Disturbi gastrointestinali nel paziente con tumore

Il 96% dei pazienti colpiti da tumore sperimenta, a seguito della chemioterapia, disturbi gastrointestinali



Quasi la totalità dei pazienti oncologici, ad un certo punto della loro malattia si trova a confrontarsi con la comparsa di disturbi gastrointestinali, ma solo uno su quattro si rivolge all’oncologo per cercare cura e soluzioni per il suo disagio.

I chemioterapici impiegati nella lotta al cancro infatti, noverano fra gli effetti collaterali più comuni nausea, vomito, diarrea e inappetenza, tutti sintomi che possono influenzare molto negativamente la qualità di vita del paziente.


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Durante il convegno “Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie”, organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro, è stato presentato il risultato di un sondaggio condotto su più di quattrocento pazienti colpiti da tumore.

Anche se la maggior parte, durante la malattia, ha sperimentato disturbi gastrointestinali, pochi ne hanno parlato con l’oncologo, quasi la metà ha tentato di risolvere la sintomatologia da solo e uno su quattro ha chiesto aiuto a familiari o conoscenti.

I disturbi gastrointestinali non sono solo fastidiosi e debilitanti, ma molti studiosi sono concordi nel ritenere che l’intensa sintomatologia che ne deriva è in grado di peggiorare l’aderenza alle cure chemioterapiche in atto.

Il numero degli italiani che sopravvivono dopo una diagnosi di tumore aumenta del 3% ogni anno, questo significa che non solo si guarisce e si sopravvive, ma che servono sforzi ulteriori per migliorare la qualità di vita dei pazienti oncologici.

I moderni protocolli terapeutici mirano a garantire una buona qualità della vita sia durante che dopo le terapie e a limitare il più possibile gli effetti collaterali.

I probiotici, in particolare, costituiscono un valido supporto in questo senso perché possono ridurre l’entità e la frequenza dei disturbi gastrointestinali determinati dai trattamenti chemioterapici. L’uso dei batteri amici dell’intestino in campo oncologico, però, è ancora molto scarso.

Secondo i dati a disposizione, i probiotici vengono consigliati solo al 29% dei pazienti, il 70% dei quali ignora che la loro assunzione può alleviare la diarrea e il corteo sintomatologico gastrointestinale.

Certo i probiotici da soli non fanno miracoli, è indispensabile che il paziente segua il più possibile una dieta equilibrata, beva almeno due litri di acqua al giorno, rinunci ad alcol e fumo e si sottoponga periodicamente a cure e controlli.

«Il 52% dei pazienti ha ricevuto informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure – aggiunge il professor Cognetti, Presidente di Insieme contro il Cancro – Molti dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno assumendo».

«L’alimentazione può essere importante per contrastare i problemi gastrointestinali come vomito e nausea, anche se le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o controindicazioni cardiovascolari – prosegue l'esperto – per questo dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore».

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