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Braccialetti fitness: funzionano davvero?

Secondo uno studio inglese questi dispositivi sarebbero imprecisi. Ecco però qual è la loro vera utilità

credits: iStock



di Claudio Gervasoni


Una ricerca della Lancaster University (Inghilterra) mette in guardia chi ha acquistato un activity tracker: i braccialetti per il fitness non sarebbero affatto
precisi, con variazioni dell’accuratezza anche del 25% fra un modello e l’altro. E non solo: i consumatori di California, Colorado e Wisconsin hanno lanciato una class action contro Fitbit, azienda che produce apparecchi per il wellness perché il cardiofrequenzimetro di alcuni modelli non fornirebbe
cifre esatte durante le attività molto intense. 


Quando li compriamo non sprechiamo denaro 

«I contapassi non sono un dispositivo medico ma soltanto uno strumento che può motivare verso uno stile di vita più attivo e più sano», spiega Matteo Bortesi, product marketing manager fitness & outdoor di Garmin. «E se è vero che una vita attiva è la migliore prevenzione possibile, svolgono bene il loro compito. La questione di quanti metri precisamente si fanno interessa poco, anche ai medici», spiega Stefano Massaro responsabile di Delta Medica, a Rozzano (MI). 


Possono fare solo una stima

«Gli activity tracker funzionano grazie a un dispositivo che si chiama accelerometro», spiega Bortesi. «È una micropallina che si muove all’interno di una sfera e ogni volta che oscilla c’è un software che conta i passi e valuta la distanza percorsa in base ai parametri impostati come altezza, peso, età e così via». Ma si tratta di una stima, non di un calcolo preciso: «Basta pensare alle nostre giornate. Possiamo passeggiare con calma, correre al parco o anche affrettarci per prendere il treno. Tutti questi passi hanno frequenza e ampiezza diverse e, benché il software cerchi di fare una media plausibile, per forza di cose c’è un margine di errore», dice l’esperto.


Per i dati esatti serve il Gps

Ma non c’è modo di avere una misura precisa dei metri percorsi? «Solo se il dispositivo è dotato anche di Gps, sistema di localizzazione satellitare. In
questo caso possiamo avere una tolleranza ridotta a soli 5 metri», continua Bortesi. «Se però l’inaccuratezza fosse anche del 25%, come sostiene lo studio della Lancaster University, non è importante: i 10mila passi al giorno consigliati dall’OMS sono un target ideale di movimento, e poiché una persona non è in grado di valutare quanto si è mossa durante il giorno ecco che il braccialetto serve per dirci se è il caso che facciamo le scale e andiamo a correre al parco oppure se per quel giorno possiamo ritenerci soddisfatti», conclude Massaro.


Anche i cardiofrequenzimetri sono a rischio errore


Se indossi un cardiofrequenzimetro da polso, attenta: «Funziona con una luce Led che capta le variazioni della pressione sanguigna, e sono molti i fattori che possono interferire con la misurazione, come un sistema venoso poco esposto, un tatuaggio, il colore della pelle o un polso minuto», spiega Bortesi.
«Anche in questo caso, però, l’utilità non è data dalla scientificità del dato che fornisce, ma dall’idea dello stile di vita che il gadget può offrire», rassicura Massaro.



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Articolo pubblicato sul n.10 di Starbene in edicola dal 23/02/2016



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