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Veronica Pivetti: «A 50 anni, ci possiamo prendere la libertà di giocare»

Nel suo romanzo incoraggia le cinquantenni a vivere più in sintonia con i propri desideri. Erotici, in testa. Perché questa è l’età giusta per darsi altre chance

Veronica Pivetti



Per iniziare un libro con una dettagliatissima descrizione di un rapporto orale, serve una bella dose di coraggio e di ironia. Ecco, a Veronica Pivetti queste doti non mancano di certo. Attrice e volto tv, Veronica sta “sconvolgendo” le librerie con Per sole donne (Mondadori), un romanzo in cui il sesso con tutte le sue varianti diventa l’ingrediente forte di una storia che fa ridere e riflettere.

Le protagoniste sono Adelaide, antiquaria con un matrimonio in crisi, e le sue 4 amiche storiche che confessano quei dubbi e quei desideri che accomunano un po’ tutte le 50enni di oggi.


Quanto c’è di autobiografico e quanto, invece, è universale?

Ho 54 anni, sono felicemente divorziata e c’è un po’ di me in ognuna delle ragazzacce del libro. Ma scommetto che chiunque si rispecchierà in quello che ho scritto: nel romanzo si parla di menopausa, figli, uomini e sesso. Ecco, su quest’ultimo tema non mi sono limitata. Noi donne viviamo di rinunce, abbiamo l’ora d’aria per tutto, ovvero paletti e regole stringenti. È il momento di sciogliere le briglie e qui lo faccio soprattutto parlando di piacere e gioie bollenti. Lo faccio per sorridere, ma anche per sottolineare che possiamo essere spregiudicate.


La protagonista vive un matrimonio da centenaria, ma commette stupidaggini da adolescente. Oggi questa dicotomia riguarda parecchie signore?

Direi di sì. Adelaide ha un matrimonio piatto e poi “impazzisce” per uno sconosciuto. Io faccio il tifo per questi colpi di testa, che possono riguardare la sfera sentimentale ma anche quella professionale. Crediamo che a 50 anni sia tutto deciso, stabilito e incasellato, ma poi arrivano quei fulmini che riaprono i giochi: accogliamoli, mantenendo un pizzico di razionalità. Se ci viene da comportarci come delle adolescenti vuol dire che bisogna cambiare qualcosa. Insomma, prendiamoci qualche libertà per essere più felici.


Il sesso è una componente fondamentale nella quotidianità delle protagoniste. È così anche per le donne vere?

Certo. Altrimenti, bisogna rimediare! Nel libro descrivo quello che noto guardandomi intorno. Per secoli ci hanno detto che la menopausa avrebbe ucciso il desiderio, ma oggi non è più così. A quest’età il sesso cambia, ma non muore, è solo diverso e spesso diventa più intenso e divertente. Di fronte all’uomo giusto possiamo essere più pimpanti di una 20enne perché abbiamo vissuto e sperimentato molto di più. Inoltre siamo consapevoli e decise, non vogliamo perdere tempo con le persone sbagliate e andiamo dritte al punto.


Invece nel romanzo la maternità rimane dietro le quinte. Come mai?

Non siamo obbligate a diventare madri e possiamo realizzarci in mille altri modi! La società tende ancora a relegarci in quel ruolo, come se diventassimo davvero donne solo mettendo al mondo un figlio. In molte ci cascano, così fanno un bebè per avere questo status sociale, ma poi vanno in crisi: diventano mamme per forza e rendono infelici se stesse e la loro famiglia. La retorica della maternità è pericolosa, io tifo per chi lo fa per scelta, per amore.


Un altro argomento è la chirurgia. Come si fa a far pace con le rughe?

Non voglio giudicare, ma soffro vedendo tante coetanee di “plastica”. Nessuno è contento del proprio corpo che cede, ma è molto più bello accettarlo. È vero, ripetersi che sono le imperfezioni a renderci uniche e autentiche magari non basta. Allora, io guardo le borse sotto gli occhi o le macchie sulle mani e penso che sono proprio come quelle di mia nonna: così riconosco su di me il passato della mia famiglia, gli affetti e tutto questo riesce a farmi stare meglio.


Alla fine, è l’amicizia a salvare le tue protagoniste da matrimoni falliti e crisi di mezza età. La solidarietà femminile è un’ancora di salvezza?

Le donne sanno fare quadrato e insieme possono tutto. Le relazioni amicali ti abituano a riflettere, a diventare autocritica, a cancellare filtri e pregiudizi. Non voglio essere una vecchia femminista ma ci vorrebbero due generazioni di maschi senza pene, ovvero meno egocentrismo e virilità, più generosità e attenzione verso l’altro. Visto che ormai sono così diretta, lancio anche uno slogan: meno peni, più vagine. Insomma, care signore, riappropriamoci del nostro corpo, prendiamoci cura dei nostri sentimenti e dei nostri desideri.



Sono i nuovi 30 anni

Jennifer Aniston, Monica Bellucci, Jennifer Lopez e Valeria Golino: splendide attrici che hanno tutte 50 (o più) anni, che nelle ultime settimane hanno conquistato le copertine dei giornali più famosi. In America sono diventate simbolo del movimento Fifty golden age, che identifica i 50 anni come la nuova età dell’oro.

Le ragazze nate negli anni Sessanta, spiegano gli esperti, sono più in forma che mai grazie ai progressi della scienza, credono nell’autenticità estetica e ricorrono meno ai ritocchini e si dicono soddisfatte della loro carriera lavorativa. E a letto? Hanno superato tabù e paure legati alla menopausa e non si negano nulla. Insomma, i 50 sono i nuovi 30.



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Articolo pubblicato sul n. 52 di Starbene in edicola dal 10 dicembre 2019


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