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ACIDO IBANDR AUR1CPR RIV150MG

AUROBINDO PHARMA ITALIA Srl

Principio attivo: SODIO IBANDRONATO MONOIDRATO

€13,00
prezzo indicativo
ATC: M05BA06 Descrizione tipo ricetta:
RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
Presenza Glutine:
Classe 1: A Forma farmaceutica:
COMPRESSE RIVESTITE
Presenza Lattosio:

Trattamento dell’osteoporosi in donne in post–menopausa ad elevato rischio di frattura (vedere paragrafo 5.1). È stata dimostrata una riduzione del rischio di fratture vertebrali; non è stata stabilita l’efficacia sulle fratture del collo del femore.

Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:

Interazione medicinale–cibo La biodisponibilità orale dell’acido ibandronico è generalmente ridotta dalla presenza di cibo. In particolare, i prodotti contenenti calcio, incluso il latte e altri cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro), possono interferire con l’assorbimento dell’acido ibandronico, il che è in accordo con quanto rilevato negli studi sull’animale. Le pazienti, perciò devono osservare un digiuno notturno (almeno 6 ore) prima di assumere l’acido ibandronico e continuare a digiunare per 1 ora dopo l’assunzione di acido ibandronico (vedere paragrafo 4.2). Interazioni con altri medicinali Le interazioni metaboliche non sono considerate probabili, dato che l’acido ibandronico non inibisce i principali isoenzimi epatici umani del P450 ed è stato dimostrato che non induce il sistema dei citocromi epatici P450 nel ratto (vedere paragrafo 5.2). L’acido ibandronico è eliminato solamente con l’escrezione renale e non è sottoposto ad alcuna biotrasformazione. Integratori a base di calcio, antiacidi e alcuni farmaci orali contenenti cationi polivalenti Gli integratori a base di calcio, gli antiacidi e alcuni farmaci orali contenenti cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro) possono interferire con l’assorbimento dell’acido ibandronico. Pertanto le pazienti non devono assumere altri farmaci per via orale per almeno 6 ore prima di assumere acido ibandronico e per 1 ora dopo l’assunzione di acido ibandronico. Acido acetilsalicilico e FANS Dal momento che l’acido acetilsalicilico, i farmaci antinfiammatori non–steroidei (FANS) e i bifosfonati sono associati a irritazione gastrointestinale, durante la somministrazione concomitante occorre prestare cautela (vedere paragrafo 4.4) Bloccanti dei recettori H2 o inibitori della pompa protonica Delle oltre 1500 pazienti arruolate nello studio BM 16549, che metteva a confronto un regime posologico mensile con uno giornaliero di acido ibandronico, il 14% e il 18% delle pazienti assumeva bloccanti dei recettori H2 istaminergici o inibitori della pompa protonica, rispettivamente dopo uno e due anni. Tra queste pazienti, l’incidenza di eventi a carico del tratto superiore dell’apparato gastrointestinale in quelle trattate con 150 mg di acido ibandronico una volta al mese è risultata simile a quella nelle pazienti trattate con 2,5 mg di acido ibandronico al giorno. In volontari maschi sani e donne in post–menopausa, la ranitidina per via endovenosa ha determinato un aumento della biodisponibilità dell’acido ibandronico del 20% circa, probabilmente come risultato della ridotta acidità gastrica. Dato che questo aumento, comunque, è nell’ambito della normale variabilità della biodisponibilità dell’acido ibandronico, non sono ritenuti necessari aggiustamenti di dose quando Acido Ibandronico Aurobindo viene somministrato in concomitanza con H2–antagonisti o altre sostanze attive che aumentano il pH gastrico.

Scheda tecnica (RCP) Composizione:

Ogni compressa rivestita con film contiene 150 mg di acido ibandronico (come sodio monoidrato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

–  Ipersensibilità all’acido ibandronico o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. –  Ipocalcemia. –  Anomalie dell’esofago che ritardano lo svuotamento esofageo, come stenosi o acalasia. –  Incapacità di mantenere la posizione eretta in piedi o da seduti per almeno 60 minuti.

