ATC: C07AB14 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: CN | Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUSIONE POLV |
Presenza Lattosio:
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•Tachicardia sopraventricolare e per il rapido controllo della frequenza ventricolare in pazienti con fibrillazione atriale o flutter atriale in circostanze perioperatorie, postoperatorie o di altro genere, dove si giudichi necessario il controllo a breve termine della frequenza ventricolare con un farmaco di breve durata d’azione. • Tachicardia sinusale non compensatoria laddove, secondo il giudizio del medico, la frequenza cardiaca accelerata richieda un intervento specifico. • L’uso di landiololo non è indicato come terapia cronica.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
I calcio-antagonisti, come i derivati della diidropiridina (ad esempio la nifedipina) possono aumentare il rischio di ipotensione. Nei pazienti con insufficienza cardiaca il trattamento concomitante con beta-bloccanti può portare a insufficienza cardiaca. Si raccomanda pertanto l’attenta titolazione di landiololo e un adeguato monitoraggio emodinamico. La somministrazione di landiololo deve essere titolata con cautela se effettuata in concomitanza con l’utilizzo di verapamil, diltiazem, farmaci antiaritmici di classe I, amiodarone o preparati digitalici visto che la co-somministrazione può indurre un'eccessiva soppressione della funzionalità cardiaca e / o anomalie della conduzione atrio-ventricolare. Landiololo non deve essere usato in concomitanza con verapamil o diltiazem in pazienti con anomalie della conduzione atrio-ventricolare (vedere il paragrafo 4.4). L’impiego concomitante di landiololo e insulina oppure farmaci antidiabetici orali può influenzare i sintomi dell’ipoglicemia. Quando questi medicinali vengono somministrati contemporaneamente, è opportuno monitorare la i livelli di zucchero nel sangue (glicemia). Il blocco beta-adrenergico può prevenire la comparsa di segni di ipoglicemia come la tachicardia. Medicinali usati durante l’anestesia L'uso continuato dei beta-bloccanti durante l'induzione dell’anestesia, l’intubazione e il risveglio riduce il rischio di aritmia. In situazioni in cui lo stato volemico del paziente è incerto oppure vengono utilizzati in concomitanza farmaci antipertensivi, può verificarsi un’attenuazione della tachicardia riflessa e un aumento del rischio di ipotensione. L’anestesista deve essere informato se il paziente sta assumendo un beta-bloccante in aggiunta al landiololo. Gli effetti ipotensivi degli anestetici inalatori possono essere incrementati in presenza di landiololo. Se necessario, si può modificare il dosaggio di uno dei due farmaci per mantenere l’effetto emodinamico desiderato. Landiololo deve essere titolato con cautela se somministrato contemporaneamente ad anestetici che riducono la frequenza cardiaca, farmaci metabolizzati dalle esterasi plasmatiche (ad esempio il suxametonio cloruro) o inibitori della colinesterasi (ad esempio la neostigmina) poiché la somministrazione concomitante può intensificare l'effetto bradicardico o prolungare la durata d'azione del landiololo. Uno studio in vitro effettuato su plasma umano ha evidenziato che la co-somministrazione di succinilcolina potrebbe aumentare la concentrazione massima di landiololo cloridrato nel sangue di circa il 20%. L'inibizione antagonistica può anche causare un prolungamento della durata del blocco neuromuscolare indotto dalla succinilcolina. Interazioni con altri medicinali La combinazione di landiololo e bloccanti gangliari può potenziare l’effetto ipotensivo. I FANS possono ridurre gli effetti ipotensivi dei beta-bloccanti. Si deve adottare particolare cautela in caso di impiego concomitante di floctafenina o amisulpride e beta-bloccanti. La somministrazione concomitante di antidepressivi triciclici, barbiturici e fenotiazine, nonché altri farmaci antipertensivi, può aumentare l’effetto di