ATC: L01XC28 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: H | Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUSIONE CONC |
Presenza Lattosio:
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IMFINZI è indicato in monoterapia per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato, non resecabile, negli adulti il cui tumore presenta un’espressione di PD-L1 ≥ 1% sulle cellule tumorali e la cui malattia non è progredita a seguito di chemioradioterapia a base di platino (vedere paragrafo 5.1).
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
L’utilizzo di corticosteroidi sistemici o immunosoppressori prima di iniziare durvalumab, eccetto la dose fisiologica di corticosteroidi sistemici (≤ 10 mg/giorno di prednisone o equivalente), non è raccomandato a causa della loro potenziale interferenza con l’attività farmacodinamica e l’efficacia di durvalumab. Tuttavia, corticosteroidi sistemici o altri immunosoppressori possono essere utilizzati dopo aver iniziato durvalumab per trattare le reazioni avverse immuno-correlate (vedere paragrafo 4.4). Non sono stati condotti studi farmacocinetici (PK) ufficiali di interazioni farmacologiche con durvalumab. Dato che le vie primarie di eliminazione di durvalumab sono il catabolismo proteico attraverso il sistema reticoloendoteliale o la disponibilità target-mediata, non sono previste interazioni farmacologiche metaboliche.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Ogni ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 50 mg di durvalumab. Un flaconcino da 2,4 ml di concentrato contiene 120 mg di durvalumab. Un flaconcino da 10 ml di concentrato contiene 500 mg di durvalumab. Durvalumab è prodotto in cellule di mammiferi (ovaio di criceto cinese) mediante la tecnologia del DNA ricombinante. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
Il trattamento deve essere iniziato e seguito da medici specialisti, esperti nel trattamento del cancro. Test per PD-L1 per pazienti con NSCLC localmente avanzato I pazienti affetti da NSCLC localmente avanzato devono essere selezionati per il trattamento sulla base dell’espressione tumorale di PD-L1 confermato da un test validato (vedere paragrafo 5.1). Posologia La dose raccomandata di IMFINZI è 10 mg/kg somministrata tramite infusione endovenosa per 60 minuti ogni 2 settimane, fino alla progressione della malattia o alla comparsa di tossicità inaccettabile o per un massimo di 12 mesi. Si raccomanda di continuare il trattamento nei pazienti clinicamente stabili con iniziale evidenza di progressione di malattia fino a che la progressione di malattia venga confermata. Non è raccomandato l'aumento o la riduzione della dose. Può essere necessario sospendere la dose o interrompere permanentemente il trattamento in base alla sicurezza ed alla tollerabilità individuali. Le linee guida dettagliate per la gestione delle reazioni avverse immuno-mediate sono descritte nella Tabella 1 (vedere paragrafo 4.4). Tabella 1. Modifiche del trattamento raccomandate per IMFINZI e raccomandazioni riguardanti la gestione del trattamento
Reazioni avversa | Severità a | Modifica del trattamento con IMFINZI | Trattamento con corticosteroidi, salvo diversamente specificato |
Polmonite/malattia polmonare interstiziale immuno-mediate | Grado 2 | Sospendere la dose | Iniziare il trattamento con 1-2 mg/kg/giorno di prednisone o equivalente, poi diminuire la dose |
Grado 3 o 4 | Interrompere permanentemente il trattamento | Somministrare 1-4 mg/kg/giorno di prednisone o equivalente, poi diminuire la dose | |
Epatite immuno-mediata | Grado 2 con ALT o AST >3-5 x ULN e/o bilirubina totale >1,5-3 x ULN | Sospendere la dose | Iniziare il trattamento con 1-2 mg/kg/giorno di prednisone o equivalente, poi diminuire la dose |
Grado 3 con AST o ALT >5-≤8 x ULN o bilirubina totale >3-≤5 x ULN | |||
Grado 3 con AST o ALT >8 x ULN o bilirubina totale >5 x ULN | Interrompere permanentemente il trattamento | ||
ALT o AST concomitante >3 x ULN e bilirubina totale >2 x ULN con nessun’altra causa | |||
Colite o diarrea immuno-mediate | Grado 2 | Sospendere la dose | Iniziare il trattamento con 1-2 mg/kg/giorno di prednisone o equivalente, poi diminuire la dose |
Grado 3 o 4 | Interrompere permanentemente il trattamento | ||
Ipertiroidismo immuno-mediato | Grado 2-4 | Sospendere la dose finché il paziente non è clinicamente stabile | Trattamento sintomatico, vedere paragrafo 4.8 |
Ipotiroidismo immuno-mediato | Grado 2-4 | Nessuna modifica | Iniziare la terapia sostitutiva con ormoni tiroidei come indicato clinicamente |
