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Mal di stomaco e digestione: 6 soluzioni dolci ed efficaci

In caso di gonfiore, dolore, bruciore di stomaco prova le soluzioni naturali suggerite dai nostri esperti utili per affrontare la cattiva digestione

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Ti alzi da tavola con lo stomaco a palloncino come se avessi mangiato troppo. E in più accusi sonnolenza, difficoltà digestive, a volte persino qualche imbarazzante fenomeno di eruttazione. Mal di stomaco? Tranquilla, sei in buona compagnia: secondo un sondaggio condotto nel 2021 dall'Università di Pavia un italiano su tre riferisce bruciore, acidità e dolore epigastrico (alla bocca dello stomaco), mentre l'ernia iatale, responsabile del reflusso gastroesofageo, interesserebbe il 15% della popolazione. E per migliorare la digestione, ecco il quotidiano appuntamento con i medicinali da banco: bustine di granulato effervescente, compresse masticabili, antiacidi di tutto i tipi, capsule per favorire lo svuotamento gastrico...

Ehi, andiamoci piano... Anche se frizzano e sanno di arancia, non sono caramelle, ma farmaci a tutti gli effetti. Per fare pace con il tuo stomaco, per prima cosa dovresti correggere le abitudini alimentari, eliminando i pasti frettolosi e disordinati, le batterie di caffè, il junk food (caramelle, patatine, pizzette, snack dolci e salati), i fritti da fast-food, le salse industriali e i cibi precotti subito pronti. Poi dovresti provare dei rimedi naturali, pronti a darti una mano in caso di dispepsia (cattiva digestione). Ecco sei soluzioni green, dolci ma efficaci.


  • Malva: se soffri di reflusso

    Chi è alle prese con reflusso e bruciori di stomaco non ne può fare a meno. È la Malva sylvestris, i cui fiori e frutti sono una miniera di bioflavonoidi e di mucillagini che formano sulle pareti dello stomaco un sottile gel vischioso, utile a tamponare l'azione aggressiva dell'acido cloridrico. «Grazie a questo film protettivo, viene attenuata l'infiammazione sia a livello dello stomaco, sia nel tratto dell'esofago che è soggetto a continue irritazioni, a causa della risalita del contenuto gastrico», spiega il dottor Pietro Buffa, specialista in nutrizione funzionale a Bologna e autore, insieme ad Andrea Zanoni del libro Ben di stomaco (Minerva Edizioni, 20€). 278720

    «Un fastidio cronico legato all'incontinenza del cardias (la valvola che, se non chiude bene, causa il reflusso del cibo dallo stomaco all'esofago) e che la malva può facilmente mitigare, senza ricorrere agli inibitori di pompa protonica». Basta bere subito dopo i pasti una tisana lenitiva, preparata gettando un cucchiaio di fiori e foglie secche di malva in 250 ml di acqua. Si fa bollire per un paio di minuti, si filtra e si beve tiepida.


  • Miele di Manuka: se sei vittima di infezioni ricorrenti

    È un jolly tuttofare, benefico per lo stomaco. Perché è un alimento funzionale che svolge un'importante azione disinfettante sull'apparato gastrointestinale: non solo contro l'Helicobacter pylori, ma anche verso alcuni ceppi batterici dell'intestino che, per varie ragioni, possono moltiplicarsi a dismisura, come i batteri Coliformi (tra cui l'Escherichia Coli), le Salmonelle, la Klebsiella e altri germi patogeni che combinano un mare di guai. Nei casi più sfortunati si può persino verificare il fenomeno chiamato SIBO (small intestinal bacterial overgrowth), la crescita incontrollata di batteri nei tratti alti dell'intestino, che arrivano a colonizzare anche lo stomaco.

    «Rimedio naturale al 100%, il miele di Manuka racchiude sia il fattore antibatterico metilgliossale, (MGO) sia il perossido di idrogeno (acqua ossigenata), che vantano una potente azione battericida», chiarisce il dottor Pietro Buffa. «Inoltre, il miele di Manuka ha un'azione lenitiva ed emolliente e, normalizzando il pH della mucosa gastrica, riduce l'iperacidità e allevia i sintomi da reflusso gastroesofageo». Ne basta un cucchiaino 20 minuti prima di colazione.


  • Hericium: se hai l'Helicobacter pylori

    Il suo nome botanico è Hericium erinaceus ed è un fungo tutt'altro che raro, commestibile e anche appetitoso, ma difficilmente reperibile ne paesi occidentali. Viene usato da oltre duemila anni dalla medicina tradizionale cinese per tonificare il meridiano di "stomaco, milza e pancreas" in virtù delle sue proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti sulla mucosa gastrica «Si usa anche in Giappone e in Sud America per curare in modo naturale gastriti e ulcere, perché favorisce la rigenerazione dello strato protettivo mucoso dello stomaco», spiega il dottor Andrea Zanoni, medico chirurgo presso l'ospedale di Rovereto, specialista in malattie dello stomaco e dell'esofago.

    «Inoltre, combatte lo stress ed è perciò indicato per tutte quelle persone il cui mal di stomaco cronico ha una forte componente psicosomatica, accentuandosi nei periodi di superlavoro o di tensioni familiari. Infine, gli studi clinici dimostrano che l'Hericium inibisce l'Helicobacter pylori, l'insidioso batterio che colonizza la mucosa gastrica, aggravando dispepsia e mal di stomaco, e che costituisce un importante fattore di rischio per l'insorgenza del tumore allo stomaco (per diagnosticare l'Helicobacter basta fare il breath test, il test del respiro). Per la sua attività antibatterica, questo fungo medicinale può addirittura essere preso in sostituzione della terapia antibiotica, con l'obiettivo di eradicare l'indesiderato ospite». La dose consigliata? Due capsule al giorno da 250 mg di estratto secco titolato al 30% in policosanoli.


