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Perché stare nella natura ci fa bene e ci rende felici

Vivere a contatto con il verde ci fa stare meglio. La natura placa la mente e acquieta il brusio interiore, favorendo equilibrio, tranquillità, consapevolezza. Leggi qui per imparare a praticare il green wellness

Foto di photosforyou da Pixabay




La natura è come una vitamina che andrebbe assunta quanto più spesso possibile: ha enormi benefici e non presenta effetti collaterali negativi.

Peccato che te ne dimentichi e finisci per farlo solo in occasioni speciali. In realtà, assicurano gli studiosi di psicologia e salute urbana, per il green wellness non è necessario aspettare la gita domenicale o le ferie, né spostarti di chilometri per raggiungere il bosco, il lago, la campagna. La natura sta anche nel giardino condominiale, al parco comunale, lungo la pista ciclopedonale: basta notarla e avere voglia di apprezzarla. Vediamo perché e come puoi approfittarne.


Benefici a tutto tondo

«Stare nel verde e assaporarlo con i cinque i sensi ti permette di fare un passo indietro dai ritmi frenetici del lavoro, della famiglia, degli impegni sociali e di accorgerti di quanto tu sia affaticata a livello fisico e psicologico», esordisce Pamela D’Alisa, ecopsicologa del benessere esperta in crescita personale facilitata dalla natura (giardinaggiointeriore.net).

Oltre a essere una spia del disagio, però, ne costituisce anche il rimedio. «Pensaci bene: la specie umana ha una spinta innata a vivere in armonia con l’ambiente naturale perché si è evoluta all’interno di esso. Insomma, il corpo e la psiche – due lati della stessa medaglia – vi hanno messo radici profonde e anelano a tornarci per ritrovare equilibrio e completezza. Detto questo, non ti stupirà sapere che la natura placa la mente e acquieta il brusio interiore; aumenta la tranquillità, la concentrazione e l’introspezione; migliora l’umore, riducendo gli stati ansiosi e depressivi; smorza l’aggressività e aiuta a relazionarti in modo più sereno e autentico con chi ti è vicino.

Infine, ti fa entrare più facilmente in contatto con il divino che risiede in te (qualsiasi nome tu gli dia). Se hai mai provato meraviglia, stupore, commozione davanti a un fiore che sboccia o a una farfalla che volteggia sul prato, sai a quale esperienza spirituale mi riferisco».


Che cosa succede in primavera 

Al risveglio della natura corrisponde quello delle tue energie psicofisiche. Ecco perché, con l’arrivo delle belle giornate, hai voglia di uscire, muoverti, incontrare gli altri. «Non solo: dal punto di vista simbolico, la primavera rappresenta un periodo di grande fermento e creatività, ideale per il rinnovamento personale», approfondisce la dottoressa D’Alisa.

«Approfitta di una passeggiata all’aperto per osservare il paesaggio o un particolare di esso e per sintonizzarti su quello che ti smuove dentro.

Per esempio, i ciuffi di erba che nascono in mezzo alle sterpaglie rinsecchite dal gelo invernale potrebbero spronarti a fare tabula rasa delle scorie mentali che ti bloccano, cioè a lasciare andare abitudini, modi di agire e di pensare che per te sono diventati un limite o che non sono più funzionali al tuo benessere. Come l’erbetta tenera, sarai allora libera di assecondare la tua voglia di apertura e di sfide, lanciandoti in nuovi progetti.

Ammiri un albero con i rami protesi verso il cielo e carichi di gemme? Rifletti sul segreto della sua vitalità e bellezza: cresce in altezza quanto cresce in profondità. Il che, riportato alla tua esperienza quotidiana, ti invita a bilanciare e ad armonizzare la dimensione spirituale e quella materiale, così che le tue potenzialità possano germogliare generosamente».


Un'immersione suggestiva

Dal Giappone arriva una modalità particolare di vivere la natura per trarne benefici psicofisici: è lo shinrin-yoku, ossia il “bagno nella foresta”. Qing Li, immunologo e fondatore della Società giapponese di medicina forestale ne scrive nel libro Shinrin-Yoku. Immergersi nei boschi (Rizzoli).

