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Come scegliere il pane in cassetta

In commercio ci sono molti prodotti ricchi di conservanti e grassi di bassa qualità. Ecco quali evitare (e quali acquistare)

credits: istock




Gli slogan che campeggiano sulle confezioni (“Rustico”, “Buono e sano”, “Tutti ingrdienti naturali” eccetera) farebbero pensare a un alimento perfino preferibile al pane fresco, per via della sua maggiore conservabilità. «La verità è che invece siamo spesso di fronte a un prodotto scadente», avverte Luca Speciani, medico e alimentarista.


C’è anche l'alcool anti-muffe

«Mentre il pane tradizionale è costituito da farina, acqua, lievito e sale, quello in cassetta industriale contiene una serie di ingredienti, facilmente individuabili in etichetta, necessari per dare corpo all’impasto ed evitare la formazione di muffe.

Così, spesso, sono presenti zuccheri, conservanti e lipidi di bassa qualità, come i mono e digliceridi degli acidi grassi, ricavati da oli vegetali quale quello di palma o perfino da scarti di macellazione», prosegue l’esperto.

Basta poi fare attenzione all’odore sprigionato dalla confezione quando la si apre per avvertire un inconfondibile sentore di alcol. «L’alcol etilico o etanolo è un conservante molto usato dall’industria alimentare», spiega il dottor Luca Speciani.

«Nel caso del pane in cassetta, viene spruzzato sulla superficie del prodotto prima del confezionamento: serve a prevenire lo sviluppo delle muffe che spesso lo attaccano. Se ne usa una quantità minima e la maggior parte evapora al momento dell’apertura del sacchetto, quindi non si corrono rischi di tossicità, ma il suo impiego è un altro indizio di scarsa naturalezza».


Va bene se è così 

Dobbiamo dunque rinunciare alla comodità del pane confezionato? «Il pane artigianale è preferibile, tuttavia in commercio puoi anche trovare buoni prodotti industriali», risponde l’esperto.

«Punta solo su quelli fatti con farine di grano 100% italiano (è indicato sulla confezione), meglio se integrale e bio, nei quali l’unico grasso utilizzato sia l’olio extravergine di oliva, privi di destrosio e additivi di sintesi. Anche l’assenza di conservanti è indice di qualità superiore. Infine, una volta aperta la confezione, conservalo in frigorifero e consumalo entro 7 giorni».


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Articolo pubblicato sul n. 5 di Starbene in edicola dal 16/1/2018

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