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Genitori e figli: come insegnare a dire no (quando serve)

L’educatrice americana Rachel Brian, autrice di un manuale sul tema, spiega come aiutare bambini e adolescenti a crescere rispettati e rispettosi

Foto: iStock



Come si preparano i nostri ragazzi a fronteggiare il bullismo, l’adescamento e altri pericoli? Dandogli gli strumenti necessari per riconoscere le insidie che provengono dal contatto con i coetanei e gli adulti presenti in ogni ambiente, reale o virtuale che sia. «Possiamo farlo già in età prescolare, perché questo è il momento in cui i bambini imparano le regole dello stare insieme e i comportamenti che attivano la socialità», spiega l’educatrice, ricercatrice e illustratrice americana Rachel Brian, autrice del manuale a fumetti Dai un bacio a chi vuoi tu. Impara il rispetto dei confini personali, tuoi e degli altri (De Agostini, 12,90 €). L'educatrice e illustratrice ha realizzato anche il video Tea consent, con milioni di visualizzazioni su Youtube, che tratta i temi del consenso e del rispetto partendo da una tazza di tè.

«Se familiarizzano con i concetti di confini personali, consenso e rispetto sin da piccoli, una volta adolescenti saranno in grado di applicarli alle relazioni e diventeranno adulti rispettosi, oltre che rispettati», dice Rachel Brian. «Temi delicati e difficili, che nel mio libro ho voluto trattare in modo divertente perché il sorriso permette di affrontare meglio certi argomenti, anche a 4-5 anni».



1. Rifiutare le coccole non gradite

Sfogliando il libro della Brian, la prima cosa che imparano i bambini è di essere “padroni” del proprio corpo e, quindi, di possedere il diritto di tracciare e di comunicare con chiarezza il limite tra i gesti e gli atteggiamenti che li fanno sentire bene e quelli che li mettono a disagio. «Abbracciare la mamma può essere molto diverso da farsi sbaciucchiare dalla prozia», esemplifica l’autrice.

«È proprio con le persone più vicine che i bambini possono allenarsi a dire “No, questo non mi piace, non lo voglio fare”: una life skill, cioè un’abilità indispensabile per la vita, che potranno sfoderare in qualsiasi contesto per proteggersi da eventuali brutte esperienze con estranei».

In ogni caso, anche noi adulti dobbiamo fare la nostra parte nel favorire l’apprendimento dell’autonomia corporea: «Perciò, anziché forzare i bambini a rispettare certe convenzioni sociali e tradizioni famigliari, lasciamoli liberi di decidere quale contatto fisico avere con parenti e conoscenti e aiutiamoli a trovare modi di saluto alternativi a baci e abbracci, ma pur sempre pieni di affetto e di considerazione», aggiunge Rachel Brian.


2. Non subire le insistenze

Un altro concetto essenziale del libro è che il consenso non è monolitico né definitivo, ma va accordato (e richiesto) di continuo.

«Il diritto di cambiare idea è sacrosanto: anche se nostro figlio ha acconsentito un milione di volte a un certo gesto di vicinanza fisica, non è scontato che lo voglia mettere in atto o ricevere di nuovo. E nessuno può farlo sentire in colpa se dice “Basta, non mi va più!”», spiega l’autrice. Non solo: bisogna insegnare a un bambino a non avere paura delle reazioni di sbotto o rabbia che gli altri possono avere di fronte a un suo rifiuto.

«Il messaggio da trasmettere è che il rispetto deve essere una costante delle relazioni e non un optional. E che se le persone insistono a fare qualcosa che non vuole, deve allontanarsi», chiarisce l’esperta.

È una scuola di autoaffermazione: se già dai primi anni di vita un figlio è istruito a proteggersi dai piccoli “abusi”, per esempio il bacio sgradevole di un parente, crescerà più determinato e pronto a proteggersi da insidie ben più pericolose.


3. Dare retta all’istinto

Per ultimo, abituiamo nostro figlio a seguire il suo istinto. Diciamogli chiaramente che se un certo contatto o una certa situazione lo infastidiscono, non deve ragionarci sopra troppo, ma seguire la sua sensazione e dire subito ai genitori che quella determinata cosa non gli piace.

«Spesso, però, gli adulti non sono capaci di stare in silenzio davanti a un bambino in difficoltà e iniziano a dare spiegazioni e consigli», commenta Rocco Briganti, direttore della onlus “Specchio magico”, che da un decennio porta avanti progetti di prevenzione contro gli abusi nelle scuole. «Prestiamo una vera attenzione al suo racconto, invece. L’ascolto accogliente è la migliore forma di prevenzione di abusi e maltrattamenti, perché crea un patto di fiducia che permette ai ragazzini di “aprirsi” senza imbarazzi con gli adulti».



Il progetto “porcospini”

Partito 10 anni fa da un’idea del medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva Alberto Pellai, il progetto “Porcospini: bambini e genitori insieme per prevenire l’abuso sessuale” ha contattato finora oltre 25 mila studenti, dalle scuole dell’infanzia alle medie. Sotto la guida degli educatori,
i partecipanti diventano consapevoli del proprio corpo e delle proprie emozioni, sviluppano abilità critiche necessarie a riconoscere e reagire a potenziali situazioni di rischio, imparano ad autoaffermarsi e autodeterminarsi.

Il tutto con attività coinvolgenti in un clima di non-giudizio ed empatia. Info: porcospini.org.



Perché i fumetti funzionano

Sintetico, colorato e con testi semplici, ma efficaci: Dai un bacio a chi vuoi tu (De Agostini, 12,90 €) è l’originale manuale di Rachel Brian.

«Giocando proprio sul fatto di essere spiritosi, i fumetti e i disegni con brevi testi di Rachel Brian riescono a dare stimoli forti ed esempi efficaci ai bambini, suggerendo i giusti comportamenti», osserva Rocco Briganti.

«Inoltre, hanno il grande vantaggio di rimandare i piccoli alla loro realtà, aiutandoli a superare la difficoltà di raccontare la propria dimensione emotiva agli adulti di riferimento, genitori per primi. Una reticenza che spesso nasce dall’incapacità di dare un nome a quello che provano, o dalla vergogna e/o dal timore di essere rimproverati. Eppure, sapere che cosa stanno provando i nostri figli è il primo passo per poter salvaguardare la loro integrità fisica e psicologica. Ben venga, dunque, tutto ciò che può sollecitarli ad aprirsi con fiducia, incluso un libro illustrato».



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Articolo pubblicato sul numero 12 di Starbene in edicola dal 3 marzo del 2020

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