Prendersi cura delle orecchie

Vi siete mai chiesti come mai di tutti gli organi che ci aiutano nella vita di tutti i giorni, l’orecchio è il più trascurato? Ecco, niente di più classico: se anche ci accorgiamo di avere qualche problema di udito, ci mettiamo un po’ prima di decidere di farci controllare, e sottostimiamo i cali dell’udito, facilmente in agguato con l’avanzare dell’età. I dati parlano chiaro: consideriamo questo organo di senso importante quanto la vista, ma il 56% di chi sente poco, circa 7milioni di italiani, ignora il problema. Senza tener conto che i problemi uditivi possono avere ricadute anche sulle performance mentali: è stato appurato infatti che c’è un filo diretto tra l’udito e la mente ed è stato appurato che un calo dell’udito legato all’età incrementa di oltre 3 volte la probabilità di soffrire di demenza.Un motivo in più per prenderci cura delle nostre orecchie e difenderle dalle numerose aggressioni che possono danneggiarle. Anche un banale raffreddore può portare a un’otite acuta, specie tra i bambini.  Nell’orecchio infiammato per il muco che ristagna in tutte le vie aeree, si accumulano liquidi che diventano terreno fertile per i batteri. Cosa è meglio fare  e cosa è sconsigliato quando abbiamo il timpano infiammato magari a causa di un raffreddore? Ci aiuta il professor Fabio Beatrice, specialista in otorinolaringoiatria e audiologia a Torino.I dolori alle orecchie potrebbero dipendere anche da altro: vi è mai capitato di sentir male tirando verso l’alto l’apice del padiglione auricolare? O schiacciando la piccola piega cutanea che c’è all’imbocco del condotto uditivo? Se vi è successo ricorderete il dolore.. beh, capita in caso di otite esterna, più nota come quella del nuotatore perché colpisce soprattutto chi frequenta piscine, specie in estate. Nello specifico, ci facciamo spiegare che cos’è dal dottor Alessandro Pagliassotto, otorinolaringoiatra a Torino.Per  evitare di rimane vittima dell’otite esterna, meglio ricorrere a una corretta igiene del condotto uditivo, che va asciugato e pulito con l’angolo di un fazzoletto di cotone. No, invece, a quelli di carta o ai cotton fioc: questi ultimi possono provocare piccole lesioni del condotto o, se mal manovrati, ledere addirittura la delicata membrana del timpano. Se poi, nonostante la prevenzione, l’otite esterna prende ugualmente il via, occorre ricorrere agli antinfiammatori.Tra i problemi più frequenti che riguardando le nostre orecchie ci sono i cali di pressione, che possono provocare dolore. Vi sarà capitato in aereo, durante un decollo, di ritrovarvi con le orecchie tappate. O ancora dopo un’immersione subacquea. Capita quando le tube non riescono a compensare gli sbalzi della pressione ambientale provocando così una sorta di stiracchiamento della membrana del timpano. Il segreto per evitare tutto ciò è compensare lo sbalzo pressorio masticando una gomma, sì, un chewingum, oppure attuando la cosiddetta “manovra di Valsalva”.Tra i principali nemici dell’udito ci sono i rumori, che possono danneggiare la membrana uditiva. Quali sono allora le situazioni più dannose per le nostre orecchie? Cuffie  e auricolari per ascoltare la tv o la musica possono essere dannose per il sistema uditivo? Lo chiediamo al professor Roberto Albera, docente di otorinolaringoiatria all’Università di Torino.  Ci sono dei segni evidenti che devono farci pensare che il nostro udito ha perso smalto e non dipende solo da un tappo di cerume.  Capita soprattutto dopo una certa età. Che fare allora professor Beatrice, ad esempio quando non si sentono bene la tv o la radio, il suono del telefono, i segnali di allarme?Il calo dell’udito di solito colpisce entrambe le orecchie e affligge il 30% degli adulti tra 65 e 75 anni e più del 60% di chi supera i 75 anni. Dopo una certa età, quindi, è sempre bene provvedere con una visita accurata. Anche se ogni tanto far finta di non aver sentito bene qualcosa, fare “orecchie da mercante” può rivelarsi utile. Ma oggi più che mai è bene ricordare la differenza tra sentire e ascoltare. Già, perché avere un buon udito, sentirci bene, non vuol sempre dire saper ascoltare.