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In arrivo gli antidepressivi multimodali

Non combattono solo la depressione, ma migliorano anche tutti i disturbi della memoria e della concentrazione

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Al Forum Internazionale delle Neuroscienze, svoltosi a Roma lo scorso 3 dicembre, è stata annunciata una grande novità: il 2016 porterà una svolta nella terapia della depressione. Dopo l’approvazione della FDA statunitense e dell’EMEA (l’Agenzia europea per i farmaci), sta per arrivare anche in Italia il primo antidepressivo multimodale, capostipite di una nuova classe di psicofarmaci dalle grandi promesse. Gli studi clinici compiuti in diversi centri di ricerca, dimostrano che ha un’azione a largo raggio, più efficace e “completa” dei comuni serotoninergici normalmente prescritti a chi è affetto da depressione.


NON SOLO SEROTONINA: IL RUOLO DEGLI ALTRI MESSAGGERI DEL BENESSERE

«Sono passati più di 25 anni dall’avvento in Italia della fluoxetina (meglio nota come Prozac), il primo antidepressivo che, inibendo la ricaptazione della serotonina, riequilibrava la “chimica della mente” al fine di migliorare il tono dell’umore. Da allora sono stati formulati numerosi antidepressivi, chiamati SSRI (Selective Serotonin Reuptake Inhibitors), perché agiscono tutti sulla serotonina, il neurotrasmettitore del benessere e della serenità mentale», spiega il professor Claudio Mencacci, psichiatra, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano.

«La grande novità introdotta dalla vortioxetina (questo il nome della molecola che inaugura gli antidepressivi multimodali) è che agisce non soltanto sulla serotonina, ma anche su altri neurotrasmettitori, quali la noradrenalina, la dopamina, l’acetilcolina e l’istamina». Perché è importante “far risuonare” anche questi tasti? Perché l’equilibrio neurorecettoriale è un sistema complesso, che coinvolge più molecole. In particolare, si è visto che questo pool di neurotrasmettitori è importante non soltanto per uscire dal tunnel della depressione, ma per migliorare anche i disturbi cognitivi che l’accompagnano.


IL NUOVO FARMACO TI AIUTERA’ AL LAVORO

«Chi è depresso ha l’umore a terra, certo, ma soffre anche di deficit dell’attenzione e della concentrazione (distrazioni, dimenticanze), disturbi della memoria e incapacità di affrontare i problemi in maniera lucida e reazionale», prosegue il professor Mencacci. «Qualsiasi ostacolo che insorge, anche al lavoro, viene vissuto come un sovraccarico mentale, un motivo d’ansia, che butta ancora più giù e non viene affrontato in modo corretto. Non a caso, i depressi vanno incontro a gravi difficoltà lavorative, perché le forme depressive minano alla base la cosiddetta working memory. Ebbene, la vortioxetina ha dimostrato di migliorare non solo la depressione in senso stretto, ma i problemi cognitivi ad essa associati, senza tra l’altro avere gli effetti collaterali dei comuni serotoninergici, come l’aumento di peso, la stipsi e il calo della libido. L’unico effetto avverso, che scompare spontaneamente dalla terza settimana di terapia, è un senso di nausea». L’importante è maturare la consapevolezza che il primo antidepressivo multimodale, che arriverà in Italia nel primo trimestre del 2016, va assunto per lunghi periodi: una compressa al giorno per un anno in caso di esordio della malattia, per due anni in caso di una nuova crisi depressiva.


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