Posologia

Posologia La dose raccomandata è una compressa da 150 mg una volta al mese. È preferibile assumere la compressa nello stesso giorno di ogni mese. Acido Ibandronico Aurobindo deve essere assunto dopo un digiuno notturno (di almeno 6 ore) e 1 ora prima dell’assunzione di cibi e bevande (a parte l’acqua) del mattino (vedere paragrafo 4.5) o di qualsiasi altro farmaco o integratore orale (compreso il calcio). In caso di dimenticanza di una dose, alle pazienti va indicato di prendere una compressa di Acido Ibandronico Aurobindo 150 mg il mattino successivo al giorno in cui si sono ricordate, a meno che non manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata. In seguito le pazienti devono continuare ad assumere la compressa una volta al mese alla scadenza programmata inizialmente. Nel caso in cui manchino meno di 7 giorni alla successiva assunzione programmata, le pazienti devono attendere fino al giorno della successiva assunzione e quindi continuare ad assumere una compressa una volta al mese come programmato inizialmente. Le pazienti non devono assumere due compresse nella stessa settimana. Le pazienti devono ricevere un’integrazione di calcio e/o vitamina D se l’assunzione con gli alimenti è inadeguata (vedere paragrafi 4.4 e 4.5). Non è stata stabilita la durata ottimale del trattamento con bifosfonati per l’osteoporosi. La necessità di un trattamento continuato deve essere rivalutata in ogni singolo paziente periodicamente in funzione dei benefici e potenziali rischi di Acido Ibandronico Aurobindo, in particolare dopo 5 o più anni d’uso. Popolazioni particolari Pazienti con compromissione renale In conseguenza della limitata esperienza clinica (vedere paragrafo 4.4 e paragrafo 5.2) il trattamento con Acido Ibandronico Aurobindo non è raccomandato nelle pazienti con una clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min. Non sono necessari aggiustamenti della dose nelle pazienti con compromissione renale lieve o moderata con clearance della creatinina pari o superiore a 30 ml/min. Pazienti con compromissione epatica Non è richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2). Pazienti anziani (>65 anni) Non è richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2). Popolazione pediatrica Non vi è un uso rilevante di Acido Ibandronico Aurobindo nei bambini al di sotto dei 18 anni, e l’acido ibandronico non è stato studiato in questa popolazione (vedere paragrafo 5.1 e 5.2). Modo di somministrazione: Per uso orale. Le compresse devono essere deglutite intere con un bicchiere di acqua naturale (da 180 a 240 ml) con la paziente in posizione seduta o in piedi. Non deve essere utilizzata acqua con elevate concentrazioni di calcio. Se esiste la possibilità di elevati livelli di calcio nell’acqua del rubinetto (acqua dura). Si consiglia l’uso di acqua in bottiglia a basso contenuto di minerali. Le pazienti non devono sdraiarsi per 1 ora dopo l’assunzione di Acido Ibandronico Aurobindo. L’acqua naturale è l’unica bevanda che può essere assunta con Acido Ibandronico Aurobindo. Le pazienti non devono né masticare né succhiare le compresse per il rischio di ulcerazioni orofaringee.