riduzione della pressione arteriosa. Si raccomanda di ridurre il dosaggio di landiololo per evitare un’ipotensione inattesa. Gli effetti del landiololo possono essere contrastati se somministrato in concomitanza con farmaci simpaticomimetici come gli agonisti beta-adrenergici. In questo caso è opportuno considerare di modificare il dosaggio di landiololo o del farmaco simpaticomimetico in base alla risposta del paziente oppure l'uso di farmaci alternativi. L’effetto di farmaci che esauriscono le catecolamine o famaci simpaticolitici (ad esempio reserpina, clonidina, dexmedetomidina) può essere potenziato dalla somministrazione concomitante di landiololo. I pazienti trattati contemporaneamente con una di queste sostanze devono pertanto essere monitorati attentamente per la comparsa di un’eventuale ipotensione o di marcata bradicardia. L'uso concomitante di clonidina e beta-bloccanti aumenta il rischio di ipertensione da " rebound". Sebbene un effetto di rimbalzo ipertensivo non sia stato osservato dopo la somministrazione di landiololo per 24 ore, tale effetto non può essere escluso se landiololo viene somministrato con clonidina. Reazioni anafilattiche causate da altri medicinali possono essere più gravi nei pazienti che assumono beta-bloccanti. Questi pazienti possono non rispondere alle dosi usuali di adrenalina, anche se l’infusione endovenosa di glucagone risulta efficace (vedere anche il paragrafo 4.4). Quando si somministra eparina per via endovenosa nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiovascolare con infusione di landiololo si verifica una diminuzione del 50% dei livelli plasmatici di landiololo, ipotensione indotta dall'eparina ed un aumento dell'emivita di landiololo. I valori della frequenza cardiaca non variano in queste condizioni. La potenziale interazione dei metaboliti del landiololo, M1 e M2, con i medicinali somministrati in concomitanza a landiololo non è noto. Gli effetti farmacodinamici dei metaboliti sono considerati clinicamente non rilevanti (vedere il paragrafo 5.2). Popolazione pediatrica Gli studi di interazione sono stati effettuati solo su adulti. Non è noto se le interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche del medicinale sono simili nella popolazione pediatrica e adulta.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Un flaconcino contiene 300 mg di landiololo cloridrato, equivalenti a 280 mg di landiololo. Dopo la ricostituzione (vedere il paragrafo 6.6), ogni ml contiene 6 mg di landiololo cloridrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.
Controindicazioni
•Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. •Bradicardia grave (inferiore a 50 battiti al minuto) •Sindrome del “nodo del seno”; •Gravi disturbi nella conduzione del nodo atrio-ventricolare (in assenza di pacemaker): blocco atrio-ventricolare di secondo o terzo grado •Shock cardiogeno •Ipotensione grave •Insufficienza cardiaca scompensata quando considerata non correlata all’aritmia •Ipertensione polmonare •Feocromocitoma non trattato •Attacco asmatico acuto •Acidosi metabolica grave non responsiva al trattamento
Posologia
Posologia Landiololo è destinato all’uso endovenoso in ambiente monitorato e deve essere somministrato solo da operatori sanitari ben qualificati. Il dosaggio di landiololo deve essere titolato caso per caso. Iniziare l'infusione endovenosa con una dose di carico di 100 microgrammi/kg di peso corporeo in 1 minuto, seguita dall’infusione continua endovenosa di 10 - 40 microgrammi/kg di peso corporeo/min. Se non è richiesta una rapida insorgenza dell'effetto bradicardizzante (entro 2-4 minuti), iniziando l'infusione con la velocità d’infusione di mantenimento di 10 - 40 microgrammi/kg di peso corporeo/min si avrà l'effetto entro 10 - 20 min. Dose massima: Se la risposta terapeutica desiderata non dovesse essere raggiunta con questo regime terapeutico, la dose di mantenimento può essere aumentata fino a 80 microgrammi/kg di peso corporeo/min, se lo stato cardiovascolare del paziente richiede e consente un tale aumento della dose. Tabella di conversione per l'infusione endovenosa iniziale da microgrammi/kg/min a ml/h (Landiobloc 300 mg/50 ml = 6 mg/ml di concentrazione):
