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Coronavirus: come sarà la seconda ondata di contagi

Ci sarà una seconda ondata di contagi da Coronavirus? E avremo a che fare con un virus più “cattivo”? Lo abbiamo chiesto a un grande scienziato e immunologo, Alberto Mantovani

Getty



Avremo una seconda ondata di contagi da Covid 19? E in che veste, attenuata o aggressiva? Ce lo stiamo chiedendo tutti. Per la maggior parte degli esperti di Covid 19 la seconda ondata di Coronavirus potrebbe anticipare e/o sovrapporsi a quella dell’influenza classica. Quindi, a partire da ottobre e con i primi freddi, a corroborare la tesi, non ancora confermata, che il virus preferisca freddo e umidità al caldo estivo.

«La malattia che vediamo adesso è meno grave, anche perché tutti i virus respiratori compresi altri tipi di Coronavirus, quelli che danno le polmoniti, in estate tendono a essere meno frequenti. Ma non abbiamo certezze neanche su una seconda ondata», commenta il professor Alberto Mantovani, immunologo e direttore scientifico di Humanitas.

Il secondo punto è legato alle ipotesi fatte sull’attenuazione o addirittura la “scomparsa” del Covid 19 in questo periodo: «Sul Coronavirus abbiamo poche certezze: una di queste è che al momento non c’è nessuna evidenza scientifica che il virus si sia attenuato in Italia e nel mondo», sottolinea Mantovani. «Esiste invece una mutazione che è forse più aggressiva del virus, che ci impone prudenza, perché questa “nuova forma" dello stesso nemico si è espansa con una velocità notevole».


Come prepararsi alla seconda ondata di contagi

«Grazie al nostro comportamento saggio abbiamo ridotti i casi: in Humanitas avevamo dovuto raddoppiare i posti in unità intensiva, ora abbiamo un paziente e 5 casi dubbi», spiega il professore. «Non essendosi “ingentilito” il virus e guardando cosa sta succedendo nel resto del mondo (per esempio in Brasile), dobbiamo tenere ancora la guardia alta, e quindi comportiamoci in modo responsabile per minimizzare i rischi che correremo nella stagione fredda».

Humanitas è già pronto in questo senso: è appena nato Emergency Hospital 19. Costruito in soli 11 settimane, è una struttura innovativa dedicata alle emergenze legate ai virus e alle malattie infettive, con Pronto Soccorso, diagnostica, terapia intensiva, degenze e sale operatorie.

«Abbiamo vissuto un ritorno al futuro delle malattie infettive, di cui Covid-19 è solo l’ultimo esempio, con cui dobbiamo imparare a convivere», conclude Mantovani. «Per farlo è indispensabile essere preparati. Ad esempio, con l’Emergency Hospital 19, che significa avere a disposizione il meglio della terapia, un rapporto stretto tra ricerca di laboratorio e clinica, e la possibilità di usare le tecnologie più all’avanguardia per la cura dei pazienti».


articolo pubblicato 11 agosto 2020

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