veda il paragrafo 5.2. "Proprietà farmacocinetiche"). Poichè l’esperienza clinica è limitata, il carvedilolo non deve essere somministrato nei pazienti con ipertensione labile o secondaria, ortostasi, cardiopatia infiammatoria acuta, ostruzione emodinamica rilevante delle valvole cardiache o del tratto di efflusso, arteriopatia periferica allo stadio terminale, o nei pazienti in corso di trattamento con antagonisti dei recettori 1 o agonisti dei recettori 2. A causa del suo effetto dromotropico negativo, il carvedilolo deve essere somministrato con cautela nei pazienti con blocco cardiaco di primo grado. I beta–bloccanti riducono il rischio di aritmie durante l’anestesia, tuttavia il rischio di ipotensione può risultare aumentato. Inoltre è richiesta particolare cautela quando vengono somministrati alcuni farmaci anestetici. Studi più recenti tuttavia, evidenziano il beneficio dei beta–bloccanti nel prevenire la morbidità cardiaca durante gli interventi chirurgici ed una riduzione nell’incidenza delle complicazioni cardiovascolari. Come per altri beta–bloccanti, il trattamento con il carvedilolo non deve essere interrotto bruscamente, specialmente in pazienti con cardiopatia ischemica. Il trattamento con carvedilolo deve essere sospeso gradualmente e deve avvenire nell’arco di due settimane, ad esempio dimezzando la dose giornaliera ogni tre giorni. Se necessario, deve essere iniziata una terapia sostitutiva al fine di prevenire un’eventuale peggioramento dell’angina pectoris. Le compresse contengono lattosio. Pertanto, pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, di deficienza di Lapp–lattasi o di malassorbimento di glucosio – galattosio, non devono assumere questo medicinale.

Interazioni

Antiaritmici: In isolati casi sono stati osservati disturbi della conduzione, raramente con compromissioni emodinamiche, a seguito della somministrazione orale del carvedilolo e diltiazem in associazione, di verapamil e/o amiodarone. Pertanto, come per gli altri farmaci beta–bloccanti, deve essere considerato un attento monitoraggio della pressione arteriosa e dell’ECG, nei casi di somministrazione contemporanea di carvedilolo con calcioantagonisti quali verapamil o diltiazem, in quanto esiste il rischio che si possano verificare disturbi di conduzione atrio–ventricolare o insufficienza cardiaca (effetto sinergico). Uno stretto monitoraggio deve essere effettuato anche nel caso di somministrazione di carvedilolo in associazione ad antiaritmici di classe I o ad amiodarone (per via orale). In pazienti in corso di trattamento con amiodarone, sono stati segnalati, subito dopo l’inizio della terapia con un beta–bloccante, casi di bradicardia, arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare. Esiste il rischio che si verifichi insufficienza cardiaca in caso di terapia concomitante per via endovenosa, con antiaritmici di classe I (Ia o Ic), arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare subito dopo l’inizio della terapia con un beta–bloccante nei pazienti in trattamento con amiodarone.La somministrazione contemporanea di carvedilolo con reserpina, guanetidina, metildopa, guanfacina