Cerotti muscolari: cos’è il taping e come funziona

Grazie all’applicazione di particolari cerotti muscolari non medicati, il Taping NeuroMuscolare aiuta a ridurre il dolore, favorisce il drenaggio dei tessuti, allevia le tensioni muscolari e migliora i deficit neurologici




252845I cerotti muscolari sono sempre più utilizzati nei programmi di riabilitazione. Il Taping NeuroMuscolare (NMT Concept) nasce da un’idea di David Blow: laureato in medicina cinese tradizionale presso l’Australian Acupuncture College di Sydney, è fondatore e presidente dell’Istituto di Taping NeuroMuscolare, con sedi a Roma, New York, Giacarta (Indonesia) e Buenos Aires. Inoltre, è istruttore internazionale di questa tecnica e vanta 30 anni di esperienza nel campo della riabilitazione

«Nel corso degli anni ho conosciuto e praticato diverse tecniche di taping e bendaggi, basandomi sul fatto che i nastri o cerotti applicati, essendo elastici, veniva sempre “tirati”, causando un naturale effetto contenitivo o compressivo. Sono partito da qui per elaborare il mio metodo. La mia esperienza in medicina cinese, infatti, mi ha insegnato che esistono sempre due opposti, lo yin e lo yang. Perciò ho applicato al taping lo stesso ragionamento: se un nastro può essere tirato, esercitando una trazione, dovrebbe esserci un’applicazione che agisce in modo opposto, producendo un allungamento. Da lì ho sviluppato il concetto che un tape non troppo teso, posizionato sul corpo, esercita un’azione decompressiva. E l’ho sperimentato proprio qui in Italia, a Roma», afferma l’esperto.


Come funziona questa tecnica?

Agisce in modo biomeccanico. Sfrutta un cerotto di cotone elastico che, a seconda della problematica da affrontare, può essere ridotto dal terapista in strisce più sottili (meno largo è il tape, più limitata sarà la zona da trattare. Per esempio, 5 o 2,5 cm di larghezza per una contrattura muscolare, 1 cm in caso di edema o ematoma).

Privo di medicinali e ingredienti farmacologici, il cerotto ha un’elasticità simile a quella della cute. Prima di applicarlo occorre allungare il muscolo della zona da trattare, poi si applica il cerotto, senza imprimere tensione, seguendo sempre una linea longitudinale. Quando poi il paziente assume una posizione neutra, vede la benda “ondulare”. Questo metodo genera una spinta in due direzioni che, insieme ai movimenti del corpo, provoca la decompressione della pelle, del tessuto connettivo, delle fasce muscolari ma soprattutto dei vasi sanguigni e linfatici. Il risultato è un’azione di vasodilatazione che migliora l'afflusso del sangue e della linfa. È per questa ragione che usiamo il Taping NeuroMuscolare a scopo terapeutico. 


In quali situazioni può essere impiegato? 
È utilizzato per diversi problemi di salute. Per esempio, dopo un intervento al ginocchio, quando il paziente ha molto gonfiore, l’applicazione del tape favorisce il deflusso dell’edema postoperatorio. In un malato con morbo di Parkinson, patologia neurologica che causa difficoltà di movimento, il nastro viene posizionato prevalentemente sugli arti per ridurre la rigidità, allungando la muscolatura. Associata alla fisioterapia, questa tecnica migliora le performance fisiche del paziente nel tempo.

Inoltre, può essere impiegata dopo un ictus cerebrale, quando il paziente perde la mobilità di un lato del corpo, per favorire la vascolarizzazione della parte e fornire stimoli utili sia durante la riabilitazione sia motoria e sensoriale. Non solo: in Indonesia abbiamo tenuto dei corsi basati sulla metodologia del Taping NeuroMuscolare per favorire la guarigione dell’ulcera diabetica.


Il cerotto muscolare serve anche per gli infortuni sportivi?

Sì, nel periodo post trauma e in chiave preventiva
Le applicazioni possono essere diverse: in caso di distorsione della caviglia, per esempio, nella fase acuta viene usato un bendaggio compressivo. Quindi, una volta superata, si entra nella fase riabilitativa, durante la quale si utilizza un taping decompressivo, per agevolare la guarigione. Questa metodologia viene insegnata al master di Riabilitazione sport all’Università di Pisa, con cui collaboro da 13 anni.


Il taping ha una validazione scientifica?

Quando nel 2000 ho iniziato a sviluppare questo concetto ho pensato che fosse uno strumento in grado di portare beneficio ai pazienti. Così ho fondato l’Istituto di Taping NeuroMuscolare, di base a Roma, che organizza programmi di formazione, progetti di ricerca e sviluppo in Italia e altre parti del mondo, in modo da spiegare il suo meccanismo di funzionamento e verificarne i risultati.  Sul nostro sito ci sono diverse ricerche pubblicate. Per esempio, secondo uno studio inglese, il taping decompressivo ha portato a una riduzione della pressione sanguigna nei pazienti ipertesi.


Chi può applicare la tecnica del taping?

Deve essere usata da persone competenti nell’ambito della riabilitazione, come medici, fisioterapisti, infermieri, terapisti occupazionali, logopedisti. Tutte figure in grado di capire i problemi e le eventuali controindicazioni. Il Taping NeuroMuscolare, per esempio, rappresenta un ottimo strumento nella logopedia. La sua applicazione in chi mostra problemi di deglutizione dopo gravi incidenti, traumi cerebrali o stress vocali, favorisce il riapprendimento della funzione persa. Uno dei programmi più importanti di questa tecnica è dedicato ai logopedisti, nel master in Deglutologia dell’Università degli Studi di Torino e quello in Vocologia all’Università di Bologna.


