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Come curare la cistite ricorrente: ora c’è il vaccino

Un vaccino consigliato dalle Linee guida della Società europea di urologia è in grado di ridurre notevolmente l’incidenza delle cistiti ricorrenti. In Italia non c’è ancora ma gli specialisti lo prescrivono e si compra online

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Soffri di cistite ricorrente? Questo disturbo può diventare un lontano ricordo. Per molte donne il sogno è già realtà. «È disponibile un vaccino in compresse che, prescritto dopo la visita urologica, si può assumere subito e funziona rapidamente», spiega Nicola Macchione, urologo e andrologo presso l’Ospedale San Paolo di Milano.

«Esistono diversi prodotti (in pastiglie, in polvere da sciogliere sotto la lingua, in ovuli intravaginali e iniezioni), ma su Om 89, questo il nome del farmaco, la letteratura scientifica è numerosa e condivisa dalle Linee guida europee di urologia». Il farmaco, efficace nel ridurre le recidive delle cistiti, si prescrive solo a pazienti con cistiti ricorrenti anche dopo l’uso di antibiotici.

Nell’accezione generale le cistiti non sono considerate una patologia “vera” ma un disturbo banale, forse per la sua diffusione e non pericolosità. «In realtà possono essere molto invalidanti e diventare tenaci», avverte l’urologo. «Un recente studio evidenzia il numero di giorni di lavoro e di scuola perduti a causa di questa infiammazione urinaria: sono in media due giorni e mezzo per persona». Per cistiti ricorrenti o recidivanti si intendono i casi con tre o più eventi in 12 mesi, o da due o più in sei mesi.


Come compare la cistite: sintomi e cura

Tutto inizia con la voglia di fare pipì più spesso, un po’ di mal di pancia, un leggero bruciore locale. Poi, se non ti rivolgi al medico, il bruciore diventa dolore (che rende impossibili anche i rapporti), fino alla comparsa della febbre più o meno elevata.

«Se le urine diventano torbide può essere ematuria, cioè può esserci del sangue. La presenza di quest’ultimo è il segno che la cistite sta diventando più complicata», spiega l’urologo. «È infatti tipico delle recidive e, in questi casi, si parla di cistite emorragica». Ai primi sintomi lo specialista può prescrivere un disinfettante urinario, come la fosfomicina. Possono essere aggiunti degli antidolorifici o degli antispastici per alleviare i dolori. La terapia antibiotica va riservata ai casi più tenaci e complessi, per evitare il rischio di resistenza batterica.


Come funziona il vaccino contro le cistiti ricorrenti

Il vaccino contro le cistiti ricorrenti è composto da un liofilizzato batterico con 18 diversi ceppi di Escherichia coli, il germe responsabile del 75% dei casi di cistite. «Si tratta di un batterio che vive nell’intestino, dove è responsabile di alcuni processi della digestione, ma non serve a nulla nell’apparato urinario, anzi: da “buono” diventa patogeno», spiega Macchione. «Il batterio presenta degli “uncini” con cui si attacca alla vescica e si aggancia ad altri germi della sua famiglia, formando piccole colonie che poi causano l’infiammazione. Arriva in due modi: attraverso l’uretra oppure attraverso la parete intestinale fino alla vescica».

Si è visto in laboratorio che il vaccino riesce ad attivare il sistema immunitario stimolando sia i macrofagi sia le cellule natural killer. Aumentano, poi, tutti i mediatori dell’infiammazione (interleuchina 6, 2, interferone alfa e Tns, indici di attivazione del sistema immunitario) e compaiono nel sangue le IgG, anticorpi coivolti nella risposta immunitaria dell'organismo.


Come si assume il vaccino vontro le cistiti ricorrenti

«A 6 mesi dalla vaccinazione l’80% di pazienti non ha più cistiti, mentre prima ne aveva 3-4 al mese», assicura l’urologo. Il farmaco ha l’approvazione per la commercializzazione in Svizzera e in Germania, ma con la prescrizione dello specialista può essere acquistato tramite le farmacie online ufficiali e certificate (il medico può indicarne una di fiducia). La posologia è di una compressa una volta al giorno per tre mesi. In generale, l’urologo opta per le compresse da 6 mg, che hanno un costo di circa 140 € per 90 unità, equivalenti a un ciclo di tre mesi (il medico decide caso per caso quanti cicli fare, ma di solito si va da uno a tre).


Vaccino ed eventuali effetti collaterali

«Om 89, insieme ad altri vaccini, ha poi un profilo di sicurezza molto alto», sottolinea il dottor Macchione. «Questi farmaci sono stati oggetto di ben 1.680 studi scientifici: gli effetti collaterali rappresentano il 5% dei casi, e vanno da leggeri disturbi gastrointestinali a mal di testa. Sono sempre molto lievi e transitori, al punto da non richiedere la sospensione del vaccino. La protezione dura da un minimo di 6 mesi fino a 18 (è il caso dell’Om 89).


