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Sesso: come tornare a fare bene l’amore

Negli ultimi anni, dicono gli esperti, uomini e donne cercano di esorcizzare le loro paure attraverso l’erotismo. Che diventa complicato e insidioso per entrambi. Come raccontano i disagi più comuni




Dovrebbe essere l’atto con cui esprimi te stessa, liberi le fantasie ed entri in contatto profondo con l’altro. Eppure, fare l’amore sembra sempre più complicato.

Mai come negli ultimi anni è aumentato il ricorso a sessuologi o a terapeuti di coppia, interpellati non tanto per sciogliere dubbi, tabù o problemi di carattere fisiologico, ma chiamati a sviscerare il perché di solitudini esasperate, indifferenza coniugale e relazioni basate su insicurezza ed egoismo. Un esercito crescente di uomini e donne che fanno poco sesso e poco soddisfacente, oppure tanto ma senza conservarne una traccia utile per la loro interiorità, e che si interrogano sul perché.

«Il sesso cambia nel tempo storico-culturale e nel tempo soggettivo con estrema velocità. L’attrazione fisica, l’intimità, il desiderio assumono forme diverse a seconda delle circostanze, del ciclo della vita e dei valori predominanti nella società», spiega Umberta Telfener, psicoterapeuta e autrice del libro Letti sfatti–Una guida per tornare a fare l’amore (Giunti, 14 €).

Non solo una questione di ormoni, di fantasie e di libido, dunque. Se oggi, come sostiene Telfener, “l’eros è messo male”, è anche perché i codici maschio-femmina sono cambiati, la società si muove su valori diversi e con ritmi nuovi, e le nostre paure ci portano a usare il sesso più che a viverlo e a trarne energia.

Vediamo che cosa sta accadendo sotto le lenzuola.


Se nella coppia non c’è più intimità emotiva

L’importanza del sesso, dice la dottoressa Telfener, è diminuita nelle coppie ufficiali, che non lo fanno quasi più. Dopo un po’ che si sta insieme, fare l’amore diventa l’eccezione. E non solo per la quantità, ma anche per la qualità degli incontri. Senza magia, senza passione, “da minimo salariale”, solo quando l’altro insiste.

Secondo l’Ami (Associazione matrimonialisti italiani) il 30% delle coppie sposate da più di dieci anni ha un’attività sessuale solo sporadica. Il fenomeno è ancora più grave nelle coppie sposate da più di 30 anni: circa il 50% vive come fratello e sorella.

«Le ragioni sono molteplici, ma alla base c’è la mancanza di manutenzione dell’amore, che oggi è accentuata dai cambiamenti sociali, dai ritmi di vita e dall’iperconnessione», spiega la psicoterapeuta.

Le coppie attuali si concedono sempre meno tempo per l’intimità. Le loro giornate sono troppo piene, le conversazioni ridotte a comunicazioni di servizio e, alla sera, i due partner si isolano entrando nel mondo personale e autoreferenziale dei social. «Così l’altro perde sempre di più importanza agli occhi del partner», aggiunge la dottoressa Telfener.

«Dovremmo seguire l’invito del sociologo Jacques Attali e diventare imprenditori del desiderio invece che della sopravvivenza. Proviamo a dedicare anche solo dieci minuti al giorno a un dialogo vero e attento con il partner: servirà a scoprire nuove cose, a non darsi per scontati e ad alimentare l’immaginazione. E poi, lasciamo la porta aperta a quelle emozioni che possono apparirci faticose: gelosia, voglia di trasgressione, paura di perdere il partner, desiderio di sorprendere. Richiedono impegno ma alimentano l’attrazione e inducono a ritagliarsi un momento speciale insieme».

Se lui è in fuga dalle relazioni più profonde

Donne e uomini oggi sembrano abitare universi paralleli. Peccato che non si incontrino neppure a letto. «E a farne le spese sono soprattutto gli uomini», interviene Fabrizio Quattrini, psicologo, sessuologo, docente universitario, presidente dell’Istituto italiano di sessuologia scientifica (Iiss). «Molti di loro vengono in terapia lamentando problemi come l’eiaculazione precoce o un disturbo dell’erezione, ma quello che emerge dai racconti è la totale incapacità di gestire l’esperienza, relazionale e sessuale».

Accade ai giovani come agli uomini più maturi, anche se per motivi diversi. Le conseguenze sono analoghe e portano alla rinuncia, alla fuga dal sesso, al rifugio nell’autoerotismo, nel sexting, nelle chat, che non costringono a mettersi in gioco, né da un punto di vista fisico né esistenziale.

«Il sesso virtuale rassicura la virilità maschile, però non scioglie i nodi che invece si possono affrontare solo all’interno della relazione», sostiene Quattrini. «L’eiaculazione precoce, per esempio, è legata alla mancanza di consapevolezza sul funzionamento del proprio corpo e su quali sono le sensazioni preorgasmiche. Questo gap si può colmare facendo un percorso individuale, ma anche di coppia, che porti i due partner a conoscersi in maniera più approfondita, parlare, creare intimità e fiducia».

Anche il disturbo dell’erezione è spesso “situazionale”. «Molti uomini, pur non avendo problemi fisiologici, incappano in defaillance. Ed è quasi sempre una questione di testa», prosegue Quattrini.

