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Coronavirus e infodemia: gestire l’ansia da notizie martellanti

Infodemia da Coronavirus, ovvero fame di notizie sulla pandemia in corso. Tutti sono alla ricerca di risposte. Con l’unico risultato di aumentare l’ansia

Foto: iStock



I NUMERI VERDI DELLE REGIONI ITALIANE PER CHIEDERE INFORMAZIONI


Da settimane, c’è un sottofondo crescente nelle nostre giornate, quel martellamento h24 di notizie, immagini, titoli che parlano solo di Coronavirus. Quanto è pericoloso, quanto è dilagante, quanto è grave. Milioni e milioni d’informazioni che dalle tivù, radio e piattaforme rimbalzano sui social, dove girano vocali che spesso gettano ulteriori allarmi (infondati), dispensano consigli di prevenzione (inutili) e propongono cure miracolose (inefficaci).

Siamo passati dalla pandemia alla infoedemia, come ha definito l’Organizzazione Mondiale della Sanità questo flusso incessante d’informazioni che ci ha contagiato. «Con il nostro consenso, però, perché tutti sono alla ricerca di risposte per illudersi di controllare la situazione e arginare la paura», spiega Chiara Nardini, psicoterapeuta a Milano e Genova.

«Non bastava il virus ad allarmarci, adesso si è creata una specie psicosi parallela, fatta solo di eccesso di comunicazione. Che crea tanta ansia, tanta. Più se ne ingurgita, più cresce e chiede altre notizie per placarsi. Il circolo vizioso sta proprio qui: tivu, radio, piattaforme che ci sovrastano, noi che cerchiamo altri bollettini di guerra.


Che cosa fare

Diamoci dei limiti e aggiorniamoci solo due, tre volte al giorno. Altrimenti questa quarantena diventerà un lasciar scorrere ore piene di panico. Sapere minuto per minuto cosa sta accadendo ci rende sempre più preoccupati e confusi su cosa fare per proteggerci. Con le fake news, poi, che girano si rischia di sconfinare nella più completa agitazione».

Attenzione, poi. L’infoedemia è infettante, e alimenta un’altra brutta malattia, l’egocentrismo. In questo tourbillon di dati, video, interviste e tutorial di consigli che girano da un social all’altro c’è tanto narcisismo, neanche troppo strisciante. Perché, proprio nel momento della solidarietà, ancora una volta molti ne approfittano per mettersi in vetrina. Per dimostrare che sono arrivati per primi a darci una “notizia sensazionale”.

articolo pubblicato il 20 marzo 2020

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