Insufficienza surrenalica o ipofisite/ipopituitarismo immuno-mediati | Grado 2-4 | Sospendere la dose finché il paziente non è clinicamente stabile | Iniziare il trattamento con 1-2 mg/kg/giorno di prednisone o equivalente, poi diminuire la dose, e la terapia ormonale sostitutiva come indicato clinicamente |
Diabete mellito di tipo 1 immuno-mediato | Grado 2-4 | Nessuna modifica | Iniziare il trattamento con insulina come indicato clinicamente |
Nefrite immuno-mediata | Grado 2 con creatinina sierica >1,5-3 x (ULN o basale) | Sospendere la dose | Iniziare il trattamento con 1-2 mg/kg/giorno di prednisone o equivalente, poi diminuire la dose |
Grado 3 con creatinina sierica >3 x basale o >3-6 x ULN; Grado 4 con creatinina sierica >6 x ULN | Interrompere permanentemente il trattamento | ||
Eruzione cutanea o dermatite immuno-mediate | Grado 2 per >1 settimana | Sospendere la dose | Iniziare il trattamento con 1-2 mg/kg/giorno di prednisone o equivalente, poi diminuire la dose |
Grado 3 | |||
Grado 4 | Interrompere permanentemente il trattamento | ||
Miocardite immuno-mediata | Grado 2 | Sospendere la doseb | Iniziare il trattamento con 2-4 mg/kg/giorno di prednisone o equivalente, poi diminuire la dose |
Grado 3 o 4, o qualsiasi Grado con biopsia positiva | Interrompere permanentemente il trattamento | ||
Miosite/polimiosite immuno-mediate | Grado 2 o 3 | Sospendere la dose | Iniziare il trattamento con 1-4 mg/kg/giorno di prednisone o equivalente, poi diminuire la dose |
Grado 4 | Interrompere permanentemente il trattamentoc | ||
Reazioni correlate all’infusione | Grado 1 o 2 | Interrompere l’infusione o rallentare la velocità di infusione | Si possono prendere in considerazione premedicazioni per la profilassi di successive reazioni da infusione |
Grado 3 o 4 | Interrompere permanentemente il trattamento | ||
Infezione | Grado 3 o 4 | Sospendere la dose fino a stabilità clinica | |
Altre reazioni avverse immuno-mediate | Grado 3 | Sospendere la dose | Prendere in considerazione di somministrare una dose iniziale compresa tra 1 mg/kg/giorno e 4 mg/kg/giorno di prednisone o equivalente, poi diminuire la dose |
Grado 4 | Interrompere permanentemente il trattamentod |
Avvertenze e precauzioni
Tracciabilità Per migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome commerciale e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere indicati chiaramente. Polmonite immuno-mediata Polmonite o malattia polmonare interstiziale immuno-mediate, definite dalla necessità di usare corticosteroidi sistemici e dall’assenza di una chiara eziologia alternativa, sono state osservate nei pazienti in trattamento con IMFINZI. L’insorgenza di polmonite da radiazioni è osservata frequentemente nei pazienti sottoposti a radioterapia al polmone e la manifestazione clinica della polmonite e della polmonite da radiazioni è molto simile. Nello studio PACIFIC, nei pazienti che avevano completato il trattamento con almeno 2 cicli di chemioradioterapia concomitante entro 1-42 giorni prima dell’inizio dello studio, sono stati riportati casi di polmonite o polmonite da radiazioni in 161 (33,9%) pazienti nel gruppo trattato con IMFINZI e 58 (24,8%) nel gruppo placebo, compresi eventi di Grado 3 (3,4% vs. 3,0%) e Grado 5 (1,1% vs. 1,7%) (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare la comparsa di segni e sintomi di polmonite o polmonite da radiazioni. I pazienti con sospette polmoniti devono essere valutati tramite imaging radiografico e gestiti come raccomandato nel paragrafo 4.2. Epatite immuno-mediata Epatite immuno-mediata, definita dalla necessità di usare corticosteroidi sistemici e dall’assenza di un’eziologia alternativa chiara, è stata osservata nei pazienti in trattamento con IMFINZI (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare risultati anomali dei test della funzionalità epatica prima di iniziare la terapia, periodicamente durante il trattamento con IMFINZI e secondo quanto indicato in base alla valutazione clinica. L’epatite immuno-mediata deve essere gestita come raccomandato nel paragrafo 4.2. Colite immuno-mediata Colite o diarrea immuno-mediate, definite dalla necessità di usare corticosteroidi sistemici e dall’assenza di una chiara eziologia alternativa, è stata osservata nei pazienti in trattamento con IMFINZI (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di colite o diarrea e devono essere gestiti come raccomandato nel paragrafo 4.2. Endocrinopatie immuno-mediate Ipotiroidismo e ipertiroidismo Ipotiroidismo e ipertiroidismo immuno-mediati (compresa la tiroidite) sono stati