kg di peso corporeo | 100 mcg/kg in 1 minuto | |
40 | 40 | ml/h |
50 | 50 | ml/h |
60 | 60 | ml/h |
70 | 70 | ml/h |
80 | 80 | ml/h |
90 | 90 | ml/h |
100 | 100 | ml/h |
kg di peso corporeo | 10 mcg/kg/min | 20 mcg/kg/min | 30 mcg/kg/min | 40 mcg/kg/min | 80 mcg/kg/min | |
40 | 4 | 8 | 12 | 16 | 32 | ml/h |
50 | 5 | 10 | 15 | 20 | 40 | ml/h |
60 | 6 | 12 | 18 | 24 | 48 | ml/h |
70 | 7 | 14 | 21 | 28 | 56 | ml/h |
80 | 8 | 16 | 24 | 32 | 64 | ml/h |
90 | 9 | 18 | 27 | 36 | 72 | ml/h |
100 | 10 | 20 | 30 | 40 | 80 | ml/h |
Avvertenze e precauzioni
Landiobloc deve essere ricostituito prima della somministrazione e utilizzato immediatamente dopo l'apertura (vedere il paragrafo 6). Si raccomanda di utilizzare landiololo con cautela nei pazienti diabetici o in presenza di ipoglicemia. L’ipoglicemia è più grave con beta-bloccanti meno cardio-selettivi. I beta-bloccanti possono mascherare i sintomi prodromici di un’ipoglicemia come la tachicardia. Tuttavia, la comparsa di vertigini e sudorazione può non essere influenzata. L’effetto indesiderato osservato con maggiore frequenza è l’ipotensione che è rapidamente reversibile riducendo il dosaggio o interrompendo il trattamento. Si consiglia di tenere sotto costante monitoraggio la pressione arteriosa e l’ECG in tutti i pazienti trattati con landiololo. I beta-bloccanti devono essere evitati nei pazienti con sindrome da preeccitazione ventricolare in combinazione con fibrillazione atriale. In questi pazienti il beta-blocco del nodo atrio-ventricolare può aumentare la conduzione attraverso la via accessoria e può facilitare la fibrillazione ventricolare. A causa dell’effetto negativo sul tempo di conduzione, i beta-bloccanti vanno somministrati con particolare cautela in pazienti con blocco atrioventricolare di primo grado (vedere anche il paragrafo 4.3). La somministrazione contemporanea di landiololo con verapamil o diltiazem non è raccomandata nei pazienti con anomalie della conduzione atrio-ventricolare (vedere il paragrafo 4.5). I beta-bloccanti possono aumentare il numero e la durata di attacchi anginosi in pazienti con angina di Prinzmetal, a causa dell’attivazione incontrastata dei recettori alfa-adrenergici, che inducono vasocostrizione delle arterie coronarie. In tali pazienti non devono essere utilizzati beta-bloccanti non selettivi e i bloccanti beta1-selettivi devono essere utilizzati con estrema attenzione. L’uso di landiololo per il controllo della risposta ventricolare in pazienti con aritmie sopraventricolari richiede cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca (preesistente) oppure quando il paziente presenta funzionalità emodinamiche compromesse o sta assumendo altri farmaci che riducono una o tutte le seguenti funzioni: resistenza periferica, riempimento miocardico, contrattilità miocardica o propagazione dell’ impulso elettrico nel miocardio. I benefici di un potenziale controllo della frequenza devono essere soppesati rispetto al rischio di un’ulteriore depressione della contrattilità miocardica. Al primo segno o sintomo di un ulteriore peggioramento, la dose non deve essere aumentata e, se necessario, il trattamento con landiololo deve essere interrotto e i pazienti devono ricevere un trattamento medico adeguato. Il metabolita principale del landiololo (M1) è escreto attraverso i reni ed è probabile che si accumuli nei pazienti con compromissione renale. Sebbene questo metabolita non abbia attività beta-bloccante, anche a dosi 200 volte superiori a quelle del farmaco da cui deriva, landiololo deve essere usato con cautela nei pazienti con insufficienza della funzione renale. Nei pazienti con feocromocitoma landiololo deve essere usato con cautela e solo dopo il pre-trattamento con i