  • Aloe vera: se cerchi un deep detox

    Le prime testimonianze sull'utilizzo dell'aloe vera per i disordini allo stomaco risalgono agli antichi Egizi. I quali sicuramente non conoscevano i principi attivi di questa pianta erbacea perenne, ma ne apprezzavano empiricamente le proprietà antinfiammatorie, lenitive e protettive nei confronti della mucosa gastrointestinale. «È ricca di mucopolisaccaridi che formano una pellicola, sottile e gelatinosa, pronta a proteggere stomaco e intestino dalle aggressioni esterne, come virus, funghi e batteri», spiega Andrea Zanoni.

    «Presa sotto forma di succo puro, biologico e privo di aloina (una sostanza irritante), l'aloe vera favorisce lo svuotamento gastrico e il transito intestinale, rimuove le scorie e ha una funzione detossinante, molto utile per le pulizie da "cambio di stagione". Inoltre, stimola in modo naturale l'amilasi (l'enzima deputato alla digestione dei carboidrati) e la lipasi, che invece "digerisce" i grassi. È quindi un valido alleato di chi soffre di sonnolenza post-prandiale, meteorismo e aerofagia, con una digestione lenta e "rumorosa" per colpa dei gas». Per i suoi effetti purificanti, contrasta anche il gonfiore addominale, quella pancia a tamburo che ti fa slacciare i jeans. Dose? Un cucchiaio di succo di aloe vera prima dei pasti.


  • Zenzero: in caso di nausea e crampi 

    Sia la medicina ayurvedica indiana, sia quella tradizionale cinese usano questa radice millenaria per curare i problemi digestivi: dalla nausea (compresa quella gravidica e da "mal di viaggio") all'eccesso di "fuoco" all'interno di quel laboratorio che elabora i cibi chiamato stomaco. Funziona? Sì, grazie a complessi fitochimici chiamati terpeni, e in particolare ai sesquiterpeni: i gingeroli.

    «Ha un'azione antispastica di tutto rispetto, calmando la muscolatura liscia dello stomaco. Per questo lo zenzero viene dato anche per frenare i conati di vomito», precisa il dottor Pietro Buffa. «Inoltre, favorisce la regolare secrezione dei succhi gastrici, nonché degli enzimi digestivi come la tripsina e la lipasi pancreatica, utili per digerire grassi e proteine. Per questa ragione, viene definito una pianta ad azione procinetica, nel senso che accelera i processi digestivi ed è quindi indicato a chi, dopo aver mangiato, avverte la sensazione di avere un peso sullo stomaco per via di una digestione lenta». La dose: una capsula da 500 mg di estratto secco titolato al 5% in gingeroli dopo pranzo e cena. 


  • Latobacilli e bifidobatteri: se hai il microbiota alterato 

    Ormai li trovi anche sullo scaffale del più piccolo super, pronti a tentarti in uno shopping compulsivo alla ricerca del benessere "di pancia". Male non fanno, costano poco e promettono di sanificare il tuo microbioma intestinale, che in realtà coinvolge anche lo stomaco visto che si tratta dello stesso tubo digerente. Servono davvero? E come sceglierli? «Sono utili, ma per essere efficaci devono soddisfare certi requisiti: essere termostabili, gastroresistenti (non venire cioè degradati dagli acidi dello stomaco) e avere almeno 10 miliardi di UFC (unità formanti colonie) per bustina, capsula, flaconcino o fiala», risponde Buffa.

    «Se si soffre di Helicobacter pylori recidivante, cioè che tende a tornare anche dopo la terapia antibiotica, consiglio di assumere per due mesi dei Lattobacilli capaci di colonizzare la mucosa gastrica, esattamente come l'insidioso batterio con il quale competono a livello di spazi fisici: L. rhamnosus, L. pentosus, L. plantarum e L. delbrueckii. Se, invece, si vuole riequilibrare la flora gastrointestinale dopo una malattia, che ha richiesto lunghe cure farmacologiche, o dopo un viaggio all'estero in cui si è "pasticciato" un po', consiglio di assumere un mix di L. rhamnosus, Bifobacterium longum e Bifidobacterium lactis: rinforzano la microflora e, con essa, tutto il sistema immunitario».


Prova il digiuno intermittente

Che faccia bene, lo sanno tutti. Ma pochi conoscono gli effetti biologici che esercita sull'apparato digerente. Parliamo del digiuno intermittente, l'astensione dal cibo per venti ore di fila, durante le quali è concesso bere solo acqua e tisane non zuccherate. «Consiglio di iniziare con due cicli ravvicinati al mese», suggerisce il dottor Pietro Buffa.

«Prevede un'abbondante colazione, uno spuntino leggero a mezzogiorno e poi lo "stop food" fino alla colazione del giorno successivo, ripetendo il semidigiuno per due volte. Gli effetti metabolici sull'organismo sono sorprendenti: innanzitutto, mettendo a riposo il sistema gastrointestinale, lo sfiamma in profondità favorendo la riparazione delle mucose. Dopo 12 ore, si attiva la lipasi: vengono intaccate le riserve di grasso per ricavare energia, dal momento che gli zuccheri scarseggiano. Si ha, quindi, un'importante spinta al dimagrimento. Dopo 16 ore, si innesca l'apoptosi, cioè la morte cellulare programmata di tutte le cellule senescenti, inutili o danneggiate. Infine dopo 20 ore, aumentano le cellule staminali totipotenti, linfa nuova per la rigenerazione dei tessuti».



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