Amore: come riconoscerlo e coltivarlo

È il più forte dei sentimenti, ma anche il più mitizzato. Scopri come si manifesta e come costruire una relazione duratura



di Flora Casalinuovo

Sembra quasi un’eresia. Eppure nel 2017, quando basta accendere la tv o guardarsi intorno per vedere conflitti, risse e problemi, c’è chi scrive un saggio tutto dedicato all’amore.

Il “colpevole” è Armando Massarenti, filosofo ed epistemologo, oggi in libreria con Metti l’amore sopra a ogni cosa-Una filosofia per stare bene con gli altri (Mondadori).

Tante pagine che scorrono veloci, incuriosiscono e fanno venire la voglia di riscoprire romanzi e opere cult, qui citate con la giusta leggerezza. Ma, soprattutto,spingono a interrogarsi sul più potente dei sentimenti.

Perché se, come diceva Dante, è l’amore che “muove il sole e le altre stelle”, è fondamentale capirne l’essenza, quando è vero e sano o, al contrario, illusorio e negativo. Come proviamo a fare qui.


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Non è solo slancio

Ecco un piccolo esperimento: pensa a un romanzo, un film o una canzone qualsiasi. In 9 casi su 10 parla d’amore, o almeno lo cita. Non solo. È grazie (o per colpa) del sentimento per eccellenza che cambiamo vita, città, lavoro, idea. Insomma, è un autentico motore.

«È la vita, la felicità. Lo diceva già il filosofo greco Aristotele: l’uomo è un animale sociale, è fatto per stare con gli altri», spiega Massarenti. «Infatti, è nello scambio, nel contatto, nella condivisione che realizza se stesso. E nel più forte dei legami, quello passionale, trova la felicità.

Quindi, anche se oggi sembra che l’altro rappresenti un problema, qualcosa da cui scappare, in realtà non possiamo farne a meno. La società ci vuole pessimisti, chiusi in noi stessi e con il più alto tasso di separazione e divorzi della storia, eppure non possiamo scappare dall’amore. Lo scoglio maggiore è definirlo».

Già, è come se a furia di viverlo, leggerlo, cantarlo,avessimo dimenticato la sua vera identità o l’avessimo confusa. «Negli ultimi tempi dominano due concezioni opposte», prosegue l’esperto. «Quella per cui l’amore è la passione palpitante, la simbiosi con il partner, l’idilliaca corrispondenza di idee e progetti; e quella per cui, invece, è sofferenza, travaglio e litigi, oppure qualcosa di impossibile da provare veramente.

Io ho fatto mia la definizione della filosofa e scrittrice inglese Iris Murdoch: amare è comprendere che qualcosa di altro da sé è reale. Ovvero capire che la persona adorata ha una sua identità, una sua storia, è davvero diversa da me ma proprio per questo mi attrae, perché mi incuriosisce, mi fa scoprireun altro mondo. L’amore, quindi, è fatto di rispetto, fiducia, curiosità.

Certo, questa visione richiede un percorso, un’educazione sentimentale che implica prove, errori e allenamento. In fondo, come diceva Ovidio, in amore siamo tutte reclute che hanno bisogno di una mappa, di una guida. Siamo soldati che combattono per la prima volta in terra straniera e devono imparare tutto.

Questo sentimento, allora, non si riduce a un impeto di entusiasmo, ma si avvicina a un'abilità che si acquisisce. Nel mondo contemporaneo, poi, le certezze vengono scardinate dal nichilismo oppure si trasformano in dogmi granitici, anche sul fronte sentimentale. Invece, è bene capire che nelle faccende di cuore si procede per tentativi».

In questi tentativi, i saggi del passato diventano una bussola preziosa. «Filosofi, poeti e scrittori conoscono davvero l’animo umano, che è sempre uguale, quindi nelle loro parole troviamo suggerimenti e idee», spiega Massarenti. «Non solo. L’educazione  sentimentale si trasforma in un’etica contemporanea: l’amore è comprendere che l’altro è qualcosa di diverso da sé? Perfetto, applichiamo questo concetto a ogni relazione e impariamo quindi a scoprire e a rispettare il diverso, in qualsiasi forma, sul lavoro, in famiglia, a scuola». 

I suoi nemici

Definendo l’amore, non si può fare a meno di notare che si tratta forse di uno sentimenti più inflazionati e ingigantiti. Pensa a una semplice chiacchierata con un’amica e ne avrai la conferma: quello che stai vivendo è l’emozione più forte della tua esistenza, oppure, per amore giusifichi tutto, anche i comportamenti più scorretti, come se perdere la testa cancellasse regole e freni, quasi per magia.

