Covid: mestruazioni abbondanti dopo i vaccini, nuove varianti, conferme dell’origine in laboratorio

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di Laura Della PasquaLaura Della Pasqua


1. Con Pfizer e Moderna mestruazioni più abbondanti


2. Da Pechino e Regno Unito nuove varianti


3. Ancora conferme dell’origine in laboratorio


ciclo mestruale

1. Con Pfizer e Moderna mestruazioni più abbondanti

Ciò che i ginecologici avevano osservato da mesi ora è stato messo nero su bianco dal Comitato di farmacovigilanza (Prac) che ha aggiornato la casistica degli effetti collaterali della vaccinazione. I prodotti Moderna e Pfizer provocano un aumento del flusso mestruale ma questo non influenza in alcun modo la fertilità delle donne.

Come comunicato dall’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, gli esperti del Comitato hanno raccolto numerose segnalazioni e studi clinici, di forti emorragie mestruali dopo la prima e la seconda dose e dopo il richiamo con i due vaccini. L’Ente regolatorio del farmaco, ha anche precisato che “non ci sono prove di un’influenza dei disturbi mestruali sperimentati da alcune persone sulla riproduzione e sulla fertilità”.

Questa conseguenza però non è presente nel foglietto illustrativo dei due vaccini e l’Ema ha raccomandato alle due multinazionali farmaceutiche di colmare questa lacuna, inserendo l’emorragia mestruale tra gli effetti collaterali. Il Comitato monitora da tempo il fenomeno ma in un precedente intervento aveva escluso un legame tra i vaccini e i forti sanguinamenti mensili. Ora, raccogliendo più segnalazioni, ha ribaltato la posizione dicendo che può esistere una possibilità. Viene comunque ribadito che non ci sono rischi di complicazioni durante la gravidanza per le future mamme e i loro neonati ma i vaccini rappresentano una copertura dal pericolo di ricovero e di decesso.

ciclo mestruale

2. Da Pechino e Regno Unito nuove varianti

Contagi in aumento a Pechino con lockdown scattati in alcuni complessi residenziali, picchi di infezione in Germania mentre nel Regno Unito sono stati registrati centinaia di casi attribuiti a due nuove varianti. Cosa sta succedendo?

A quanto pare il Covid continua a correre diversificandosi per aumentare la capacità di diffusione. Nella capitale cinese, si è registrato un aumento di casi che ha preoccupato le autorità costringendo a rafforzare i controlli per chi entra nei luoghi affollati, come supermercati e palestre. La politica “zero contagi” del governo cinese, continua nonostante le polemiche. A Shanghai verrà costruito un centro per la quarantena da 3.250 posti sull’isola di Fuxing, vicino al centro città. Shanghai starebbe reclutando centinaia di lavoratori con contratti di durata biennale da impiegare nelle postazioni per i tamponi e in generale nella logistica Covid.

Nel Regno Unito i test di laboratorio su tamponi hanno rilevato finora 735 casi di due nuove varianti. Nessuna è stata ancora considerata una variante preoccupante”, ma l’Agenzia per la sicurezza sanitaria ha espresso preoccupazioni sul fatto che i ceppi possano “alimentare future ondate” di infezione. Ha esortato le persone a continuare con le vaccinazioni.

In Italia si parla della variante Cerberus che potrebbe dilagare in novembre con l’arrivo del freddo. Sarebbe già presente al 10-15%. Quello che si sa è che ha una maggiore capacità di sfuggire all’immunità conferita dalla vaccinazione e da precedenti contagi.

laboratorio, virus

3. Ancora conferme dell’origine in laboratorio

Continuano ad arrivare conferme che il Covid si sarebbe originato da un errore in un laboratorio. Questa volta è la Commissione d’inchiesta istituita dal Senato Usa, a dire che l’origine della pandemia potrebbe essere riscontrabile verosimilmente in un “incidente legato alla ricerca” e non da un animale, un pipistrello, come alcuni ricercatori sostengono.

La Commissione ha analizzato centinaia di studi, interviste e report resi disponibili al pubblico e intervistato “dozzine di esperti in materia” per indagare la possibile origine del virus che ha dato inizio alla pandemia scoppiata alla fine del 2019.

Tra gli interrogativi lasciati ancora aperti dall’ipotesi di origine in un animale, infatti, vi sono infatti quelli riguardanti la natura dell’ospite intermedio del virus, dove sia stato infettato per la prima volta l’uomo, dove si trovi il serbatoio virale e in che modo il virus sia riuscito ad acquisire le sue caratteristiche genetiche uniche. Quindi sono ancora necessari ulteriori studi per arrivare a una risposta definitiva.

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