Prendersi cura del cuore

“Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce”, dice un famoso aforisma del fisico Blaise Pascal. Insomma, lì nel nostro cuore si nascondono i nostri sentimenti che spesso la testa, la ragione, non riescono a capire, a indagare. Ma la medicina sì, quella deve indagare su cosa succede al nostro cuore. Perché può capitare che anche quei sentimenti, quelle sensazioni, specie quando non sono del tutto positive, incidano sulla salute dell’organo più importante del corpo umano. E per questo è pure quello sottoposto al lavoro più duro e faticoso. Pensate che quando è a riposo batte 72 volte al minuto. Credete che sia poco? Be, sono 4.200 volte in un’ora. Vuol dire 100mila battiti in una giornata, 36milioni in un anno. Insomma, un lavoraccio, eppure ci preoccupiamo poco di sostenere adeguatamente il nostro cuore, di tenerlo in forma e in salute.Anzi, troppo spesso lo trattiamo male. Ce lo conferma il professor Roberto Meazza, cardiologo e responsabile del Centro Ipertensione dell’Università di Milano: La vita sedentaria e il fumo sono un veri e propri killer del cuore e mixate al consumo di alcol raddoppiano il rischio di infarto. Basti pensare che ogni anno in Italia ci sono quasi 160mila infartuati e sono circa un milione e mezzo quelle che vivono con una malattia delle coronarie e 30mila quelle che subiscono un intervento cardiochirurgico. Solo la prevenzione e le giuste abitudini di vita possono ridurre del 50% le patologie cardiovascolari.E’ stato anche appurato che in alcuni casi lo stress manda “su di giri “ l’amigdala, l’area cerebrale che elabora le emozioni, che a sua volta stimola il midollo osseo a produrre un maggior numero di globuli bianchi che a quel punto bersagliano le arterie, infiammandole e favorendo danni vascolar. Non solo: quando si è perennemente tesi, l’adrenalina va alle stelle, le coronarie si stringono, sale la frequenza cardiaca e, se c’è aterosclerosi, il rischio infarto aumenta.Ma che cosa fa bene al nostro povero cuore? Ridere è un antistress ultra efficace e per di più agisce a 360 gradi sulla salute del cuore: attiva l’ipotalamo, quella parte del cervello coinvolta nel controllo della pressione arteriosa, e migliora la flessibilità dei vasi sanguigni. Il benessere del cuore passa anche dalla tavola e quindi da quel che mangiamo: i pilastri degli alimenti salvacuore sono frutta e verdura, che devono costituire un terzo dei cibi quotidiani, e l’olio extravergine d’oliva, ricco di grassi buoni e di antiossidanti. Ok anche a pesce, pasta riso e altri cereali integrali e pollame. Meglio invece concedersi una sola volta la settimana le carni rosse, 2 volte le uova, i latticini (tassativamente magri) e i salumi (in particolare prosciutto crudo sgrassato e bresaola) e considerare i dolci e i soft drink uno strappo alla regola. Uno studio ha infatti dimostrato che, se consumati in eccesso, gli zuccheri possono indurre un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Anche il vino rosso fa bene, ma solo se bevuto con moderazione, e quindi un bicchiere a pasto, mentre l’abuso aumenta la pressione arteriosa e provoca disturbi del ritmo cardiaco. Il caffè è ok, ma a patto di non superare le 2-3 tazzine al giorno. Il sale va invece drasticamente limitato anche da chi ha una pressione arteriosa nella norma: oltre a raddoppiare il rischio di soffrire di ipertensione, può alterare la struttura del muscolo cardiaco.L’attività fisica è il secondo ingrediente per mantenere in salute il cuore. Fare sport porta molti benefici, come conferma il dottor Roberto Sala, medico dello sport:   Ascoltare il proprio cuore è sempre molto importante: dobbiamo imparare a non sottovalutare alcuni segnali che possono deporre per una sofferenza del muscolo cardiaco, senza per altro pensare subito al peggio. Meglio rivolgersi al medico quando capita di avere la sensazione di perdere battiti, o di sentire uno sfarfallio in mezzo al petto, o di avere il fiato corto.E ricordiamo sempre che una sana risata fa bene sì all’umore, ma anche al nostro cuore. È come fosse una coccola che dovremmo imparare a concederci più spesso!