bloccanti dei recettori alfa-adrenergici (vedere anche paragrafo 4.3). I pazienti con broncospasmo non dovrebbero, in linea generale, assumere beta-bloccanti. Landiololo può però essere utilizzato con cautela in questi casi per via della sua relativa selettività per i recettori beta1 e della sua facile titolabilità. Si raccomanda di titolare attentamente il landiololo per individuare la minima dose efficace. In caso di broncospasmo, l’infusione deve essere immediatamente sospesa e, se necessario, deve essere somministrato un beta2-agonista. Se il paziente già utilizza un agonista dei recettori beta-2, può essere necessario riesaminare la dose di tale farmaco. In pazienti con disturbi a carico della circolazione periferica (malattia o sindrome di Raynaud, claudicatio intermittens), i beta-bloccanti devono essere usati con estrema cautela, poiché si potrebbe verificare un peggioramento di questi disturbi. I beta-bloccanti possono aumentare sia la sensibilità verso gli allergeni, sia la gravità di eventuali reazioni anafilattiche. I pazienti che utilizzano beta-bloccanti possono non rispondere alle dosi usuali di adrenalina usate per il trattamento di reazioni anafilattiche (vedere anche il paragrafo 4.5).
Interazioni
I calcio-antagonisti, come i derivati della diidropiridina (ad esempio la nifedipina) possono aumentare il rischio di ipotensione. Nei pazienti con insufficienza cardiaca il trattamento concomitante con beta-bloccanti può portare a insufficienza cardiaca. Si raccomanda pertanto l’attenta titolazione di landiololo e un adeguato monitoraggio emodinamico. La somministrazione di landiololo deve essere titolata con cautela se effettuata in concomitanza con l’utilizzo di verapamil, diltiazem, farmaci antiaritmici di classe I, amiodarone o preparati digitalici visto che la co-somministrazione può indurre un'eccessiva soppressione della funzionalità cardiaca e / o anomalie della conduzione atrio-ventricolare. Landiololo non deve essere usato in concomitanza con verapamil o diltiazem in pazienti con anomalie della conduzione atrio-ventricolare (vedere il paragrafo 4.4). L’impiego concomitante di landiololo e insulina oppure farmaci antidiabetici orali può influenzare i sintomi dell’ipoglicemia. Quando questi medicinali vengono somministrati contemporaneamente, è opportuno monitorare la i livelli di zucchero nel sangue (glicemia). Il blocco beta-adrenergico può prevenire la comparsa di segni di ipoglicemia come la tachicardia. Medicinali usati durante l’anestesia L'uso continuato dei beta-bloccanti durante l'induzione dell’anestesia, l’intubazione e il risveglio riduce il rischio di aritmia. In situazioni in cui lo stato volemico del paziente è incerto oppure vengono utilizzati in concomitanza farmaci antipertensivi, può verificarsi un’attenuazione della tachicardia riflessa e un aumento del rischio di ipotensione. L’anestesista deve essere informato se il paziente sta assumendo un beta-bloccante in aggiunta al landiololo. Gli effetti ipotensivi degli anestetici inalatori possono essere incrementati in presenza di landiololo. Se necessario, si può modificare il dosaggio di uno dei due farmaci per mantenere l’effetto emodinamico desiderato. Landiololo deve essere titolato con cautela se somministrato contemporaneamente ad anestetici che riducono la frequenza cardiaca, farmaci metabolizzati dalle esterasi plasmatiche (ad esempio il suxametonio cloruro) o inibitori della colinesterasi (ad esempio la neostigmina) poiché la somministrazione concomitante può intensificare l'effetto bradicardico o prolungare la durata d'azione del landiololo. Uno studio in vitro effettuato su plasma umano ha evidenziato che la co-somministrazione di succinilcolina potrebbe aumentare la concentrazione massima di landiololo cloridrato nel sangue di circa il 20%. L'inibizione antagonistica può anche causare un prolungamento della durata del blocco neuromuscolare indotto dalla succinilcolina. Interazioni con altri medicinali