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Calze compressive, a cosa servono e come si usano

Se ha piccoli disturbi vascolari o una vera e propria malattia vascolare seria le calze compressive possono essere un aiuto prezioso

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Nel nostro Paese il 50% delle donne ha problemi di insufficienza venosa, di questo 50%, l’80% ha problemi minori, ma pur sempre da tenere sotto controllo. Da qui l’importanza dell’uso delle calze compressive, che rappresentano uno dei rimedi più utilizzati in caso di problemi alla circolazione. Le calze compressive aiutano la circolazione venosa della gamba, la parte del corpo più “sotto stress” dal punto di vista circolatorio. Il suggerimenti del dottor Guido Arpaia, Presidente SIAPAV, Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare (SIPAV).

 

Innanzitutto bisogna chiarire che esistono due tipi di calze compressive che si possono acquistare:


  • Le calze preventive: indicate in caso di piccoli disturbi. Si tratta di calze compressive misurate in denari (che di solito vanno da 40° 140). Il denaro non è altro che l’espressione del peso del filato con cui sono confezionate. La compressione trasmessa è minima: qualora una compressione venga dichiarata dovrebbe comunque essere come minimo superiore ai 10 millimetri di mercurio (mmHg). Questo tipo di calze compressive  possono quindi essere usate da chi abbia minimi disturbi quali pesantezza, lieve edema la sera dopo essere stato molto in piedi, crampi notturni. In  questi casi una preventiva valutazione specialistica consente di mirare al meglio la scelta.
  • Le calze terapeutiche: utili per chi soffre di malattie vascolari. Diversamente dalle calze preventive si misurano in millimetri di mercurio (mmHg) e possono essere di 4 classi di compressione. Si va dalla 1 alla 4 e sarà il medico e indicare quella corretta precisando anche la provenienza. Attualmente sono la Germania e la Francia a produrre le calze compressive migliori dal punto di vista della qualità. La compressione esercitata dalle calze è graduale: è maggiore alla caviglia e diminuisce progressivamente verso l’alto seguendo la conformazione della gamba. Questo tipo di calza viene usata da persone con problemi venosi di una certa rilevanza ed esprimono la loro massima efficacia mentre la persona cammina quando all’azione meccanica di compressione sulle vene superficiali si aggiunge la contrazione muscolare che agisce su quelle profonde.



Cosa fare con l’aumento della temperatura

Con l’arrivo dell’estate e delle alte temperature i problemi di circolazione possono aumentare a causa della vasodilatazione dovuta al calore e con essi anche i fastidi percepiti. La SIPAV suggerisce quindi, in casi selezionati, per chi avesse problemi circolatori minori, di intraprendere una terapia con farmaci per le vene, eventualmente sospendendo temporaneamente la compressione terapeutica. Chi invece soffre di malattie venose sintomatiche, malattia venosa cronica avanzata, ulcera venosa sia attiva sia guarita, oppure nei casi di trombosi venose, deve proseguire con la compressione terapeutica. Sarà il medico, a seconda della persona e delle eventuali altre malattie concomitanti, a decidere comunque quale prodotto risulterà più adatto. Tra gli specialisti a cui rivolgersi troviamo l’angiologo, il flebologo, il chirurgo vascolare o il medico vascolare.



Sei consigli per la prevenzione dei problemi di circolazione alle gambe

  • Affrontare i problemi di circolazione subito all’apparire dei primi sintomi o fastidi
  • Mantenersi in forma (i.e. non subire drastiche variazioni di peso)
  • Camminare ogni giorno almeno un’ora
  • Utilizzare le calze compressive in gravidanza
  • In estate bere molto, mangiare frutta e verdura fresche
  • Non esporre troppo le gambe al sole


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