«Cresciamo e viviamo con il mito dell’amore, ci convinciamo che sia più forte di qualunque cosa e arriviamo usarlo come scorciatoia », nota il filosofo. «Sacrifichiamo valori come l’onestà o l’equilibrio in suo nome, ma invece facciamo solo emergere quella parte di noi che ci porta naturalmente a considerare solo il nostro orticello, la tribù di affetti e oggetti. Perché siamo animali sociali, ma anche animali egoisti. Peccato che questo macchi la positività dell’amore».

L’egoismo, quindi, è il nemico per eccellenza. Ma non è solo. «Oggi viviamo in realtà una carenza di legami affettivi profondi», commenta Nicoletta Suppa, psicoterapeuta, membro dell’Associazione italiana sessuologia clinica. «Velocità e successo sono i mantra, non abbiamo tempo per altro. Così quando si crede di trovare  il partner ideale, si investe tutto nel rapporto, cancellando il resto, mettendolo in secondo piano, e andando anche contro i nostri principi.

È come se le singole storie d’amore colmassero un vuoto sentimentale, una carenza affettiva. Non solo: spesso si crede anche di non essere degni dell’interesse altrui, si pensa di non meritarsi quell’uomo tanto bello, intelligente e di successo. Il motivo? Siamo insicure, soprattutto noi donne, schiacciate da anni di mancata parità sentimentale e di relazioni mordi e fuggi o insoddisfacenti.

Così quanto finalmente incontriamo la persona che ci sembra giusta pensiamo di non valere il suo amore e, allora, facciamo davvero di tutto per tenercela stretta. Quando dico “di tutto” lo intendo proprio in senso letterale: ho visto diverse mie pazienti andare contro i propri ideali e la propria dignità, purtroppo le ho osservate snaturarsi e mortificarsi. E questo capita a qualsiasi età».

Quello vero e quello illusorio

Definito l’amore, non resta che passare alle trappole che questo sentimento spesso porta con sé. Quando quello che proviamo è reale e quando, invece, è frutto della nostra mente, che ci inganna e ci porta sulla strada sbagliata? «La prima caratteristica dell’amore vero è che dona una serenità duratura», precisa Massarenti.

«Se, invece, placata la passione degli inizi, subentra nell’anima una sorta di apatia, di insoddisfazione, è lecito porsi il dubbio. Perché il vero amore è come un’energia continuata che permea  tutto e dona stabilità ed equilibrio alla persona che lo prova. Il secondo tratto distintivo è la sua imperfezione: non è ideale, non appare sempre meraviglioso, ma come ogni sentimento umano ha piccole ammaccature e ombre.

Infatti, diffido sempre dagli individui che amano troppo perché questo eccesso nasconde un perfezionismo non sano, una rincorsa al top che soffoca  la spontaneità». E a proposito di spontaneità, attenzione ai legami che pretendono il cambiamento. «Se lui ci chiede con insistenza di correggere e stravolgere il nostro carattere, o noi facciamo lo stesso con lui, significa che il sentimento è illusorio», nota la psicoterapeuta Nicoletta Suppa.

«Vuol dire infatti che non siamo innamorati della persona in sé, ma di una specie di modello virtuale in cui abbiamo riposto speranze e desideri. Se la distanza tra reale e ideale è troppa, il sentimento è poco: sembrerà banale, ma quando siamo davvero coinvolti nel profondo, adoriamo tutto dell’altro così com’è. Infine, l’ultima caratteristica dell’amore è la distanza, ovvero la possibilità di mantenere i propri spazi, di non vivere in simbiosi e di non condividere ogni istante e qualsiasi esperienza.

Su questo fronte, invito tutti a fare una semplice verifica: provate a elencare su un foglio hobby, attività e appuntamenti che riempivano la quotidianità prima di essere in coppia; sotto scrivete quello che continuate a fare ora. La metà degli impegni è scomparsa? Ecco un campanello d’allarme negativo: l’amore positivo è libertà e autonomia perché è sicuro dell’altro e rispetta i suoi spazi, non è paranoico e non pensa che dietro la palestra si nasconda un tradimento.

Non solo, annullare se stessi si rivela pericoloso: non ci vogliamo abbastanza bene? I nostri interessi non hanno la giusta importanza e dignità? E da dove ripartiremo se il rapporto finirà? Da una tabula rasa?».