La combinazione di landiololo e bloccanti gangliari può potenziare l’effetto ipotensivo. I FANS possono ridurre gli effetti ipotensivi dei beta-bloccanti. Si deve adottare particolare cautela in caso di impiego concomitante di floctafenina o amisulpride e beta-bloccanti. La somministrazione concomitante di antidepressivi triciclici, barbiturici e fenotiazine, nonché altri farmaci antipertensivi, può aumentare l’effetto di riduzione della pressione arteriosa. Si raccomanda di ridurre il dosaggio di landiololo per evitare un’ipotensione inattesa. Gli effetti del landiololo possono essere contrastati se somministrato in concomitanza con farmaci simpaticomimetici come gli agonisti beta-adrenergici. In questo caso è opportuno considerare di modificare il dosaggio di landiololo o del farmaco simpaticomimetico in base alla risposta del paziente oppure l'uso di farmaci alternativi. L’effetto di farmaci che esauriscono le catecolamine o famaci simpaticolitici (ad esempio reserpina, clonidina, dexmedetomidina) può essere potenziato dalla somministrazione concomitante di landiololo. I pazienti trattati contemporaneamente con una di queste sostanze devono pertanto essere monitorati attentamente per la comparsa di un’eventuale ipotensione o di marcata bradicardia. L'uso concomitante di clonidina e beta-bloccanti aumenta il rischio di ipertensione da " rebound". Sebbene un effetto di rimbalzo ipertensivo non sia stato osservato dopo la somministrazione di landiololo per 24 ore, tale effetto non può essere escluso se landiololo viene somministrato con clonidina. Reazioni anafilattiche causate da altri medicinali possono essere più gravi nei pazienti che assumono beta-bloccanti. Questi pazienti possono non rispondere alle dosi usuali di adrenalina, anche se l’infusione endovenosa di glucagone risulta efficace (vedere anche il paragrafo 4.4). Quando si somministra eparina per via endovenosa nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiovascolare con infusione di landiololo si verifica una diminuzione del 50% dei livelli plasmatici di landiololo, ipotensione indotta dall'eparina ed un aumento dell'emivita di landiololo. I valori della frequenza cardiaca non variano in queste condizioni. La potenziale interazione dei metaboliti del landiololo, M1 e M2, con i medicinali somministrati in concomitanza a landiololo non è noto. Gli effetti farmacodinamici dei metaboliti sono considerati clinicamente non rilevanti (vedere il paragrafo 5.2). Popolazione pediatrica Gli studi di interazione sono stati effettuati solo su adulti. Non è noto se le interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche del medicinale sono simili nella popolazione pediatrica e adulta.
Effetti indesiderati
a. Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse al farmaco (ADR) più frequentemente osservate e riportate durante gli studi clinici (1.569 pazienti) e nella sorveglianza di postmarketing (1.257 pazienti) sono state ipotensione e bradicardia (≥1%, <10%). Le ADR sono descritte sotto secondo la classificazione per sistemi ed organi e frequenza; molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, <1/10), non comune (≥ 1 / 1.000, <1/100), raro (≥ 1 / 10.000, <1 / 1.000), molto raro (<1 / 10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). b. Tabella riassuntiva delle reazioni avverse
Infezioni e Infestazioni | Non comune: Polmonite |
Raro: Mediastinite | |
Patologie del Sistema Emolinfopoietico | Raro: Trombocitopenia, patologia piastrinica |
Disturbi del Metabolismo e della Nutrizione | Non comune: Iponatremia |
Raro: Iperglicemia | |
Patologie del Sistema Nervoso | Non comune: Ischemia cerebrale, mal di testa |
Raro: Infarto cerebrale, accidente cerebrovascolare, convulsioni | |
Patologie Cardiache | Comune: Bradicardia |
Non comune: Arresto cardiaco, arresto sinusale, tachicardia | |
Raro: Infarto miocardico, tachicardia ventricolare, fibrillazione atriale, sindrome da ridotta gittata cardiaca, blocco atrio-ventricolare, blocco di branca destra, extrasistolia sopraventricolare, extrasistolia ventricolare | |
