Paura del periodo della gravidanza

Buongiorno dottoressa Vignoli,, mi chiamo Marina, ho 36 anni,sposata da 10 con Paolo,37 anni. Siamo una coppia affiatata, complementare, ci vogliamo pienamente bene. Solo che io non riesco a concepire l’idea di una gravidanza. Adoro i bambini, ne vorrei almeno due, ma sono terrorizzata da quei 9 mesi e dal parto. Premessa: sono estremamente sensibile, con una bassissima soglia di dolore e tendenzialmente ipocondriaca, tendo a ingigantire ogni piccola sintomatologia fisica mi capiti. Da bambina ho avuto esperienze fisicamente dolorose (tipo un incidente stradale) e dai 20 anni in poi saltuari episodi di attacchi di panico, che ho imparato ad accogliere grazie ad un periodo di terapia,6 anni fa, e ad un percorso di autocomprensione. A quanto pare erano scatenati dalla mia tendenza a compiacere gli altri prima che me stessa e da un eccessivo autogiudizio su di me.Paura di non essere abbastanza brava, di non essere accettata ecc. In realtà so di essere brava e competente nel mio lavoro, di essere una bella persona nei confronti di me stessa e degli altri, anche grazie a questa mia sensibilità. Le mie paure più ricorrenti circa il problema “gravidanza”: paura di soffrire per 9 mesi paura di star fisicamente male e non poter star dietro al mio lavoro, per me molto gratificante e fondamentale parte della mia vita (sono libera professionista, faccio un lavoro che adoro, ho fondato e gestisco da sola un piccolo centro privato per bambini 6-13 anni che si occupa di metodo di studio, difficoltà di apprendimento, laboratori ecc; ovviamente non ho diritto alla maternità e star via eventualmente per troppo tempo mi creerebbe problemi con la continuità dei miei appuntamenti, non ho nessun dipendente che mi possa sostituire) paura del parto, di non farcela,e di complicare la nascita del bambino paura di eventuali problemi del bambino vista la mia età non più giovanissima. Mio marito vorrebbe un bimbo già da parecchio tempo,ora comincia a sentirsi vecchio!Nonostante questo, mi aspetta e mi rispetta, anche se indirettamente ogni tanto fa emergere sintomi di malessere emotivo perché la mancata (per ora) paternità gli pesa.E io so che anche lui non sta molto bene in questo periodo per tale motivo. La Marina del passato, quella che si adeguava alle aspettative altrui dimenticando se stessa e aveva attacchi di panico, probabilmente avrebbe percepito questo malessere di Paolo e se ne sarebbe fatta eccessivamente carico. La Marina di oggi non può più. Non riesco più a subire pressioni esterne e dire si incondizionatamente per eccessiva attenzione all’altro.So che ognuno deve fare i conti con i propri malesseri da sé, perciò anche Paolo, per quanto brutto a dirsi, dovrà elaborare da solo questa sua idea di sentirsi già vecchio,e di non farsi una famiglia, (così dice lui, quando io non gli ho mai detto questo) Sono molto più sintonizzata su quello che voglio davvero io, su autopercepirmi, pur continuando a percepire anche i desideri di mio marito. E io so che vorrei un bambino, ma non riesco a buttarmi in una gravidanza, non riesco a non averne una paura sovradimensionata. Potessi averne senza gravidanza lo farei domani. Questo pensiero mi ha fatto pensare anche all’adozione, poiché può darsi che io sia una madre, ma non una madre biologica.Ho sottoposto la questione a mio marito, lui sarebbe d’accordo. Ma la mia indecisione rimane.Anche nei confronti dell’adozione. E se potessi averne di miei,figli,in maniera naturale e rinunciassi per poi pentirmene? La mia domanda per lei è: come faccio a venire a capo di questa situazione spinosa?Vorrei riuscire ad avere le idee chiare e prendere una decisione concreta,perché per quanto io non mi senta vecchia, biologicamente comunque il tempo passa, e più tentenno, più davvero potrebbe essere troppo tardi. E non vorrei poi decidere di avere un figlio, fisicamente mio o adottivamente mio, solo perché vicina alla mia scadenza biologica, ma consapevolmente e lucidamente perché lo voglio davvero. So che ogni donna deve fare i conti con la gravidanza , sia che la viva sia che non la viva,ma…secondo lei dovrei rifare un percorso terapeutico?(che in passato mi è già servito?) grazie per la sua disponibilità e il suo tempo, buon lavoro

La risposta

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La paura che ha della gravidanza potrebbe derivare da un trauma che ha vissuto nella sua vita. Per questo motivo le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta che utilizzi l’E.M.D.R. in modo da facilitare l’emersione della problematica sottostante e la risoluzione della stessa. 

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