Quante volte in un mese dite “Ho un mal di testa insopportabile!”
In base agli ultimi dati scientifici, pare che solo il 10% degli italiani non soffra di emicrania, mentre per tutti gli altri il mal di testa è un compagno di vita, per qualcuno quasi quotidiano; per altri si fa sentire, per fortuna, solo ogni tanto. Ma quella volta può essere davvero fastidioso e difficile da sopportare. Secondo le analisi fatte, il 60% di noi ha almeno un attacco l’anno, mentre per un 4% di persone la cefalea è addirittura un appuntamento di tutti i giorni. Le donne in particolare sono più a rischio di soffrire di emicrania, una cefalea particolare che colpisce ben 6 milioni di italiani e che è caratterizzata da un dolore pulsante che può durare anche 72 ore di fila.
Che poi sotto la dicitura “mal di testa” si nascondono ben 170 forme diverse di questo malessere: tanti sono infatti i tipi di cefalea classificati dall’International Headache Society, la massima autorità scientifica che si occupa di questo disturbo.
La più diffusa è la cefalea tensiva: come si spiega il professor Gennaro Bussone, fondatore del Centro cefalee, è simile ad una sorta di elmo che opprime tutto il capo e che si irradia verso la fronte. Il dolore insorge lentamente, ma può durare anche ore di fila, ma non ti impedisce di effettuare le normali attività quotidiane. Può essere utile anche camminare un po’ a passo sostenuto mezz’ora al giorno, andare in bicicletta o nuotare. Contro la cefalea fa bene anche distogliersi, parlare con qualcuno stando all’aria aperta. Vanno evitati invece gli sforzi fisici eccessivi, ad esempio quelli che prevedono l’utilizzo di macchinari o pesi e un eccesso di ore passate al pc, sul tablet o a chattare o telefonare con lo smartphone. Perché? Lo chiediamo al professor Fabio Antonaci, docente di neurologia all’Università di Pavia, Past President della Federazione europea delle cefalee.
Se si sta tanto al pc, bisogna alzarsi ogni 30-60 minuti e approfittare di quelle pause per decontrarre i muscoli del collo. Se si usa parecchio lo smarthphone, meglio telefonare con l’auricolare. E “disintossicarsi” dagli strumenti elettronici un paio d’ore prima di andare a dormire.
Il problema resta cosa fare quando arrivano gli attacchi di cefalea, anche una volta messe in atto le azioni di prevenzione per provare a evitare di star male. Per prima cosa, pare che faccia bene farsi una doccia calda, orientando il getto dell’acqua su schiena e collo. Se la però la cefalea tensiva è ricorrente e ci affligge per almeno 10-15 giorni al mese, ricorrere in continuazione a questi antidolorifici diventa ad alto rischio, perché le pillole antidolore trasformano il mal di testa in un disturbo cronico: assunti per più di 2 settimane al mese, autoalimentano il dolore, invece di stroncarlo. Meglio quindi rivolgersi a un medico.
Tra le cure mirate per la cefalea cronica, c’è il biofeedback, che ha un indice di successo pari al 60%. Consiste in un ciclo di sedute (in genere 8-10) effettuabili per esempio nei centri per la diagnosi e la cura delle cefalee, durante le quali si impara a prender coscienza delle contrazioni muscolari all’origine del dolore e a come fare per evitare che i muscoli si serrino in una morsa dolorosa. Successivamente si può utilizzare anche un piccolo apparecchio per il biofeedback domestico, da usare quando si è molto tesi: ha degli elettrodi da applicare sui muscoli temporali, sui frontali o sui trapezi, che aiutano a capire come fare per rilassarli. Altra tecnica efficace, è il ricorso al botulino, sì.. la stessa tossina utilizzata in medicina estetica. Impiegata però a dosi diverse e iniettata seguendo una mappa ben definita, ovvero su ben 31 punti disseminati su collo, muscoli temporali e frontali, inibisce lo stimolo nervoso che produce la contrattura e contrasta la cefalea cronica.
Diversa è l’emicrania, altro tipo di mal di testa che si presenta con la testa che batte e pulsa, un’insofferenza nei confronti della luce e dei rumori, un dolore che aumenta appena ci si prova a muovere, o anche solo ci si passa la mano tra i capelli. E come se non bastasse, attacchi di nausea e vomito. L’emicrania è una delle cefalee più dolorose e colpisce soprattutto le donne: 3 donne per ogni uomo, come conferma il professor Giovanni Battista Allais, responsabile centro cefalee della donna dell’ ospedale Sant’Anna di Torino.
L’abuso degli antidolorifici può trasformare l’emicrania in una forma cronica. Meglio rivolgersi perciò ad un centro per la diagnosi e la cura delle cefalee. Potete dare un’occhiata a questi due siti per trovare il centro più vicino a voi: anircef.it oppure sisc.it. Lì un neurologo potrà consigliarvi valide cure preventive per ridurre intensità e numero degli attacchi. L’emicrania si previene anche a tavola, perché alcuni cibi possono facilitare la comparsa di un attacco.
Anche il digiuno fa male: saltare i pasti, o ridurli all’osso, è una delle cause scatenanti più frequenti dell’emicrania. Per lo stesso motivo, da bandire anche le diete solo proteiche. E attenzione al sonno: dormire poco o, al contrario dormire più del solito come capita nel fine settimana, può innescare l’emicrania da week end, legata proprio da troppe ore di sonno e ad un’alterazione dei ritmi biologici quotidiani.
Con tutti queste parole sul mal di testa, spero di non aver contribuito a farvelo venire.. nel caso, sappiamo come fare per provare a star meglio!!