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Nella lista degli ospedali migliori al mondo 15 sono italiani

La top 250 World’s Best Hospitals della rivista americana Newsweek per il 2022 premia gli ospedali italiani pubblici e privati. Le nostre istituzioni infatti occupano ben 15 posti nella lista. Scopri qui quali sono

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Ogni anno la famosa rivista americana Newsweek stila la lista dei 250 migliori ospedali in 27 paesi del mondo, fra i quali l’Italia, che quest’anno occupa ben 15 posizioni con istituzioni pubbliche e private.

Dopo i primi tre sul podio, tutti americani e guidati dalla celeberrima Mayo Clinic di Rochester, il primo ospedale europeo è tedesco, la Charité dell’Università di Berlino, e si piazza al quinto posto. Il primo degli italiani invece è al numero 37 ed è il Policlinico Universitario Gemelli di Roma, seguito dal Niguarda di Milano e dal Malpighi di Bologna. Il primo fra i privati è l’Ospedale San Raffaele di Milano del Gruppo San Donato, che porta a casa anche la nomination dell’Ospedale San Raffaele Turro, sempre nel capoluogo lombardo.



Come è stata stilata la classifica

265113Lo spiega Nancy Cooper, Global editor in chief di Newsweek: «Da due anni gli ospedali del mondo sono in prima linea nella guerra in continua evoluzione della medicina contro il Covid-19. Secondo gli esperti che hanno contribuito a guidare i risultati della nostra classifica annuale dei migliori ospedali del mondo, ciò ha significato imparare ad adattarsi rapidamente a sfide nuove ed esistenti e improvvisare al volo. Le classifiche di quest'anno rappresentano un universo ampliato, con tre nuovi paesi nell'elenco: Colombia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti - che portano il totale a oltre 2.200 ospedali in 27 paesi. L'obiettivo di questo studio è fornire il miglior confronto basato sui dati della reputazione e delle prestazioni ospedaliere tra i paesi. Ci auguriamo che questo sia utile non solo ai pazienti e alle famiglie che cercano la migliore assistenza per se stessi e per i propri cari, ma anche per gli ospedali mentre si confrontano con le altre istituzioni durante un periodo di cambiamento senza precedenti».

In pratica, sono stati chiamati a votare in un sondaggio online 80mila medici e operatori sanitari di 27 paesi al mondo: dovevano raccomandare istituzioni del loro e di altri paesi, ma non potevano segnalare la propria. Sono stati usati anche i dati pubblici con le preferenze fornite dai pazienti, che di solito sono raccolte dalle assicurazioni sanitarie dopo il ricovero, con pareri sull’ospedale in generale e sull’assistenza ricevuta in particolare.


Due fiori all'occhiello per l'Italia

In vetta alla classifica due istituzioni italiane, una privata e l’altra pubblica: l’Ospedale San Raffaele e il Policlinico Gemelli. «L’IRCCS Ospedale San Raffaele è un’istituzione che ha consolidato negli anni la propria leadership scientifica e sanitaria, grazie al modello costruito sull’interazione continua tra ricerca scientifica, attività didattica e clinica», ci ha dichiarato Marco Centenari, Amministratore delegato dell’Ospedale San Raffaele. «Fondamentale per questo successo è stato, e continua a essere, il contributo scientifico dei ricercatori dell’Università Vita - Salute San Raffaele, che ha permesso di ottenere negli anni risultati significativi, ad esempio nello sviluppo della cosiddetta ricerca traslazionale. L’ospedale è un punto di riferimento, anche a livello internazionale, per lo studio e la cura di gravi patologie e per lo sviluppo di terapie innovative, quali ad esempio la terapia genica, che ha cambiato radicalmente il corso di alcune patologie genetiche rare, sviluppate in età pediatrica. In ultimo, la classifica di Newsweek testimonia anche l’impegno del San Raffaele nella lotta contro il Covid-19: a partire da marzo 2020 l’ospedale è stato in prima linea nella gestione dell’emergenza sanitaria e nella ricerca scientifica, curando circa 6000 persone e realizzando oltre 850 lavori scientifici».

Proprio in questi giorni poi, il Policlinico Universitario A. Gemelli ha aggiunto un nuovo fiore all’occhiello dei suoi ambulatori: quello tutto nuovo di ginecologia dedicato alle bambine dai 3-4 anni in su, che amplia quello già esistente destinato alle adolescenti. La nuova struttura vuole essere così un punto di riferimento nazionale soprattutto per le amenorree ipotalamiche, l’ovaio policistico e tutte le alterazioni legate alle disfunzioni del ciclo mestruale.

Insomma, proprio il Covid ha sottolineato, ancora una volta e in condizioni drammatiche, come i nostri gioielli di Sanità pubblica e privata siano preziosi, ma anche riconosciuti tali in tutto il mondo.


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