Patologie Vascolari | Comune: Ipotensione |
Non comune: Ipertensione | |
Raro: Shock, vampate di calore | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Non comune: Edema polmonare |
Raro: Asma, sofferenza respiratoria, disturbi respiratori, broncospasmo, dispnea, ipossia | |
Patologie Gastrointestinali | Non comune: Vomito, nausea |
Raro: Disturbi addominali, secrezioni orali, alitosi | |
Patologie Epatobiliari | Non comune: Disturbi del fegato |
Raro: Iperbilirubinemia | |
Patologie della Cute e del Tessuto Sottocutaneo | Raro: Eritema, sudore freddo |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Raro: Spasmi muscolari |
Patologie Renali e Urinarie | Raro: Insufficienza renale, lesione renale acuta, oliguria |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Raro: Febbre, brividi, dolore toracico, dolore al sito di somministrazione |
Non nota: Dolore al sito di applicazione, reazioni al sito di infusione, sensazione di pressione | |
Esami diagnostici | Comune: Diminuzione della pressione sanguigna |
Non comune: Depressione del segmento ST nell’elettrocardiogramma, indice cardiaco anomalo, valori anomali di alanina aminotransferasi (ALT / GPT), valori anomali di aspartato aminotransferasi (AST / GOT), valori anomali di bilirubina nel sangue, valori anomali di globuli bianchi, valori anomali di globuli rossi, valori anomali di emoglobina, valori anomali di ematocrito, valori anomali di conta piastrinica, valori anomali di lattato deidrogenasi nel sangue, valori anomali di urea nel sangue, aumento della creatinina ematica, valori anomali di creatinfosfochinasi nel sangue, valori anomali di proteine totali, valori anomali di albumina nel sangue, valori anomali di sodio nel sangue, valori anomali di potassio nel sangue, valori anomali di colesterolo nel sangue, valori anomali di trigliceridi nel sangue, presenza di proteine nelle urine. | |
Raro: Aumento della pressione sanguigna, inversione dell'onda T nell’elettrocardiogramma, prolungato complesso QRS nell’elettrocardiogramma, diminuzione della frequenza cardiaca, aumento della pressione arteriosa polmonare, diminuzione di pO2, valori anomali di neutrofili, valori anomali di fosfatasi alcalina nel sangue, valori anomali di fosfatasi alcalina leucocitaria, valori anomali di acidi grassi, valori anomali di cloruro nel sangue, presenza di glucosio nelle urine. |
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non sono disponibili dati sull’uso di Landiobloc nelle donne in gravidanza. Studi condotti su animali non hanno evidenziato effetti tossici clinicamente rilevanti nella riproduzione (vedere il paragrafo 5.3). Come misura precauzionale, è preferibile evitare l'uso di landiololo durante la gravidanza. In base all’azione farmacologica dei beta-bloccanti, nell’ultimo periodo di gravidanza si deve tenere conto di possibili effetti indesiderati sul feto e sul neonato (in particolare ipoglicemia, ipotensione e bradicardia). Qualora il trattamento con landiololo sia considerato necessario, si raccomanda di monitorare il flusso sanguigno uteroplacentale e la crescita fetale. Il neonato deve essere sottoposto ad accurato monitoraggio. Allattamento Non è noto se il landiololo o i suoi metaboliti vengano escreti nel latte materno. Dati di farmacodinamica ottenuti su animali indicano che il landiololo viene escreto nel latte materno. Un rischio per il lattante non può essere escluso. La decisione di interrompere l'allattamento o interrompere / astenersi dalla terapia con landiololo va presa tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la madre. Fertilità In studi su animali, non è stato dimostrato che il landiololo alteri la fertilità (vedere il paragrafo 5.3).
Conservazione
Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione. Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione del medicinale, vedere il paragrafo 6.3.