Avvertenze e precauzioni

Ipocalcemia L’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con Acido Ibandronico Aurobindo. Anche altri disturbi del metabolismo osseo e minerale devono essere trattati efficacemente. Un’adeguata assunzione di calcio e vitamina D è importante in tutte le pazienti. Irritazione gastrointestinale I bifosfonati somministrati oralmente possono causare irritazione locale del tratto superiore della mucosa gastrointestinale. A causa di questi possibili effetti irritanti e del potenziale peggioramento della patologia di base, occorre usare cautela quando Acido Ibandronico Aurobindo è somministrato a pazienti con problemi del tratto gastrointestinale superiore in corso (per esempio esofago di Barrett, disfagia, altre malattie esofagee, gastrite, duodenite o ulcere note). Eventi avversi quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, in alcuni casi gravi e che richiedono l’ospedalizzazione, raramente con sanguinamento o seguite da stenosi esofagee o perforazione, sono stati riportati in pazienti in trattamento con bifosfonati orali. Il rischio di eventi avversi gravi a livello esofageo sembra essere maggiore nei pazienti che non si sono attenuti alle istruzioni per il dosaggio e/o che continuano ad assumere bifosfonati per via orale dopo lo sviluppo di sintomi riferibili ad irritazione esofagea. I pazienti devono prestare particolare attenzione ed essere in grado di attenersi alle istruzioni per il dosaggio (vedere paragrafo 4.2). I medici devono essere attenti a qualsiasi segno o sintomo che segnala una possibile reazione esofagea e i pazienti devono essere informati di sospendere Acido Ibandronico Aurobindo e rivolgersi al medico se sviluppano disfagia, odinofagia, dolore retrosternale o nuova insorgenza o peggioramento di pirosi. Mentre nessun aumento del rischio è stato osservato negli studi clinici controllati, vi sono state segnalazioni post–marketing di ulcere gastriche e duodenali con l’uso orale di bifosfonati, alcune delle quali gravi ed associate a complicanze. Dato che i farmaci antinfiammatori non steroidei e i bifosfonati sono entrambi associati alla comparsa di irritazione gastrointestinale, si deve procedere con cautela durante la somministrazione contemporanea. Osteonecrosi della mandibola/mascella Dopo l’immissione in commercio, l’osteonecrosi della mandibola/mascella è stata segnalata molto raramente nei pazienti che assumono Acido Ibandronico Aurobindo per l’osteoporosi (vedere paragrafo 4.8). L’inizio del trattamento o di un nuovo ciclo di terapia deve essere ritardato nei pazienti con lesioni aperte non cicatrizzate dei tessuti molli all’interno del cavo orale. Si raccomanda una visita odontoiatrica con un’appropriata profilassi dentale e una valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio prima del trattamento con Acido Ibandronico Aurobindo in pazienti con fattori di rischio concomitanti. Si devono considerare i seguenti fattori di rischio quando si valuta il rischio di un paziente di sviluppare l’osteonecrosi della mandibola/mascella: –  Potenza del prodotto medicinale che inibisce il riassorbimento dell’osso (rishio più elevato per i composti più potenti), via di somministrazione (rischio più alto con la somministrazione per via parenterale) e dose cumulativa della terapia per il riassorbimento osseo; –  Cancro, condizioni di co–morbidità (es.anemia, coagulopatie, infezione), fumo; –  Terapie concomitanti: corticosteroidi, chemioterapia, inibitori dell’angiogenesi, radioterapia alla testa e collo; –  Scarsa igiene orale, malattia peridontale, dentiere scarsamente fissate, storia di patologia dentale, procedure dentali invasive come ad esempio le estrazioni dentarie. Tutti i pazienti devono essere incoraggiati a mantenere una buona igiene orale, a sottoporsi ai controlli odontoiatrici di routine, e a segnalare immediatamente qualsiasi sintomo orale come mobilità dentale, dolore o gonfiore, ulcere non guarite o secrezione durante il trattamento con Acido Ibandronico Aurobindo. Durante il trattamento, le procedure dentali invasive possono essere effettuate solo dopo attenta considerazione e devono essere evitate in stretta prossimità della somministrazione di Acido Ibandronico Aurobindo. Il piano di trattamento dei pazienti che sviluppano l’osteonecrosi della mandibola/mascella deve essere definito in stretta collaborazione con medico, dentista, e chirurgo orale con esperienza sull’osteonecrosi della mandibola/mascella. Un’interruzione temporanea del trattamento con Acido Ibandronico Aurobindo deve essere presa in considerazione fino a che la condizione non si risolva e i fattori di rischio contribuenti siano mitigati laddove possibile. Osteonecrosi del canale uditivo esterno E’ stata riferita osteonecrosi del canale uditivo esterno in concomitanza con l’uso di bisfosfonati, prevalentemente in associazione a terapie di lungo termine. Tra i possibili fattori di rischio dell’osteonecrosi del canale uditivo esterno sono inclusi l’uso di steroidi e la chemioterapia e/o fattori di rischio locali quali infezione o trauma. L’eventualità di osteonecrosi del canale uditivo esterno deve essere valutata in pazienti trattati con bisfosfonati che presentano sintomi a carico dell’orecchio, tra cui infezioni croniche dell’orecchio. Fratture atipiche del femore Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia a lungo termine con bifosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini a evidenze radiografiche di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bifosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. È stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bifosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio/rischio individuale. Durante il trattamento con bifosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un frattura incompleta del femore. Compromissione renale A causa della limitata esperienza clinica, l’acido ibandronico non è raccomandato nelle pazienti con una clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min (vedere paragrafo 5.2).