«Non è una forma di esercizio fisico, un’escursione o una variante del jogging; consiste nell’entrare in contatto con la natura, nel comunicare con essa attraverso i cinque sensi», precisa l’autore. «Lo shinrin-yoku è come un ponte: colma il divario tra noi e il mondo naturale. E quando siamo in armonia con la natura possiamo iniziare a guarire.

Il sistema nervoso può resettarsi, il corpo e la mente possono tornare al proprio stato ideale. Anziché fuori fase, ci ritroviamo sintonizzati con l’ambiente che ci circonda, ci sentiamo rinvigoriti e ristorati. Forse la nostra passeggiata nel bosco non ci porterà lontano, ma immergendoci nella natura lo shinrin-yoku ci riporta a casa: ci riconduce al nostro io più profondo».

In Giappone esistono 62 basi certificate per la terapia forestale ma, assicura il dottor Qing Li, va bene passeggiare anche nel parco vicino a casa o anche nel tuo giardino. Non ci sono standard da rispettare, cerca solo di stare a contatto con la natura tutte le volte che ti è possibile.

Quindi, ritagliati un paio d’ore, non portare con te lo smartphone e non prefiggerti alcuna meta. Scopri dove il corpo (o l’intuito) vuole condurti e assecondalo. Cammina senza fretta e concediti delle soste per assaporare ciò che ti circonda: guarda, tocca, ascolta, annusa, assaggia. Prendi atto delle emozioni che provi, senza giudicarti. Lascia che il tempo scorra via e che con esso svaniscano tutte le preoccupazioni terrene.


Come entrare in confidenza con la natura

Mentre passeggi in mezzo al verde, poi, puoi approfittarne per “parlare” con la natura. Ma per farlo devi avere un atteggiamento consapevole e recettivo, cioè cercare di rimanere nel qui e ora, con i sensi in allerta, evitando di vagare con la mente si situazioni estranee e intrusive (“Non ho comprato il latte”, “Il mio capo è stato proprio ingiusto, oggi”, “Come fa quella canzone che passano di continuo in radio?”).

«Approcciandoti al mondo naturale con curiosità ed empatia – vale a dire con cuore e mente aperti – hai la chance di “dialogare” con gli elementi che incontri», afferma la dottoressa D’Alisa. «Attenzione, non ti stiamo spingendo a crearti un mondo di fantasia, ma piuttosto ad interagire con questi soggetti (alberi, pietre, corsi d’acqua...) come via per entrare in sintonia con la tua dimensione interiore, in modo da trovare nuove prospettive o soluzioni a quesiti personali».


Tre esercizi per favorire il dialogo e la comunicazione con il verde

Per comprendere meglio questa possibilità di diaologo interiore ti proponiamo tre esercizi sperimentati dalla nostra esperta:

  • 1 Avvicinati a un soggetto naturale che senti ti sta “chiamando” e instaura un dialogo mentale con esso, magari ponendogli delle domande che ti stanno a cuore. Forse succederà qualcosa: per esempio, mentre sei accanto a un pino, una folata di vento potrebbe far cadere una pigna. In questo caso, chiediti quale significato simbolico può avere l’avvenimento. Forse, invece, non accadrà nulla nell’ambiente ma capiterà qualcosa nella tua interiorità: dopo avere interpellato il soggetto, infatti, è probabile che inizino a emergere in te pensieri, immagini, impressioni. Se le prime volte che ci provi non rilevi nulla, non ti scoraggiare: si tratta di esperienze soggettive, che necessitano di un po’ di pratica e – soprattutto – di una totale sospensione dello scetticismo.


  • 2 Prendi carta e penna, scegli un luogo che ti ispira e siediti. Calati in uno stato di rilassamento facendo qualche respiro profondo, poi lascia che la natura ispiri la tua scrittura o il gesto grafico. Le parole o i disegni che metterai nero su bianco ti parleranno del tuo sentire più profondo.


  • 3 Guarda bene un soggetto naturale, quindi prova a immedesimarti in esso per qualche minuto. Lo scopo dell’esercizio? Vedere come questa identificazione può ampliare la prospettiva da cui osservi te stessa e la tua esistenza.


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Articolo pubblicato sul n° 18 di Starbene in edicola dal 17 aprile 2018



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