osservati in pazienti in trattamento con IMFINZI e l’ipotiroidismo può insorgere in seguito all’ipertiroidismo (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare risultati anomali dei test della funzionalità tiroidea prima di iniziare la terapia e periodicamente durante il trattamento con IMFINZI, secondo quanto indicato in base alla valutazione clinica. L’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo immuno-mediati (compresa la tiroidite) devono essere gestiti come raccomandato nel paragrafo 4.2. Insufficienza surrenalica Insufficienza surrenalica immuno-mediata è stata osservata in pazienti in trattamento con IMFINZI (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di insufficienza surrenalica. In caso di insufficienza surrenalica sintomatica, i pazienti devono essere gestiti come raccomandato nel paragrafo 4.2. Diabete mellito di tipo 1 Diabete mellito di tipo 1 immuno-mediato è stato osservato in pazienti in trattamento con IMFINZI (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di diabete mellito di tipo 1. In caso di diabete mellito di tipo 1 sintomatico, i pazienti devono essere gestiti come raccomandato nel paragrafo 4.2. Ipofisite/ipopituitarismo Ipofisite o ipopituitarismo immuno-mediati sono stati osservati in pazienti in trattamento con IMFINZI (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di ipofisite o ipopituitarismo. In caso di ipofisite o ipopituitarismo sintomatici, i pazienti devono essere gestiti come raccomandato nel paragrafo 4.2. Nefrite immuno-mediata Nefrite immuno-mediata, definita dalla necessità di usare corticosteroidi sistemici e dall’assenza di una chiara eziologia alternativa, è stata osservata in pazienti in trattamento con IMFINZI (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare risultati anomali dei test della funzionalità renale prima di iniziare la terapia, periodicamente durante il trattamento con IMFINZI e devono essere gestiti come raccomandato nel paragrafo 4.2. Eruzione cutanea immuno-mediata Eruzione cutanea o dermatite immuno-mediate, definite dalla necessità di usare corticosteroidi sistemici e dall’assenza di una chiara eziologia alternativa, sono state osservate in pazienti in trattamento con IMFINZI (vedere paragrafo 4.8). Nei pazienti trattati con inibitori PD-1 sono stati riportati casi di Sindrome di Stevens-Johnson o necrolisi tossica epidermica. I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di eruzione cutanea o dermatiti e devono essere gestiti come raccomandato nel paragrafo 4.2. Altre reazioni avverse immuno-mediate In considerazione del meccanismo d’azione di IMFINZI, possono insorgere altre potenziali reazioni avverse immuno-mediate. Le seguenti reazioni avverse immuno-correlate sono state riportate in meno dell’1% dei pazienti trattati in monoterapia con IMFINZI nell’ambito di studi clinici (n = 1889): miastenia gravis, miocardite, miosite, polimiosite. I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi e devono essere gestiti come raccomandato nel paragrafo 4.2. Sono stati riportati eventi di pancreatite in pazienti inclusi nel programma dello studio clinico. I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi e devono essere gestiti per le altre reazioni avverse immuno-mediate come raccomandato nel paragrafo 4.2. Reazioni correlate all’infusione I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di reazioni correlate all’infusione. Sono state segnalate reazioni severe correlate all’infusione in pazienti in trattamento con IMFINZI (vedere paragrafo 4.8). Le reazioni correlate all’infusione devono essere gestite come raccomandato nel paragrafo 4.2. Pazienti esclusi dagli studi clinici Sono stati esclusi dallo studio PACIFIC i pazienti che presentavano le seguenti patologie: un punteggio basale del performance status secondo i criteri ECOG ≥ 2; una malattia autoimmune attiva o precedentemente documentata entro 2 anni dall’inizio della sperimentazione; anamnesi positiva per immunodeficienza; anamnesi per reazioni avverse immuno-mediate severe; patologie che hanno richiesto l’immunosoppressione sistemica, eccetto la dose fisiologica di corticosteroidi sistemici (≤ 10 mg/giorno di prednisone o equivalente); tubercolosi attiva, epatite B o C, infezione da HIV o pazienti che avevano ricevuto una vaccinazione con vaccino vivo attenuato entro 30 giorni prima o dopo l’inizio del trattamento con IMFINZI. In assenza di dati, durvalumab deve essere usato con cautela in queste popolazioni e dopo attenta valutazione del potenziale rapporto beneficio/rischio per ogni singolo soggetto.