«C’è una spiegazione psicologica profonda all’attuale crisi maschile. Molti uomini non hanno ancora saputo adattarsi ai cambiamenti dell’universo femminile. Credono, talvolta in maniera inconsapevole, di avere ancora un ruolo forte, predominante nelle relazioni d’amore, dentro di sé non hanno integrato le nuove donne, non le riconoscono e per questo rimangono spiazzati e, spesso, spaventati. Questi uomini, ma anche le donne, che invece si stanno mascolinizzando, dovrebbero riflettere sul fatto che fare l’amore non è solo una questione di corpi che si incontrano: significa anche scoprirsi e accettare reciprocamente desideri, aspettative, ambizioni. E, perché no, cambiare insieme».

Quindi, se ti ritrovi spesso a chiederti perché quel tipo così interessante si è vaporizzato, senza concedersi nemmeno il gusto di un’avventura, non pensare che non gli piacevi abbastanza, ma magari rifletti sui tuoi comportamenti.

«A volte un eccesso di assertività e di indipendenza può spaventare», ammette il dottor Quattrini. «Queste caratteristiche inducono a vivere la relazione più come una competizione con l’altro che come un cammino da percorrere insieme. Teniamo sempre presente che il desiderio nasce, oltre che da fattori biochimici, anche dal sentirsi amati e accettati per come siamo. Stare, invece, sempre su un banco di prova o sentirsi squalificati non è per niente eccitante».

Se a essere affamata di esperienze è lei

Passi da un uomo all’altro? Porti avanti relazioni parallele perché una non ti soddisfa abbastanza? «A volte il sesso diventa un’urgenza, la risposta a un bisogno personale di conferma, e non un atto di nutrimento reciproco. È un sesso veloce, senza intimità, senza preliminari, senza parole, attento alla performance e basta. È un sesso fallimentare che spesso non raggiunge neppure il risultato, ritenuto indispensabile, dell’orgasmo», spiega la psicoterapeuta.

Per esempio, fare sesso con un uomo diverso ogni sera potrebbe essere vissuto come un segnale di emancipazione.

«Ma guardando più in profondità, questo atteggiamento nasce da un gap tra l’idealizzazione dell’amore e la cruda realtà», continua la dottoressa Telfener. «Rincorrendo un ideale che non può esistere, ci innamoriamo di uomini impossibili o se ne “provano” tanti perché tutti finiscono per deluderci. Rinunciare al principe azzurro e venire a patti con la realtà sarebbe invece un modo per instaurare relazioni concrete basate sul dialogo in cui i due partner esplicitano desideri e priorità».

Una situazione analoga si verifica spesso nelle relazioni extraconiugali, fatte solo di incontri clandestini e trasgressivi, passioni che probabilmente appassirebbero se si svolgessero alla luce del sole.

«Ogni tanto costruirsi una bolla lontana dalla quotidianità può essere utile, ma trasportarla all’infinito con conseguenze pesanti per se stesse e per gli altri coinvolti non va bene. Sarebbe meglio chiedersi perché con il partner ufficiale non viviamo la stessa intensità erotica, per poi avere il coraggio di prendere una decisione che può andare dal lasciarlo a impegnarsi per cambiare le cose», conclude Telfener.

In queste situazioni, in cui il sesso è il sintomo di qualcosa di più profondo che non va, occorre ripartire da se stesse, più che dalla coppia.

«Serve un percorso individuale psichico e spirituale che ci porti a prendere in mano la nostra vita, capire che la nostra realizzazione non dipende dall’altro, prendere coscienza dei limiti che ci imponiamo. Se ci sentiamo responsabili di noi stesse e attingiamo dalla nostra forza interiore, sarà più facile rispettarci e farci rispettare. E quindi guardare da una prospettiva diversa una relazione che nasce e alla quale possiamo finalmente abbandonarci».

I 3 segreti per andare d'accordo a letto

Come uscire dal sesso problematico? Quello “sano” e, quindi, appagante si fonda su determinati pilastri psicologici. Ecco le tre componenti fondamentali per un buon erotismo, secondo la dottoressa Telfner.

1. La socialità

«La coppia, stabile o occasionale, trae ossigeno dal suo essere connessa anche all’esterno, cioè dal vivere in un contesto in cui ci si possa confrontare con gli altri», dice la psicoterapeuta. Anche la comunicazione tra partner è essenziale, poi. «Per mantenere vivo il rapporto è fondamentale raccontarsi, raccontare, condividere, fare cose assieme: permette di arricchirsi di tante sfumature e cambiare ritmo».

2. La manutenzione

«L’atto sessuale in sé per sé ha bisogno di cura, di fantasia e di giocosità», consiglia la dottoressa Telfener. «Ma anche di rispetto. Perciò, ogni tanto occorrerebbe fermarsi a riflettere. È importante comprendere che cosa si prova e che cosa si desidera veramente dare e ricevere, per poi imparare a chiedere».

3. L’intimità

«La conoscenza dell’altro è alla base di un sesso soddisfacente», afferma la psicoterapeuta. «Come fai a titillare il partner se non conosci i suoi pensieri? Fare sesso non è solo lasciarsi andare al corpo, ma cercare gli interruttori dell’eccitazione: parole, azioni, suoni, odori, immagini. In questo modo, ogni incontro, anche se con la stessa persona, diventa sempre diverso e conduce a livelli di intimità sempre nuovi».


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