Interazioni

Interazione medicinale–cibo La biodisponibilità orale dell’acido ibandronico è generalmente ridotta dalla presenza di cibo. In particolare, i prodotti contenenti calcio, incluso il latte e altri cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro), possono interferire con l’assorbimento dell’acido ibandronico, il che è in accordo con quanto rilevato negli studi sull’animale. Le pazienti, perciò devono osservare un digiuno notturno (almeno 6 ore) prima di assumere l’acido ibandronico e continuare a digiunare per 1 ora dopo l’assunzione di acido ibandronico (vedere paragrafo 4.2). Interazioni con altri medicinali Le interazioni metaboliche non sono considerate probabili, dato che l’acido ibandronico non inibisce i principali isoenzimi epatici umani del P450 ed è stato dimostrato che non induce il sistema dei citocromi epatici P450 nel ratto (vedere paragrafo 5.2). L’acido ibandronico è eliminato solamente con l’escrezione renale e non è sottoposto ad alcuna biotrasformazione. Integratori a base di calcio, antiacidi e alcuni farmaci orali contenenti cationi polivalenti Gli integratori a base di calcio, gli antiacidi e alcuni farmaci orali contenenti cationi polivalenti (quali alluminio, magnesio e ferro) possono interferire con l’assorbimento dell’acido ibandronico. Pertanto le pazienti non devono assumere altri farmaci per via orale per almeno 6 ore prima di assumere acido ibandronico e per 1 ora dopo l’assunzione di acido ibandronico. Acido acetilsalicilico e FANS Dal momento che l’acido acetilsalicilico, i farmaci antinfiammatori non–steroidei (FANS) e i bifosfonati sono associati a irritazione gastrointestinale, durante la somministrazione concomitante occorre prestare cautela (vedere paragrafo 4.4) Bloccanti dei recettori H2 o inibitori della pompa protonica Delle oltre 1500 pazienti arruolate nello studio BM 16549, che metteva a confronto un regime posologico mensile con uno giornaliero di acido ibandronico, il 14% e il 18% delle pazienti assumeva bloccanti dei recettori H2 istaminergici o inibitori della pompa protonica, rispettivamente dopo uno e due anni. Tra queste pazienti, l’incidenza di eventi a carico del tratto superiore dell’apparato gastrointestinale in quelle trattate con 150 mg di acido ibandronico una volta al mese è risultata simile a quella nelle pazienti trattate con 2,5 mg di acido ibandronico al giorno. In volontari maschi sani e donne in post–menopausa, la ranitidina per via endovenosa ha determinato un aumento della biodisponibilità dell’acido ibandronico del 20% circa, probabilmente come risultato della ridotta acidità gastrica. Dato che questo aumento, comunque, è nell’ambito della normale variabilità della biodisponibilità dell’acido ibandronico, non sono ritenuti necessari aggiustamenti di dose quando Acido Ibandronico Aurobindo viene somministrato in concomitanza con H2–antagonisti o altre sostanze attive che aumentano il pH gastrico.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse più gravi che sono state riportate sono reazione anafilattica/shock, fratture atipiche del femore, osteonecrosi della mandibola/mascella, irritazione gastrointestinale e infiammazione oculare (vedere paragrafo "Descrizione di alcune reazioni avverse" e paragrafo 4.4).Le reazioni avverse più frequentemente segnalate sono state artralgia e sintomi simil–influenzali. Questi sintomi sono tipicamente associati alla prima dose, sono generalmente di breve durata e intensità lieve o moderata, di solito si risolvono con il proseguimento della terapia senza necessità di richiedere misure correttive (vedere sezione "Malattia simil–influenzale"). Elenco tabulare delle reazioni avverse La tabella 1 presenta una panoramica delle reazioni avverse. La sicurezza del trattamento per via orale con 2,5 mg al giorno di acido ibandronico è stata valutata su 1251 pazienti trattate nel corso di 4 studi clinici controllati verso placebo, nei quali la maggior parte delle pazienti proveniva dallo studio principale sulle fratture della durata di tre anni (MF 4411). In uno studio della durata di due anni su donne in post–menopausa affette da osteoporosi (BM 16549), la sicurezza complessiva di 150 mg di acido ibandronico una volta al mese è risultata simile a quella di 2,5 mg di acido ibandronico al giorno. La percentuale complessiva delle pazienti che hanno riportato una reazione avversa è stata del 22,7% e 25,0% con la somministrazione di acido ibandronico 150 mg una volta al mese, rispettivamente dopo uno e due anni. La maggioranza dei casi non ha comportato l’interruzione del trattamento. Le reazioni avverse sono elencate in accordo alla classificazione sistemica organica MedDRA e alla categoria di frequenza. Le categorie di frequenza sono definite usando le seguenti convenzioni: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100 a < 1/10), non comune (≥ 1/1.000 a < 1/100), raro (≥ 1/10.000 a < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità. Tabella 1: Reazioni avverse in donne in post–menopausa trattate con acido ibandronico 150 mg una volta al mese o acido ibandronico 2,5 mg al giorno negli studi di fase 3 BM16549 e MF4411 e nell’esperienza post–marketing.

