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Tumore al polmone: la diagnosi con un test sulla saliva

Non è fantascienza: presto potremo avere un kit (costerà circa 20 euro) che in pochi minuti permetterà di rilevare con una certa precisione la presenza del tumore

credits: iStock



di Cinzia Testa


Un test sulla saliva per la diagnosi del tumore del polmone. Lo ha appena presentato al congresso dell’Associazione americana per l’avanzamento delle scienze il professor David Wong dell’Università della California di Los Angeles ed è stato un successo. Perché il test porta con sé solo un corredo di benefici e nessun aspetto negativo. Insomma, un punto in più a favore della cosiddetta medicina di precisione individualizzata, cioè del modo più innovativo di diagnosticare e di curare i tumori.


NELLA SALIVA LE TRACCE DEL TUMORE

Ma che cos’ha di particolare questo test, che viene chiamato anche “biopsia liquida”? «Le ricerche hanno dimostrato che il tumore libera nel sangue e in altri liquidi di escrezione, come per l’appunto la saliva, dei frammenti del suo DNA», spiega Gaetano Rocco, direttore del Dipartimento toraco-polmonare, Istituto nazionale dei tumori di Napoli. «Si tratta, in parole semplici, di tracce della sua presenza, quasi una firma, che permettono appunto una diagnosi precoce della malattia».

In pratica, il campione di saliva viene inserito in un dispositivo che ne “legge” i componenti ed è in grado di rilevare la presenza alterazioni genomiche specifiche nei frammenti di DNA, con grande accuratezza. E in tempi brevissimi: in dieci minuti si può ottenere il risultato. «Certo, questo solo non sarà sufficiente per formulare la diagnosi», aggiunge il professor Rocco. «In caso di sospetto, infatti, saranno comunque necessari ulteriori esami. Ma il risultato del test sarà sicuramente utile, per esempio nei pazienti anziani o per chi non può sottoporsi a una biopsia chirurgica».


DOPO LA SPERIMENTAZIONE IN CINA L’OK DELLA FDA

Nei prossimi mesi il test sarà oggetto di una sperimentazione in Cina su pazienti con tumore del polmone. Questa sarà quasi sicuramente la “prova del nove” che potrebbe far sì che la Food and drug administration, l’ente americano che si occupa della regolamentazione degli alimenti e dei farmaci, dia l’approvazione all’uso del test. Gioca a suo favore anche il costo: il kit dovrebbe costare circa 20 euro.


GLI ALTRI VANTAGGI DEL TEST

«Questo test potrebbe offrire altri due vantaggi », chiarisce il professor Rocco. «Innanzitutto potrebbe essere un valido strumento per monitorare l'efficacia della cura, cogliere tempestivamente un’eventuale successiva mutazione e modificare la terapia “in corsa”.

L’altro aspetto riguarda la possibilità di usarlo non solo per il carcinoma polmonare, ma anche per la diagnosi di altre forme neoplastiche come il tumore del pancreas. Alcune ricerche, infatti, stanno dimostrando che malattie oncologiche, apparentemente senza correlazione una con l'altra, sono invece in grado di esprimere firme genomiche specifiche corrispondenti ad alterazioni genetiche presenti nei frammenti di DNA della stessa natura».

24 febbraio 2016


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