Emicrania e cefalea, i mal di testa più comuni e i trattamenti migliori

L’emicrania colpisce soprattutto le donne. Per questo sono nati percorsi di cura al femminile. La neurologa di un Centro Cefalee ti guida alla scoperta dei trattamenti migliori



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Una sensazione violenta e dolorosa al capo? Codice rosa. Così, almeno, dovrebbe “attrezzarsi” il pronto soccorso. Stando a recenti stime dei Centri Cefalee, infatti, lamentano mal di testa 6 milioni di italiani, di cui 4 sono donne. Sul perché questa patologia multifattoriale, che impatta negativamente sulla qualità della vita, prenda di mira il gentil sesso (ne soffre il 25%, dalla pubertà alla menopausa) resta ancora parzialmente un mistero.

Siamo a conoscenza, però, che esiste una predisposizione ereditaria, dal momento che nel 50% dei casi chi soffre di emicrania ha un parente che ne è affetto. Sappiamo, inoltre, che gli attacchi emicranici risentono delle fluttuazioni degli ormoni sessuali, che nella donna sono “ballerini”, mentre l’uomo beneficia di una maggiore stabilità ormonale.

Per venire incontro alle “quote rosa”, la Fondazione Onda (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di Genere) ha eseguito una mappa di 143 Centri Cefalee sparsi su tutto il territorio che offrono percorsi e servizi dedicati all’emicrania, nelle diverse fasi di vita della donna. Cliccando su ondaosservatorio.it, alla voce “tutti i progetti” troverai “percorsi al femminile sull’emicrania”, con il centro vicino a te.

Ma quali sono i mal di testa più comuni che affliggono studentesse e lavoratrici? La parola agli esperti.


Quando è episodica c’è la pillola da prendere al bisogno

Colpisce senza preavviso. Spesso legata a momenti di stress, l’emicrania episodica si manifesta con dolore pulsante, unilaterale o bilaterale, più spesso a carico di fronte, tempie e sommità del capo. Peggiora durante l’attività fisica abituale e può essere accompagnata da malessere generale, nausea, ipersensibilità a luce, suoni oppure odori, con sintomi che durano dalle 4 alle 72 ore.

Come far fronte alla terribile sensazione di avere la testa che “scoppia”? «Chi soffre di emicrania occasionale in genere cerca sollievo nei comuni antinfiammatori non steroidei e antidolorifici, senza sapere che da oltre 30 anni esiste una classe di farmaci specifica per il trattamento dell’emicrania moderata o severa», spiega la dottoressa Grazia Sances, responsabile U.O.S. Diagnosi e Cura delle Cefalee dell’Istituto Neurologico Nazionale Mondino di Pavia. «Sono i triptani, molecole farmacologiche che non prevengono la crisi ma vanno assunte alle prime avvisaglie, per bloccare sul nascere l’attivazione del sistema “trigeminovascolare”, responsabile dell’attacco. Agendo selettivamente sui recettori della serotonina, inducono una vasocostrizione dei vasi intracranici, limitando così le martellanti fitte dovute alla vasodilatazione cerebrale. Esistono sei tipi di triptani che vanno prescritti dal medico, meglio ancora da un neurologo che lavora in un Centro Cefalee. Efficaci, agiscono entro un’ora dall’assunzione e sono in genere ben tollerati».


Cronica: botulino o anticorpo monoclonale?

Viene definita emicrania cronica quando si presenta per almeno 15 giorni al mese per tre o più mesi di seguito, influendo negativamente sul lavoro, nei rapporti sociali e familiari. Fortunatamente, per tutte le donne che convivono quasi quotidianamente con l’emicrania, sono disponibili due opzioni terapeutiche: la tossina botulinica e i cosiddetti farmaci biologici a bersaglio molecolare.

«Autorizzato in Italia dal 2013, l’uso della tossina botulinica prevede trattamenti ogni tre mesi, con microiniezioni in punti precisi (da 31 a 39) su fronte, tempie, collo, zona sovraorbicolare, muscoli trapezi e regione occipitale. La tossina, capace di ridurre la trasmissione degli impulsi dolorosi a livello del sistema nervoso centrale, funziona in circa il 50% dei pazienti che vedono diminuire frequenza e intensità degli attacchi, e di conseguenza il ricorso ai farmaci. In caso di miglioramento, il ciclo di trattamento può essere ripetuto, eventualmente allungando l’intervallo di somministrazione».

La seconda opzione terapeutica è rappresentata da specifici anticorpi monoclonali. Si tratta degli anti-CGRP (tra i più usati, galcanezumab, erenumab e fremanezumab) introdotti in Italia alla fine del 2018. Il loro meccanismo d’azione? Bloccano l’attività dell’enzima correlato alla calcitonina, molecola coinvolta nello scatenamento degli attacchi emicranici. Prescritti dallo specialista secondo un preciso piano terapeutico, si somministrano una volta al mese mediante iniezione sottocutanea (addome o coscia) e rappresentano un’ottima terapia di profilassi, che abbassa il numero e l’intensità delle crisi emicraniche mediamente nel 65% dei casi. Effetti collaterali più comuni? Stitichezza e debolezza muscolare.


Cefalea catameniale: prova con l’agopuntura

Mannaggia agli ormoni. Perché sono proprio le fluttuazioni che si verificano durante il ciclo mestruale a scatenare, nelle giovani predisposte, la cosiddetta cefalea catameniale. In genere il mal di testa compare 3-4 giorni prima dell’arrivo delle mestruazioni, ma in alcuni casi perdura durante il flusso.

«Il brusco calo degli estrogeni che caratterizza la sindrome premestruale può provocare una forte emicrania, insieme a nervosismo, ansia, insonnia, tensione al seno, aumento di peso e difficoltà di concentrazione», spiega il dottore Giovanni Battista Allais, ginecologo agopuntore, responsabile del Centro Cefalee della Donna dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. «In questi casi, invece di imbottirsi di analgesici, consiglio di puntare sull’agopuntura. Gli antichi cinesi non conoscevano ormoni e sbalzi ormonali, ma erano molto attenti alla ciclicità femminile e agli squilibri energetici connessi. Con un ciclo di 6-10 sedute di agopuntura (convenzionata con il SSN, nel servizio ospedaliero del Sant’Anna) si raggiungono due obiettivi: combattere il dolore, perché l’infissione degli aghetti favorisce il rilascio dei neurotrasmettitori del benessere, tra cui le endorfine, e migliorare la microcircolazione cerebrale, contrastando la vasodilatazione all’origine della sofferenza».

Durante la seduta, di circa 20 minuti, si trattano alcuni punti su testa, mani, piedi e gambe, corrispondenti a quelli dislocati lungo i meridiani energetici. Se vuoi trovare un medico agopuntore, vai su agopuntura-fisa.it.


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