e inibitori della monoamino–ossidasi (ad eccezione dei MAO–B–inibitori), può provocare un’ulteriore diminuzione della frequenza cardiaca; si consiglia quindi di monitorare i parametri vitali. Diidropiridine: la somministrazione concomitante di diidropiridine e di carvedilolo deve avvenire sotto stretto controllo medico in quanto possono verificarsi insufficienza cardiaca e ipotensione di grado severo. Nitrati: potenziano gli effetti ipotensivi. Glicosidi cardiaci. A seguito della somministrazione in associazione di carvedilolo e digossina in pazienti ipertesi, le concentrazioni minime di digossina allo stato stazionario ("steady state") sono risultate aumentate di circa il 16%, quelle di digitossina di circa il 13%. Si raccomanda un attento controllo della concentrazione plasmatica di digossina, ogni qual volta venga iniziato, modificato o interrotto il trattamento con il carvedilolo. Altri farmaci antiipertensivi: il carvedilolo può potenziare gli effetti di altri farmaci anti–ipertensivi somministrati in concomitanza (ad esempio antagonisti dei recettori 1) e di farmaci i cui effetti indesiderati includono un effetto antiipertensivo (come barbiturici, fenotiazine, antidepressivi triciclici, agenti vasodilatatori e alcool). Ciclosporina: i livelli plasmatici di ciclosporina risultano aumentati quando viene somministrato in concomitanza con il carvedilolo. Si raccomanda di monitorare molto attentamente le concentrazioni di ciclosporina. Antidiabetici, inclusa l’insulina: l’effetto antidiabetico dell’insulina e degli ipoglicemizzanti orali può risultare potenziato. I sintomi di ipoglicemia possono essere mascherati. Per i pazienti diabetici è pertanto necessario un regolare controllo della glicemia. Clonidina. Nel caso si renda necessario interrompere il trattamento di carvedilolo e clonidina, utilizzati in associazione, il carvedilolo deve essere sospeso per primo, diversi giorni prima di iniziare a diminuire gradualmente il dosaggio di clonidina. Anestetici per via inalatoria. Particolare attenzione deve essere prestata durante l’anestesia a causa della sinergia tra gli effetti inotropo negativo ed ipotensivo del carvedilolo e degli anestetici. Anti–infiammatori non steroidei (FANS), estrogeni e corticosteroidi: a causa della ritenzione idrica e di sodio, l’effetto antiipertensivo del carvedilolo risulta diminuito.Farmaci induttori o inibitori degli enzimi della Citocromo P450. Un attento monitoraggio va effettuato sia nei pazienti in trattamento con induttori degli enzimi della Citocromo P450 (ad esempio, rifampicina e barbiturici), poiché i livelli plasmatici del carvedilolo possono venire ridotti, sia nei pazienti in trattamento con inibitori degli enzimi della Citocromo P450 (ad esempio, cimetidina, ketoconazolo, fluoxetina, aloperidolo, verapamil, eritromicina), poiché i livelli plasmatici del carvedilolo possono venire aumentati. Simpatomimetici con effetti alfa–mimetici e beta–mimetici: rischio di ipertensione e di eccessiva bradicardia. Ergotamina: aumenta la vasocostrizione Agenti bloccanti neuromuscolari: aumentano il blocco neuromuscolare