Interazioni
L’utilizzo di corticosteroidi sistemici o immunosoppressori prima di iniziare durvalumab, eccetto la dose fisiologica di corticosteroidi sistemici (≤ 10 mg/giorno di prednisone o equivalente), non è raccomandato a causa della loro potenziale interferenza con l’attività farmacodinamica e l’efficacia di durvalumab. Tuttavia, corticosteroidi sistemici o altri immunosoppressori possono essere utilizzati dopo aver iniziato durvalumab per trattare le reazioni avverse immuno-correlate (vedere paragrafo 4.4). Non sono stati condotti studi farmacocinetici (PK) ufficiali di interazioni farmacologiche con durvalumab. Dato che le vie primarie di eliminazione di durvalumab sono il catabolismo proteico attraverso il sistema reticoloendoteliale o la disponibilità target-mediata, non sono previste interazioni farmacologiche metaboliche.
Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza La sicurezza di IMFINZI (10 mg/kg) è stata valutata nello Studio PACIFIC (n = 475) nei pazienti con NSCLC localmente avanzato, non resecabile che avevano completato il trattamento con almeno 2 cicli di chemioradioterapia concomitante negli 1-42 giorni prima dell’inizio dello studio. In questa popolazione di pazienti, le reazioni averse più frequenti sono state tosse (40,2% vs 30,3% nel gruppo placebo), infezione delle alte vie aeree respiratorie (26,1% vs 11,5% nel gruppo placebo) ed eruzione cutanea (21,7% vs 12,0% nel gruppo placebo). La reazione avversa più frequente di Grado 3-4 è stata la polmonite (6,5% vs 5,6% nel gruppo placebo). L’incidenza globale di reazioni averse di Grado 3 o 4 sono state 12,8% nel braccio con IMFINZI vs 9,8% nel gruppo placebo. Tabella delle reazioni avverse La Tabella 2 riporta l’incidenza delle reazioni avverse rilevate nei pazienti con NSCLC localmente avanzato, non resecabile, reclutati nello studio PACIFIC, in base alla frequenza di quel tipo di reazione avversa a prescindere dal rapporto di causa ed effetto valutato dallo sperimentatore. Le reazioni avverse al farmaco sono riportate secondo la classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA. All’interno di ogni classe di sistemi e organi, le reazioni avverse al farmaco sono riportate in ordine decrescente di frequenza. La categoria corrispondente di frequenza per ogni ADR è definita come: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non noto (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse al farmaco sono presentate in ordine di gravità decrescente. Tabella 2. Reazioni avverse al farmaco osservate in pazienti con NSCLC, localmente avanzato, non resecabile, trattati con IMFINZI 10 mg/kg
Qualsiasi Grado (%) | Grado 3-4 (%) | ||
Infezioni ed infestazioni | |||
Infezione delle alte vie aeree respiratoriea | Molto comune | 26,1 | 0,4 |
Polmoniteb,c | Molto comune | 17,1 | 6,5 |
Infezioni dentali e dei tessuti molli del cavo oraled | Comune | 3,6 | 0 |
Candidosi orale | Comune | 3,2 | 0 |
Influenza | Comune | 2,5 | 0 |
Patologie endocrine | |||
Ipotiroidismoe | Molto comune | 11,6 | 0,2 |
Ipertiroidismof | Comune | 8,2 | 0 |
Insufficienza surrenalica | Non comune | 0,2 | 0 |
Diabete mellito di tipo 1 | Non comune | 0,2 | 0,2 |
Ipofisite / Ipopituitarismo | Rarog | <0,1 | <0,1 |
Diabete insipido | Rarog | <0,1 | <0,1 |
Patologie del Sistema Nervoso | |||
Miastenia gravis | Raroh | <0,1 | <0,1 |
Patologie cardiache | |||