Classificazione per sistemi e organi Comune Non comune Raro Molto raro
Disturbi del sistema immunitario   Esacerbazione dell’asma Reazioni di ipersensibilità Reazione anafilattica/shock*†
Patologie del sistema nervoso Cefalea Capogiri    
Patologie dell’occhio     Infiammazione oculare*†  
Patologie gastrointestinali Esofagite, gastrite, malattia da reflusso gastroesofageo, dispepsia, diarrea, dolore addominale, nausea Esofagite incluse ulcerazioni esofagee o stenosi e disfagia, vomito, flatulenza Duodenite  
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea   Angioedema, Edema del volto, Orticaria Sindrome di Stevens–Johnson†, Eritema Multiforme†. Dermatite bollosa
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo Artralgia, mialgia, dolore muscoloscheletrico, crampi muscolari, rigidità muscoloscheletrica Lombalgia Fratture femorali atipiche subtrocanteriche e diafisarie † Osteonecrosi della mandibola/mascella*†, Osteonecrosi del canale uditivo esterno(reazione avversa per la classe dei bisfosfonati)
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Malattia simil influenzale* Affaticamento    
* Per ulteriori informazioni si veda di seguito † Identificata nell’esperienza post– marketing. Descrizione di reazioni avverse selezionate Reazioni avverse gastrointestinali Nello studio sul trattamento mensile sono state incluse pazienti con anamnesi positiva per patologie gastrointestinali, comprese le pazienti affette da ulcera peptica, in assenza di sanguinamento o ricovero ospedaliero recenti, e le pazienti affette da dispepsia o reflusso sotto controllo farmacologico. Per queste pazienti non sono emerse differenze nell’incidenza degli eventi avversi a carico del tratto superiore dell’apparato gastrointestinale tra il regime terapeutico con 150 mg una volta al mese e quello con 2,5 mg al giorno. Malattia simil–influenzale La malattia simil–influenzale comprende eventi segnalati come reazioni di fase acuta o sintomi quali mialgia, artralgia, febbre, brividi, affaticamento, nausea, perdita dell’appetito o dolore alle ossa. Osteonecrosi della mandibola/mascella Sono stati riportati casi di osteonecrosi della mandibola/mascella, prevalentemente in pazienti affetti da cancro trattati con medicinali che inibiscono il riassorbimento osseo, come l’acido ibandronico (vedere paragrafo 4.4). Casi di osteonecrosi della mandibola/mascella sono stati riportati in seguito all’immissione in commercio di acido ibandronico. Infiammazione oculare Con acido ibandronico sono stati riferiti casi di infiammazione oculare quali uveite, episclerite e sclerite. In alcuni casi, questi eventi si sono risolti solo con l’interruzione della terapia con acido ibandronico. Reazione anafilattica/shock Con l’acido ibandronico somministrato per via endovenosa sono stati riferiti casi di reazione anafilattica/shock, inclusi eventi fatali. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni–reazioni–avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Acido Ibandronico Aurobindo è destinato a uso esclusivo delle donne in post–menopausa e non deve essere somministrato a donne in età fertile. Non vi sono dati adeguati provenienti dall’uso dell’acido ibandronico in donne in gravidanza. Gli studi condotti nei ratti hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Acido Ibandronico Aurobindo non deve essere usato durante la gravidanza. Allattamento Non è noto se l’acido ibandronico è escreto nel latte materno umano. Studi condotti su ratti femmine che allattavano hanno mostrato bassi livelli di acido ibandronico nel latte materno dopo somministrazione endovenosa. Acido Ibandronico Aurobindo non deve essere usato nelle pazienti che allattano. Fertilità Non vi sono dati sugli effetti di acido ibandronico provenienti dall’uso nell’uomo. In studi sulla riproduzione dei ratti che assumevano acido ibandronico per via orale, è stata riscontrata una riduzione della fertilità. In studi sulla riproduzione dei ratti per via endovenosa, l’acido ibandronico ha ridotto la fertilità a dosi giornaliere elevate (vedere paragrafo 5.3).

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

Farmaci