Anche Armando Massarenti è sulla stessa linea: «Nel mio libro riporto l’esempio di Otello, protagonista del magnifico dramma della gelosia di William Shakespeare, e analizzo come il problema del comandante dell’esercito non si limiti alla possessività. In realtà, lui appare scettico sull’autonomia di Desdemona,come se lei non esistesse lontano da lui, come se non avesse un’identità propria. Otello non riconosce la partner come qualcosa di altro, di diverso da sé. Quindi, non è vero amore».

Così costruisci una relazione solida

C’è un interrogativo che tutti, senza distinzioni, si pongono almeno una volta nella vita: come si può far crescere il sentimento? Come si nutre la passione, trasformandola in qualcosa di duraturo e soddisfacente? «Questa è una delle più interessanti sfide dell’essere umano», sorride Massarenti. «E si può vincere». Ecco come.

Accetta lo sbaglio - «L’errore si rivela come cifra distintiva dell’amore»,continua l’esperto. «Soprattutto, oggi, che non abbiamo certezze in niente. Allora, bisogna vivere e amare imparando sempre dai propri errori: osare e imparare, migliorando di continuo.

Il bell’esempio che ci regala la letteratura si trova nei versi del poeta Ovidio, che paragona gli innamorati a reclute per la prima volta in terra straniera o a marinai che devono riparare la loro barca in mare aperto, lontano da un porto sicuro. Sia le reclute sia i marinai non hanno certezze, eppure non si fermano,vanno avanti.

Questo non significa essere troppo fatalisti o affidarsi al caso, anzi. Vuol dire che quando amiamo impariamo ogni giorno a far felice l’altro con slancio e voglia, proviamo a costruire una casa comune calda  e confortevole, anche se ogni tanto qualche trave scricchiola». 

Abbi fiducia - «Passione, pazienza e affinità? Certo, in una relazione duratura diventano fondamentali, ma l’ingrediente irrinunciabile è la fiducia», nota Massarenti. «Prima di tutto è fede nell’altro, nella sua sincerità e onestà, nei suoi valori e sentimenti. Poi è sicurezza nell’amore in generale, è voler credere che innamorarsi sia possibile e meraviglioso, anche se il mondo ci dice il contrario.

È quello che emerge nel finale di uno dei miei film preferiti, un vero manuale d’amore, Manhattan di Woody Allen. Il protagonista Isaac sta salutando la sua amata Tracy, in partenza per Londra, dove rimarrà per svariati mesi. Lui, abbattuto e agitatissimo, elenca tutto ciò che di brutto accadrà alla loro storia, minata dalla distanza e non solo. Lei gli risponde con un sorriso dolce e un frase perfetta: “bisogna avere un po’ di fiducia”.

Conosci te stesso - La massima di Socrate è sempre calzante: «Una relazione assomiglia a un palazzo in costruzione: perché sia resistente e alto servono ottime fondamenta», spiega la psicoterapeuta Nicoletta Suppa. «Le fondamenta sono l’amore per se stessi, ovvero volersi bene e chiedersi, soprattutto, cosa ci fa stare bene.

Nel concreto vuol dire fermarsi e chiedersi davvero di cosa si ha bisogno in quel momento. Voglio andare a vivere con lui e figli e famiglia sono irrinunciabili?Meglio un lungo periodo di viaggi e divertimento? Ci tengo al matrimonio? I propri desideri devono essere una bussola che imprime al rapporto la giusta direzione».

Impara dai litigi -  Ogni discussione è un passo in avanti. Detto così, appare un’assurdità, eppure questo concetto è il punto di svolta per un rapporto gratificante. «Lo vedo con le mie pazienti: i litigi per loro assomigliano a una picconata che fa crollare tutto», conclude la dottoressa Suppa.

«Non parliamo poi di quando la crisi è vera, per cui sembra imprescindibile separarsi, perché oggi le coppie non sono più capaci di discutere e confrontarsi in modo costruttivo. È utile, allora, cambiare prospettiva: una litigata è un momento in cui si è sinceri, ci si spoglia da maschere e abitudini e permette di superare un ostacolo, conoscere davvero il partner e migliorare il sentimento.

Perché sia davvero così, però, bisogna approcciarsi in maniere differente. Per esempio, basta abbassare di un tono la voce e contestualizzare sempre, ovvero parlare del problema attuale senza generalizzare sull’altro e sui suoi difetti e senza rivangare il passato.

L’amore stabile e gratificante è quello che guarda sempre al futuro, non indietro». Altrimenti, diventa solo una recriminazioni di ciò che si vuole e non si è realizzato. Ma siamo nel campo dei desideri ideali, non dell’amore. 

Articolo pubblicato sul n. 17 di Starbene in edicola dall'11/04/2017

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