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Igienizzare e sanificare: qual è la differenza

Quanta confusione sulle pulizie per eliminare il Coronavirus. Qui facciamo chiarezza e scopriamo che cosa davvero uccide il virus. E, soprattutto, cosa vuol dire igienizzare e sanificare

Foto: iStock



Igienizzare, sanificare, disinfestare... quanti termini sentiamo a proposito delle pulizie e delle misure che è necessario prendere nei luoghi che accolgono persone, dagli uffici agli studi medici, dalle palestre ai supermercati e negozi, per fronteggiare l'emergenza Coronavirus. Che differenza c'è? Sono procedure diverse o no? Ne abbiamo parlato con Fabrizio Pregliasco, virologo consulente di Starbene e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano.


Igienizzare, sanificare, disinfestare: le differenze

«Si tratta di procedure utili per bonificare la casa da virus e batteri, ma hanno efficacia diversa», spiega il virologo Fabrizio Pregliasco. «Igienizzare è la normale pulizia: significa usare acqua e sapone o detergenti pronti che hanno un’azione meccanica di rimozione del Covid. La disinfezione invece, prevede l’uso di sostanze con la capacità di uccidere virus e batteri, non solo di rimuoverli dalle superfici.

La sanificazione (termine spesso usato impropriamente) è un processo ancora più profondo, svolto da professionisti, che elimina a fondo il virus anche da tubazioni e superfici difficili da raggiungere con la normale pulizia, utilizzando spesso potenti disinfettanti che bonificano gli ambienti ma, essendo aggressivi (come il perossido, che può dare problemi respiratori), prevedono che solo il personale specializzato li usi e la non permanenza negli ambienti trattati per ore».


Quali ambienti tenere d'occhio

È importante sanificare alcuni ambienti di casa, per esempio l’entrata o il bagno, oppure basta solo igienizzare con i detersivi comuni? «Non esageriamo. Il virus può attaccarsi alle superfici degli oggetti e persino alla polvere, ma la sua sopravvivenza fuori dal nostro organismo dura poche ore (in pochi casi qualche giorno) e, comunque, sopravvive solo un virus su mille e con carica virale minima, poco aggressiva», dice il virologo.

«In ogni caso, candeggina (ipoclorito), alcol e acqua ossigenata, diluiti o già pronti nei prodotti uccidono il Coronavirus. Importante lasciarli agire qualche minuto o secondo le istruzioni del prodotto. Per le superfici grandi, come i pavimenti, l’ideale è il doppio passaggio: prima l’igiene che porta via il grosso (il virus si attacca alla polvere) con i detergenti normali (va bene anche acqua e sapone) e poi via libera ai disinfettanti specifici». Oppure si può usare un detergente disinfettante e poi sciacquarlo dopo che ha agito, per esempio in bagno.

All'entrata l’importante è lasciare (e disinfettare) tutto ciò che potrebbe trasportare il Coronavirus negli altri locali, come le scarpe, le borse, le chiavi, i cappelli e il soprabito. Tutto ciò che è usa e getta, come mascherine e guanti, va messo in un cestino apposito, sempre lasciato all'ingresso. Se passiamo l’aspirapolvere, mentre lo facciamo e almeno 5 minuti dopo aver finito, è bene spalancare le finestre e usare la mascherina: eviteremo di inalare eventuale polvere nell’aria.

Nell’opera di igienizzazione della casa, con l’arrivo del caldo, non dimentichiamo di pulire anche i condizionatori, prima di farli partire. «Non sono un potenziale “focolaio” di Coronavirus, come dicono certe fake news», spiega Pregliasco. «Ma occorre pulire bene i filtri con acqua e sapone e le griglie della parte esterna dello split. E mai puntare l’aria addosso alle persone o verso la superficie».

articolo pubblicato il 20 maggio 2020

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