Allo studio il vaccino intramuscolo

Uno studio che sarà pubblicato a breve sul Journal of European Urology, analizza i migliori vaccini anticistite testati su 1.700 pazienti, e ci dice che il livello di protezione tocca il 90%, con donne senza infezioni a 6 mesi dall’inizio della terapia, per poi scendere, a 12 mesi al 60%, fino ad abbassarsi ulteriormente verso i 18 mesi».

Il più promettente, dopo l’Om 89, è Lexpec4v: prevede un’unica iniezione intramuscolo all’anno e contiene la tossina inerte dello Pseudomonas, anch’esso convolto in alcune cistiti ricorrenti, più la porzione polisaccaridica dell’Escherichia coli, che conferisce l’immunità. «Comodo per via dell’unica iniezione, Lexpec4v ha però solo uno studio di fase due (quella dei primi test sui pazienti): i risultati sono molto interessanti, ma richiedono ulteriori conferme», sottolinea l’urologo. «Probabilmente sarà una mia prima opzione di scelta quando avrà adeguato supporto scientifico».


Il vaccino permette di ridurre l'uso degi antibiotici

I vaccini si rivelano dunque un bel sollievo per una paziente con recidive, e un vantaggio rispetto alla profilassi tradizionale. Per ridurre le ricadute, infatti, di solito si usa l’antibiotico. Evitandolo, si risolvono tre problemi: le pazienti non prendono volentieri gli antibiotici perché li considerano “tossici”. Poi, si evita un effetto collaterale importante: l’antibiotico uccide l’Escherichia coli ma anche i batteri buoni della flora intestinale, alterando il microbiota. Infine, c’è un impatto positivo sull’antibiotico-resistenza, che in Italia sta toccando picchi altissimi, collocandoci fra i primi Paesi con questo problema».


Qual è il momento giusto per ricorrere al vaccino

La cistite ricorrente nei mesi estivi raggiunge il suo picco: ecco perché il periodo giusto per fare una visita urologica e valutare, insieme allo specialista, l’opzione vaccino, potrebbe essere questo.

«Succede perché le donne bevono meno di quello che sarebbe necessario in generale e, il problema, si accentua col caldo», spiega Macchione. «In media le donne bevono meno degli uomini, soprattutto se sono in età di menopausa, perché il senso della sete tende a ridursi per effetto della rivoluzione ormonale.

Non solo: pensiamo sempre alla sudorazione normale, quella che è evidente, ma esiste anche la perspiratio insensibilis, quella perdita non percebile di particelle d’acqua che avviene con la respirazione e che, con il tasso di umidità elevato, fa consumare un litro (800 cc in 24/h in media) di “sudore” solo così».

Perché bere è così importante? Le vie urinarie sono come le tubature: se l’acqua rimane ferma il rischio di infettarsi aumenta; se scorre in abbondanza lava via anche i germi. Ecco anche perché, dopo i rapporti sessuali, bisogna fare la pipì e, già che ci siamo, bere di nuovo». Dopo la vaccinazione, dunque, la prima prevenzione della cistite ricorrente consiste nel bere tanto, arrivando nei mesi estivi anche a più di 2 litri al giorno.


Gli integratori per prevenire: il D-mannosio

In alternativa al vaccino è possibile seguire una profilassi antibiotica, cioè l’uso anticipato di questo farmaco prima che arrivino i temuti attacchi. «Però, nei casi in cui si può evitare o rimandare, prescrivo un integratore alimentare a base di D-mannosio, uno zucchero semplice derivato dalle zucchine e dai fagiolini che ha la capacità di ridurre l’adesività dei germi patogeni alle pareti della vescica», spiega l’esperto. «In uno studio comparato all’antibatterico classico, il D-mannosioha dimostrato lo stesso potere di abbassare il tasso di recidiva, in alcuni casi migliore. La terapia va personalizzata, ma in genere si fanno dei cicli da 15 giorni al mese per tre mesi.


Gli integratori per prevenire: l'estratto di ibisco

Oltre al D-mannosio, l’estratto di ibisco sembra in grado di agire direttamente sulle cellule dei batteri che provocano la cistite, perché rompe l’involucro della corazza del germe causandone la morte. Quindi ha un’azione in più rispetto alla classica inibizione dell’aggancio alle pareti della vescica da parte dei germi».

«Le ricerche in questo campo sono preliminari (infatti l’ibisco non è ancora stato inserito nelle Linee guida europee) e di laboratorio, ma promettenti. L’ibisco serve a ridurre l’impatto delle recidive ma io lo prescrivo anche per prevenirle. Invece, nei casi in cui l’intestino risulti permeabile, per contenere questo punto debole prescrivo un fitoterapico che che riduce la stipsi. Molte cistiti avvengono infatti a causa della stitichezza: nella donna la vicinanza dei due organi, può favorire un passaggio di batteri». Infine, è importante acidificare le urine. Attraverso il consumo di alimenti contenenti un abbondante residuo acido derivante dal cloro, dal fosforo e dallo zolfo. Utili quindi le verdure, ma soprattutto le leguminose, frutta secca e cereali. Si abbassa il ph nell’apparato urinario, rendendolo ostile ai batteri cattivi.


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Articolo pubblicato sul n. 20 di Starbene, in edicola e nella app dal 14 luglio 2020



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