L’Alzheimer e il legame con i disturbi del sonno

Alcune ricerche dimostrano che i problemi del ritmo sonno-veglia sono fattore di rischio per le demenze. Ecco gli studi in atto e come sostenerli con la raccolta fondi di Airalzh Onlus



78982

C'è un legame tra i disturbi del sonno e del ritmo sonno-veglia e lo sviluppo dell'Alzheimer e delle demenze in genere. È stato infatti dimostrato da pochi anni che questi disturbi rappresentano un fattore di rischio importante.


Il rapporto tra apnee ostruttive e Alzheimer

Uno dei medici neurologi della rete Airalzh (Associazione Italiana Ricerca Alzheimer Onlus), la dottoressa Biancamaria Guarnieri, responsabile della commissione nazionale "Sonno e malattie neurodegenerative" e membro del direttivo nazionale di Aims (Associazione Italiana Medicina Sonno), insieme ad altri colleghi, ha rivelato che le apnee ostruttive possono contribuire al declino cognitivo che porta alle demenze e alla patologia di Alzheimer, agendo anche su diversi biomarcatori fin dalle fasi precliniche della malattia. Lo studio è in fase di pubblicazione sulla rivista medica Sleep Medicine Reviews

I disturbi del sonno sono in grado di modificare l’accumulo di Beta Amiloide e di proteina Tau all’interno del sistema nervoso centrale, meccanismo fondamentale della neuropatologia nella malattia di Alzheimer.


Il nuovo studio su demenze e differenze tra uomo e donna

Nonostante queste conoscenze, sono invece poche le informazioni sulle differenze di genere nei disturbi del sonno e in relazione alla demenza. È stato stimato che l’accesso degli uomini ai Centri di Medicina del Sonno è maggiore rispetto a quello delle donne. Di conseguenza, si riscontra un numero inferiore e/o un ritardo di diagnosi nelle donne anche per quanto riguarda le apnee notturne che si presentano diversamente tra i due sessi. Questa constatazione è importante perché il sesso femminile presenta una maggiore esposizione a questo fattore di rischio per la malattia di Alzheimer, demenza che coinvolge di più (circa i due terzi dei pazienti sono donne) e si mostra in più rapida evoluzione nel sesso femminile.

Su queste premesse si inserisce il progetto di una giovane ricercatrice Airalzh, Ilde Pieroni, che, presso la Casa di Cura Villa Serena di Città Sant'Angelo (Pescara) nel Centro Sonno riconosciuto dall'Aims diretto dalla dottoressa Guarnieri, sta studiando i vari disturbi del sonno in relazione alle diverse forme di demenza e indagando le differenze tra uomo e donna. Questo studio potrà contribuire a favorire una personalizzazione maggiore delle terapie delle persone con demenza e a migliorare la qualità della loro vita, influendo anche sul rallentamento della progressione dei disturbi cognitivi. 


La raccolta fondi per la ricerca medico-scientifica 

239173In Italia, oltre 1.4 milioni di persone sono affette da demenza, oltre 600 mila delle quali colpite da Alzheimer. Airalzh Onlus è l’unica associazione che promuove a livello nazionale la ricerca medico-scientifica sulla malattia dell'Alzheimer e altre forme di demenza. 

In occasione della Giornata Mondiale dell'Alzheimer, che ricorre il 21 settembre 2020, dopo aver organizzato l'Alzheimer Fest a Cesenatico dall'11 al 13 settembre, ora Airalzh Onlus promuove l'iniziativa "Non ti scordar di te": dal 17 al 30 settembre nei supermercati e ipermercati Coop di tutt’Italia sono messe in vendita piantine di Erica Calluna, per raccogliere donazioni a favore della ricerca. 


Anche il ricavato del libro Il silenzio non è mai silenzio. Oltre l’Alzheimer (Edizioni Centro Studi Erickson) di Carla Ciamarra sarà devoluto dall’autrice all'associazione Airalzh Onlus. Ciamarra ricostruisce il puzzle della vita della madre, ripercorrendone tutte le varie fasi dall’infanzia fino al doloroso percorso nel labirinto della malattia che l’ha rapita quando
aveva solo sessant’anni.

Fino al 30 settembre è ancora possibile destinare il 5×1000 alla ricerca per l'Alzheimer.Per informazioni: www.airalzh.it/5xmille.


articolo pubblicato il 16 settembre 2020


Leggi anche

Alzheimer: i corsi per aiutare chi si perde

Il centro per l'Alzheimer che l'Europa ci invidia

Alzheimer: 3 nuove scoperte