Prostata infiammata: sintomi e rimedi

Tra i sintomi più comuni rientrano dolore e difficoltà durante la minzione così come lo stimolo frequente ad urinare. Ecco cosa c’è da sapere sulla prostatite, l’infiammazione della prostata



di Margherita Monfroni

La prostata è una ghiandola dell’apparato genitale maschile, dalla forma e dimensione di una castagna, situata sotto la vescica. Il suo compito è produrre un liquido (il liquido prostatico, appunto) in grado di facilitare la sopravvivenza degli spermatozoi durante il loro passaggio nell’uretra e nelle vie genitali femminili.

Oggetto di sempre maggior interesse negli ultimi anni a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita (che ha innalzato il numero delle problematiche relative a questa ghiandola), la prostata può essere oggetto di infiammazioni definite genericamente con il nome di “prostatite”, eventi tanto comuni da interessare annualmente circa un terzo della popolazione maschile.


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Sintomi

L’infiammazione della prostata è suddivisa in quattro tipologie:

- la prostatite batterica acuta, causata dall’infiltrazione nella prostata di batteri che vivono normalmente nel tratto urinario, che si manifesta con difficoltà e dolore durante la minzione, stimolo frequente ad urinare, senso di non completo svuotamento della vescica, dolore nella zona pelvica e genitale, e talvolta febbre con brividi;

- la prostatite batterica cronica, che si presenta con un corteo di sintomi simili (ma più lievi e prolungati nel tempo) a quelli sopraelencati, ad eccezione della febbre. Non è raro che insorga a seguito di una prostatite batterica acuta o ad un’infezione delle vie urinarie;

- la prostatite cronica abatterica, nota anche come sindrome dolorosa pelvica cronica, che condivide molti degli stessi sintomi della prostatite batterica con la differenza che, quando vengono eseguiti i test diagnostici, non viene rilevato alcun batterio. Tra le cause di insorgenza, ancora poco chiare, rientrano presumibilmente lo stress e lesioni localizzate;

- la prostatite asintomatica, che consiste in un’infiammazione della prostata che non dà alcun disturbo o manifestazione; può essere rilevata solamente in concomitanza all’esecuzione degli esami di controllo periodici (come gli esami del sangue).

Diagnosi e trattamento

La diagnosi della prostatite prevede solitamente un esame fisico, che generalmente include un’esplorazione rettale digitale, e test clinici quali l’analisi delle urine, gli esami del sangue ed eventualmente un esame TC (Tomografia Computerizzata, una metodica che utilizza i Raggi X per ottenere immagini dettagliate di organi e tessuti).

A seconda della causa scatenante l’infiammazione, il medico prescriverà quindi il trattamento più idoneo, che comprende comunemente antibiotici, antinfiammatori e farmaci alfa litici, che favoriscono il rilassamento muscolare intorno alla ghiandola e nel tratto in cui la prostata si unisce alla vescica, alleviando così il dolore durante la minzione.

Alimentazione

La dieta ricopre un ruolo di fondamentale importanza nel trattamento della prostatite. Nello specifico è consigliabile evitare il consumo di cibi piccanti, peperoncino, bevande alcoliche e caffeina, preferendo invece alimenti ricchi di fibre come frutta, verdura e cibi integrali.

Anche un’adeguata idratazione rappresenta un fattore davvero importante nella cura di questa infiammazione, sia per favorire il recupero sia per contrastare stitichezza e costipazione, poiché forzare il movimento intestinale potrebbe risultare doloroso.

Rapporti sessuali

In caso di prostatite, non bisogna necessariamente evitare i rapporti sessuali, poiché generalmente l’attività sessuale non peggiora l’infiammazione. Tuttavia, la prostatite può causare dolore durante o dopo l'eiaculazione, un fattore che può interferire con il piacere sessuale.

Nonostante la prostatite sia spesso causata da batteri, poi, è bene ricordare che non risulta contagiosa per la partner.

Prostata ingrossata

La difficoltà ad urinare (in particolare ad iniziare la minzione) può essere sintomo anche di un’altra problematica, ovvero l’ipertrofia prostatica benigna.

Nello specifico, l’ingrossamento benigno della prostata, che si manifesta generalmente nella metà degli uomini con più di 50 anni e nei tre quarti della popolazione maschile over 80, comporta un aumento di volume della ghiandola prostatica tale da comprimere le vie urinarie e a rendere difficoltosa la fuoriuscita dell’urina.

Il trattamento dell'IPB può essere di tipo farmacologico o chirurgico, ed è in entrambi i casi finalizzato a facilitare il passaggio dell’urina nell’uretra.

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