Tumorial, i video-tutorial per superare la malattia e la paura

Parlano di come affrontare la quotidianità, i rapporti con gli amici, il sesso… Sono i video tutorial realizzati dagli adolescenti in cura all’Istituto nazionale dei tumori di Milano. Un’iniziativa che aiuta a superare la paura della malattia, rompendo il muro del silenzio. Ecco alcune testimonianze



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Non parlano di make-up né di ricette eppure “spaccano”: sono i tutorial firmati dai ragazzi dell’Istituto nazionale dei Tumori di Milano. Si chiamano Tumorial, si trovano su Youtube (per ora sono 10, da settembre ne verranno caricati altri 14) e raccolgono consigli e dritte di chi sta combattendo contro la malattia o l’ha appena sconfitta. Certo, a prima vista l’argomento sembra lontano anni luce dal mondo del web, invece riscuote grande interesse. Le parole dei protagonisti rompono un grande tabù: parlano di cancro, amore, sesso e social come mai nessuno ha fatto finora. Perché ogni anno, in Italia, 800 giovani tra i 15 e i 18 anni entrano nel tunnel di ricoveri e chemioterapie, ma pochissime sono le iniziative dedicate a loro.


Rebecca: ho confessato la paura
Questo senso di solitudine Rebecca se lo ricorda benissimo. Oggi ha 20 anni e studia scienze biologiche ma all’ultimo anno di liceo la sua vita è stata travolta da un tumore alle ossa. «La famiglia è sempre stata al mio fianco, gli amici pure, ma solo chi è malato capisce cosa ti passa per la testa e quello di cui hai bisogno», racconta. «Ecco perché questi video sono importanti. Io, per esempio, ho sviscerato la mia esperienza sui social. All’inizio avevo tanti dubbi: in rete ci mostriamo belli e felici, mentre io ero in ospedale e stavo perdendo i capelli. Poi, quando mi sono sentita pronta, mi sono buttata. Ho confessato la paura, ho mostrato le occhiaie e la testa avvolta da un foulard. Ho ricevuto migliaia di commenti e da quel giorno ho iniziato a chattare anche con tanti sconosciuti che però si trovavano nella mia situazione, così ci siamo sostenuti a vicenda».


Alessandro: ho dato consigli pratici
Per Alessandro, 18 anni, è tempo di Maturità ma il successo più importante di questi mesi è essersi messo alle spalle un tumore al cervello. «Nel tutorial ho raccolto una serie di consigli pratici. Si potrebbe intitolare “Le cavolate da non fare quando sei in chemio”, come non andare al cinema e non bere bevande gassate che aumentano la nausea. Io non ho combinato guai in terapia ma la tentazione è forte: da adolescente ti senti invincibile e vuoi sfidare la malattia per esorcizzare la morte. Il sesso? Abbiamo montato un video apposta sul tema. Quando sei debilitato è l’ultimo pensiero, anzi avresti solo voglia di scappare dal partner. Ma poi hai bisogno di carezze e conferme, peccato che la paura di non piacere ti divori. È come uno tsunami di emozioni che si può superare solo con la sincerità, dicendo sempre all’altro quello che si prova e si vuole».


Francesco: ho parlato dell’amicizia
Anche il desiderio di stare con gli amici è forte. Ma prima bisogna superare uno scoglio: confessare quello che sta accadendo. «Una bella impresa tanto che ci ho dedicato il mio video», ricorda Francesco, 19 anni. «Quando ho scoperto il tumore, ho mandato un messaggio agli amici più fidati e poi loro hanno fatto da passaparola. Nel 99% dei casi gli amici mi hanno protetto, non mi lasciavano mai solo. Alcuni si sono volatilizzati, la malattia fa una selezione naturale, rimangono i migliori. Meglio così».


Dalla canzone ai video
Tumorial è l’ultima fatica di Progetto Giovani, l’iniziativa creata dalla Fondazione IRCCS Istituto nazionale dei tumori di Milano e sostenuta dall’Associazione Bianca Garavaglia. «L’abbiamo lanciata nel 2011 per accendere i riflettori su questi adolescenti, spesso dimenticati», spiega Claudia Garavaglia, responsabile della raccolta fondi della onlus. «Con l’oncologo Andrea Ferrari e con un’équipe di educatori e psicologia, abbiamo ideato anche la hit Palle di Natale, organizzato una mostra fotografica e scritto un fumetto. Ora abbiamo in cantiere uno spettacolo teatrale e una linea di abbigliamento. Il progetto è diventato un modello copiato e studiato in tutta Europa».


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Articolo pubblicato nel n° 28 di Starbene in edicola dal 25 giugno 2019



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