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Vaccini: gli effetti collaterali

I vaccini sono sicuri o possono presentare degli effetti collaterali? E come comportarsi se si evidenziano eventi avversi? Ci spiega tutto uno dei massimi esperti in Italia

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di Oscar Puntel


Quali effetti collaterali o reazioni avverse possono presentare i vaccini? E come comportarsi se si manifestano? Sono domande che ci facciamo tutti, quando sottoponiamo noi stessi e i nostri figli alle vaccinazioni.

Per fare chiarezza abbiamo parlato con uno dei massimi esperti italiani in materia, Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che per Mondadori ha scritto il libro Il vaccino non è un’opinione.


Le possibili reazioni avverse

«I vaccini sono farmaci e come tutti i farmaci possono manifestare reazioni avverse nei soggetti cui vengono inoculati. Tuttavia, sono i farmaci più sicuri che abbiamo: nessun farmaco fra quelli quelli disponibili sul mercato ha un profilo di sicurezza alto come quello di un vaccino. Significa che vengono testati con una procedura rigorosa e vengono resi disponibili solo quando siamo sicuri che possono presentare effetti collaterali trascurabili o affrontabili con un'appropriata terapia», chiarisce il professor Burioni.

 «Dobbiamo partire da alcuni distinguo. Ci sono effetti collaterali banali, come avere un po’ di febbre, avere un po’ di dolore nel punto dove è stata fatta l’iniezione, reazioni “normali” del nostro sistema immunitario, temporanee e che passano da sole. Situazioni che non devono suscitare preoccupazione, né destare attenzione.

Poi c’è un’altra reazione collaterale, più grave, che si può verificare. Si tratta di una violenta reazione allergica chiamata shock anafilattico. Questi eventi avversi possono essere provocati da tutti i vaccini».


Che cos'è lo shock anafilattico

«Lo shock anafilattico è una riposta anomala e violentissima del sistema immunitario. Si mostrano manifestazioni cutanee, respiro affannato, malessere. In questi casi è necessario intervenire prontamente, tutti i medici sono in grado di farlo. Un medico responsabile e serio trasmetterà immediatamente all’Agenzia italiana del farmaco un report con la registrazione della reazione. In ogni caso, se il medico non dovesse procedere, i genitori della persona colpita possono comunque segnalare via web la reazione avversa riscontrata», spiega l'esperto.


Quanto è frequente lo shock anafilattico

Lo shock anafilattico è una reazione molto rara. Essa si verifica in 1 caso ogni 2 milioni di bambini sottoposti alle vaccinazioni previste. «Confrontando questo dato con quello della natalità annuale italiana (ogni anno nel nostro Paese nascono circa 500mila bambini), possiamo dire che è una condizione rarissima.

Può tuttavia verificarsi e qualsiasi medico è capace di affrontarla con una terapia», dice il professor Burioni. «Se facciamo un paragone, una reazione da shock anafilattico può verificarsi con maggiori probabilità quando si prende un comune antifebbrile, un antibiotico o se si mangia, per esempio, della frutta secca (gli shock anafilattici più frequenti si registrano proprio per le allergie a quest'alimento), rispetto a quando si viene vaccinati», sottolinea il professore.

Che conclude: «Molte persone sono preoccupate di effetti collaterali collegati ai vaccini. Ma, lo chiariamo, ancora una volta: i vaccini non hanno alcuna relazione con autismo o epilessia o con alterazioni neurologiche. Possono dare reazioni collaterali, ma il rapporto costo-beneficio è molto favorevole».


Che cosa fare

«Lo shock si presenta entro pochi minuti dall’iniezione; si tratta di una condizione inattesa e imprevedibile: nessun esame ci permette di stabilirla in anticipo. Quello che bisogna fare è, subito dopo la puntura, rimanere almeno una mezz’ora nello studio del medico che ha effettuato la vaccinazione, in modo che possa intervenire subito se necessario», avverte il professor Burioni.

27 aprile 2017

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