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Articolazioni che fanno male: 9 domande sulle infiltrazioni di farmaci

Molti pensano che possano curare i problemi alle articolazioni. Scopri, con il nostro esperto, efficacia e limiti di questa terapia




L’artrosi è tra le malattie croniche che richiedono più frequentemente l’utilizzo delle infiltrazioni. Ed è fra le più diffuse in Italia: secondo l’Istituto superiore di Sanità, ne soffrono oltre 4 milioni di italiani, un dato che ne fa la principale malattia osteoarticolare.

Insieme con l’artrite, l’artrosi riguarda il 16,4% della popolazione: il paziente tipo ha più di 55 anni ed è di sesso femminile, soprattutto a causa delle alterazioni del metabolismo osseo dovute alle modificazioni ormonali. Fino ai 45 anni, però, i più colpiti sono gli uomini probabilmente per motivi professionali.

Fra le articolazioni più interessate ci sono ginocchio, anca e la colonna vertebrale.


COSA ASPETTARTI DALLE INFILTRAZIONI

Anca, spalla, ginocchio, gomito, caviglia e perfino le dita. Quando le articolazioni fanno male si può ricorrere alle infiltrazioni di farmaci nella zona dolente. Ma quali risultati bisogna aspettarsi da questa metodica?

Abbiamo approfondito l’argomento con il dottor Stefano Di Gennaro, chirurgo ortopedico presso la Casa di Cura San Feliciano di Roma.


1. PER QUALI PROBLEMI VENGONO PRESCRITTE?

«I tipici campi di applicazione sono le malattie degenerative (come l’artrosi), quelle infiammatorie (come le tendiniti o le sciatalgie) e il dolore cronico derivante da varie patologie (per esempio quelle oncologiche)».


2. CORTISONE E ACIDO IALURONICO AGISCONO ALLO STESSO MODO?

«No. Il primo ha un effetto antinfiammatorio, il secondo invece è una sorta di lubrificante per l’articolazione. In entrambi i casi, comunque, la loro azione è solo sintomatica, servono cioè per combattere il dolore e l’eventuale gonfiore. Non hanno invece alcuna azione curativa. Se il dolore alle articolazioni è causato dall’artrosi, per esempio, quando termina l’azione del farmaco il dolore, prima o poi, è destinato a ricomparire».


3. A AGF POSSONO ESSERE IMPIEGATE ANCHE ALTRE SOSTANZE?

«Sì, si possono infiltrare i cosiddetti Fattori di crescita piastrinica, che stimolano i meccanismi di rigenerazione dei tessuti, e le cellule staminali prelevate dal grasso sottocutaneo dell’addome. Molti nutrono grandi aspettative da questo tipo di infiltrazioni. Ma occorre puntualizzare che non c’è ancora un adeguato numero di studi scientifici che dimostri la loro reale efficacia nel contrastare il problema».


4. IL CORTISONE È IL FARMACO AD AZIONE PIÙ RAPIDA?

«Sì, il cortisone agisce già entro 24-48 ore però il suo effetto è breve, dura circa un mese. L’acido ialuronico, invece, ha un’efficacia ritardata, che si manifesta dopo circa 6 settimane dall’infiltrazione, ma di durata più lunga: anche oltre i 6 mesi e mezzo. I Fattori della crescita cominciano ad agire dopo circa 12 settimane e i loro effetti si possono protrarre anche oltre i 7 mesi e mezzo, mentre per le cellule staminali non ci sono dati precisi: si sa però che la loro efficacia è tardiva e prolungata».


5. SONO MOLTO DOLOROSE?

«Sottoporsi a un’infiltrazione è un’operazione che richiede pochi secondi. Non si tratta di una pratica particolarmente dolorosa e quindi si effettua senza anestesia. Certo, in alcuni casi può provocare un po’ di fastidio, ma ciò può derivare dalla sostanza che si inietta. Rispetto al cortisone, del tutto indolore, l’acido ialuronico fa un po’ più male perché è più denso. Nelle ore successive all’infiltrazione si può avvertire un lieve dolore che, se protratto, si tiene a bada facilmente con delle brevi applicazioni di ghiaccio o al massimo prendendo un antidolorifico come il paracetamolo».


6. È VERO CHE SONO DI ESCLUSIVA COMPETENZA MEDICA?

«Sì. Le infiltrazioni si eseguono solo in ospedale o ambulatorio (purtroppo non sono coperte dal Servizio sanitario nazionale) e l’unico che può effettuarle è il medico, di solito l’ortopedico. Soltanto lui conosce i punti precisi dell’articolazione dove vanno fatte: nel caso del ginocchio, per esempio, sono tre le possibili zone di inoculazione; se invece è interessato un tendine, la puntura va fatta nei tessuti molli che lo circondano».


7. POSSONO ESPORRE AL RISCHIO DI INFEZIONI?

«Le infiltrazioni sono una metodica molto sicura, ovviamente a condizione che la parte sia disinfettata con cura prima e dopo l’introduzione dell’ago, e la siringa, perfettamente sterile, sia usata correttamente».


8. QUANTE OCCORRE FARNE PER AVERE I RISULTATI OTTIMALI?

«Dipende dalle sostanze impiegate dal medico. Se lo specialista utilizza il cortisone, per esempio, il ciclo standard prevede 3 somministrazioni, a distanza di una settimana fra loro. Quando si usa l’acido ialuronico, invece, la frequenza varia in funzione della densità della soluzione: se molto alta ne basta una sola, altrimenti si sale a 3 se è media e 5 quando è bassa. Mentre 3 infiltrazioni sono più che sufficienti quando si impiegano i Fattori di crescita e le cellule staminali».


9. POSSONO CAUSARE DEGLI EFFETTI COLLATERALI?

«Le somministrazioni di acido ialuronico, sostanza presente naturalmente nel liquido sinoviale (che ha lo scopo di proteggere l’interno dell’articolazione dall’usura), non causa effetti indesiderati. Diverso il discorso per il cortisone: anche se la somministrazione locale dà meno effetti collaterali rispetto all’assunzione per bocca, l’infiltrazione può causare la formazione di cristalli e peggiorare il problema. Inoltre, le “punture” di questa sostanza vanno evitate se si soffre di altri problemi come diabete, ipertensione arteriosa e glaucoma. Per quanto riguarda le infiltrazioni con i Fattori di crescita plasmatica o con le staminali estratte dal grasso sottocutaneo non ci sono effetti collaterali o controindicazioni da segnalare, ma la scelta di ricorrere a queste sostanze è di stretta competenza medica».


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Articolo pubblicato sul n. 42 di Starbene in edicola dal 2/10/2018

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