Effetti indesiderati

(a) Sommario del profilo di sicurezza La frequenza delle reazioni avverse non è dose–dipendente, con l’eccezione di capogiri, alterazione della visione e bradicardia. (b) Elenco delle reazioni avverse Il rischio della maggior parte delle reazioni avverse associate a carvedilolo è simile per tutte le indicazioni. Le eccezioni sono descritte nel sottoparagrafo (c).

  Molto comune (≥ 1/10) Comune (da ≥ 1/100 a <1/10) Non comune (da ≥ 1/1.000 a <1/100) Raro (da ≥ 1/10.000 a <1/1.000) Molto raro (<1/10.000)
Infezioni e infestazioni   Bronchite, polmonite, infezioni delle vie respiratorie superiori, infezioni delle vie urinarie      
Patologie del sistema emolinfopoietico   Anemia   Trombocitopenia Leucopenia
Disturbi del sistema immunitario         Ipersensibilità (reazioni allergiche)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Aumento di peso, ipercolesterolemia, compromissione del controllo del glucosio nel sangue (iperglicemia, ipoglicemia) nei pazienti con diabete pre–esistente      
Disturbi psichiatrici   Depressione, umore depresso Disturbi del sonno    
Patologie del sistema nervoso Capogiri, mal di Testa   Presincope, sincope, parestesia    
Patologie dell’occhio   Compromissione della vista, riduzione della lacrimazione (secchezza oculare), irritazione degli occhi      
Patologie cardiache Insufficienza cardiaca Bradicardia, edema, ipervolemia, sovraccarico di fluidi Blocco atrioventricolare, angina pectoris    
Patologie vascolari Ipotensione Ipotensione ortostatica, disturbi della circolazione periferica (estremità fredde, malattia vascolare periferica, esacerbazione della claudicatio intermittens e della sindrome di Raynaud)      
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Dispnea, edema polmonare, asma nei pazienti predisposti   Congestione nasale  
Patologie gastrointestinali   Nausea, diarrea, vomito, dispepsia, dolore addominale      
Patologie epatobiliari         Aumenti di alanina aminotransfera si (ALT), aspartato aminotransfera si (AST) e gamma glutamil transferasi (GGT)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo     Reazioni cutanee (per esempio esantema allergico, dermatite, orticaria, prurito, psoriasi e lichen planus, come lesioni della pelle), alopecia    
Patologie del sistema muscoloscheletri co e del tessuto connettivo   Dolore alle estremità      
Patologie renali e urinarie   Insufficienza renale e alterazioni della funzionalità renale nei pazienti con malattia vascolare diffusa e/o affetti da insufficienza renale al basale, disturbi della minzione     Incontinenza urinaria nelle donne
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella     Disfunzione erettile    
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazion e Astenia (affaticamento) Dolore      
(c) escrizione delle reazioni avverse selezionate Capogiri, sincope, cefalea e astenia sono generalmente lievi e hanno maggiori probabilità di verificarsi all’inizio del trattamento. Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia durante la fase di titolazione verso l’alto della dose di carvedilolo possono insorgere peggioramento dell’insufficienza cardiaca e ritenzione di liquidi (vedere il paragrafo 4.4). L’insufficienza cardiaca è un evento avverso comunemente segnalato sia nei pazienti trattati con placebo sia in quelli trattati con carvedilolo (rispettivamente 14,5% e 15,4%, nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto). Durante la terapia con carvedilolo nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica con bassa pressione sanguigna, cardiopatia ischemica e malattia vascolare diffusa e/o insufficienza renale al basale è stato osservato un peggioramento reversibile della funzionalità renale (vedere il paragrafo 4.4). Come classe, i bloccanti del recettore beta–adrenergico possono far diventare manifesto il diabete latente, peggiorare il diabete manifesto e inibire la contro–regolazione del glucosio plasmatico. Nelle donne carvedilolo può causare incontinenza urinaria, che si risolve all’atto dell’interruzione del trattamento.

Gravidanza e allattamento

La somministrazione di Carvedilolo non è raccomandata durante la gravidanza e l’allattamento. Il carvedilolo non ha mostrato alcuna attività teratogena nel corso di studi di riproduzione condotti su animali; tuttavia, i dati clinici di sicurezza d’impiego durante la gravidanza sono insufficienti (si veda il paragrafo 5.3. "Dati preclinici di sicurezza"). I beta–bloccanti riducono la perfusione placentare, che può avere come effetto la morte fetale intrauterina e parti immaturi e prematuri. Inoltre i beta–bloccanti possono causare effetti indesiderati (in particolare, ipoglicemia, bradicardia, depressione respiratoria e ipotermia) nel feto o nel neonato. Esiste anche la possibilità di un aumentato rischio di complicazioni cardiache e polmonari nel neonato. Il Carvedilolo deve essere somministrato durante la gravidanza solo se i potenziali benefici per la madre superano i potenziali rischi per il feto/neonato. La terapia deve comunque essere interrotta 2–3 giorni prima della data presunta del parto. Se ciò non è possibile, il neonato deve essere monitorato per i primi 2–3 giorni di vita. Il carvedilolo è una sostanza lipofila e, in accordo con quanto emerso dai risultati degli studi condotti su animali in allattamento, sia il carvedilolo sia i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno. Pertanto le madri che ricevono carvedilolo non devono allattare.

Conservazione

Contenitori e chiusure in polietilene (PE–HD): conservare nel contenitore originale. Blister (Al/PVC): conservare nella confezione originale.

Farmaci

SPA (SOC.PRO.ANTIBIOTICI) SpA

CARAVEL28CPR 6,25MG

PRINCIPIO ATTIVO: CARVEDILOLO

PREZZO INDICATIVO:4,51 €

SPA (SOC.PRO.ANTIBIOTICI) SpA

CARAVEL30CPR 25MG

PRINCIPIO ATTIVO: CARVEDILOLO

PREZZO INDICATIVO:7,56 €

ACCORD HEALTHCARE ITALIA Srl

CARVEDILOLO ACC28CPR 6,25MG

PRINCIPIO ATTIVO: CARVEDILOLO

PREZZO INDICATIVO:3,62 €