Storia vera. «Lo sport fa bene anche all’integrazione»

Ce lo insegna Ayoub Idam, promessa dell’atletica leggera di origini marocchine. Ha conquistato tre ori nei campionati italiani in tre diverse specialità. E la stima di un’intera città



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Sveglia all’alba, nove sedute settimanali su strade sterrate, sabbia e pista: è il programma di allenamento con cui Ayoub Idam, mezzofondista diciannovenne, si prepara al suo prossimo obiettivo: i 3000 metri ai Campionati italiani di atletica leggera indoor, in programma il 9 febbraio, ad Ancona.

Ma il giovane Ayoub ha iniziato la sua corsa da ben più lontano: è partito dieci anni fa, con sua madre Atika, da Khouribga, città ai margini del deserto marocchino, ed è approdato a Crotone. Nove anni e tanta curiosità, lui; un matrimonio fallito alle spalle e la brama di assicurare un futuro al suo piccolo, lei: così ha inizio la nuova vita di Ayoub e Atika, raggiunti successivamente nella cittadina calabrese dalla sorella.


L’incontro che gli ha cambiato la vita

«All’inizio, mi aspettavo di trovare gente sempre sorridente, ma l’impatto con la lingua e con i compagni di scuola, in quinta elementare, è stato difficile: non capivo nulla e venivo preso in giro», racconta Ayoub.

E ricorda quando, durante l’ora di educazione fisica, veniva escluso dai giochi. Ma, ben presto, il ragazzino dal fisico longilineo e lo slancio di una lepre è riuscito a entrare nel cuore di compagni e professori, anche grazie allo sport: mamma Atika, tre volte a settimana, lo accompagnava a una scuola di calcetto, sperando di vederlo diventare un giocatore di successo.

Senza immaginare che Ayoub, con le sue gambe lunghe e scattanti, avrebbe intrapreso un’altra strada. Cruciale l’incontro con Scipione Pacenza, tecnico Fidal, che a Crotone allena gli aspiranti campioni dell’atletica. Un incontro decisamente inusuale.

«Avevo tredici anni. Non sapevo chi fosse. Per me era solo quell’uomo che, quando uscivo da calcetto, mi osservava da un’auto, mentre io per la paura, scappavo via correndo sempre più veloce», racconta Ayoub. «Finché un giorno, dopo circa una settimana decisi di affrontarlo. Si presentò e si dichiarò stupito dalle mie innate doti atletiche. In quel momento capii che la mia vita stava per cambiare».

«Per deformazione professionale, quando passano gruppi di studenti, mi soffermo a osservarli», spiega Pacenza. «Di Ayoub mi ha subito impressionato la falcata, una fluidità imparagonabile, da vero fuoriclasse», dice il coach, rivelando anche che con il giovane atleta si è creato un legame paterno. Tanto che ogni giorno è lui a buttare il ragazzo giù dal letto all’alba e a motivarlo, nella vita e sulla pista.


227564Un ricco palmarès

E di soddisfazioni Ayoub a Pacenza ne ha date tante: a distanza di 31 anni, ha battuto il record regionale calabrese che apparteneva al grande Francesco Panetta, oro europeo e mondiale nei 3000 siepi. Nel suo palmarès spiccano sei podi, tra cui un oro ai Campionati italiani 3000 metri, nella categoria allievi, un altro ai Campionati italiani di corsa campestre ma, soprattutto, il titolo di Campione d’Italia Juniores dei 10 km di corsa su strada, conquistato a settembre scorso.

«Al primo titolo italiano, mancavano 20 metri quando Scipione ha scavalcato il recinto, nonostante i giudici lo seguissero: siamo stati ammoniti tre volte ma lui aveva le lacrime agli occhi per la mia prima vittoria importante», aggiunge Ayoub.

Che ha trovato nei successi la chiave per la rivalsa anche dall’ostilità manifestata inizialmente nei suoi confronti dai compagni, in quanto “marocchino e sprovveduto che non sarebbe riuscito mai a salire su un podio”.


Crotonese al 100%

Dopo quattro anni con la società Cosenza K42, a gennaio, per gratitudine alla terra che lo ha accolto e fatto crescere, ha deciso di passare con la società crotonese Sakro. Qui, il diciannovenne, divenuto il beniamino di tutti, ha fatto il salto dalla categoria juniores alle promesse, si allena senza badare a vento, pioggia, e festività: l’atletica richiede una forte capacità di resistenza e tante rinunce. Ma, seppur si divida tra scuola (frequenta il quarto anno dell’istituto professionale con indirizzo socio-sanitario) e allenamenti, senza tempo per uscire con gli amici, non si lamenta.

«Mentre corro mi sento vivo, libero e sempre più vicino al mio sogno: migliorare i tempi di gara, arruolarmi in una forza armata, ma soprattutto far parte della Nazionale italiana».

Perché, anche se ancora non ha la cittadinanza, Ayoub si sente italiano, crotonese al 100%, a tal punto da aver rifiutato un contratto dalla nazionale marocchina e da una squadra pugliese. Vuole restare tra la “sua” gente, portare in alto i colori della “sua” città, senza pregiudizi. E magari, un giorno, partecipare alle Olimpiadi, come atleta italiano.



Giovani campioni crescono

L’atletica leggera è il settimo sport praticato in Italia. Comprende diverse discipline raggruppate in corsa, salti e lanci, con il maggior numero di tesserati in Lombardia, Veneto e Lazio.

I giovani atleti, dai dati Fidal 2018, risultano essere 53.153 maschi e 47.211 femmine, con età tra i 6 e i 22 anni.

Il 2019 degli azzurrini è stato ricco di record e medaglie, tra cui, agli Europei Under 20 di cross, a Lisbona, l’oro di Nadia Battocletti, mentre, agli Europei Under 20 di Boras, Lorenzo Paissan ha sprintato sul tetto dei 100 metri e Larissa Iapichino, nel salto in lungo, è salita sul gradino più alto del podio, 32 anni dopo il trionfo della madre Fiona May.



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Articolo pubblicato sul n. 8 di Starbene in edicola dal 4 febbraio 2020


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