Raggi di luce fredda contro psoriasi e vitiligine

Grazie a un fascio di raggi UVB a banda stretta indirizzato solo sulle lesioni, si può eliminare l’infiammazione e stimolare i melanociti. Ecco come funziona



Placche squamose e argentate, con una base arrossata, o macchie chiarissime e frastagliate, distribuite “a carta geografica”. Sono i modi in cui si manifestano la psoriasi e la vitiligine, due dermatiti che in Italia colpiscono oltre 4 milioni di persone. Ma ora si possono sconfiggere con una nuova terapia

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PSORIASI - GUARISCI IN SEI SEDUTE


Chi soffre di psoriasi probabilmente si è sentito proporre la cosiddetta PUVA- terapia, eseguita generalmente in ambiente ospedaliero. Si basa sull’associazione di psoraleni (sostanze fotosensibilizzanti assunte per bocca) ed esposizione a specifiche bande di raggi ultravioletti: gli UVA, capaci di svolgere un’azione antinfiammatoria.

«Si tratta, però, di una metodica complessa, sempre meno prescritta perché non priva di effetti collaterali, dal momento che gli psoraleni sono dei farmaci tossici per il fegato», spiega Rosella Ocello, dermatologa ed esperta in medicina estetica a Montecantini Terme (Pistoia) e Prato.

«Per questa ragione, molti dermatologi oggi preferiscono prescrivere la sola cura con gli UVA, che però espone tutto il corpo all’irraggiamento, comprese le aree di pelle sana. Sottoposte a più cicli di fototerapia, queste possono andare incontro a due inconvenienti: invecchiamento cutaneo (il cosiddetto photoaging) e maggior rischio di tumori, come l’epitelioma baso-cellulare».

Completamente diverso è l’approccio della microfototerapia a luce fredda che, come indica la parola stessa, prevede un irraggiamento in formato “ultraridotto”, mirato solo ed esclusivamente  alle zone affette da psoriasi: gomiti, mani, ginocchia, palmo dei piedi, cuoio capelluto, raramente anche il volto. Così si risparmia alla pelle sana inutili radiazioni.

Come avviene la seduta? «Innanziutto va detto che il trattamento è strettamente personalizzato, perché basato su un Phototest preliminare per individuare sia il fototipo sia la sensibilità e reattività cutanea e calcolare quindi la minima dose efficace», spiega Ocello.

«Con uno speciale manipolo, indirizzato solo sulle aree da trattare, viene quindi inviato un fascio di UVB a banda stretta, che gli ultimi studi hanno dimostrato essere ancora più efficaci degli UVA.

Riducono, infatti, tutto il processo infiammatorio, agendo sui linfociti T (responsabili della “partenza” dell’infiammazione) e sulle citochine pro-infiammatorie, il cui rilascio viene inibito proprio da questa banda di ultravioletti».

Il manipolo ha per bersaglio una superficie massima di 5 cm di diametro e si può trattare, in una sola seduta, fino al 30% della superficie corporea, irraggiando ogni zona per 5-6 secondi.

Un ciclo prevede da 4 a 6 sedute settimanali, ma i risultati si vedono sin dalla prima, con una riduzione delle placche argentate e della base eritematosa, e un progressivo rallentamento del turnover cellulare. 

VITILIGINE - PELLE UNIFORME IN 9-12 MESI


La microfototerapia a luce fredda funziona anche per ripigmentare le macchie ianche disegnate dalla vitiligine. Un’affezione cutanea spesso liquidata come inestetismo di scarsa rilevanza per la salute, ma che condiziona la qualità della vita e dei rapporti interpersonali dal momento che colpisce il volto, il collo, il seno, l’inguine e i genitali, le mani, i piedi e le gambe.

«Le tecniche fototerapiche “classiche” sono a luce calda, e comportano l’irradiazione di tutto il corpo all’interno di una cabina nella quale, in piedi, si assorbono alte dosi di UVB», spiega la dottoressa Rosella Ocello.

«Con la microfototerapia, invece, viene selezionata all’interno dello spettro solare una particolare fascia di UVB a banda stretta (picco massimo: 311 nanometri) che viene veicolata, attraverso una sofisticata fibra ottica, solo sulle aree da “colorare” che vengono stimolate in profondità.

Un particolare sistema di filtraggio provvede a raffreddare la luce in modo da non causare scottature e rossori, anche se occorre raggiungere un leggerissimo eritema per essere sicuri di stimolare i melanociti dello strato basale dell’epidermide a produrre melanina».

Se la lunghezza d’onda è uguale a quella usata per la psoriasi, la potenza di emissione è inferiore perché vengono trattate aree molto delicate come il volto o la zona periareolare del seno.

Di conseguenza è necessario preventivare un ciclo di più sedute (una ogni 3-4 settimane per 9-12 mesi) per conseguire risultati soddisfacenti. Ogni seduta dura da 15 a 30 minuti, a seconda dell’estensione delle macchie e delle zone da trattare, non è dolorosa e non presenta controindicazioni al punto che può essere eseguita anche da bambini e adolescenti.

La prova della sua efficacia? Uno studio condotto su 825 pazienti, recentemente pubblicato sulla rivista Dermatology Therapy, ha riportato i seguenti risultati: in 594 pazienti, dopo 12 mesi di terapia, la ripigmentazione delle chiazze andava dal 75 al 100%. In 135 pazienti dal 50 al 75% e in 96 dal 40 al 50%. Un buon traguardo, che consente di riconciliarsi con la propria immagine, migliorando l’autostima. 

DOVE ESEGUIRE LA NUOVA TERAPIA

Di recente introduzione, la microfototerapia a luce fredda si sta via via diffondendo negli studi di dermatologi e medici estetici. Al momento sono quattro i centri dove puoi trovare professionisti formati all’uso dell’apparecchiatura con uno specifico training (costo di ogni seduta: da 80 a 95 €).

Eccoli: 

Milano. Unità Medica Conservatorio, via Conservatorio 22. Tel. 02.77291.

Roma. Domimedica, via Antonio Chinotto 1. Tel. 06.3233956.

Palermo. Centro Genesi, viale della Libertà 203 B. Tel. 091.309380.

Montecatini Terme (Pistoia). Centro Salute, viale IV novembre 37. Tel. 0572.913037

Per ricevere maggiori informazioni sulla nuova tecnologia a luce fredda e sui centri in via di apertura puoi contattare il numero verde: 800-553979. Riceverai ulteriori ragguagli sul Metodo Bioskin Evolution (il programma studiato per le aree depigmentate dalla vitiligine) o su Biopsorin, l’innovativo protocollo per curare la psoriasi. Oppure puoi consultare i siti: www.vitiligine.info o www.lapsoriasi.org.

Articolo pubblicato sul n. 7 di Starbene in edicola dal 31/01/2017

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