Dove posso trovare un esperto?

L’istituto di Taping NeuroMuscolare da oltre 18 anni tiene in Italia dei corsi di formazione che certificano la preparazione dei partecipanti. Online si può accedere all’albo, ma per questioni di privacy vengono forniti solo nome, cognome e numero di certificato dell’esperto. Se il terapista è registrato, comunque, sempre sullo stesso sito è possibile trovare altre informazioni, come i contatti.


I cerotti muscolari hanno effetti collaterali?


Sì. Il cerotto si applica sulla pelle tramite una colla acrilica, con una buona tolleranza e rare reazioni allergiche. Talvolta, però, possono svilupparsi delle irritazioni dovute a un’alterazione del pH della pelle o alla qualità della stessa (troppo grassa, molto secca, infiammata o sottile). In questo caso, si informa il terapista e si toglie il nastro delicatamente, utilizzando un po’ di acqua fresca o gel. Queste irritazioni capitano solamente nel 2% dei casi, ma negli ultimi anni la qualità degli adesivi sta migliorando. Quello della tollerabilità è un aspetto importante, perchè il Taping NeuroMuscolare viene usato anche in pazienti con una situazione particolarmente delicata, a causa di un intervento chirurgico o della patologia di cui soffrono. Consiglio di utilizzare solo prodotti registrati al Ministero della Salute come dispositivi medici di classe I non medicati. Inoltre, il Taping Neuromuscolare può essere controindicato in caso di infezioni, tumori e metastasi, trombosi ed emorragie. Per questo è fondamentale che l’applicazione venga eseguita dopo un’accurata diagnosi da parte di operatori che hanno seguito un corso di formazione certificato.


È possibile fare la doccia con i cerotti?

Sì e si può anche nuotare. Il tape va poi asciugato, tamponandolo con un asciugamano oppure usando il phon, senza strofinarlo: così il nastro riesce a durare fino a sette giorni senza staccarsi. No, invece, al bagno turco, che può rimuoverlo, o all’attività fisica estrema. Inoltre, è sconsigliato esporre la parte del corpo con il tape ai raggi diretti del sole perché può aumentare il rischio di irritazione dell’epidermide.

Per quanto tempo va tenuto il cerotto muscolare?

«Di solito viene applicato 2 volte alla settimana e lasciato 3-4 giorni. Per esempio, in chi ha una lombalgia senza ernia discale o protrusioni, oppure disturbi dovuti a posture scorrette, colpi di freddo o movimenti sbagliati, si eseguono fra 2 e 4 applicazioni complessive, 2 volte a settimana», spiega David Blow. Se il paziente, invece, ha un’ernia discale con dolori irradiati al nervo sciatico si fanno 8-12 trattamenti e il tape va tenuto da 4 a 7 giorni, ma il dolore si riduce già dopo le prime 24 ore. Inoltre, il Taping NeuroMuscolare può essere utilizzato anche dalle donne in gravidanza che soffrono di lombalgia perché è un metodo non farmacologico, ha un’efficacia rapida e spesso sono sufficienti pochi trattamenti.



I progetti in giro per il mondo

David Blow e l’Istituto di Taping NeuroMuscolare sono impegnati anche in attività di solidarietà. «Formiamo gratuitamente medici, infermieri e fisioterapisti in varie parti del mondo, con l'aiuto di personale italiano che dedica a queste iniziative tempo e conoscenza.

Il progetto è iniziato nel 2010, a Sarajevo, quando la Comunità Europea ci ha chiesto di istruire dei professionisti per aiutare gli amputati che soffrivano di sindrome dell’arto fantasma. In Congo ed Etiopia abbiamo portato avanti progetti per il piede torto congenito, che è molto diffuso in Africa e ha gravissime conseguenze sulla vita dei bambini e la loro crescita. In Argentina, Ecuador e Cile svolgiamo programmi per la riabilitazione post chirurgica del tumore al seno. Mentre in Indonesia sono stati formati terapisti e medici locali per aiutare le vittime di traumi legati alle catastrofi naturali che hanno colpito le isole di Lombok e Palu», puntualizza l’esperto.



No al fai da te


«È fondamentale che il Taping Neuromuscolare venga realizzato da una persona professionalmente competente», precisa David Blow, «perché non è indicato come auto-trattamento. Per una corretta diagnosi e valutazione clinica occorre sempre rivolgersi al medico o al fisioterapista, due figure in grado di consigliare una terapia adatta alla propria condizione». Ecco degli esempi di utilizzo dei nastri.


Bocca

L'applicazione del nastro è utile nei problemi di deglutizione e per il controllo dell'ipersalivazione nelle paralisi cerebrali e nel morbo di Parkinson. 

Mandibola


Il Taping Neuromuscolare è adatto in caso di problemi mandibolari, come il bruxismo, e nelle paresi facciali.  

Mano

Favorisce il drenaggio dell'edema, per esempio nel morbo di Sudeck, e la ripresa del movimento nella paralisi dovuta a un ictus. 


Trapezio superiore e romboide

Utile per contrastare la tensione muscolare della zona spalla/collo e favorire una corretta postura del tronco in chi soffre di cervicodorsalgia.

Spalla

Contribuisce ad alleviare la rigidità articolare, presente in condizioni come ictus cerebrale o dopo traumi e operazioni.

Ginocchio

Il nastro agevola la fase di recupero funzionale del ginocchio dopo un infortunio. 

Diaframma posteriore

Migliora la funzionalità di questo muscolo. Da abbinare a un'applicazione sulla parte anteriore del torace, in presenza di difficoltà respiratorie.

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Articolo pubblicato sul n° 3 di Starbene in edicola dal 16 febbraio 2021

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