Miocardite | Rarog | <0,1 | <0,1 |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | |||
Tosse/Tosse produttivai | Molto comune | 40,2 | 0,6 |
Polmoniteb | Molto comune | 12,6 | 1,7 |
Disfonia | Comune | 3,8 | 0 |
Malattia polmonare interstiziale | Non comune | 0,6 | 0 |
Patologie gastrointestinali | |||
Diarrea | Molto comune | 18,3 | 0,6 |
Dolore addominalej | Molto comune | 10,1 | 0,4 |
Colitek | Comune | 1,1 | 0,2 |
Patologie epatobiliari | |||
Aspartato aminotransferasi aumentata o Alanina aminotransferasi aumentatal | Comune | 6,1 | 1,9 |
Epatitec,m | Non comune | 0,6 | 0 |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |||
Eruzione cutanean | Molto comune | 21,7 | 0,6 |
Prurito° | Molto comune | 12,4 | 0 |
Dermatite | Comune | 1,5 | 0 |
Sudorazione notturna | Comune | 2,3 | 0 |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | |||
Mialgia | Comune | 8,0 | 0,2 |
Miosite | Non comune | 0,4 | 0 |
Polimiositec | Rarog | <0,1 | <0,1 |
Patologie renali e urinarie | |||
Aumento della creatinina ematica | Comune | 4,6 | 0,2 |
Disuria | Comune | 2,3 | 0 |
Nefritep | Non comune | 0,4 | 0 |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |||
Piressia | Molto comune | 14,7 | 0,2 |
Edema periferico | Comune | 7,8 | 0 |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | |||
Reazione correlata all’infusioneq | Comune | 1,9 | 0 |
Gravidanza e allattamento
Donne in età fertile Le donne in età fertile devono adottare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con durvalumab e per almeno 3 mesi dopo l’ultima dose di durvalumab. Gravidanza I dati relativi all’uso di durvalumab in donne in gravidanza non esistono. In base al suo meccanismo d’azione, durvalumab può avere un impatto potenziale sul mantenimento della gravidanza e, in un modello murino di gravidanza allogenica, è stato riscontrato che l’interruzione della segnalazione di PD-L1 da luogo ad un aumento di perdite fetali. Studi condotti su animali con durvalumab non indicano alcuna forma di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). È noto che l’IgG1 umana attraversa la barriera placentare e il trasferimento di durvalumab nella placenta è stato confermato in studi condotti su animali. Durvalumab quando somministrato durante la gravidanza può causare danno fetale, pertanto durvalumab non è raccomandato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano misure contraccettive efficaci durante il trattamento e per almeno 3 mesi dopo l’ultima dose di durvalumab. Allattamento Non è noto se durvalumab sia escreto nel latte materno. Dati tossicologici disponibili, ricavati in scimmie cynomolgus, hanno mostrato livelli bassi di durvalumab nel latte materno al giorno 28 dopo la nascita (vedere paragrafo 5.3). Nell’uomo, gli anticorpi possono essere escreti nel latte materno, ma il potenziale di assorbimento e danno nel neonato non sono noti. Tuttavia, non può essere escluso un potenziale rischio per il lattante. Una decisione deve essere presa se interrompere l’allattamento, interrompere la terapia o astenersi dalla terapia con durvalumab tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Fertilità Non sono disponibili dati sui potenziali effetti di durvalumab sulla fertilità nell’uomo o negli animali.
Conservazione
Conservare in frigorifero (2 °C - 8 °C). Non congelare. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce. Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.