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Intervista a Valentina Giacinti: “Da piccola palleggiavo con le bambole, oggi vado ai Mondiali”

Letale in zona gol, fuori dal campo è dolce, quasi timida. Bomber della Nazionale femminile, si racconta alla vigilia di Francia 2019

Foto: Getty Images



Un anno fa, di questi tempi, l’Italia si preparava a un’estate senza Mondiali di calcio perché la Nazionale maschile aveva fallito la qualificazione. Oggi, 12 mesi dopo, siamo pronti a cantare l’inno e a tifare per le nostre ragazze, protagoniste della versione femminile del trofeo, in Francia, dal 7 giugno al 7 luglio.

Proprio quelle atlete, spesso paragonate a Cenerentola sono riuscite dove i colleghi maschi hanno “toppato”. Intanto, nel ritiro azzurro, la gioia è alle stelle. Lo si vede negli occhi di Valentina Giacinti, capocannoniere della Serie A con la maglia del Milan, che con i suoi gol ha portato l’Italia fin qui.

Bergamasca, 25 anni, ti colpisce subito: dolce, quasi timida fuori dal campo, quando ha il pallone fra i piedi si trasforma in un mix di forza, classe, e velocità.


Cosa ti aspetti dal Mondiale?

«Qualsiasi risultato sarà una vittoria perché la Nazionale non partecipa a questa competizione dal 1999. Siamo onorate di essere qui e l’ansia è tanta. Ma siamo anche consapevoli della nostra forza, abbiamo un gruppo unito e deciso. Giochiamo subito contro due avversari top, come Australia e Brasile, però non ci spaventa nessuno. Perché fra noi si è creato un collante quasi magico: tutte vogliamo vincere con questa maglia».


Per il calcio femminile sarà davvero l’occasione per cancellare i pregiudizi?

«Certo, ci guarderanno in diretta in tutto il mondo e in Italia c’è già moltissima curiosità. Negli ultimi tempi le cose stanno cambiando: abbiamo maggiore visibilità e gli impianti sportivi sono aumentati, anche se la strada da percorrere è ancora lunga. Io, per esempio, gioco nel Milan, una fra le poche squadre che permette di vivere di calcio, ma non è così ovunque. Il Mondiale è la ribalta perfetta per far crescere il calcio femminile e cancellare i tabù. Le critiche mi fanno rabbia perché spesso arrivano spesso da quelli che non hanno mai visto una nostra partita e pensano che siamo più deboli e meno tattiche degli uomini. Ma poi, quando ci seguono, si innamorano e capiscono che le differenze di genere non esistono. Nel 2019 dobbiamo ancora credere che esistano lavori da femmine e da maschio?».


Hai vissuto questo pregiudizio sulla tua pelle?

«A volte sì, sono stata criticata perché ero un maschiaccio. Ho iniziato da piccola a giocare a pallone e quando mi regalavano le Barbie, staccavo loro la testa e la usavo per palleggiare! Così papà e mamma mi hanno iscritto alla scuola calcio a 6 anni e non ho più smesso, spronata da loro che hanno capito la mia passione. Non è sempre stato facile, soprattutto quando macinavo più di 50 km al giorno per andare al campo di allenamento e dovevo anche studiare (ha il diploma di grafica, ndr), ma giocare per me significa essere felice».


Che cosa ti ha dato questo sport?

«Tanto. Ho imparato a essere responsabile, rispettare allenatori, arbitri e avversari, andare d’accordo con tutti. Ho girato l’Italia e per un anno ho giocato negli Usa, a Seattle, dove il calcio femminile è all’avanguardia. E ho capito che sensibilità e femminilità non sono legati ad abiti e tacchi alti ma a un modo di essere, al tuo animo».


Ci racconti la tua giornata tipo da atleta?

«In questa fase vicina al Mondiale faccio due allenamenti al giorno, uno al mattino e l’altro al pomeriggio. Da attaccante, cerco di concentrarmi sui movimenti che mi portano al gol per affinarli sempre di più. Inoltre, non manca la sessione in palestra, dove si prevengono anche gli infortuni con esercizi particolari. Prima della partita, invece, si studiano gli avversari con video e lezioni tattiche, mentre dopo la gara si analizzano errori e aspetti positivi. La sera però cerco di rilassarmi e staccare, magari ascoltando Vasco Rossi».


E a tavola cosa mangi?

«Durante la settimana alterno carboidrati e proteine, a seconda del tipo di allenamento. Il menu pre-match, invece, prevede pasta al pomodoro, prosciutto e parmigiano. Certo, talvolta mi concedo degli sgarri e vado matta per pizza e patatine fritte, però il giorno dopo scelgo un piatto light. Non ho l’ossessione del corpo perfetto, ma per un’atleta il cibo è come benzina: bisogna scegliere quello sano per andare al massimo».


Vai al massimo anche fuori dal campo?

«Sono una ragazza come tante. Mi piace andare al cinema, fare shopping con le amiche, suonare la chitarra. E “da grande” mi vedo mamma, con dei bimbi da coccolare. Ma per ora non penso troppo all’amore. La mia vita, oggi, è il calcio».




Pronti con il telecomando

L’appuntamento con l’ottava edizione del Campionato mondiale di calcio femminile è dal 7 giugno al 7 luglio, in Francia. Le nostre ragazze, allenate dal C.T. Milena Bertolini, sono nel gruppo C con Australia, Brasile e Giamaica.

Il debutto è previsto con la nazionale australiana il 9 giugno, alle ore 13 allo stadio di Valenciennes. La Rai trasmette in diretta le 15 migliori partite del torneo (Italia compresa), in chiaro su Raidue e Rai Sport; Sky ha acquistato i diritti di tutte le 52 gare, che sono visibili agli abbonati sui canali di Sky Sport.

Sul sito figc.it/it/femminile, trovi le notizie quotidiane dal ritiro dell’Italia, video e interviste; e se sei ami i sociali, puoi seguire Valentina Giacinti e le sue compagne su instagram.com/azzurri



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Articolo pubblicato nel n° 25 di Starbene in edicola dal 4 giugno 2019

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